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ITA - Pam, lucci e rogge

Italia   Dicembre 2008


Testo Emanuele Fossati (lele76), foto Emanuele Fossati (lele76) e Mauro Balice (maurino)



Alba in roggia: inizia la dura giornata del pescatore a mosca alla ricerca del luccio

La passione per la pesca dell’esocide con la coda di topo è talmente forte che nulla ci ferma… neanche quando il gelo invernale invade tutta la pianura e la pesca nei laghi diventa difficile.
Nei grandi laghi l’arrivo del freddo provoca lo spostamento del pesce in zone più profonde, dove con i nostri artificiali facciamo fatica a entrare in pesca. La ricerca del luccio quindi si sposta in ambienti più piccoli dove possiamo avvistare e localizzare meglio i nostri avversari.
Durante queste ultime vacanze natalizie, insieme agli amici Alessandro Matta (sandruz) e Mauro Balice (maurino), inseparabili compagni di pesca e ottimi pescatori di lucci, abbiamo iniziato a frequentare alcune rogge dell’hinterland milanese, piccoli ambienti a lento corso caratterizzati da un fondale ghiaioso con manto erboso. E’ qui che i lucci trovano l’habitat ideale.

Un’immagine della roggia: sulle sponde si nota il gelo del mattino

Consiglio questo tipo di pesca a tutti coloro che non sono appassionati dell’esocide. Infatti si può rivelare un’alternativa invernale ai fiumi o alle acque dei chalckstream popolati da pesci pregiati.
Ed essendo io un appassionato del luccio, considero il luccio un pesce “pregiato” al pari della marmorata o del temolo, e quindi un “patrimonio da salvaguardare”.

L’AZIONE DI PESCA

La pesca in questi ambienti si pratica a piede asciutto, basta munirsi di un comodo paio di scarponcini da trekking o degli stivali bassi al ginocchio e tanta voglia di camminare. Fondamentale l’uso di uno stripping basket per raccogliere la coda di topo.

Mauro alla ricerca del luccio nell’immediato sottoriva

E’ necessario restare sull’argine della roggia, sia perché gli ambienti sono di dimensioni ridotte e sia perchè nella maggior parte delle rogge è vietato entrare in acqua.
Nelle rogge, il luccio ha bisogno di un approccio diverso dalla classica pesca che si fa in ambienti più vasti. Bisogna innanzitutto curare l’avvicinamento, cercando di rimanere il più possibile nascosti e di fare poco rumore.
Lanciare in tutti i punti dove si hanno dei cambiamenti di fondale e dove il corso impetuoso rallenta formando delle piccole buche.
Bisogna altresì prestare molta attenzione alle curve dove il fondale aumenta… ed è proprio in questi punti, sotto qualche albero o altri ripari creati dalla vegetazione, che potremmo trovare un luccio in agguato che non aspetta altro che attaccare il nostro artificiale !
Il lancio deve essere corto e preciso, il recupero fatto da trattenute e strippate, cercando di animare l’artificiale davanti al muso del luccio. Così facendo nella maggior parte dei casi il luccio attacca lo streamer con irruenza.
Mi è capitato, in una delle ultime uscite, di veder un luccio sotto una pianta, lanciare in prossimità di questa e vedere il luccio partire a tuono per afferrare lo streamer.
Lascio immaginare a voi la scena!

Una curva con aumento di fondale, uno degli hot spot

Nelle rogge frequentate abbiamo sempre avvistato i lucci nelle vicinanze di branchi di cavedani e barbi e notato l’assenza dell'esocide quando in zona non è presente pesce foraggio.
Quindi… prestate molta attenzione quando avvistate i ciprinidi !

Un cavedano non ha disdegnato di attaccare un grosso streamer

ATTREZZATURA - ARTIFICIALI

L’attrezzatura ideale per questi ambienti è una canna 9” # 7, ma difficilmente troveremo buche con profondità tali da richiedere l’utilizzo di code affondanti. Quindi suggerisco l’uso di una coda intermedia.
Per i finali ho utilizzato: 120 cm di 0,50, 80 cm di 0,35 e 30 cm di cavetto d’acciaio.
Indispensabile è l’utilizzo di un cavetto in kevlar o una tresse inox. Personalmente preferisco la seconda per la sua morbidezza.
Il luccio, essendo un vorace predatore, tende a ingoiare l’artificiale. Senza cavetto si rischierebbe di lasciare lo streamer in gola al pesce, causando gravi conseguenze all’amico dai denti aguzzi !

Alcuni artificiali: un clouser con wiggle tail, una jig fly e un altro clouser

La scelta degli artificiali è vasta, ma ci siamo orientati verso i classici da luccio. Ho trovato “micidiali” i clouser minnow e le jig flies, perché avendo la piombatura in testa, affondano più velocemente e in corrente abbiamo avuto i migliori risultati.
La misura dell’amo va dal numero 1 al 3/0.
I colori che hanno catturato di più sono stati il bianco, il bianco-chartreuse e il giallo. Poco interesse invece hanno suscitato i colori scuri e i colori sgargianti, tipo l’arancio e il rosso.

Mauro scruta l’acqua alla ricerca del luccio in una delle lunghe camminate

Questa pesca richiede sacrifici. Non scoraggiatevi se non ottenete riscontri immediati in fatto di catture ! Bisogna mettere in conto lunghe camminate sulle sponde di queste rogge prima di trovarsi “faccia a faccia” con l’amico dal becco d’anatra.
Mai abbattersi! Insistete, perché la sua cattura vi ripagherà di tutti i chilometri di sponda percorsi.

Finalmente arriva un luccio !

LE CATTURE

Un piccolo e colorato esocide catturato da Mauro con un bunny in strip di coniglio

Un discreto “nostrano” catturato con un clouser bianco-chartreuse

Un altro bel luccio per Mauro preso con un clouser bianco con wiggle tail bianco.
Ho visto l’attacco in diretta…posso assicurare…è stato da cardiopalma!

Un altro baby pike preso con un clouser bianco con wiggle tail bianco.
Peccato che “quello bello” l’ho perso, ma sì sa… i pescatori dicono sempre così ?

ALCUNI SUOI ABITANTI

Questi ambienti spesso si trovano a pochi chilometri dalle grandi città. E’ qui che si possono incontrare l’airone, la garzetta, il nibbio e tanti altri volatili. Si possono incontrare anche degli abitanti meno “gradevoli”, come le nutrie, ma devo ammettere che da piccole possono risultare molto carine !

Sulle rogge si possono fare tanti incontri: ecco sandruz in compagnia di due piccole “nutrie”

RIFLESSIONI

Nelle rogge, è molto probabile l’incontro con qualche bel “nostrano”.
Purtroppo il “nostro” luccio è in forte diminuzione, sovrastato dall’arrivo del ceppo proveniente dall’Est europeo.
Non ho nulla contro i “verdoni”, ma bisognerebbe salvaguardare il “luccio nostrano”, altrimenti, continuando di questo passo, un giorno non molto lontano, ci troveremo a parlare del “nostrano” come oggi parliamo del “temolo pinna blu”.
Inoltre si possono trovare lucci di tutte le taglie e la probabilità di trovare il “big pike” non è assolutamente rara.
Ho visto un luccio vicino al metro di lunghezza in una piccola roggia con non più di un metro d’acqua.
Quindi se avete una roggia popolata da Esox vicino a casa, provate anche voi a pescarci, vedrete che il “big” è proprio lì che vi aspetta!
Il mio consiglio è insistere, insistere e insistere.
E come dice un caro amico - “La fortuna deve girare”-
Good luck!

Emanuele Fossati


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