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- Categoria: Avventure di pesca
- Scritto da Simone Ardigò
Ottobre 2010
di Simone Ardigò
Come ogni anno faccio una “gita” nel Sesia, in autunno, per rivedere i luoghi della mia infanzia con la tavolozza dei colori carica dei rossi, dei porpora e dei gialli della stagione che mette tutto a riposo.
Vengo anche con la speranza di rivedere quei temoli che, abbondanti nel passato, mi hanno fatto appassionare alla pesca a mosca. Cosi il 27 di ottobre, un mercoledì infrasettimanale (quest’anno la pesca del temolo autunnale è aperta il mercoledì e il sabato), me lo sono preso “di pesca” e sono partito da Genova alla volta di Varallo (VC). Con me l’amico Danilo Ottonello, ottimo pescatore “al colpo”, novizio del Fly Fishing ma già maturo e quindi speranzoso di un primo incontro con il Pinna Blu. Ma la giornata di pesca era anche il pretesto per andare a far delle ricerche e delle verifiche su come una storica gestione come quella della S.V.P.S. (Società Valsesiana Pescatori Sportivi) opera per il buon mantenimento della qualità e pescosità delle acque del bacino dell’alta Val Sesia. Logotipo della S.V.P.S. Quindi appuntamento a Roccapietra con Savino Re della S.V.P.S. che ci accoglie assieme alla disponibilissima guardia Vittorio Ramella: presentazioni di rito e per noi anche un’occasione di promuovere le nostre acque de IL GESSO DELLA REGINA che dopo un primo anno di gestione, anno di “rodaggio”, sono pronte per avviare il vero e proprio progetto ambientale che sta alla base dell’intera iniziativa che si sta sviluppando in quel di Valdieri (Cuneo). Il nostro desiderio è quello di dotarci di un incubatoio che valorizzi le nostre trote (marmorate e mediterranee dette “della Regina”) e far rinascere anche in queste acque il temolo che anche da noi è (era) il Pinna Blu. Verificare il lavoro degli altri è una prima analisi che si sta compiendo, per meglio passare alla fase successiva e fondamentale: poter avere una consulenza scientifica autorevole che dovremo attivare per non fare “a braccia” come spesso gli ittiologi descrivono…. l’operato dei gruppi di gestione formati da pescatori appassionati e troppo volenterosi….che spesso sono la causa del male di interi tratti di fiume… Sto citando le parole di un illustre ittiologo che ho avuto modo di ascoltare in un recente convegno. Parole che è giusto recepire ma che suonano sorde in uno scenario generale dove l’abbandono delle acque è spesso l’unica alternativa. Cmq torniamo al Sesia…. Ci dirigiamo a Locarno, sull’altra sponda del torrente, per visitare lo stabilimento ittiologico. Foto di gruppo all’interno dello stabilimento di Locarno La visita è stata molto istruttiva e stimolante su come sono le regole di una buona gestione. La mia attenzione è stata catturata da numerosi dettagli: vasche in cemento costruite con una precisione maniacale, reti tirate ovunque a protezione non solo dei famelici cormorani ma anche dei più piccoli volatili quali i merli acquaioli, nonché un ordine e pulizia sacrale in tutto il centro….si legge la dedizione di un lavoro complesso fatto con grande serietà e professionalità. Vista di insieme dello stabilimento ittiologico di Locarno La stagione autunnale lascia gran parte delle “race way” vuote ma in quelle con “ospiti” è stato facile individuare trote marmorate e fario nelle varie fasce di età e …..i temoli. Dettagli delle “race way”, le vasche in cemento di accrescimento dei pesci Ebbene sì…..temoli Pinna Blu, di varie età e taglie, pesci adulti e nuovi nati, riprodotti in cattività. Di questo fatto ne avevo sentito parlare ma sempre con gran mistero: vedere con i miei occhi la buona riuscita della riproduzione è stato importante. I numeri ottenuti sino ad ora sono sicuramente bassi per un bacino cosi vasto come è il Sesia ma il lavoro che è stato fatto è enorme. un Pinna Blu nato in cattività, “stock” per il futuro In realtà non ho le competenze per dare un reale giudizio sul lavoro fatto dalla S.V.P.S., primo perché non sono un ittiologo, secondo perché non frequento la Valle ormai da parecchi anni. Non sono neanche in grado di fare delle ipotesi sul futuro dei temoli del Sesia: posso solo esprimere un parere emozionale nei confronti della gestione di questo fiume e di conforto sul fatto di non aver mai acconsentito negli anni ad immettere temoli non autoctoni. Forse solo ora si può avere una risposta su questa scelta da molti criticata, visto che la S.V.P.S. è riuscita in questa impresa ritenuta per anni impossibile di riprodurre il Pinna Blu in cattività. Secondo il mio modesto parere, posso dire che, visti i risultati di adesso, è stato giusto non contaminare con i danubiani e lavorare sul Pinna Blu, lavoro che finalmente ha dato un primo risultato. Uno dei manifesti a bordo fiume progetto di recupero, che tutti si auspicano Non importa se altri gestioni, vedi Valtellina, hanno fatto altre scelte. Ora l’importante è proseguire con il programma con la speranza che le acque del Sesia, “uno dei più bei fiumi d’Europa” (non lo dico solo io) possano rivedere gli sfarzi del passato. Nella gestione del nostro Gesso abbiamo un analogo problema: potremmo ottenere un consenso da parte dell’Amministrazione Provinciale di Cuneo a immettere temoli Pinna Rossa visto che le nostre acque sono ormai prive di una popolazione sufficiente per rigenerarsi e l’intero bacino è teoricamente chiuso e “isolato” a causa della diga di Roaschia a monte di Borgo S. Dalmazzo. Ma non è cosi nel bacino dello Stura di Demonte, altro storico sito di temoli padani: cosa succederebbe in caso di alluvione del Gesso?….i temoli si mischierebbero e potremmo, noi e le nostre scelte, divenire la causa di una “ibridazione” che francamente, a questo punto, ha delle valide alternative. Finita la lezione di ittiologia, preso nota della firma della consulenza su questo importante risultato per la S.V.P.S., e cioè la Società GRAIA di Varese, abbandoniamo Locarno e ci dirigiamo a Balmuccia a fare i permessi di pesca dall’amica Carla che ci accoglie nel suo piccolo negozietto pieno di meraviglie. Oltre i permessi facciamo scorta di valsesiane che servono sempre….. A Ballangera dalla Carla a fare i permessi e rifornirsi di qualche bella valsesianina Nel salire nella valle ci siamo fermati negli spot una volta top: la stagione è ancora “in ritardo” e non si vedono i segni di frega su fondali: facendo così freddo poca era l’attività in termini di avvistamenti dei pesci dai vari ponti. Temoli nessuno….mi ricordo una volta invece……ma non ci facciamo prendere dal magone!!!! Vista dal ponte di Balmuccia a valle Vista dal ponte di Balmuccia a monte Vista dal primo ponte pedonale di Scopa a valle Vista dal primo ponte pedonale di Scopa a monte Vista dal secondo ponte pedonale di Scopa a monte Vista dal secondo ponte pedonale di Scopa a valle La giornata di pesca si è svolta nell’ora calda, dalle 12.00 alle 15.00, e la scelta del posto è stata di “giocarsela” in corrispondenza del percorso che va dal ponte strallato di Scopa, fino alle lame chiamate dei “francesi” dove una volta i miei nonni avevano la casa, a Scopello. I miei posti “natali”. Si comincia l’azione di pesca sul Sesia Si è pescato bene, senza lasciare indietro niente, tra le correntine e le lamette, tutto perfetto...una bella schiusa verso le 15.00….ma poi un vento gelido di gradiente ha bloccato tutto. Dopo le prime bollate, col vento gelido, il momento magico si è interrotto repentinamente. Complessivamente sia io che Danilo abbiamo preso tante trotelle, anche ibridi e puri di marmorata, non grossi pesci ma di grande pregio. La cattura di un primo ibrido di fario/marmorata Un bell’esemplare di marmorata del Sesia….in realtà non si dovrebbe appoggiare il pesce al sasso…ma la mano e la pietra erano ben bagnate…..questi fotografi pescatori……azz…
Un’altra marmorata di buona taglia catturata da Danilo …prima della schiusa: Leuctra Fusca a go go…. Altro bel pesce del Sesia Sempre una marmorata catturata da Danilo che non sbagliava un colpo Foto finale dell’autore e di Danilo prima di abbandonare il Sesia Dovendo fare un bilancio della giornata devo costatare che questa uscita è stata la peggiore di questo mio “campionamento” temoli che faccio ogni anno, nel senso che, per la prima volta, non ne ho preso neanche uno. Ma…….in realtà questo fatto, l’ho capito dopo, è stato anche dovuto da una serie di circostanze che nella pesca sono da mettere in conto sempre. Non abbiamo preso temoli anche perché, arrivati alla macchina per rientrare a Genova, abbiamo capito perché sono mancate le opportunità di catture in un tratto a grande vocazione da temolo: Marco Veziaga (Presidente dell’ex mitico sodalizio “Valsesia Pinna Blu”) era davanti a noi e ha pescato, dalla mattina, esattamente in quel tratto, e “ce li ha tolti tutti” lui i temoli... Bravo Marco che è riuscito a prenderne qualcuno anche bello. In realtà, finalmente, ho avuto un grande segnale di ripresa perché anche se non ho effettuato catture del Pinna Blu sono sicuro che esiste ancora e la buona gestione della S.V.P.S. fa ben sperare. Quindi bilancio positivo sapere che i Pinna Blu tengono duro. Nel tornare a casa però la voglia di Sesia è rimasta… Simone Ardigò
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