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IRL - Lucci in Irlanda in belly boat

Irlanda   20 - 25 Maggio 2008


di Michele MALA Malagugini


Sono trascorsi oramai dieci anni dalla mia prima spedizione in Irlanda, che coincise anche con il mio primo viaggio di pesca all’estero (se escludiamo le “solite” Austria e Slovenia che, per mia fortuna, distano pochi chilometri dal luogo in cui vivo).
All’epoca l’emozione era tantissima. Partivo per una settimana di pesca al luccio, in compagnia del mio compagno d’avventure di sempre: Andrea alias Frank.
A quel tempo non erano moltissimi i pescatori a mosca che si cimentavano alla pesca dell’Esox e, almeno in Italia, i pochi esperti che mi era capitato di incontrare, custodivano gelosamente i loro segreti.
Alla fine quell’esperienza si risolse in maniera assolutamente positiva, con un discreto numero di lucci catturati anche se, a dirla tutta, il tour operator al quale ci eravamo rivolti con molta speranza, seppur simpaticissimo, efficiente e ben organizzato, non si poteva certo definire un esperto di pesca a mosca.
Questa fu dunque la mia prima volta.
In seguito ci furono molti altri viaggi, anche in paesi che un tempo non osavo nemmeno immaginare, ma il profumo del primo viaggio in Irlanda… quello proprio non riuscivo a togliermelo dalla testa.
Fu per questo che decisi di ritornarci.
L’occasione venne in seguito all’acquisto del mio primo belly boat.
“Che bello sarebbe poterlo inaugurare in qualche lago immerso nella natura, imballato di lucci e magari con condizioni di tempo ideali” mi dissi.
E qual è uno dei pochi posti al mondo dove è possibile incontrare facilmente tutte queste condizioni? Che domande: l’Irlanda!

Paesaggio Irish

E così iniziai a organizzare la mia nuova avventura.
Prima cosa: i componenti. Non dovetti faticare molto. Il primo fu Neno (Roberto Furlan), seguito a ruota dai fratelli Nassi di Vicenza (alias Bepin e Francesco detto Frana).

Da sin: Neno, Frana e Bepin

Poi la scelta del periodo: Maggio, fu l’unanime risposta dei miei compagni di ventura.
Ancora: il volo aereo. Ovviamente ci orientammo verso la consueta compagnia a basso costo. Attenzione: se decidete di usufruirne anche voi, a fronte di prezzi sicuramente vantaggiosi (sempre se avete la possibilità di scegliere liberamente le date di partenza da e per l’Italia, altrimenti…) vanno tenute in considerazione alcune cose:
1. Per il tubo porta canne bisogna pagare un supplemento
2. La franchigia per il bagaglio da imbarcare è di 18 Kg. Attenzione a non sforare perché, soprattutto all’aeroporto di Dublino, sono intransigenti e il sovrapprezzo per ogni Kg in più è piuttosto oneroso.
3. Sul bagaglio a mano evitate di caricare mulinelli, artificiali, e compagnia bella perché vi sequestrano tutto (me lo vedo proprio un dirottatore che minaccia il pilota di far rotta sul Situk River in Alaska, impugnando uno zonker bianco e rosa con brillantini azzurri! )
Per quanto riguarda gli spostamenti in terra d’Irlanda, considerando che eravamo in quattro e che, almeno per tre giorni avremmo dovuto trasportare anche i nostri belly, la scelta si orientò verso il noleggio di una grossa monovolume. Al nostro arrivo in aeroporto a Dublino però ci consegnarono una Opel Zafira. Monovolume si, ma in quanto a grossa…lasciamo perdere.
Per l’alloggio invece, inizialmente pensavamo di adottare una soluzione tipo B & B, ma poi un nostro amico, assiduo frequentatore delle terre d’Irlanda, ci diede una dritta fantastica. Ci “girò” il numero di telefono di una signora che ogni anno mette in affitto la propria casina di campagna a un prezzo che dire basso è dir poco: 10 € al giorno per persona!
Ovviamente non ci pensammo un attimo a prenotare. A noi bastava un tetto sulla testa, ma quello che trovammo al nostro arrivo, superò ogni più rosea aspettativa: sembrava la casa della Barbie!
Tre camere da letto, cucina, bagno, salotto, ecc…e, non da ultimo, un grazioso giardino curatissimo. Da urlo!

La nostra casina

Per motivi di riservatezza, purtroppo, non posso pubblicare i riferimenti di questo contatto ma non scoraggiatevi per questo: su Internet si possono trovare occasioni per tutte le tasche e in ogni caso, anche partendo allo sbaraglio (senza prenotare intendo) si trova ugualmente tutto ciò che si vuole a prezzi assolutamente vantaggiosi (alloggi con prima colazione sotto i 30 € non sono affatto una rarità). Eventualmente, se volete delle dritte, contattatemi al seguente indirizzo e-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Infine, l’area geografica all’interno della quale avremmo concentrato i nostri sforzi: la contea dello Shannon (dista circa un ora e mezza da Dublino) e più precisamente l’area circostante la piccola cittadina di Strokestown.

Il sottoscritto in belly

Di fatto la scelta del luogo non fu casuale: pochi anni fa mi capitò di leggere un articolo che narrava le gesta di un noto spinningofilo romano, compiute in laghi e laghetti di questa zona. In particolare ne citava uno di grandezza ideale per essere affrontato con il belly: insieme alla descrizione del luogo inseriva anche quello della strada per giungervi, poi rivelatasi completamente sbagliata.
Cercammo questo benedetto lago per mezzo pomeriggio trovandolo infine solamente grazie ad un poco di istinto e a tante fotocopie di cartine geografiche da far invidia all’Istituto Geografico De Agostini di Novara.
Comunque, tornando a parlare di pesca, durante questo viaggio mi resi conto che ovunque vi sia acqua, in Irlanda, vi sono lucci! Non scherzo affatto. Laghi e laghetti (ma anche quelli grandi come un campo di calcio che non gli daresti due soldi) sono letteralmente imballati.

Bepin in belly

E dirò di più: a coloro che non avessero mai avuto la fortuna di visitare il “paese verde”, qualora vi capitasse di andarci, sappiate che se la vostra attenzione dovesse subire le lusinghe di qualsivoglia specchio d’acqua, non dovrete esitare a parcheggiare la macchina e fare subito due lanci.
Non abbiate assolutamente timore di farlo, mi raccomando. In Irlanda la pesca non è come da noi e soprattutto la pesca a mosca non è assolutamente elitaria e per praticare quella del luccio non servono licenze e/o permessi. Basta rispettare le regole della contea in cui vi trovate (con qualsiasi motore di ricerca, su Internet è possibile trovare qualsiasi informazione in merito semplicemente digitando “the Shannon regional fischeries board”) e, soprattutto, comportatevi educatamente, magari chiedendo il permesso di entrare alla più vicina fattoria qualora vi fossero recinti da scavalcare. Non vi faranno alcuna difficoltà. Statene certi.
Ma torniamo alla nostra avventura: dicevamo che, dopo aver perso mezzo pomeriggio a cercare quel benedetto laghetto, una volta trovato, era oramai troppo tardi per pescare per cui, a malincuore rimandammo l’esperienza al giorno successivo.
Quando finalmente giunse “l’alba del nuovo giorno”, la voglia di varare i nostri belly e incannare il “mostro del lago” era a mille!

Neno in belly, ma osservato...

La prima giornata fu negativa e positiva allo stesso tempo. Un misto di felicità e delusione. Felicità perché tutto filò come doveva andare: il tempo era quello giusto e tipico irlandese (nuvole, vento e leggere spruzzate di pioggia alternate a schiarite luminosissime), la compagnia ancor di più. Quel giorno catturammo qualche luccio, ma l’approccio di pesca fu secondo me sbagliato.
Concentrando la nostra attenzione sui canneti lungo riva, utilizzando artificiali antialga, abbiamo trascurato di sondare per bene il centro del lago, dove a mezza altezza (a 5 ÷ 6 metri dalla superficie) stazionavano gli esemplari di mole maggiore. Di questo ce ne rendemmo conto solo alla fine o, forse, lo sapevamo dall’inizio, ma trattandosi di svolgere una pesca senza riferimenti precisi (in mancanza di ecoscandaglio si pesca l’acqua), abbiamo preferito dedicarci alla più stimolante pesca in caccia, sondando tutti gli anfratti della riva possibili ed immaginabili.

In caccia...

Prima lezione, dunque: se cercate i lucci con la L maiuscola (sopra i 10 Kg per intenderci)… andate sotto!
Canna 9 per la dieci. Esche voluminose, pesanti e code WF – F/S con punta ad affondamento medio oppure code floating con esche tipo Jig. Se invece siete come me e vi accontentate di divertirvi a galla, con attacchi in superficie da cardiopalma, ma pesci di dimensioni più contenute (il più grosso che ho preso in questo modo pesava poco più di 4 Kili), allora vi consiglio la tattica del Vietcong. Avvicinatevi silenziosi all’hot spot che avete individuato, lanciate fin dentro i canneti facendo attenzione a depositare delicatamente l’esca e, quindi, fatela giocare sulla superficie dell’acqua o scivolare sulle alghe e… BUUMMM!
Il secondo giorno di pesca lo dedicammo a esplorare alcuni laghetti che avevamo notato il giorno del nostro arrivo, di dimensioni molto contenute (max qualche 5 ÷ 10 ettari di superficie) ma che riservarono gradite sorprese dopo solo pochi lanci.

Neno in belly

L’approccio all’Esox anche in questo caso è stato compiuto con artificiali di dimensioni generose ma non pesanti, muniti come al solito di antialga.
Se dovessi esprimere un giudizio o fornire delle indicazioni per quanto riguarda il tipo di artificiale più adatto a questi luoghi, non trascurando il fatto che il fattore imitativo qui non è fondamentale come da noi (per cui lasciate sfogare la fantasia), mi sentirei di consigliare artificiali costruiti in materiali sintetici poco propensi a “bere”. Strisce di coniglio, marabù o simili hanno infatti la tendenza ad appesantire l’artificiale, rendendo il lancio più difficoltoso (ricordiamoci che stiamo pescando dal belly per cui non siamo nelle condizioni di poter caricare ugualmente la canna durante il lancio, come dalla barca o dalla riva). Secondo me un buon materiale è il Puglisi, ma anche cristal flash e similari possono andare bene.

Pike

Pure le “codine” tanto di moda di questi tempi, personalmente le ritengo più adatte a grandi spazi aperti e/o luoghi ove c’è la possibilità di farle adeguatamente lavorare; la pesca di “rapina” che serve praticare nei piccoli laghi, invece, richiede artificiali leggeri, lanci mirati (per cui leggerezza = precisione) e veloci “strisciate” sulla superficie dell’acqua, dentro ai canneti.
I lucci presenti in queste piccole e piccolissime realtà, evidentemente poco abituati alla presenza dei pescatori, si dimostrano molto più disponibili nei confronti degli artificiali, rispetto a quanto ho potuto notare sui laghi maggiori e/o più accessibili. A riprova del fatto che la pressione di pesca in Irlanda è molto più bassa rispetto al nostro paese.

Il sottoscritto con un bel pike

L’ultimo giorno si presentò assai più ventoso rispetto ai precedenti, anche se uno splendido sole ci accompagnò per tutta la giornata. In verità quelle non erano le condizioni di tempo migliori per insidiare i pike, e i fatti ce lo dimostrarono.
La scelta del posto ricadde su un grande lago a poche centinaia di metri dalla casina dove alloggiavamo, ma subito intuimmo che sarebbe stata dura. Onde molto alte e vento a raffiche crearono non poche difficoltà alla nostra navigazione, tant’è che quel giorno non riuscii a sfilare più di due lucci dall’acqua, anche se, ad onor del vero, proprio quella mattina il grande/piccolo Neno incocciò un bestione che, dopo averlo fatto girare in lungo ed in largo come una trottola, decise di sputargli l’esca per tornarsene in fretta da dov’era venuto. Non vi sto a raccontare la sua delusione, anche perché non capita di sicuro tutti i giorni di trovarsi in canna un luccio di oltre dieci chili! Ma la pesca è anche questo e anche l’Irlanda non fa sconti a nessuno.

Compagni di pesca

Concludendo, ritengo che per gli amanti del pike, l’Irlanda costituisca un luogo ideale che può reggere tranquillamente il confronto con la più blasonata penisola scandinava. Soprattutto se volete praticare la pesca dal belly boat.

Brindisi

Dunque fidatevi perché sono certo che non ne rimarrete delusi. In caso contrario sarete autorizzati a mandarmi a quel paese… magari proprio in Irlanda!

Michele Malagugini (MALA)


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