ITA - Il Boite a Cortina d'Ampezzo
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- Scritto da Angelo Piller (Angelo)
Un tratto in cui "può essere piacevole" bagnare la mosca
15/10/97 di Angelo Piller
Quando, poco meno di due anni fa, mi fu chiaro che avrei passato buona parte della mia attività lavorativa a Cortina, la prima cosa che feci fu quella di prendere preoccupato in mano la cornetta del telefono e cercare di mettermi in contatto con il presidente del suddetto bacino.
I miei timori non erano del tutto privi di fondamento, essendo a conoscenza della voracità dei pescatori dell’alto Veneto e delle tecniche poco ortodosse ed "apatiche" da loro adottate (rodolon e anacronismi simili....). La fortuna fu dalla mia, il presidente del bacino non solo pescava esclusivamente a mosca (cosa inimmaginabile da queste parti), ma si trattava di un vero fanatico e come il sottoscritto pronto a qualsiasi cosa pur di far volteggiare coda e mosche.
Conobbi così Giuseppe Cesaletti, ormai un amico, il quale nell’arco di due stagioni di pesca mi ha illustrato i posti più interessanti della zona. Tra questi spicca per bellezza il Boite, torrente che scorre al fianco di Cortina d’Ampezzo, per antonomasia la regina delle Dolomiti.
In questo luogo, infatti, la montagna si esprime al suo massimo, e per quanto io ormai debba essere abituato allo spettacolo, mi lascio continuamente sorprendere dall’ispirazione particolare che la natura ha avuto in questa valle. D’altronde la pesca a mosca non è esclusivamente una pesca di "cattura", è qualcosa di più; non solo permette l’acquisizione di conoscenze idro-biologiche, ma è una pesca "attiva", dalle variabili infinite e dalle mille sfumature. Se poi l’ambiente in cui il moschista svolge la sua azione è quello giusto, egli si sentirà parte integrante di quella natura in cui opera, provandone immensa soddisfazione.
Il Boite è uno di quei posti da cartolina, e chi ha in mente l’alto Isonzo può ben capire cosa intendo. Infatti, il colore del fondo è chiarissimo e l'acqua assume cosìl una tinta turchese. Lo stesso vale per le trote, spesso invisibili, tranne, ahimè, quelle di semina riconoscibili anche dalle pinne "sfrancicate". La taglia non è enorme, di sicuro non raggiungono la misura di quelle che parecchi anni fa Hemingway pescava sullo stesso Boite. In media le catture si mantengono sui trenta cm, anche se a volte una fario sui quaranta può fare capolino. I pesci comunque non si dimostrano facili e le difficoltà sono dovute anche alla particolare trasparenza dell’acqua, per cui ogni cattura è fonte di grande appagamento.
I miei timori non erano del tutto privi di fondamento, essendo a conoscenza della voracità dei pescatori dell’alto Veneto e delle tecniche poco ortodosse ed "apatiche" da loro adottate (rodolon e anacronismi simili....). La fortuna fu dalla mia, il presidente del bacino non solo pescava esclusivamente a mosca (cosa inimmaginabile da queste parti), ma si trattava di un vero fanatico e come il sottoscritto pronto a qualsiasi cosa pur di far volteggiare coda e mosche.
Conobbi così Giuseppe Cesaletti, ormai un amico, il quale nell’arco di due stagioni di pesca mi ha illustrato i posti più interessanti della zona. Tra questi spicca per bellezza il Boite, torrente che scorre al fianco di Cortina d’Ampezzo, per antonomasia la regina delle Dolomiti.
In questo luogo, infatti, la montagna si esprime al suo massimo, e per quanto io ormai debba essere abituato allo spettacolo, mi lascio continuamente sorprendere dall’ispirazione particolare che la natura ha avuto in questa valle. D’altronde la pesca a mosca non è esclusivamente una pesca di "cattura", è qualcosa di più; non solo permette l’acquisizione di conoscenze idro-biologiche, ma è una pesca "attiva", dalle variabili infinite e dalle mille sfumature. Se poi l’ambiente in cui il moschista svolge la sua azione è quello giusto, egli si sentirà parte integrante di quella natura in cui opera, provandone immensa soddisfazione.
Il Boite è uno di quei posti da cartolina, e chi ha in mente l’alto Isonzo può ben capire cosa intendo. Infatti, il colore del fondo è chiarissimo e l'acqua assume cosìl una tinta turchese. Lo stesso vale per le trote, spesso invisibili, tranne, ahimè, quelle di semina riconoscibili anche dalle pinne "sfrancicate". La taglia non è enorme, di sicuro non raggiungono la misura di quelle che parecchi anni fa Hemingway pescava sullo stesso Boite. In media le catture si mantengono sui trenta cm, anche se a volte una fario sui quaranta può fare capolino. I pesci comunque non si dimostrano facili e le difficoltà sono dovute anche alla particolare trasparenza dell’acqua, per cui ogni cattura è fonte di grande appagamento.
Il tratto che considero più bello, è quello che parte poco sotto allo Stadio del Ghiaccio di Cortina, fino in alto (Fiames) dove inizia il Parco delle Dolomiti e dove l’esercizio della pesca è vietato.
Complessivamente sei chilometri circa, di cui gli ultimi tre adibiti esclusivamente alla pesca a mosca con obbligo di rilascio del pesce. I primi tre chilometri sono caratterizzati da una conformazione alquanto varia; lame intervallate da buche più o meno profonde, salti d’acqua e correntine secondarie che è meglio non trascurare. Spesso le trote si riparano vicino riva, sotto i rami sporgenti. Proprio durante l’ultima uscita prima della chiusura, vicino al ponte di Cadin presso una buca ricoperta in parte da frasche e rametti sporgenti, ho notato una trota in piena attività di superfice.
In questi casi estremi io non credo troppo nell’abilità, quanto piuttosto nella temerarietà e nel posteriore. Il "lancio kamikaze" è l’unico che ha qualche chances anche perchè fa perno esclusivamente sulla fortuna. Ho sparato mosca e finale nel mezzo dell’intricata buca. La mosca, che per mia fortuna si è adagiata nel centro della pozza aveva destato la curiosità della trota che era scattata immediatamente. Ma il finale, adagiato sopra un ramo e richiamato dalla coda in piena corrente, mi ha alzato l’artificiale in volo (imitazione di plecottero sul 14) un centesimo di secondo prima che la trota potesse ghermirla, bollando così a vuoto. Non ho fatto in tempo ad imprecare che la mosca dopo due giri vertiginosi intorno al ramo senza impigliarsi si è riposata in acqua. Sorpreso forse quanto la trota, ho visto la bollata ed ho ferrato d’istinto, recuperando dopo un minuto la mia bella fario sui trentadue cm circa.
Il tratto no-kill è per metà incassato e molto suggestivo, mentre l’ultima parte a monte si presenta pianeggiante con pochi ostacoli. Purtroppo in Agosto la parte alta è frequentata da bagnanti e campeggiatori che possono disturbare l’azione di pesca.
Per quanto riguarda gli artificiali da usare, ottima l’onnipresente Royal Wulff (10,12,14), così come la Deveaux 699 (12,14) ed imitazioni di plecotteri alati grigio scuro (12,14,16), mentre per le ninfe opterei per le varie gold-bead e ninfe scure in generale(10,12,14). Come finale non salirei sopra lo 0,16, così come una canna sui sette piedi, sette piedi e mezzo coda 3,4 mi pare la più adatta (almeno per la pesca a mosca secca). Ricordo che l’avvicinamento in queste acque è fondamentale!!!!
Il Boite non è comunque un torrente per principianti, anzi, in alcuni punti la pesca con la secca diventa difficile, specie se i livelli sono alti. Le condizioni ottimali si hanno con acqua bassa dopo il disgelo, ragion per cui i mesi migliori sono quelli di Luglio, Agosto e Settembre, ma poi tutto dipende dalle condizioni metereologiche del momento. Se queste dovessero essere sfavorevoli ci si può comunque spostare sul basso Boite, presso l’abitato di Perarolo in cui il torrente sfocia nel Piave. Anche qui è stata creata un’ottima zona no-kill in cui è possibile pescare pesci di taglia, ibridi e marmorate e persino qualche bel temolo.
Ammaliate dunque mogli e fidanzate con un candido "tesoro l’anno prossimo ti porto a Cortina"; di sicuro non resisteranno alla tentazione e "bolleranno", mentre subdolamente, voi, già fantasticherete seduti davanti al vostro morsetto.
Complessivamente sei chilometri circa, di cui gli ultimi tre adibiti esclusivamente alla pesca a mosca con obbligo di rilascio del pesce. I primi tre chilometri sono caratterizzati da una conformazione alquanto varia; lame intervallate da buche più o meno profonde, salti d’acqua e correntine secondarie che è meglio non trascurare. Spesso le trote si riparano vicino riva, sotto i rami sporgenti. Proprio durante l’ultima uscita prima della chiusura, vicino al ponte di Cadin presso una buca ricoperta in parte da frasche e rametti sporgenti, ho notato una trota in piena attività di superfice.
In questi casi estremi io non credo troppo nell’abilità, quanto piuttosto nella temerarietà e nel posteriore. Il "lancio kamikaze" è l’unico che ha qualche chances anche perchè fa perno esclusivamente sulla fortuna. Ho sparato mosca e finale nel mezzo dell’intricata buca. La mosca, che per mia fortuna si è adagiata nel centro della pozza aveva destato la curiosità della trota che era scattata immediatamente. Ma il finale, adagiato sopra un ramo e richiamato dalla coda in piena corrente, mi ha alzato l’artificiale in volo (imitazione di plecottero sul 14) un centesimo di secondo prima che la trota potesse ghermirla, bollando così a vuoto. Non ho fatto in tempo ad imprecare che la mosca dopo due giri vertiginosi intorno al ramo senza impigliarsi si è riposata in acqua. Sorpreso forse quanto la trota, ho visto la bollata ed ho ferrato d’istinto, recuperando dopo un minuto la mia bella fario sui trentadue cm circa.
Il tratto no-kill è per metà incassato e molto suggestivo, mentre l’ultima parte a monte si presenta pianeggiante con pochi ostacoli. Purtroppo in Agosto la parte alta è frequentata da bagnanti e campeggiatori che possono disturbare l’azione di pesca.
Per quanto riguarda gli artificiali da usare, ottima l’onnipresente Royal Wulff (10,12,14), così come la Deveaux 699 (12,14) ed imitazioni di plecotteri alati grigio scuro (12,14,16), mentre per le ninfe opterei per le varie gold-bead e ninfe scure in generale(10,12,14). Come finale non salirei sopra lo 0,16, così come una canna sui sette piedi, sette piedi e mezzo coda 3,4 mi pare la più adatta (almeno per la pesca a mosca secca). Ricordo che l’avvicinamento in queste acque è fondamentale!!!!
Il Boite non è comunque un torrente per principianti, anzi, in alcuni punti la pesca con la secca diventa difficile, specie se i livelli sono alti. Le condizioni ottimali si hanno con acqua bassa dopo il disgelo, ragion per cui i mesi migliori sono quelli di Luglio, Agosto e Settembre, ma poi tutto dipende dalle condizioni metereologiche del momento. Se queste dovessero essere sfavorevoli ci si può comunque spostare sul basso Boite, presso l’abitato di Perarolo in cui il torrente sfocia nel Piave. Anche qui è stata creata un’ottima zona no-kill in cui è possibile pescare pesci di taglia, ibridi e marmorate e persino qualche bel temolo.
Ammaliate dunque mogli e fidanzate con un candido "tesoro l’anno prossimo ti porto a Cortina"; di sicuro non resisteranno alla tentazione e "bolleranno", mentre subdolamente, voi, già fantasticherete seduti davanti al vostro morsetto.
Il costo del permesso è di lire 15000 circa.
Per ulteriori informazioni : Giuseppe Cesaletti 0436/99253 (ore serali)
Per ulteriori informazioni : Giuseppe Cesaletti 0436/99253 (ore serali)
Angelo Piller
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