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SLO - Top river a confronto

Words: and Photos: Beppe Saglia (Beppe S.)

  Febbario 2024
 

Questo articolo vuol essere una summa e un confronto sullo stato di salute di alcuni dei principali fiumi della ex Jugoslavia, che ho avuto modo di frequentare nel 2023.

Nello specifico ho pescato per sei giorni sull’Unica, per dodici giorni sul Ribnik, per tre giorni sul Gacka e per tre giorni sull’Idrija, in vari momenti della stagione.

 

UNICA

 

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È la risorgiva che mi sta nel cuore più di ogni altra, che pesco con continuità da quarant’anni. Ho ricordi stupendi scolpiti nella mente di pesci fantastici, di schiuse impressionanti da oscurare il cielo, di situazioni di pesca da manuale, di camminate infinite lungo i verdissimi prati che lo circondano, di picnic all’ombra delle maestose querce, di discussioni all’ OK Corral di fronte allo stinco della Giuseppina.

Mi è quindi un po’ difficile essere critico nel giudizio, ma non posso che constatarne un periodo di crisi allarmante a fronte dei fasti passati.

Quando parlo di crisi mi riferisco principalmente al drastico calo di schiuse e di presenza di insetti. È un trend che va avanti da qualche anno, pur con momenti di discontinuità. Non so darne una ragione; la qualità dell’acqua pare buona, continuano a non esserci coltivazioni intensive lungo le sue sponde… eppure capita sempre più spesso, anche nei periodi più propizi, di passare un’intera giornata in attesa di insetti e bollate che non si manifestano. o sono fortemente circoscritti in numero e in durata.

 

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Come spesso accade su questa sorgiva, in occasione di bollate sporadiche o in caccia su fili di corrente, rende di più una imitazione di ecdyonuride rispetto ad una di mayfly, restando il formicone il più appetito nei sottoriva infrascati.

A proposito dei pesci è giusto ricordare che la loro densità, in numero e in taglia, è stata storicamente fluttuante, più spesso per cause naturali legati ai cicli di crescita, ma a volte per intervento umano con spostamento degli stessi da e verso altri bacini. Mi riferisco principalmente ai temoli in quanto la presenza delle trote mi è sempre sembrata più stabile nel tempo.

 

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Rispetto anche solo al 2022, lo scorso anno ho constatato una drastica riduzione dei temoli di taglia superiore ai 40 cm, e contestualmente il loro riposizionamento in pochi punti del fiume.

La restante gran parte delle acque è popolata da temoletti tra i 20 e i 30 cm che se da un lato fan ben sperare per il futuro, dall’altro poco interesse destano per un frequentatore abituale della risorgiva.

Quest’anno ho pescato l’Unica in due situazioni opposte, passando adi 160 cm di fine maggio ai 25 cm di fine luglio.

Con i livelli altissimi i posti di pesca si riducono drasticamente, ma al contempo si riduce o addirittura si annulla la presenza di altri pescatori. I guadi sono preclusi e anche la ricerca delle situazioni, che si esplica camminando lungo le sponde, risulta poco produttiva. Occorre scegliere, con cognizione di causa o affidandosi al caso , uno dei pochi spot validi.

 

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Resta pescabile il piccolo Unec (Malenscica) in tutto il suo corso, risultando peraltro molto più facile rispetto ai livelli normali o bassi, sia per la minor selettività del pesce sia per la facilità di salpare lo stesso nei prati circostanti superando la barriera dei canneti e delle alghe di bordo.

 

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Cosi come resta pescabile nel corso principale la spianata dei bidoni, le curve del Privat e la curva Palù. Gli stessi microdragaggi superficiali risultano o assenti o meno subdoli.

Ci sono state rare mosche di maggio, peraltro ignorate, qualche ecdyonuride, ed una discreta schiusa di piccole effimere. L’attività di superficie si è concentrata in un paio di ore nel primo pomeriggio, regalando buone catture di temoli.

 

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L’acqua chiarissima consente, nei punti dove la corrente placa, di individuare pesci che si stanno cibando a mezz’acqua; è ovviamente il momento della pesca a vista con una ninfa, da attuare ad una distanza di sicurezza e con pesi da valutare a seconda della profondità di stazionamento del pesce. Vedere il bianco del palato è una sublimazione bellissima del momento dell’inganno.

 

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Poi come a volte accade, ti ecciti per quella bollata anomala che ti fa pensare a una grossa trota... ed arriva lui… bello bello.

 

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Abbiamo soggiornato da Furman; sarebbe un buon posto se non ci fosse la rigorosa chiusura del ristorante alle 23,00 e chiusura ordinazioni alle 22,00 che nel periodo di giugno costringe a perdersi la mezzora migliore (non sempre…), ovvero quella prenotturna.

 

GACKA

 

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È il fiume delle fiabe, dell’inconscio e dei sogni. Acque cristalline e profonde che corrono a filo dei prati. Nell’alveo una quantità infinita di erbe e di alghe che fluttuano sinuose e lente nella debole corrente, nascondendo o mostrando grosse trote intente a cibarsi o a stazionare immobili a varie profondità.

 

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Non a caso ho detto grosse trote, perché quest’anno ho constatato (principalmente a vista purtroppo…) un netto incremento della taglia media dei pesci, con una preponderanza di fario apparentemente di buona qualità anche se parenti lontane delle poche trote native rimaste.

 

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L’ho pescato ad inizio ottobre in un caldo anomalo. Livelli bassi e assenza di vento, ovvero il meglio che si possa desiderare. Ma in tre giorni il fiume ha regalato un paio di schiuse serali (ma serali non rende giustizia, meglio dire notturne…) con relativa attività a galla della durata di 7/8 minuti.

Per il resto, e solo in pochissimi punti, a cavallo di mezzogiorno, una serie di ninfate, bellissime da vedere ma durissime da pescare con successo.

 

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Ma soprattutto, nemmeno un insetto in volo… e ritornano le domande già postesi a proposito dell’Unica. Che sta succedendo?

 

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Certo resta la pesca a ninfa a vista, sempre emozionante, e nel caso specifico resa particolarmente difficile dal mancato sfalcio delle erbe, che hanno reso buona parte del fiume (in particolare la parte alta) assolutamente impescabile.

 

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Abbiamo soggiornato nella nuova casa messa a disposizione da Denis (ex gestore del Gacka), un po’ defilata dal fiume ma recentemente ristrutturata e dotata di ogni servizio (ampio soggiorno, cucina attrezzatissima, 3 camere da letto matrimoniali, garages, tettoia per waders, piscina, sauna (Contatto 385912222397)

 

RIBNIK

 

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Per gli amanti del temolo, ma non solo, viste le belle trote presenti, la piccola risorgiva bosniaca (scorrente in repubblica Sepka) al momento non ha rivali. Pochi chilometri di fiume, ma con ogni metro pescabile.

 

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Nonostante la presenza massiccia e costante durante tutto l’anno di pescatori provenienti da ogni dove, nonostante la crescente presenza di urbanizzazione e quindi di scarichi fognari diretti in fiume, nonostante la carenza d’acqua durata buona parte della stagione, il Ribnik è letteralmente imballato di temoli di tutte le taglie e con una buona presenza di trote. E soprattutto ci sono insetti, schiuse e bollate per gran parte della giornata.


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Personalmente preferisco la trota al temolo, e pertanto riservo prioritariamente a lei le mie attenzioni.

Il che significa cercare di individuare tra le decine di bollate di un determinato spot, quelle che potrebbero essere di una trota. Da quelle vistose e fragorose (lontane parenti di quelle compassate, regolari ed eleganti del temolo) a quelle appena abbozzate, quasi sempre nei punti più infrascati delle rive.

 

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Nei momenti di inattività le cerco in caccia, tra rami e radici semisommerse, facendo passare l’artificiale a pochi centimetri dalle erbe, usando terrestrials o imitazioni (più vestite e più generose in dimensioni) degli insetti normalmente presenti in schiusa.

E’ una pesca molto redditizia a mattino e sera, e nelle zone d’ombra, anche durante il giorno.

Gli artificiali sono ovviamente a rischio (non siamo tutti Pragliola…), e lo dimostrano certe piante addobbate come alberi di Natale.

 

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Il temolo resta l’obiettivo principale della stragrande maggioranza dei pescatori. La densità di presenza del timallide è impressionante. Non ci sono dieci metri di fiume dove, osservando con attenzione, non si scorga qualche bel temolo.

La popolazione è ottimamente strutturata in tutte le classi di età; La taglia media è decisamente buona, diciamo intorno ai 36/42 cm, con parecchi esemplari che sfiorano e a volte superano i 50 cm.



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Sui 50 cm ci sarebbe da fare qualche considerazione ironica. Sembra l’obiettivo di tutti, e nei racconti al bar o a cena, non c’è pescatore che descivendo la giornata, non parli di un cinquantino preso, strappato o perso all’ultimo. In realtà la vista e l’euforia ingannano. Così come i grandangolari di certi cellulari.

E mi metto tra questi. Nei 12 giorni di pesca ho stimato superiori ai 50 cm almeno una mezza dozzina di temoli catturati. Ma stavolta ho usato il metro. E il riscontro è stato impietoso. Nessuno ha superato il mezzo metro. Sul podio due 49,5 cm e un 49 cm.

 

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Per quante scatole uno si porti dietro, resta sempre presente la sensazione di non aver l’artificiale giusto. Ed in effetti è così. Perché con l’artificiale giusto si dovrebbero catturare, stante il numero dei pesci e delle bollate, almeno un centinaio di temoli al giorno. Invece quando va bene ci si accontenta si e no di una decina.

Ecco allora scattare la voglia di sperimentare nuove soluzioni o piccole varianti a vecchie certezze. E le lunghe giornate di agosto favoriscono qualche ora di relax dietro al morsetto.


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L’alto numero di frequentatori, se da un lato disturba la gestione ottimale dell’approccio al fiume e della pesca, dall’altro favorisce momenti di convivialità e di condivisione, che con le persone giuste, diventano sublimi momenti di confronto e di crescita.

 

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Gli insetti sul Ribnik fortunatamente non mancano, anche in piena estate. Nell’arco della giornata si alternano schiuse di piccole effimere, per lo più efemerelle e baetidi. Nel momento della loro deriva allo stadio di dun, vengono predate in modo visibile, ed il pescatore, che può osservarne taglia e colore, può presentare quindi un’imitazione consapevole.

Tali momenti, che non durano molto, rendono la pesca più facile e di solito più prodiga di catture.



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Tuttavia la maggior parte dell’attività si svolge senza presenza visibile di insetti sull’acqua. E’ il momento delle ninfate, e spesso è il momento della frustrazione del pescatore. Che spazia dalle ninfe poco piombate, a quelle intrappolate nel film superficiale, dalle cripple alle spent. Sovente senza venire a capo della situazione.

Ma questo è il bello della pesca a mosca, dove le certezze finiscono presto e lasciano il posto all’osservazione, alla cultura, e alla fantasia sperimentale.

A meno che non si peschi col pirone o au fil, ma su questo taccio.


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Questa volta abbiamo soggiornato da Aqua, essendo le casette e i bungalow completamente sold out. Location ottima per la comodità (è sul fiume a centro riserva), prezzi popolari, cibo un po’ ripetitivo e a sera con lunghe attese, ma comunque un buon compromesso.

 

IDRIJA



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Ci ho pescato a fine maggio (revir B C&R) e a ottobre (trophy zone).

Non posso che confermare il buon stato di salute che gode questo fiume. E le buone soddisfazioni che può regalare se affrontato a tutto tondo, ovvero padroneggiando le diverse tecniche di pesca a seconda di quanto il fiume ci suggerisce.

In Idrija ci si trova a fronteggiare tante diverse situazioni.

Correnti decise che placano in profonde lame di acqua lenta, veloci correntini, interessanti sottoriva e impervie pareti a picco.

A seconda dei livelli il procedere sul fiume può risultare più o meno difficoltoso, cosi come i guadi, rari e da affrontare con prudenza. Anche gli accessi, nonostante la strada principale che lo costeggia per tutto il corso, non sono frequenti e non sempre agevoli.



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A fine giugno l’attività a galla si è concentrata in modo peraltro frenetico e spettacolare unicamente nell’ultima ora di luce. Con poche ma sudate catture.

Durante il giorno solo qualche bollata sporadica. Ne ho approfittato per fare alcune passate a streamer che mi ha regalato un paio di adrenaliniche botte e la rottura di un generoso tip.


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Insistendo invece sulle poche sporadiche bollate ho catturato, oltre ad un paio di fariotte, alcune discrete marmorate, usando una generosa imitazione di ecdyonuride, che peraltro erano gli unici rari insetti a svolazzare nel cielo.


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Di marmorate e di ibridi il fiume è veramente ben popolato, segno che il progetto marmorata partito anni fa ha dato i suoi frutti. Ma ha anche dimostrato che non necessariamente per tutelare la marmorata vanno eradicate tutte le altre specie.


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Della potenzialità dell’Idrija ho avuto conferma a ottobre.

Sceso sul fiume in mattinata, non vedendo ne insetti ne segni di attività (come peraltro logico in quell’orario), ho optato per una pesca di ricerca con una ninfa d’insieme con pallina di tung bianca (fa pendant con la canna ed è un colore che mi ha sempre ispirato).


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In 50 metri di fiume e in meno di mezz’ora l’Idrija mi ha regalato il più veloce grande slam della vita.


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Temolo, ibrido di marmorata, fario e iridea. Le taglie, solo discrete, non tolgono valore alle potenzialità del fiume, che per varietà di pesci e per predisposizione ad ogni tecnica di pesca ha al momento pochi eguali.


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Nel pomeriggio c’è stata una discreta attività a galla, dove in una bella spianata, diverse iridee ninfavano sornione a galla con una delicatezza tale da nascondere le loro generosissime dimensioni.


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Pesci stupendi, con una livrea da steelhead, fetenti all’inverosimile e feroci combattenti una volta allamate. Per inciso son dovuto scendere allo 0,11 (cosa che non faccio quasi mai) ed usare delle fragili spent in cartene.


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Per la location abbiamo scelto un B&B in Idrija, un po’ spartano, ma con il pregio di essere direttamente su una bellissima lama del fiume.

 

In conclusione

 

Volendo tradurre quanto scritto in un voto, per il 2023 a mio giudizio direi:

Unica 6

Gacka 6,5

Ribnik 9

Idrija 8,5

 

Un saluto a tutti

 

Beppe Saglia (Beppe S.)

 


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