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ITA - Tail Water Alto Tevere

Italia  17/06/05

di Alessandro Ghillino (Abik)
foto di Alessandro Ghillino ed Ermanno Catelli

La mitica Tail Water

Con gli amici Paolo ed Ermanno (Herman), decidiamo di programmare una due giorni di pesca sulla mitica tail water, sull’alto corso del Tevere a Sansepolcro. La scelta ricade per le giornate di venerdì 17 (non siamo superstiziosi) e sabato 18 giugno 2005. Per me ed Herman tra l’altro è la prima volta sul Tevere, mentre Paolo vi ha già pescato un paio di volte.
Il vocabolo “tail water” proviene dall’inglese americano, e definisce un tratto di fiume che esce direttamente da una diga formando una specie di coda (da cui il nome, tail = coda), con portata e temperatura dell’acqua costanti tutto l’anno. L’ambiente che ne deriva è ideale per i salmonidi e, come ampiamente dimostrato, per i timallidi.
Nasce così uno dei corsi d’acqua più a sud del mondo in cui sia presente una nutrita colonia di temoli.


La mappa della tail water, dal sito www.moscaclubaltotevere.it

Il tratto di quasi 8 km è gestito dall’associazione Mosca Club AltoTevere (http://www.moscaclubaltotevere.it/), che rilascia permessi di pesca esclusivamente a mosca e no-kill totale su tutto il corso del fiume.
Sul permesso è rappresentato chiaramente il corso del fiume, con l’indicazione delle piane, delle correnti e delle briglie presenti (4), che sono punti in cui è particolarmente facile incontrare esemplari di fario di tutto rispetto.
La zona è abbondantemente popolata di trote fario di ceppo mediterraneo dalla meravigliosa livrea, e di temoli del tipo “coda rossa”.

La cronaca

Eh sì, finalmente ci siamo, giovedì sera è arrivato. Dopo interminabili giorni di attesa, ecco arrivato il momento della partenza…
Paolo parte da Genova, io e Herman da Milano, obiettivo Sansepolcro, dopo circa 4 ore di macchina.
Paolo arriva per primo, si incontra con Giancarlo, un amico del posto neo pescatore a mosca e buon conoscitore della tail water, ed insieme vanno a fare un giro di ricognizione sul fiume, per capire dove conviene iniziare la mattina dopo.
Verso le 21 arriviamo anche noi, ci s’incontra in paese, e dopo aver mollato i bagagli in camera si va a cena in albergo. Che spettacolo: una cena umbro/toscana s p e t t a c o l a r e, la vacanzina comincia subito bene...
Venerdì mattina sveglia di buon ora (tanto non s'era dormito granchè, vuoi per l'agitazione o per la stanchezza...), permessi e via! sul fiume.
Si comincia da briglia 1 a risalire, 3 lanci ed ecco un temolotto in canna: fantastico, oggi si fa un disastro!
Come volevasi dimostrare, rimarrà l'unica cattura per le successive 2 ore abbondanti (a parte qualche trotella sotto i 30)... ma che trote!
Complice l'acqua molto lenta, rifiuti a raffica. Un paio di sommergibili incannati, ma con un chiro su amo del 24 è dura... e comunque, trote "one shot": salgono una volta, se rifiutano per un bel po' non si vedono più.
Verso mezzogiorno, inizia un po' di attività. Parecchie ninfate a galla, ma è più facile prendere i cavedani (!) che le trote ed i temoli, che rifiutano l'impossibile...
Herman comincia ad entrare in pesca con una fario sui 40, e poi è la volta di Paolo, che a ninfa riesce ad avere la meglio su uno spettacolare trotone da 45, snidato dalla corrente in testa alla piana.


Herman mentre recupera la Fario

Mentre sto cercando di far salire un temolotto che bolla in corrente, noto un movimento al lato del torrente, mi giro e mi trovo di fronte un daino (credo), che spuntando dalla vegetazione mi guarda incuriosito... il tempo di girarmi a chiamare Herman, e il nostro amico ritorna precipitosamente nelle boscaglia. Che meraviglia! Stiamo pescando in un ambiente stupendo.
Quando Paolo decide di risalire, Herman si posiziona al suo posto e con una ninfetta verde in pelo di lepre incanna un temolo stimato "over 40", che a portata di guadino pensa bene di tornarsene in fiume salutando gli amici...


Ninfa da temoli

Io intanto continuo a martellare alcune trote in piena attività in superficie, e complice la schiusa (leggera) di piccole effimere marroni riesco a ferrarne un paio che dopo un paio di salti si slamano con eleganza.
Verso le 13.30 decidiamo di andare a mangiare qualcosa, e allora dichiaro il famoso "ultimo lancio": voglio provare quella trota che ha passato la mattina a bollare indisturbata tra le frasche dell'altra sponda, nascosta in un buco sotto le piante. Monto una Mirage di Agostino Roncallo su amo del 16, roulè e al secondo tentativo mosca precisa sotto le fronde, nella correntina giusta. Tutto perfetto, non sembro neanche io… Incredibile: la mosca scende a ridosso della sponda, la trota alza la testa e la ingoia... 48 cm di pura adrenalina!!!!!!


La signora del torrente...

Dopo pranzo conosciamo Mauro Raspini, presidente del Mosca Club Altotevere, una persona con la passione nel cuore, di una gentilezza estrema. Ci racconta del progetto, di come si svilupperà, della nuova sede del club, ci parla con emozione degli avannotti di temolo frutto della recente frega, ci descrive le schiuse, gli insetti presenti, i pesci.
Poi ci accompagna sul fiume, ci mostra una serie di correnti descrivendoci le loro caratteristiche, e poi ci accompagna in un'altra zona del fiume, a monte, e si dispera perchè non ha con se nessuna mosca da lasciarci per il "coupe de soir"... Una persona semplicemente fantastica!!!
Comincio da una corrente laterale ma non vedo nulla, così mi sposto all’inizio di una piana, dove Paolo ha appena catturato un paio di discreti temoli a ninfa. Da secchista convinto non mi rassegno, e quando vedo volare un Ecdyonurus non capisco più nulla: emergente con corpo vinaccia su amo del 16 e via a lottare con i temoli! Questa mosca si dimostrerà una delle più catturanti dell’intera uscita.
In un’oretta di pesca ne catturo 5, il più grosso dei quali da 31 cm, e ne perdo una decina.


La bellezza del Temolo della tail water

Per il coupe de soir veniamo raggiunti da Giancarlo, e decidiamo di dividerci per non ostacolarci nella pesca: io e Herman ci spostiamo al gorgo dello Specchio, per vedere se salgono i “mostri” che si intravedono sul fondo, mentre Paolo e Giancarlo si spostano nella piana sopra briglia 3, a tentare le trote facendo pattinare le sedge.


Il gorgo dello Specchio

Arrivati sul fiume, scendo ad insidiare le trote in testa ad una piana con la Valtellina killer, e prima di ricordarmi che ho ancora il finale del 12 mi trovo con un troncone di filo in mano, a causa di un trotone che fila via come impazzito… Promemoria: ricordarsi che a sera in tail water non bisogna usare fili inferiori allo 0,15/0,18...!!!
Il tempo di catturare ancora un paio di trote e poi ci posizioniamo sullo “specchio” ad aspettare la schiusa di “Ephemera glaucops” che ci era stata prospettata. In realtà, la schiusa si verifica solo in parte, probabilmente a causa della giornata molto ventosa, e non riusciamo a prendere più granché.
Quasi a buio, si fa vedere un temolo da 33, preso con un “mostro” bianco scovato in fondo ad una scatola, che nella mia fantasia (e a quanto pare in quella del temolo) voleva assomigliare ad un’imitazione di glaucops.


I temoli del Tevere

Quando veniamo raggiunti da Paolo e Giancarlo, ci raccontano che sulla piana dove erano loro vi erano in prevalenza temoli, ma che qualche bella trota si è fatta tentare lo stesso dal tricottero.


Una bella fario salita a buio


Fario e tricotteri...

A cena si fa un primo resoconto della situazione, e seppure non si sia preso molto siamo tutti concordi sulla positività della giornata, grazie alla bellezza dell’ambiente e alla quantità di pesci presenti dappertutto.
La mattina dopo, solita sveglia di buon’ora e partenza per il fiume.
Tempo bello e stabile, quasi totale assenza di vento: forse stavolta ci siamo, potremmo riuscire ad ammirare le proverbiali schiuse della tail water!
Paolo e Giancarlo decidono di iniziare ancora da briglia 1 a risalire, mentre io e Herman stavolta decidiamo di iniziare dalle correnti della sera prima, sotto il gorgo dello Specchio, per vedere se vi è un po’ di attività.
Speranza abbastanza vana: nonostante l’assenza di vento, schiude veramente poco e molto piccolo, a parte... gli immancabili tricotteri, che incredibilmente se ne vanno in giro in pieno sole a saltellare a destra e a manca! Tant’è, vedo una trota saltare su un tricottero, monto una sedge e al secondo lancio incanno una signora fario, che dopo due salti si slama lasciandomi con un palmo di naso.


E ora che si monta???

Nel frattempo, Herman sta pescando una correntina che si rivelerà piena di temoli, ma tutti di piccole dimensioni (max 25 cm). Mentre sono in attesa che si muova qualcosa, incontro un simpatico collega PAM, con cui scambio due chiacchiere, il quale mi dice che anche lui sperava in una schiusa un po’ più consistente, vista la giornata.
Pescando in caccia con la Valtellina Killer (grazie Alberto!) riesco a prendere un paio di trote di medio-piccola dimensione, ma non ci siamo, il pesce è addirittura meno attivo del giorno prima.


Azione!

Verso mezzogiorno la scena inizia un po’ a movimentarsi, con qualche timida schiusa di effimere marroni piuttosto piccole, ma le trote ed i temoli decisamente più vivaci. Così catturiamo ancora qualche pesce, tra cui un temolo da 33 in una zona di acqua quasi ferma, con un’emergente color crema su amo 20.
Nel frattempo ci raggiunge Paolo, che ci racconta in maniera concitata di come dopo molti tentativi sia riuscito a portare a riva una fario da 50 cm salita su un chironomide su amo del 20. Considerando poi che pescava con lo 0,10, c’è da essere più che contenti! Meno male che c’era poca corrente...
A pranzo discutiamo ancora sul da farsi e optiamo per una sosta di qualche ora fino alle 18.30, ora del giorno in cui dovrebbe cominciare a muoversi qualcosa seriamente.
Nel frattempo, ci rechiamo all’agriturismo “Il Violino”, convenzionato con la riserva, dove ci mettiamo attorno ad un tavolino in giardino a rilassarci all’ombra.
Io approfitto della pausa per costruire qualche mosca per la sera (imitazioni di Ephemera Glaucops, che costruisco stile Mirage di Roncallo, e di Ecdyonurus Venosus, che si rivelerà intuizione quanto mai azzeccata).
Ritornati sul fiume, Herman e Paolo decidono di andare ancora allo Specchio, mentre io opto per fare buio in una zona nuova, nelle correnti sotto briglia 2.
Arrivato al fiume, trovo una bellissima corrente profonda 70-80 cm, che scorre molto infrascata. Un posto non facile, ma che mi ispira molto. Guardando in aria scorgo un grosso ecdyonurus che vola, per cui parte l’adrenalina e mi precipito a lanciare.
Al terzo lancio, sale una fario dal margine della corrente, che ne fa di cotte e di crude prima di lasciarsi tirare a riva.
Quando la vedo, non credo ai miei occhi: uno dei pesci più belli che abbia mai visto!!! Decine e decine di puntini arancione fittissimi, anche sulla pinna adiposa, una grossa macchia blu dietro la testa... La dimensione (38 cm) passa assolutamente in secondo piano di fronte ai colori ed alle forme di questa trota! Un pesce che vale qualunque viaggio, sembra un dipinto.


La Signora di tutte le Fario!!!

E’ un momento eccezionale, ad ogni passata ben riuscita sale un pesce, trota o temolo, a volte rifiuta, ma il più delle volte aggredisce con violenza la grossa parachute.
Faccio in tempo a prendere altre 2 trote ed un bel temolo, poi il dramma: impiglio sui rami, perdo la mosca e mi accorgo che nell’agitazione ho perso le altre imitazioni che avevo fatto nel pomeriggio! Così comincio ad innervosirmi, e quindi a pescar male, impiglio nell’impossibile, così dopo pochi minuti decido di spostarmi per non rischiare le coronarie!
Scendo fino all’inizio di una piana, sono già le 20.15, dovrebbero iniziare le schiuse serie. Invece, schiudono “solo” tricotteri, che mandano su tutte le furie le trote presenti. Riesco a prendere ancora, prima che sia buio solo, un paio di discrete fario sui 30-32 cm, poche vista l’attività del pesce a causa della mia incapacità nella pesca “in pattinamento”.
Tornato alla strada incontro i due compari che hanno catturato qualche bella fario con l’ecdyonurus e la glaucops (da loro s’era vista un po’ di schiusa di queste ultime).


Paolo con una gran fario del Tevere!

Per vedere le schiuse massime che ci avevano raccontato, sarà necessario tornare un’altra volta...
In totale, in due giorni abbiamo preso una ventina di pesci a testa, quasi tutti a secca, ma che pesci.....

Per finire...

Permettetemi alcune osservazioni di chiusura: in questi giorni ho conosciuto grandi persone, che con la loro passione, seria, vera, hanno contribuito a creare un ambiente davvero unico. Mauro Raspini, Luca Castellani e tutti i guardiapesca della riserva sono stati, oltre che persone di una cordialità eccezionale, anche di impagabile aiuto per affrontare nella maniera migliore il fiume. I loro consigli si sono rivelati preziosissimi, sia in termini di zone dove pescare, sia in termini di tecniche e imitazioni da utilizzare. Un grazie di cuore a tutti loro, soprattutto per quanto hanno fatto, fanno e faranno per questo meraviglioso ambiente.
Ho letto che c'è chi dice che non ci sono pesci... Ho letto di un assessore di un comune vicino che si è scagliato a spada tratta contro la gestione della tail water perchè l'anno scorso hanno fatto "solo" 6000 permessi anziché 15000... Ho letto che c'è chi dice che è un postaccio, che si è snaturato l’ambiente...
Non voglio entrare in polemica con chi ne sa più di me, vi dico solo che se non avessi preso un pesce, neppure uno, sarei comunque andato via con la felicità negli occhi e nel cuore, per aver pescato in un posto così.
L’ambiente per quanto ho potuto vedere è stato sempre rispettato, il fiume non è mai stato così bello (non lo dico io, ma chi lo conosceva da prima), i pesci sono tanti, tantissimi e difficili, ma molto belli e combattivi, le condizioni di pesca non sono facili, ogni cattura un lavoro duro, portato a termine solo usando tenacia e buone maniere.
Il Tevere a Sansepolcro è un posto da affrontare con calma e tranquillità, pescando bene. E solo se si ama la natura.
I pesci sono selvatici e molto battuti, per cui decisamente difficili (salvo momenti particolari).
Un consiglio che si può dare è di cercare i posti meno battuti perché più difficili, come ad esempio le correnti più infrascate, e ricordarsi che anche le correntine possono riservare notevoli sorprese.
Chi non deve andare:
- chi si aspetta di prendere un pesce dietro l’altro
- chi vuole pescare solo con mosconi enormi
- chi vuole pescare un’iridea
- chi vuole essere comodo e pescare in doppia trazione con lanci da 30 metri
- chi vuole pescare con l’ardiglione (schiacciatelo sempre!!!)
Chi deve andare:
- chi vuole passare una giornata in tranquillità immerso in una natura sorprendente
- chi vuole mettersi alla prova contro pesci difficili
- chi si stupisce ogni volta che ammira la livrea di una trota perfetta o del pinnone di un temolo
- chi riesce ad essere contento anche se non prende nulla o quasi, per il solo fatto di avere passato un giornata di pesca in un bel posto
- chi se non vede pesci non si preoccupa, ma continua a pescare convinto

Informazioni utili

Per arrivare a Sansepolcro da Milano, A1 direzione Bologna, poi A14 fino a Cesena Sud, si esce e si prende la superstrada Orte-Ravenna. Da Genova, A12 direzione La Spezia, poi la A11 (Firenze-mare) che confluisce nella A1, avanti fino ad Arezzo ed infine la statale 73 fino a Sansepolcro.
A Sansepolcro ci sono una gran quantità di possibili scelte in termini di alloggio, e mi sembrano tutti più che onorevoli. Per mangiare e bere bene poi, ogni posto è buono...
Attrezzature: canne tra gli 8 ed i 9 piedi coda cinque rappresentano probabilmente la scelta migliore, in quanto costituiscono un buon compromesso per tutte le zone che abbiamo visto.
Abbigliamento: a giugno fa abbastanza caldo, occhio alle scottature... ma sotto i waders, è prudente indossare un paio di pantaloni pesanti, perchè ricordiamoci che la temperatura dell’acqua è ora tra i 9 ed i 10 gradi!
Mosche: le imitazioni che abbiamo utilizzato con maggiore fortuna al mattino sono state chironomidi su amo del 24 (vedi imitazione di Masi su “Sedge & MayFly” di aprile 2005), emergenti in cdc marrone e crema, su amo grub 18/20, la mitica “Mirage” di Roncallo, la “Valtellina killer” in pelo d’alce per la pesca in caccia e, perchè no, un bel tricottero in pelo di cervo/wapiti su amo 12/14 fatto pattinare come si deve...
Per il tardo pomeriggio e la sera, imitazioni di Ecdyonurus Venosus su amo del 10/12, montate parachute, di Ephemera Glaucops su amo 10/12 (Mirage di Agostino Roncallo o parachute montata reverse), e di tricottero su amo 12/14.
Per quanto riguarda le ninfe, imitazioni in pelo di lepre/foca (sostituto) su amo 14/16, colori verde e crema, meglio senza pallina in testa (anche se il temolo più grosso è venuto fuori su una gold bead).
Un dressing per la tail water:
filo: vinaccia o rosso scuro, misura 8/0
amo: tipo Tiemco 100 misura 10/12
code: qualche fibra di gallo rosso montata divaricata
addome: filo di montaggio, creando un po’ di silhouette
hackles: gallo rosso montate parachute
ali: ciuffo di vitello o antron bianco
Come tutte le mosche per la tail water, deve essere montata poco “vestita”: meno materiale possibile. Funziona molto bene anche come emergente, con un ciuffetto di canard al posto delle ali, senza coda e senza hackles.
N.B.: se qualcuno non potesse stare senza prendere cavedani (qui infinitamente più rari di trote/temoli), consiglio vivamente un’imitazione di baetis verde su amo del 14... salgono che è uno spettacolo!
Altre informazioni e notizie utili disponibili:
sul sito dell’associazione, molto bello e curato http://www.moscaclubaltotevere.it/


Alessandro Ghillino



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