08 Luglio 2016

03 Luglio 2007

Sono passati tanti anni ormai da quando ho maturato questa convinzione e ho assistito a tali polemiche a questo proposito che non so quasi neppure più se è vero che possiamo definirci praticanti una tecnica di pesca più evoluta delle altre o, quanto meno, lo so, ma mi piace metterlo in dubbio.
Non lo si può negare: i pescatori a mosca spesso sono pieni di sé, presuntuosi, così assurdamente innamorati della loro disciplina da trascurare cose e persone che, nell’economia dell’universo, rivestono un’importanza ben superiore.
Sono litigiosi, competitivi, istrionici, permalosi e pure un po’ bugiardi. Però (e un “però” ci dovrà pur essere) quando scendono in un torrente e ne calpestano i sassi lo fanno come se ci fossero nati in quelle acque e quando lanciano la loro sfida alla preda sfoderano la disarmante armonia di un volteggio e di una posa. A imitare la natura.
E la natura esce, si lascia tratteggiare dai loro movimenti e volentieri li accompagna nei loro illusori andirivieni.
Coloro che tirano in ballo il denaro quando c’è di mezzo la natura... beh su quelli ho una certezza: non hanno capito nulla!