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ITA - NO-KILL FIUME AVENTINO - Lama dei Peligni (CH)

Italia  25-30 Agosto 2006


di Edgardo Donà (Edy Wan)


Nonostante la temperatura di questi giorni, che per il periodo (novembre) non è niente male, mandare indietro i miei ricordi a fine agosto mi dà la sensazione di percepire ancora sulla mia pelle quei tiepidi raggi di sole di fine estate, rimembrandomi così il canto degli uccellini e il delicato volo multicolore delle farfalle in amore.  
Che ci volete fare, la verità è che a furia di frequentare i "poeti della pam", un po' poeta lo sono diventato pure io!
Proprio in quel periodo, con alcuni amici armati di canna e mulinello classici, pesce vivo ecc…ecc…, avevamo deciso di fare una battuta di pesca ai persici al lago di Casoli.
Il giorno stesso dell'arrivo mi accorsi che l'immissario del lago era un torrente di nome Aventino. Eppure, mi sembrava di avere già sentito nominare quel fiume su Pipam, e quindi decisi di approfondire la questione.
Difatti, dopo una splendida giornata di pesca al persico, decisi assieme al mio amico Giacomo detto "Missile", di andare verso sera a fare una breve "ispezione".
Arrivati ad un ponte, circa un chilometro prima della sua immissione nel lago, l'Aventino ci si presentò come un bel torrente appenninico, le cui acque in alcune zone potevano ricordare il torrente Sangro.
Due giorni dopo, verso le undici, decisi di dargli una prima seria "occhiata" a ninfa. Il torrente era bellissimo, ma subito mi accorsi che i nostri amici pinnuti latitavano.
Finalmente, dopo una mezz'ora di pesca presso una profonda buca, una bella fario di circa quaranta centimetri apprezzò la mia ninfa. Il combattimento fu impegnativo e la trota mostrò tutto il suo vigore, mettendo a dura prova la mia attrezzatura.
Per quanto riguarda la pesca in generale, trovavo alquanto inusuale constatare che camminando nel fiume non vedessi scappare alcun pesce, neanche nelle zone ancora in ombra che, comunque a prima vista,sarebbero dovute essere le più produttive.
La fauna sotto i sassi mi sbalordì per l'enorme qualità e varietà: allora il fiume non era morto!
Dopo altri trenta, quaranta minuti di pesca, catturai ancora un paio di trotelle, poi decisi di smettere rimandando la prossima pescata ad un orario più consono, sperando anche così di riuscire a reperire più informazioni sul tratto in questione.
Dal proprietario del ristorante che domina il lago di Casoli ricevetti così le informazioni che desideravo, venendo a sapere dell'esistenza di un NO-KILL appena un chilometro a monte rispetto al tratto dove avevo smesso di pescare.
Ma come arrivarci?...Decisi di chiamare Amedeo! Amedeo è uno dei tanti amici cibernetici di Pipam che mi ha contattato più volte e che conosce il posto.
Finalmente era giunto il momento di conoscersi e di fare una pescata insieme! Fissammo un appuntamento di buon ora a Fara S.Martino e poi via alla ricerca del permesso per pescare.
Arrivati nel luogo dell’appuntamento, incontrammo subito Carlo, il guardiapesca dell'Aventino che, oltre a farci i permessi, operazione durata circa 30 minuti.., ci accompagnò a metà riserva spiegandoci con una gentilezza poco comune la morfologia del tratto no-kill e le caratteristiche del luogo, montagne incluse.
Lasciata una macchina ai due ponticelli, con l'altra ci dirigemmo verso la parte finale della riserva. Come arrivammo sul fiume Amedeo cominciò a scattarmi foto come se fossi una bella gnocca e dopo la prima cattura dovetti fermarlo, quasi obbligandolo a pescare.
Il fiume era a dir poco bellissimo però un piccolo dubbio cominciò a balenarmi per la testa: assenza di novellame, tratti di cinquanta/cento metri senza vedere un pesce, trote solo ed esclusivamente nelle buche...mah!
Un vero mistero!
Dopo aver stravolto tutti i canoni di Amedeo sulla pesca a ninfa, e avendolo anche bacchettato più volte sulle mani,le mie lezioni cominciarono finalmente a dare i loro frutti, tanto che Amedeo cominciò ad effettuare numerose catture, tra le quali anche alcune trote di buona taglia.
Pure io riuscii a salpare un buon numero di fario, tra le quali anche qualcuna di taglia, ma solo ed esclusivamente nelle buche più profonde e solo a ninfa. Invece, nei correntini che sarebbero dovuti essere colmi di trote, il pesce sembrava del tutto assente.
Anche le bollate latitavano ma, con un ghigno sotto i baffi che non ho, guardai Amedeo esclamando: "meglio così!"..
Tornammo alla macchina quando ormai era quasi buio. Una trentina di trote (forse di più...) avevano allietato la mia giornata e quella del simpaticissimo Amedeo.
Faccio i miei più sinceri complimenti a tutti coloro che hanno creato e gestiscono il no-kill sull'Aventino. A mio giudizio c'è ancora qualcosina da fare, ma la strada oramai è tracciata,...BRAVI, BRAVI ancora!.

P.S. Per conoscere meglio la zona vi segnalo il sito della riserva: www.danikaflyclublama.com


Edgardo Donà


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