ITA - La pesca autunnale
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- Scritto da Antonio Napolitano (FlyAenne)
Tempo di lettura: 18 minuti
In autunno, il fiume cambia letteralmente aspetto, i colori della natura esplodono donando al contesto un aspetto molto particolare, fatto di mille sfumature e un' atmosfera incredibile.
Il fiume è maturo e nell'arco della giornata è possibile vedere pesci in attività, a differenza del periodo estivo che ci obbliga a levatacce mattutine per trovare un po' di frescura e qualche pesce fuori, restringendo la pesca “attiva” al mattino presto o la sera tardi al mitico “coup de soir”. In autunno le schiuse degli insetti e l'attività dei pesci si manifestano maggiormente nelle ore centrali ma si pesca bene durante tutto l'arco della giornata, potendo contare sulle sedge, sulle effimere e anche sulle prime schiuse di plecotteri che saranno la principale attrazione per tutto novembre e dicembre.
Come sapete, ho la fortuna di vivere vicino all'ARS TRONTO ad Ascoli Piceno, riserva No Kill gestita dal Fly Fisherman Club da oltre 10 anni in partecipazione con la regione Marche. Una delle particolarità di questa riserva è il fatto di avere acque classificate come “categoria C” e praticamente rimane aperta tutto l'anno per cui è possibile pescare anche nel periodo autunno/inverno ed è della pesca praticata in questo periodo, in questa riserva, che vi racconterò di seguito.
Ho più volte scritto del fiume Tronto e specie sul Thread del forum di Pipam ho postato foto delle uscite con catture ma oggi vorrei entrare nello specifico e parlare della tecnica e dell'approccio che consiglio a coloro volessero “tentare” qualche uscita su questo interessante No kill.
Il tratto è lungo circa 7 km e si caratterizza per la moltitudine di situazioni, offrendo diverse possibilità di approccio per questo possiamo definirlo davvero un fiume per tutti i gusti.
Innanzitutto diciamo che questo non è un fiume facile, capita di fare uscite di pesca memorabili e a distanza di pochi giorni di tornare a casa con cocenti cappotti, è un fiume che va interpretato ogni volta perchè cambia spesso fisionomia, risente moltissimo degli sbalzi dei livelli, della temperatura e ovviamente della pressione di pesca.
Il discorso dei livelli è importantissimo in quanto essendo una tail water, capita frequentemente di vedere il fiume alzarsi all'improvviso per via dei rilasci delle dighe che purtroppo ci sono e ci saranno, questo però non è sempre negativo, anzi devo dire che statisticamente le pescate con più catture le ho fatte in determinate circostanze, cioè nel momento in cui dopo il rilascio di acqua dalla diga (che solitamente dura un oretta), il livello inizia a calare ed è da quel momento in poi, quindi fino a quando i livelli tornano alla normalità, che il pesce è fuori e si mette in attività. Trovarsi nel posto giusto al momento giusto nella pesca è fondamentale, per cui quando vi trovate in queste situazioni anziché andare via, provate ad aspettare un' oretta per poi ricominciare a pescare con la consapevolezza e la convinzione di avere buone chance di cattura. Ovviamente questa non è la condizione standard dell'ARS Tronto e i rilasci delle dighe non sono la regola ma è una cosa che può capitare, il lato positivo è che l'acqua non manca mai e di questi tempi direi che non è poco!
Tornando al discorso legato alla pesca in questo periodo, quindi autunno/inverno, personalmente lo reputo il migliore della stagione, si inizia al mattino pescando a ninfa nelle correntine, facendo una pesca sostanzialmente in caccia alla ricerca della giusta vena di corrente né troppo lenta, né troppo veloce, sotto la quale potrebbero esserci le trote in attività. Spesso si fa l'errore di entrare in acqua pensando che solo la sponda opposta sia buona utilizzando la nostra sponda, quella dalla quale siamo entrati in acqua, solo come corsia di marcia spaventando inconsapevolmente i pesci che a loro volta andranno ad allarmare tutti gli altri, in poche parole, ci giochiamo lo spot!
Gli amanti della pesca a secca frequentano maggiormente la zona dei “2 ponti” (zona 2 sulla cartina) caratterizzata da una lunga piana in cui è spesso possibile assistere alle bollate, ma bollate di trote parecchio difficili, parliamo di una zona in cui l'acqua lenta nasconde parecchi microdragaggi che mettono in allerta le trote ormai “esperte”, che bollano sulle minuscole effimere, per cui si ricorre quasi sempre a finali lunghissimi, emergenti su amo del #18-20, addirittura nel periodo delle caenis si è costretti a scendere fino all'amo del #22 utilizzando di conseguenza tippet sottilissimi. In questo caso raccomando sempre fili di alta qualità in quanto è sempre antipatico spaccare sulla ferrata o durante il combattimento con questi pesci potenti ma è ancora più spiacevole sapere che una trota se ne va in giro con un pearcing in bocca per colpa nostra! Gli altri tratti invece si prestano benissimo alla pesca a ninfa e per gli amanti dello streamer ci sono parecche buche e situazioni ad interessanti.
Se vi piace pescare a ninfa in HS o anche un po' più lunghi come alla francese, vi consiglio il tratto che va dal circolo Morelli (zona 6 sulla cartina) a salire fino alla confluenza con il torrente Castellano. Il tratto è lungo più o meno 1 km ed offre la possibilità di praticare una pesca a ninfa davvero molto tecnica, Consiglio di pescarla bene, facendo tutte le vene di corrente fino a pescare sotto la sponda opposta, se non siete convinti cambiate ninfa e rifate la stessa strike zone se vi ispira perchè ne vale la pena, spesso i pesci sono molto diffidenti e una sola passata , anche se fatta bene, non basta.
Ho visto con i miei occhi una trota sul fondo prendere e sputare la mia ninfa in un nanosecondo, il tutto senza avvertire la minima vibrazione o stop sul finale bicolor, per cui è richiesta una sensibilità davvero alta. Ricordo che nell'Ars Tronto è consentito l'uso di un solo artificiale munito di mono amo e senza ardiglione per cui in certi casi scegliere bene la ninfa, né troppo leggera né troppo pesante, è fondamentale.
Per quanto riguarda le ninfe, quando l'acqua è leggermente velata, io utilizzo colori scuri tendenti al nero con bead silver o orange, quando l'acqua è pulita o tendente al trasparente monto ninfe con bead nera, verde, copper, oro, ecc. ovviamente il peso della bead varia in base alla situazione. Una delle ninfe che reputo micidiali per questo tratto di fiume è la Black Boite, scoperta anni fa grazie all'amico Angelo Piller, sarà per il contrasto che crea in acqua o per via dell'assetto o altro ma una cosa è certa, non sbaglia un colpo. *8)
I finali sono i classici da ninfa sta a voi scegliere poi se pescare lungo o corto, l'importante è essere discreti e silenziosi nell'approccio perchè altrimenti si rischia di pescare solo acqua!
Ovviamente in questo tratto, con le giuste condizioni è possibile pescare anche a secca, nel periodo primavera/estate in caccia con terrestrial è davvero molto divertente. Durante la schiusa invece le bollate non si riconoscono facilmente per via dell'acqua veloce per cui bisogna fare molta attenzione cercando di vederle, solitamente si manifestano in piccoli spruzzi quasi impercettibili, tipiche bollatine da pescetti piccoli ma non fatevi ingannare perchè spesso si tratta in realtà di grosse fario. ;-)
Il tratto più a valle (da zona 11 a zona 8 sulla cartina), quello che va dal centro commerciale “Al Battente” fino al Circolo Tennis Morelli (sotto lo stadio) rappresenta una vera e propria sfida, probabilmente ci sono meno pesci rispetto alla parte alta, ma vi assicuro che lo scenario è una meraviglia e non sembra assolutamente di pescare in no kill dentro una città. A tratti il fiume è incassato e scorre tra pareti di tufo alternato a zone in cui si allarga sempre tra la vegetazione, creando molteplici situazioni di pesca.
I pesci presenti in questo tratto sono ancora più difficili, qui l'approccio migliore è quello a distanza, studiando bene lo spot prima di affrontarlo quasi a voler utilizzare una strategia per ogni zona perchè anche dove meno ve lo aspettate può esserci un pesce e anche qui se ne spaventate uno vi giocate tutto o quasi. Risalendo il fiume si arriva alla zona dell' Istituto Agrario, subito a valle rispetto alla zona descritta prima (zona Circolo Morelli), qui iniziano delle lunghe lame molto buone durante la schiusa, infatti è qui che è possibile avvistare le bollate e mentre ci avviciniamo dobbiamo evitare di farci vedere o di muovere l'acqua creando le ondine. Una volta in prossimità dello spot vi consiglio di fermarvi qualche minuto ed osservare, quasi sempre si vedono i pesci in attività, infatti anche se in assenza di insetti in superficie, non dovessero bollare, è possibile comunque vedere le trote attive sul fondo a ninfare o addirittura salire sull'emergenti, se siete fortunati e troverete l'acqua giusta ( limpida e con livello giusto) assisterete ad un vero e proprio spettacolo!
A rendere più intrigante la sfida, ci sono anche cavedani di taglia XL e barbi molto divertenti da pescare con ninfe pesanti sfiorando il fondo sabbioso. Per pescare in questo tratto vi consiglio di organizzarvi in due e magari con due auto lasciandone una a monte e una a valle, per evitare di dover camminare una ora per tornare indietro a fine giornata (ma anche per pescare un ora in più).
Chiudo questo itinerario raccontandovi quello che sicuramente è tratto più conosciuto e anche più battuto della riserva, quello che va dalla zona 2 fino al “ponte di Borgo Solestà”, che delimita anche il confine della riserva. Mantiene più o meno la stessa identità fin ora descritta e nonostante la collocazione sotto il centro della città di Ascoli Piceno, rimane incassato e nascosto da una vegetazione e un dislivello che quasi ne nasconde e protegge la bellezza.
Il posto più comodo per lasciare l'auto è il “ponte Romano” (zona 2 sulla cartina), il parcheggio è a pagamento solo nei giorni feriali con tariffa fissa giornaliera di € 2,50. Dal ponte si scende seguendo il sentiero e in 2 minuti si arriva sul fiume, risalendo per circa 100 metri si può iniziare dove inizia l'acqua leggermente mossa, quindi a monte della piana dei “2 ponti”, da qui si incontrano molteplici situazioni che permettono una pesca davvero poliedrica. Tra tutte la più efficace è la ninfa in HS avendo però sempre l'accortezza di non spaventare i pesci e di pescare bene tutto lo spot, iniziando sempre dalla sponda di mano, che in questo caso e quella orografica a sinistra. E' proprio questa sponda che offre dei sottoriva molto interessanti dove quest'anno ho preso i pesci più belli, per cui ricordo sempre di farci un paio di lanci “buoni” prima di camminarci sopra .
Anche la ninfa lunga va altrettanto bene specie per le zone in cui non si riesce ad attraversare, quindi zone in cui pescano in pochissimi, un finale da 20' con un strike a rosario o una spiralina vi aiuteranno e mi raccomando rimanete concentrati perchè proprio nei punti in cui pescano in pochi possono uscire delle belle sorprese, anche se lo spot non è particolamente promettente credeteci e pescate con fiducia.
Continuando a salire si incontrano diverse buche dove di solito, se non si vede movimento, un paio di lancetti con lo streamer vanno sempre fatti, così, giusto per tentare il colpaccio.
Rimanendo sulla pesca a streamer, ho notato che questa tecnica, praticata in caccia, nel modo classico a scendere, non rende molto però produce un effetto molto importante, muove un sacco di pesci, muove pesci che però seguono l'artificiale incuriositi o per istinto ma fondamentalmente non lo mangiano. Pescando dietro ai pescatori a Spinning (Ricordo che nell'ARS Tronto è consentito pescare anche a Spinning, sempre con artificiali con mono amo e senza ardiglione , sono inoltre vientate tutte le esche siliconiche) spesso vedo lo stesso atteggiamento nei confronti dei minnow o dei cuchiaini, quindi tanti pesci mossi che però non sempre mangiano o comunque quelli allamati sono solo una piccolissima percentuale. Questi pesci diciamo così “mossi o attivati”, restano nella strike zone e spesso sono maggiormente disposti a mangiare al passaggio di ninfe o in aluni casi anche secche, non so dire il perchè di questa cosa ma vi assicuro che è così, probabilmente sono pesci che vogliono presentazioni più naturali o comunque che preferiscono tutto sommato gli insetti. Quindi se vi capita di pescare a streamer, vi consiglio una presentazione molto lenta e comunque prima di togliere l'artificiale dall'acqua guardate bene se dietro c'è un pesce che insegue. *8(
Anche in questo tratto, con le giuste condizioni, è possibile pescare a secca e specie in questo periodo le bollate non mancano grazie alle schiuse di effimere e plecotterini (leutra fusca) che iniziano farsi vedere.
Nel periodo autunnale, diciamo che il momento della schiusa con relativa finestra di attività in superficie, va dalle 11:30-12:00 fino alle 14:30 – 15:00 ed in questo lasso di tempo che bisogna cercare le bollate o magari tentare anche in caccia, appunto nei sottosponda o ai margini delle correntine.
Risalendo per circa un km, si arriva al “ponte di Borgo Solestà” che delimita il confine della riserva, ovviamente si può continuare la pesca anche a monte del ponte ed essendo un acqua libera capita di incontrare altri pescatori, la speranza è di vedere praticare il c&r anche fuori dalla riserva e devo dire che la maggior parte dei pescatori che incontro fuori riserva si comporta bene ;-)
Spero di aver reso l'idea del grande potenziale che questa riserva può offrire con le tante possibilità di approccio, gli scenari suggestivi (pur essendo un tratto cittadino) e i bellissimi pesci che lo popolano, negli ultimi anni abbiamo riscontrato numeri sempre in aumento di visitatori e nell'anno in corso (2017) stiamo registrando il record di presente sia per quanto riguarda i permessi giornalieri che quelli annuali, abbiamo avuto numerosi visitatori provenienti da molte regioni d'Italia con qualche presenza di americani, inglesi, tedeschi e francesi, onestamente sono numeri e risultati che vanno oltre ogni aspettativa. Per questo insieme agli amici del Fly Fisherman Club siamo uniti e motivati a fare sempre meglio, pensando al futuro di questa riserva e per continuare a condividire con tutti i pescatori ricreativi questa solida realtà.
Attrezzatura: una canna 8,6 o 9' per coda 4 o 5 sono le mie preferite poi per pescare bene a ninfa, sicuramente una 10' o 10,6' è più specifica ma dipende dai gusti
Per quanto riguarda le mosche da utilizzare e tutti gli approfondimenti, potete scrivermi sul forum nel thread dedicato, a questo punto vi aspetto a pesca sul Tronto e sul forum di Pipam ;-)
A presto, Antonio (Flyaenne)
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