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Daniele Di Fronzo

Le INTERVISTE di PIPAM
di Valerio BALBOA Santagostino

Valerio “BALBOA” Santagostino pone le sue domande a:

Daniele Di Fronzo


https://www.flyfishing-difronzo.com/

 

Daniele Di Fronzo, classe 1960, vive in Svizzera, ma è originario della Campania.

Sposato con Doris, ha una figlia.

E’ stato direttore generale di un gruppo di negozi d’arredamento e mobili, e da 10 anni è Presidente dell’EFFA (European

Fly Fishing Association).

https://www.effa.info/welcome.html

A 14 anni inizia a pescare con un amico in un fiumiciattolo in Svizzera, con il verme.

Passa due anni molto intensi sull’acqua, ma ben presto altri richiami lo distraggono dalla pesca.

Per una decina di anni si dedica ad altro, ma una volta fidanzato “seriamente” con Doris, riprende la canna in mano per 

non abbandonarla più.

A 35, durante un viaggio in Alaska, vede prendere i salmoni a mosca. Ci prova ed è stato amore a prima vista.

Torna in Svizzera e inizia a pescare con questa tecnica, ma avendo provato solo attrezzature pesanti, tutto il mondo delle

attrezzature leggere e intermedie (code 4-5 per intenderci), gli era sconosciuto.

Si iscrive allora a un corso di lancio tenuto da uno pseudo maestro di un Club, il quale, in un piazzale di un garage, gli

diceva…fai così, fai cosà…etc…senza nessuna cognizione di teoria del lancio.

Ma d’altronde, per sua stessa ammissione, in Svizzera, a quell’epoca, non c’erano molti corsi di lancio.

E cosi, quasi da autodidatta, pesca nei torrenti e nei fiumi elvetici, perdendo centinaia di mosche e ninfe.

Cerca però di pescare con altri moschisti, dai quali comincia ad affinare la nobile arte.

-“A un certo punto pensavo di essere diventato molto bravo”- mi dice, ma poi, nel 2008, ha i primi contatti con l’ EFFA.

E da li capisce che era un altro mondo.

-“ Tra i miei amici, ero il migliore, ma guardando gli istruttori EFFA, ero il peggiore”- mi confessa.

-“Arrivavo a 15 metri in distanza, non andavo oltre….”-

-“Ho dovuto iniziare di nuovo tutto da capo”-

EFFA meeting in Aarau (CH)

Esami EFFA in Slovenia

V: Iniziamo con i tuoi 10 anni da Presidente dell’Effa: ricordi, esperienze, etc…

D: Quando sono entrato in EFFA non sapevo cosa fare esattamente. Con il tempo ho capito che parlare con la gente,

ascoltarla e trattarla bene era molto importante.

In ciò, il mio vecchio mestiere mi ha aiutato molto.

Era tutta la vita che interagivo con persone, mi è risultato facile farlo anche con i pescatori.

Provavo però un senso di insoddisfazione nel parlare solo di esami, di misure, di certificazioni.

Gli esami sono certamente molto importanti, ma l’EFFA ha anche dei membri, dei soci, degli amici, dei simpatizzanti.

Ci tenevo a riunire tutti, oltre i confini. Volevo far capire che oltre a un lancio di trenta metri c’è dell’altro.

Inoltre volevo creare “un bazar di informazioni”, un network di notizie, tramite eventi, riunioni, meeting, fiere, etc…

Ho puntato molto su quello.

Ripeto, le certificazioni sono importantissime, ma la conoscenza oltre le frontiere e le relazioni, altrettanto.

Quando sono arrivato, gli olandesi stavano con gli olandesi, i tedeschi con i tedeschi, voi italiani tra di voi, etc…ho

cercato di rompere questo scacchiere.

E io credo di aver fatto un buon lavoro: ho anche imparato molto da tutti i colleghi in Europa: nel lancio, nella pesca, nella

costruzione, nelle guide, etc…

Se dobbiamo parlare di numeri…quando sono stato nominato Presidente dell’EFFA eravamo 220 membri e ora siamo in

500 in 26 nazioni.

In certi paesi abbiamo una presenza davvero massiccia, come da voi, in Italia, ad esempio, che contate ben 25 istruttori.

Su FB o Instagram ci seguono in 3000.

Ma la cosa importante, e forse quella alla quale ci tengo di più, è che sono rimasto amico di tutti, tanto che, a ripetizione,

vado spesso a trovarli.

In Slovenia con amici

V: Bei numeri davvero Daniele, complimenti! E poi la classica carriera dall’interno. Sei entrato in punta di piedi e

sei diventato Presidente.

Sempre parlando di EFFA…come vedi il futuro della nostra associazione?

D: Negli ultimi anni, devo ammetterlo, ci siamo organizzati meglio in alcune cose. Nel 2006 le intenzioni erano buone, ma

la struttura ancora inadeguata. Oggi invece penso che abbiamo un bella organizzazione.

Una cosa di cui vado molto fiero è il corso “guide”.

E’ un corso particolarmente completo e molto serio. Presenta uno standard qualitativo altissimo. Quando ne esci sei

veramente una guida preparata e pronta ad affrontare ogni situazione outdoor (ndr: 35 guide ad ora).

Nella costruzione, gli Open che organizziamo, hanno un bell’afflusso di partecipanti.

 

L’unico piccolo cruccio è che poche persone fanno quasi tutto, un peccato.

Guiding in Bosnia

V: Beh, Daniele, non è una novità. Nei club, ad esempio, è sempre stato cosi.

D: Per concludere bene il mio mandato, ho pensato di integrare l’EFFA con persone più giovani. Adesso è giunto il

momento di un Presidente più giovane. Sarebbe un bel messaggio.

Fiera a Friedrichshafen

e a Berna

V: A proposito, non te l’ho detto? Io sono il capo della cordata che ti vuole di nuovo Presidente, quindi le tue

dimissioni sono già respinte!-:)

D: Non scherzare!-:) E’ innegabile che un giovane attiri di più i giovani rispetto a una persona anziana.

Con Balboa in Lussemburgo

V: Vedremo come va a finire…-:)

Cosa pensi del lancio?

D: E’ una cosa molto importante: chi lancia bene, è avvantaggiato.

Ho degli amici che lanciano malissimo ma hanno un istinto formidabile nel prendere pesci.

Tutti noi ne conosciamo di questi personaggi.

Ma a me, certe cose, riescono meglio perché so cosa sto facendo.

C’è da dire che le nuove attrezzature, le canne, le code per intenderci…hanno aiutato molto il lancio. Chi ignora le

dinamiche del lancio, non ci arriva, o comunque fa una fatica doppia.

Una cosa però ci tengo a dirtela: cerchiamo di mantenere la tradizione dei nostri padri fondatori, Krieger, Ritz, Wulff,

Kreh, Gebetsroither, Pragliola, etc…

Sono loro che hanno inventato quasi tutto.

Teniamoci il passato ben stretto!

Incontro con italiani sul Ribnik

V: Sei stato tante volte in Canada, secondo te che differenza c’è tra un pescatore americano e uno europeo?

D: Gli americani pescano per prendere pesci. Non hanno molta etica. Li strappano con ami del tre pur di fare cestino.

Hanno poca cultura di pesca in generale.

Questo è quello che ho visto io in tutti questi anni.

Ovviamente parlo di media…poi ce ne sono alcuni molto bravi.

Gli europei sono “più educati”.

Questa nostra qualità forse deriva dal fatto che in molti paesi, come la Svizzera, la Germania, per avere la licenza di

pesca, devi fare un corso. Ci sono dei test, degli esami da superare,…se ti bocciano, non peschi.

In definitiva, noi peschiamo per passione, loro, per fare numero.

Lake Else BC

Alaska…2003!

V: Qual è la pesca che preferisci?

D: Steelhead e salmoni del Pacifico: lo faccio tanto e da tanto tempo.

Steelhead sullo Skeena

Sempre sullo Skeena, a Terrace

V: Pesca a ninfa e le nuove tecniche “sotto”…che ne pensi?

D: Io pesco a dead drift , anche se sono consapevole che con altre tecniche a ninfa prenderei di più. Ma è una mia scelta

personale, una piccola regola che mi sono imposto, e che non voglio assolutamente estendere agli altri.

Con alcune tecniche a ninfa uscirei dalla tradizione, e userei un lancio che poi sarebbe un mezzo lancio, e tutto ciò non

mi darebbe soddisfazione.

Sono io stesso che mi do delle regole, ma, ripeto, non voglio assolutamente imporle agli altri.

Forse in acque particolarmente delicate e pregiate, proibirei alcune tecniche a ninfa fino a lasciare solo la mosca secca.

Ma bisognerebbe trovare un filantropo che pensasse più ai pesci che al business.

A pesca, in Grecia

V: Hai pescato in Italia, dove e come ti sei trovato?

D: Certo, tramite tutte queste amicizie sono spesso venuto anche in Italia. Mi dicevano sempre che non c’erano pesci.

In Bacchiglione, Brenta, Piave, Ansiei ho sempre preso dei gran pesci!

Comunque è il problema di tutti i paesi.

Tutti paragonano i tempi attuali con gli anni passati. Non c’è più pesce…non c’è più pesce…ma scherziamo?

Se uno si impegna un pochettino, pesca ancora benissimo.

Da voi, ad esempio, prendo molte più trote che qui in Svizzera.

Ho un’altra spiegazione sul mantra che “non c’è più pesce”…

Molti pescatori, se non prendono un pesce entro 10 minuti, hanno già deciso che la giornata è passata.

L’hanno già classificata come un’uscita di m…. -:)

Io, spesso, al pomeriggio, ho preso molto bene.

Se ti dai da fare, le possibilità ci sono.

In Brenta con Francesco Gastaldi

V: Sfondi una porta aperta con me Presidente!

Il pesce che vorresti prendere?

D: Sinceramente non saprei risponderti. Non ce l’ho.

Ti confesso che sono arrivato in quello stato mentale nel quale mi interessa molto di più prendere quel pesce difficile,

quello che mi sta prendendo per il naso.

Norvegia

V: Il paese che ti ha lasciato il segno?

D: La Nuova Zelanda, perché ci ho trovato, specialmente nell’isola del Sud, tutti i viaggi che ho fatto nella mia vita.

Ho potuto rivedere scorci del Canada, paesaggi degli USA, sensazioni provate in Africa, persino montagne della mia

Svizzera.

In Nuova Zelanda

Una bella trota neozelandese

Un’altra

V: Africa?

D: Si…si…Uganda, Rwanda. Tredici anni fa ci sono andato in occasione dei 50 anni di mia moglie. Le avevo fatto una

promessa, quella di andare insieme a vedere i gorilla.

V: Viaggio straordinario!

D: In effetti molto bello e interessante. E poi sono sceso fino in Sud Africa, e li ho pescato le trote seminate, ai tempi,

dagli inglesi.

Dopo un grande pesce…

V: Tre elementi irrinunciabili del tuo set-up

D: Gli occhiali, il cappello e il sigaro.

 

V: Quanti giorni dedichi alla pesca ogni anno?

D: Adesso, che sono in pensione, 150 sicuramente.

Quando ancora lavoravo, direi una quarantina.

V: Preferisci pescare in acqua dolce o acqua salata?

D: Dolce, fuori di dubbio.

Una volta, in Costa Rica, ho pescato un tarpon stimato 60 chili.

Ma non mi sono emozionato. O meglio…ero contento…certo…ma il recupero di un’ora e mezzo per tirarlo sotto barca,

mi ha fatto passare ogni emozione e voglia.

 

Costa Rica


V: Potessi resuscitare un personaggio del passato, chi sceglieresti e perché?

D: Credo Charles Ritz, perché è stato uno che ha viaggiato tanto, ha fatto molto per la comunità dei pescatori a mosca,

ed era circondato da tanti amici, che gli volevano bene.

E’ stato forse il primo pioniere della mosca.

In definitiva ha fatto quello che cerco adesso di fare anch’io.

Se avessi invece una seconda possibilità, non nell’ambito delle pesca, richiamerei in vita il mio primo direttore sul lavoro.

Mi ha dato, mostrato e detto tutto su come si lavora.

A venticinque anni mi aveva formato molto bene. Devo tutto a lui, tanto che è diventato più un amico che un mio

superiore.

V: Che altri hobby hai oltre la pesca?

Quando ero giovane ho fatto decathlon.

Ero molto orgoglioso di arrivare a certi limiti.

Poi il lavoro ha cominciato ad assorbirmi tantissimo, e ho dovuto smettere.

Yukon

 


V: Hai mai dovuto affrontare una brutta situazione durante un’uscita di pesca o una guida?

D: Certo che si.

Te ne dico una su tutte, che, quando la racconto, ho ancora i brividi.

Ma, credimi, è tutto vero!

Un mio amico mi aveva suggerito un fiume, in Canada, per pescare i salmoni.

Il fiume era molto nascosto, ma alla fine l’ho trovato.

Sono li che sto lanciando, quando arriva un alce.

Immenso, e continuava a venire sempre più vicino.

Mi nascondo dietro a un albero e finalmente se ne va.

Torno al fiume, e ci ritrovo l’alce!

Al contempo sbuca un orso sulla mia sinistra.

Mi stavano sbarrando le vie di fuga.

Impietrito, cerco di capire cosa fare quando sull’altra riva esce un altro orso.

Sembra una barzelletta, ma purtroppo la situazione stava diventando molto critica.

Avevo un alce e due orsi contro…una fifa tremenda, credimi!

Come per miracolo, tutti quegli animali, a un certo punto, se ne sono andati.

Sono corso al lodge, tremante e tutto sudato.

Da quel giorno ho giurato a me stesso che mai, e poi mai, sarei andato più a pescare da solo!!!

Orsi sul Russian River

V: Situazione davvero difficile, caro Daniele. In tanti anni hai conosciuto molti pescatori/personaggi, uno in

particolare?

D: Charles Jardine, un tipo diverso…

V: Hai ragione…un personaggio. Un gran gentleman…anch’io ci ho passato un

weekend insieme, peccato non esserci mai andato a pescare insieme in UK.

D: E poi, te lo devo dire, senza per questo essere considerato un tuo incensatore. Con te sto molto volentieri, c’è molta

affinità…rispetto.

Abbiamo molte idee simili.

V: La cosa è reciproca, caro Daniele, motivo per il quale rimarrai Presidente ! -:)

Domandina generale…quanto costa un litro di latte?

D: Non lo so…la spesa la fa mia moglie.

V: E che cu…!!!

D: Mi sa che qui escono le tue origini di uomo del Sud.

La moglie ai fornelli, tu a caccia di cinghiali!-:)

Io invece, che ho sposato una Sassone Olandese, i compiti casalinghi sono equamente divisi.

Però, per evitare il supermercato, ho sviluppato un trucco infallibile. Tendo a comprare le cose più care…e lei,

notoriamente con il braccino corto, non mi ci manda più! -:)

Krusnica, Bosnia

V: Scegli: 10 viaggi nei posti più esclusivi al mondo, 10 pesci assortiti da record o una Ferrari (usata però….)!

D: Allora…al primo posto sceglierei i dieci viaggi nei posti esclusivi.

Al secondo, i dieci pesci da record, che però vorrei scegliere io.

All’ultimo posto metto la Ferrari…anche perché ce l’ho già! -:)

V: Grazie Presidente del tempo che mi hai dedicato. Sempre un piacere chiacchierare con te!

Valerio BALBOA Santagostino

 

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