GBR - Salmon Fishing in Scotland
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- Scritto da Valerio Santagostino (BALBOA)
21-24 Marzo 2007
Testo e foto di Valerio “BALBOA” Santagostino
Questo si può dire al ritorno da un bel weekend sul fiume Dee. La traduzione semplificata in italiano suona pressappoco cosi: “Scozia: il luogo dove fai cappotto con stile”.
Ho deciso qualche mese fa di insidiare il salmone atlantico sul Dee. Il fiume è molto rinomato e solo l’idea di posare la coda nelle sue acque e nella patria della due mani, mi attirava moltissimo. Inoltre, la recente notizia della compravendita dei diritti di pesca alla foce da parte dei proprietari del fiume, aveva notevolmente incrementato le catture. E questo faceva ben sperare. La sfida poi con il “Salmo Salar” ha fatto il resto. E’ una malattia. Se ne rimane contagiati, inesorabilmente. Anzi, passatemi l’espressione, il salmone atlantico è più una filosofia che una pesca. La compagnia è molto interessante e divertente. I miei due compagni sono Mario Rapetti, pescatore di salmoni da ormai quindici anni e Vittorio Spasciani, milanese, residente da quasi due decenni in Inghilterra, la cui ragione di vita , insieme alla famiglia, è la pesca al re del fiume (e non necessariamente in quest’ordine...). I presupposti sono buoni e lasciano presagire una bella vacanza. Ma veniamo ai giorni antecedenti la nostra partenza. Le condizioni del fiume erano accettabili, le catture cominciavano a esserci , anche se i livelli dell’acqua non erano ottimali. Come qui da noi, l’inverno mite e una primavera senza piogge non stavano aiutando la risalita. A Milano Toro Seduto e Geronimo ( Balboa e Mario) ogni sera si davano alla danza della pioggia. Un bel diluvio qualche giorno prima del nostro arrivo avrebbe favorito il viaggio dei siluri d’argento. Devo confessare, e lassù mi perdoneranno ( spero..), che ho utilizzato per questo scopo anche i miei bambini, che nelle consuete preghierine prima di dormire dovevano invocare pioggia, pioggia e ancora pioggia. Ovviamente, o gli adulti avevano peccato troppo o qualcosa è andato storto. Anziché la tanto agognata pioggia è venuta giù la neve. Laconico un paio di giorni prima un SMS di Vittorio che testualmente citava , “ se fem? “. La risposta era scontata. Si parte lo stesso. La bufera artica non ci faceva paura. Ryanair per Prestwick (Glasgow), auto a noleggio e via per il Dee. La guida a sinistra, le strade non conosciute fanno giungere i due milanesi a destinazione in piena notte, stanchi ma eccitatissimi. La casa è un castellotto Vittoriano di proprietà di un maggiore in pensione di sua Maestà, molto accogliente e ricco di fascino. La magione dell’ufficiale Con una mossa repentina e un potente terrorismo sul mio russo, mi spalmo nell’unico letto matrimoniale disponibile. Dopo 46 anni di vita, il materasso riscaldabile, sapientemente messo dal maggiore ( noto T-Rex scozzese per il riscaldamento ), mi ha fatto scoprire uno dei piaceri più sublimi che un pescatore a fine giornata possa assaporare. MATTINA
La vista sul Dee, proprio fuori dalla mia finestra, era straordinaria. scorcio dalla mia camera Nulla a che vedere con la torre della Telecom di Rozzano, detta “il minareto”, che ogni mattina mi guarda minacciosa. Ricca colazione a base di uova, pancetta, salsiccia e fagioli. Sono cose che normalmente dal Giovedì si distillano durante la Messa alla Domenica, ma in quel contesto apparivano assolutamente irrinunciabili. E’ chiaro che appena tornati a casa il “classico”cappuccio e brioche sarebbero ridiventati uno dei piaceri dell’uomo alla mattina, dopo la rasatura,…con schiuma e pennello, s’intende. LA PESCA
La beat che avevamo scelto è Aboyne Water, uno splendido scorcio del Dee dal prezzo ancora abbordabile. la cartina Si divide in tre zone , la uno, la due e la tre. Chi pesca la uno alla mattina, al pomeriggio passa sulla due e il giorno seguente sulla tre. La uno inizia dal ponte del paese di Aboyne con una lama profonda e lunga, passa a un raschio per poi finire con un paio di anse molto interessanti. Una splendida piana è l’inizio della due , che poi si trasforma in un tratto incanalato molto veloce e pescabile soprattutto d’estate. La tre inizia con uno scorcio mozza fiato, dalla corrente leggermente sostenuta, passa a un raschio e per finire si trasforma in una lama memorabile, dove le condizioni perfette non potevano non dare qualche cattura. Lo splendido inizio della zona due Il tratto incanalato della due L’appuntamento alle 9:00 al casottino è con il mitico Jim, un insegnante di educazione fisica ora in pensione, dall’abbigliamento e dal portamento più simile a un Lord inglese che a un ghillie. Breve spiegazione sulle regole da rispettare ( ardiglione schiacciato, possibilità di pescare vicini ma a turno nella stessa zona, no-kill ) e via sul fiume. Jim, sempre discreto e cortese Balboa, inizia nella uno, eccitato come un bambino . Monta una coda intermediate e una tube di media grandezza. Dopo esattamente una decina di minuti, uno strattone lo fa sussultare. Breve lotta e un piccolo salmone, dall’aspetto leggermente“biafrano” appare dalle acque. Ormai quasi spiaggiato, il finale e la tube, con quel suono inconfondibile e tremendo nel rinculare, si staccano dalla bocca del pesce e atterrano alle sue spalle. Era sicuramente un kelt, un salmone sulla via di ritorno al mare. Tutto da rifare, anche perché “no photo, no fish”. E questa rimane, almeno per certi generi di pesche, una regola d’oro. Nonostante gli incoraggiamenti verbali del maggiore e di Jim, quel tirone è rimasto l’unico dei tre giorni, sia per il sottoscritto, sia per i suoi amici. Vittorio in wading alla fine della uno Una temperatura mite ( circa 8-10 gradi durante il giorno) aveva infatti sciolto la neve sulle colline portando l’acqua del Dee a 2 gradi. A quelle temperature anche il buon salmone se ne sta tranquillo e risparmia le forze. Solamente un paio di delfinate sporadiche ci elettrizzeranno come quando da bambini avevamo messo le dita per la prima e…ultima volta, nella presa della corrente elettrica. Balboa in wading alla tre SERA
Alla sera si mangiava in un pittoresco pub, il BOAT IN, e il “fish and chips” servito, trancio di merluzzo impanato con patatine, era veramente sontuoso. La giornata finiva nella saletta degli ospiti del maggiore, gustando dei “fichini” splendidi (calma: sono bon-bon ricoperti di cioccolato) che Vittorio aveva comprato per l’occasione, naturalmente generosamente innaffiati con whiskettini vari. Gli inevitabili racconti sulla giornata, le solite frasi concitate seguite dagli immancabili gesti che mimavano lanci eccezionali facevano da coreografia al tutto, per poi finire imbustati nel letto. Il sogno ricorrente di tutti era un bel “Tomboro Moko” allamato alla “due” o un “Mazzingo” catturato alla “tre”. E si, cari amici, perché nel nostro personalissimo gergo, il Tomboro Moko è un salmone dalle 15 alle 20 libbre, mentre un Mazzingo è un pesce che supera abbondantemente le venti libbre. Mario nel memorabile tratto della tre ATTREZZATURA
Dall’Italia ci eravamo portati parecchie code, dalle floating alle affondanti del 6. Le condizioni in Scozia possono cambiare repentinamente. Tutte Shooting Head accompagnate da finali conici o poly con diversi gradi di affondamento. Si è pescato prevalentemente con la 2-4 e in certi tratti con l’intermediate o la floating con punta affondante. Due o tre canne ciascuno, per ogni evenienza, in tubi rigidi…o quasi rigidi. La protezione del mio amico Mario era imbarazzante. Un tubo di cartone ciancicato, tenuto insieme con scotch da pacchi. Il buon Mario, sornione e con grande senso dello humor, dopo aver subito una satira martellante sul suo porta canne modello “LIDL”, mi indicava la mia valigia. Ve la mostro sconsolato, anche perché non c’è commento a un’oscenità del genere. Vi confesso che Lunedì è stata portata alla discarica comunale. il tubo modello “LIDL” di Mario il baule di Balboa SUGGERIMENTI
L’esperienza di Vittorio in questo tipo di pesca è stata assolutamente preziosa. Sempre prodigo nel suggerire il lancio giusto nel posto giusto, la velocità della passata, la scelta della coda e della mosca più appropriata. Ma una cosa mi ha incuriosito e mi permetto di segnalarvi. L’uso della colla UV Wader Repair. È una colla quasi istantanea per riparare eventuali buchi nei wader. Si spalma uno strato sul buco e la si espone ai raggi del sole. In pochi secondi si solidifica. Vi chiederete cosa c’entra tutto questo con la pesca al salmone. Le code lunghe di alcune tube , spesso e volentieri si attorcigliano sull’amo o si infilano nella giunzione delle ancorette o degli ami doppi. Se mettete qualche goccia di colla alla base delle curvature, impedite che il materiale sintetico delle code ci si impigli dentro. Se inoltre, mentre si solidifica, gli spruzzate sopra qualcosa di brillante, la pallina di colla può risultare ancor più catturante. MOSCHE
Prevalentemente tube, di varie lunghezze e ami doppi vestiti anche loro assortiti con colori sul nero con il verde, il lime o l’arancione. La “dispensa” comunque di Vic era smisurata e i due milanese ci hanno immerso le chele spesso e volentieri. Da segnalare il sito: www.ppsalmonflies.com , dell’amico Par, gran belle mosche davvero, anche se non proprio regalate. Per onor di cronaca, il kelt l’ho allamato con una tube del mio amico Alberto. una selezione TEMPO
Il tempo atmosferico è stato clemente. Vicino allo zero alla mattina, mentre con l’andare della giornata, la temperatura saliva fino a 8-10 gradi. Il cielo, prevalentemente coperto, non ha dato le temute piogge primaverili scozzesi. Dicendo cosi, le condizioni sembravano perfette. Purtroppo la situazione in acqua era diversa. Due gradi e pesci poco collaborativi o addirittura assenti. Se decidete di cacciare gli “springer”a Marzo, portatevi almeno due strati di lana o capilene per i piedi e le gambe. Il freddo in wading non perdona dopo un paio d’ore. CONCLUSIONI
Cappotto, ma ci può stare. Sono e rimangono luoghi unici, quasi sacri. Il Dee, dove ogni pietra sembra parlare, una delle leggende per il salmone, ci ha lasciato stregati. E io sono tornato felice di averci potuto pescare. Il salmone non è venuto su? Pace, sarà per la prossima. Anzi sono quasi contento. Non si può chiedere tutto e subito la prima volta che si và su un fiume del genere. Un articolo di pesca però senza foto di pesci risulta un po’ scarsino. Vi allego allora qualche foto di repertorio di salmoni catturati sul Dee da Mario e Vic. Vic con un bel salmone alla fine della due Mario con un’altra bella cattura Per ogni informazione sul Dee visitate il sito ufficiale : www.fishdee.co.uk/ Troverete le disponibilità delle beat, i costi, le condizioni dell’acqua e le catture giorno per giorno. ..Valerio Santagostino
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