AR - Patagonia – Norte Neuquino
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- Scritto da Paolo Fortunati (Pablo)
Testo di Paolo Fortunati (Pablo)
Fotografie di Paolo Fortunati (Pablo), Giacomo Manzoni (Manzo), Gerardo Santos Tsuji
Tempo di lettura: 20 minuti
Fotografie di Paolo Fortunati (Pablo), Giacomo Manzoni (Manzo), Gerardo Santos Tsuji
Tempo di lettura: 20 minuti
Marzo 2019
Nel mese di Marzo 2019 ho avuto la fantastica possibilità di fare un viaggio di pesca in Patagonia Argentina insieme all’amico Giacomo Manzoni, al secolo “Manzo”.
Tutto ciò grazie alla mia nuova attività di organizzatore di viaggi di pesca nel mondo, intrapresa dopo aver deciso di voler dare una svolta alla mia vita, essendomi stancato dei tradizionali ritmi lavorativi ai quali mi ero ormai assuefatto da troppi anni!
La zona prescelta è stata l’area settentrionale della provincia del Neuquén (Norte Neuquino), situata nell’estremo nord della Patagonia, regione di oltre 1.000.000 di km2 occupante l’estremo sud dell’America Latina e comprendente una cospicua porzione meridionale di Argentina e Cile.
Quest’area è abbastanza lontana dai normali percorsi turistici in quanto difficile da raggiungere rispetto alle più blasonate mete di pesca Patagoniche, ma vi assicuro che è ben ricca di fiumi molto pescosi, immersi in una natura incontaminata e decisamente poco battuti.
A sinistra individuazione della Patagonia, a destra la provincia del Neuquén, al suo estremo nord ovest.
Giunti in mattinata dopo un lungo volo transoceanico notturno all’aeroporto internazionale “Ezeiza” di Buenos Aires, distante una quarantina di chilometri dalla città, il primo istinto è stato quello di fare uno spuntino in uno dei tanti ristorantini dell’aeroporto, dove un abbondante piatto di spiedini di squisita carne argentina accompagnato da una generosa dose di patate fritte ed una birretta fresca ci ha fatto ringalluzzire dalle fatiche del viaggio! Sazi e soddisfatti, ci trasferiamo verso l’aeroporto nazionale “Aeroparque”, situato in città sulla costa del Rio de la Plata, come viene chiamato l’enorme rientranza dalla forma ad imbuto (lunga ben 290 chilometri e larga da 48 a 220) che contraddistingue l’estuario formato dal Rio Uruguay e dal Rio Paranà.
L’estuario del rio de la Plata fotografato dallo spazio (fonte NASA)
Quì prendiamo un volo interno della durata di circa due ore verso l’aeroporto di Neuquén, dove ad aspettarci troviamo Gerardo, guida professionista abilitata e mio referente esclusivo per la pesca in tutta la provincia.
Caricata l’attrezzatura sul pick up, ci aspetta un tragitto di ben oltre quattro ore, buona parte delle quali su strada sterrata, come di consueto in queste zone.
La rete stradale è composta quasi tutta da sterrati.
Si fa sera, mentre ci avviciniamo alla nostra meta.
Giungiamo in tarda serata nel primo Lodge del nostro programma di viaggio quasi a buio. Qui infatti siamo nell’emisfero Australe dove le stagioni sono invertite rispetto alle nostre ed il periodo corrisponde quindi alla fine dell’estate, con giornate ancora piuttosto lunghe.
Giusto il tempo di scaricare i bagagli e di sistemarci in camera che Lorena, la deliziosa padrona di casa, ci invita a gustare una favolosa cena preparata da Alejandro, il talentuoso chef del Lodge, a base di cordero patagonico innaffiato da un ottimo Malbec rosso!
Foto del dopo cena nel Lodge, al centro Alejandro, lo Chef.
Dopo cena Gerardo e le altre guide ci informano sulle tecniche di pesca da adottare che saranno principalmente la pesca a mosca secca, sia in caccia (visti i livelli bassi di questo periodo) che in presenza di schiuse, e la pesca a ninfa in tutte le sue espressioni a seconda degli spot; inoltre ci svelano qualche dritta sulle prede che andremo ad insidiare nei giorni a venire nei numerosi fiumi di queste zone remote, e cioè la trucha Arcoiris (trota Iridea) e le trucha Marrón (trota Fario).
Questi salmonidi sono stati introdotti a partire dai primi anni del secolo scorso su proposta del famoso esploratore argentino Francisco Moreno (1852-1919) meglio conosciuto come Perito Moreno, grazie soprattutto alla sua competenza (di tecnico esperto) nell’arbitrato sul confine tra Argentina e Cile, e dal quale prese anche il nome l’altrettanto famoso ghiacciaio!
Nonostante le prime uova introdotte (nel 1902) furono di trote Fario di provenienza inglese, le trote Iridee hanno mediamente una popolazione doppia rispetto a queste ultime ed hanno maggiormente colonizzato le acque della Patagonia.
Questa colonizzazione da parte dei salmonidi, subito adattatisi alla perfezione in queste fresche ed ossigenate acque, ha fatto si che altre specie autoctone venissero relegate a ruolo di pesci minori come ad esempio la trucha Criolla o Perca, un potente percide un tempo unico predatore incontrastato di queste acque, abbastanza somigliante all’europeo Lucioperca.
I tre predatori di queste acque
Il mattino seguente, dopo una rinfrancante dormita, io e Manzo siamo pronti per la nostra prima giornata di pesca nel nord della Patagonia.
Dopo aver fatto un’abbondante ed ottima colazione, ci mettiamo sotto il portico all’aria pungente del mattino (di notte la temperatura inizia a scendere parecchio a fine estate) per infilarci waders e scarponcini in modo da essere subito pronti all’azione una volta giunti sul fiume.
Il tragitto dal Lodge alla strada principale che costeggia il primo fiume che pescheremo è abbastanza lungo e tortuoso (essendo percorso tutto in fuoristrada) e dopo una ventina di minuti giungiamo nei pressi di un grosso cancello chiuso a chiave che delimita la proprietà del Lodge.
Esterno del Lodge con il portico dove ci si può cambiare comodamente.
La notte la temperatura scende di parecchio da queste parti.
In Patagonia per raggiungere i vari spot di pesca sui fiumi, bisogna potersi spostare anche all’interno dei terreni di proprietà delle molte Estancias (negli USA vengono chiamati Ranch) che in questi spazi enormi vi allevano bestiame; di conseguenza le guide di pesca, oltre a dover essere in possesso della necessaria abilitazione governativa e non essere “improvvisate”, devono anche avere le autorizzazioni al transito dai vari proprietari e le relative chiavi dei numerosi cancelli delimitanti le proprietà.
Uno dei tanti cancelli all’interno dell’ Estancia
Chi si dimentica le chiavi rischia di attendere anche per ore.
Il primo fiume dove Gerardo ci porta a pescare è il rio Reñi Leuvú, un fiumetto di medie dimensioni con qualche bella buca anche molto profonda che ci darà numerosissime soddisfazioni nei giorni a venire.
Ci sistemiamo uno per sponda e, dal momento che non c’è ancora attività di superficie, armiamo le nostre canne da ninfa, con la possibilità di passare subito alla secca qualora la situazione dovesse cambiare.
Risalendo il corso d’acqua quasi appaiati, iniziamo ad effettuare le prime catture di Arcoiris (trote Iridee) che risultano essere molto più combattive e forti rispetto alla loro taglia. Ad un certo punto giungiamo nei pressi di una bella buca più agevolmente pescabile dalla sponda di Manzo il quale, una volta battuta la prima parte dello spot, mentre risalendo si avvicina alla “zona calda”, lo vedo ferrare energicamente: “c’è, ed è anche bella”, urla!...
... La trota prende subito la corrente e Manzo è costretto quasi a rincorrerla scendendo lungo la sponda, ma per fortuna incontra una zona di acqua abbastanza profonda ma più calma, e lentamente riesce a portare a guadino il grosso pesce che si rivelerà una Arcoiris decisamente sopra i 50 cm. Niente male come inizio, bravo Manzo!
Scorcio del Reñi Leuvú
Cattura di una Arcoiris di Pablo a ninfa.
Fase critica del combattimento di Manzo con una grossa Arcoiris.
L’Arcoiris catturata dal Manzo
Verso l’una e mezza Gerardo dice che è ora di rientrare, svelandoci che al Lodge hanno preparato un asado di benvenuto tutto per noi, con tanto di musicos locali, una grande fiesta alla quale non possiamo mancare! Ad attenderci all’ingresso del Lodge ci sono la proprietaria Lorena ed il padre Horacio che ci offrono due calici di Malbec.
Tutti sono indaffarati ed ognuno ha il suo compito: chi deve curare il fuoco per l’asado, chi sistema la tavolata, chi prepara i contorni, le guarnizioni e le salse, i musicos accennano qualche pezzo...insomma si respira quell’aria di convivialità argentina di cui ho sempre solo sentito parlare.
La carne è squisita, il vino scorre, la musica ci rallegra e la compagnia è ottima, infatti io e Manzo non ci facciamo pregare e ci diamo dentro abbastanza!
Fiesta con asado, musicos (gruppo dei Nietos del Viento) e tanta allegria.
Verso le cinque Gerardo ci trascina via per trascorrere un paio di orette sul vicino fiume, dove avremo modo di riprenderci dalle fatiche dell’asado. Dopo aver fatto qualche cattura decidiamo di rientrare per consumare solo una frugale e leggera cenetta e poi finalmente a nanna!
I due giorni seguenti avremo modo di pescare altri tratti dello stesso fiume, dedicando anche una mezza giornata di pesca nell’Arroyo Ñireco, un torrentino ricchissimo di trote all’interno della proprietà del Lodge.
Per arrivarci dobbiamo percorrere una strada sterrata e poco agevole attraversando gli spazi infiniti dei pascoli dell’Estancia, dove in lontananza scorgiamo diverse mandrie di animali.
In questo piccolo corso d’acqua ci divertiamo veramente, man mano che lo si risale cambia continuamente conformazione: da pozze con grossi massi da pescare a ninfa a piccole piane di veloce acqua poco profonda da pescare a secca in caccia. Le trote sono tantissime, quasi tutte Arcoiris ma di dimensioni più piccole.
Ad un certo punto parte anche una copiosa schiusa che ci fa divertire un sacco per un paio d’ore, catturando anche qualche trota più corpulenta!
Pascoli immensi all’interno della proprietà dell’Estancia
Scorcio del Arroyo Ñireco
L’ultimo giorno nelle acque di competenza del Lodge peschiamo ancora mezza giornata sull’ormai “nostro” Reñi Leuvú, che si dimostra il fiume migliore e più produttivo della zona. Qui in un bellissimo tratto non ancora pescato, il Manzo sfodera tutta la sua abilità riuscendo a catturare uno splendido esemplare di Arcoiris dietro ad una grande pietra, che farà tribolare non poco la nostra guida Gerardo per poterla guadinare, pesce di poco sopra i 50 cm.
Poco dopo questa cattura, “Giacomo il Magnifico” tira fuori dal cilindro una trucha Marrón più piccola della cattura precedente ma dai colori meravigliosi!
Il Manzo con una bella trota in canna
Manzo e Gerardo con la bella Arcoiris
La trucha Marrón catturata poco dopo da Manzo
La pausa pranzo viene allestita per noi in riva al fiume da Ariel (Flaco per gli amici) e Juan (altra guida del Lodge dalla forza mostruosa). Qui, oltre ad assaggiare deliziose leccornie annaffiate da ottimo Malbec di Mendoza, avremo modo di scambiare quattro chiacchiere con Gerardo ed i ragazzi, bevendo il tradizionale infuso di yerba Mate nel suo caratteristico contenitore sferico tramite la tradizionale bombilla.
Questa situazione ci fa sentire parte di questa terra meravigliosa e dei suoi eccezionalmente ospitali abitanti, abbastanza lontani dal mondo civilizzato in un territorio aspro ma incantevole!
A bordo fiume “tomando Mate” e parlando di pesca.
Bambini felici
Dopo un arrivederci ai ragazzi, ci avviamo verso il pick up e sulla strada sterrata incontriamo una coppia di gauchos a cavallo con due fedeli cagnolini al seguito.
Prima di avviare il motore attendiamo il loro passaggio approfittando anche per salutarli e loro con un sorriso ricambiano il saluto proseguendo per la loro strada.
I due gauchos con la scorta
ci trasferiamo verso il rio Trocoman, fiume abbastanza grande dalle caratteristiche molto differenti dai precedenti, con corrente lenta ed alveo più ampio.
Qui arriviamo subito in uno spot molto bello, dove intravediamo già qualche timida bollata: bene, armo la mia nove piedi coda 5 da secca! Mentre con Manzo scendiamo lungo il fiume dopo averlo attraversato, ci avviciniamo ad una zona dove il fiume rallenta parecchio il suo corso e le sponde sono lambite da una vegetazione sia acquatica che riparia.
Il vento (una costante in tutta la Patagonia), che nei giorni scorsi aveva soffiato abbastanza ma senza darci troppo fastidio in pesca, si è placato di colpo.... le ombre della sera iniziano a farsi avanti e nel sottoriva opposto mi pare di scorgere una timida bollata.
Mi fermo ad osservare e...si, è proprio una bella bollata! Mentre qualche grossa effimera scende sull’acqua, allungo il lancio e dopo un paio di tentativi riesco a far fare la passata corretta alla mia imitazione in cdc: la superficie dell’acqua si gonfia lentamente fino a rompersi facendo spazio alla bollata, ferro e c’è! ...una bella iridea di circa 45 cm entra nel guadino dopo un breve ma intenso combattimento.
Ma ci sono altre bollate...Chiamo Manzo, ma anche lui è alle prese con delle belle catture. Andrà avanti così per un paio d’ore, finché lentamente la schiusa si esaurisce ed il fiume torna ad essere una superficie liscia, specchio per la vanitosa vegetazione circostante.
Gerardo ci aveva detto che il rio Trocoman è sempre abbastanza generoso in termini di schiuse e bollate, ci torneremo sicuramente il prossimo viaggio!
Manzo in azione sul rio Trocoman.
Una cattura di Pablo fatta a secca sul rio Trocoman.
Il programma da noi scelto “Full pesca NORTE NEUQUINO” prevede di trascorrere solo 3 notti nel Lodge dell’area Pichachen, pescando tutte le sue acque riservate, per poi trasferirci in un Hotel Provincial de Turismo, che qui viene chiamato anche Hosteria, una sorta di Lodge “statale” molto confortevole.
Qui faremo base per pescare agevolmente le acque di altre due zone: l’Area Nahueve ed Alto Neuquén.
Giunti dopo un viaggio di circa due ore alla nostra Hosteria designata, dopo una buona cena sempre a base di carne argentina grigliata alla perfezione, ci corichiamo per goderci il meritato riposo.
La nostra Hosteria, Hotel provincial de Turismo!
Il mattino successivo di buon’ora partiamo alla volta di un affluente del rio Nahueve nell’area omonima dove, a detta di Gerardo, potrebbe saltar fuori qualche grossa Marrón.
Parcheggiamo il pick up nei pressi della confluenza di questo affluente, ed una volta attraversato ci incamminiamo per oltre un’ora e mezza verso lo spot più lontano per poi iniziare la discesa verso valle.
Ci incamminiamo verso il lontano spot
La prima buca, punto di arrivo dopo la lunga camminata
Giungiamo in uno spot meraviglioso culminante con una grande e profonda buca, dove Manzo inizia a pescare guidato da Gerardo, mentre io risalgo un pochino in cerca di uno spot “fatale”.
Il fiume è bellissimo e, come in ogni altro fiume pescato, non c’è nessuno! Inizio a pescare risalendo a secca in caccia e catturando qualche trota, finché non arrivo in un tratto dove la lenta corrente viene rotta da grossi massi semi sommersi, è ora di mettersi a pescare a ninfa: sostituisco la bobina del mulinello con coda galleggiante con quella con coda e terminale da ninfa ed inizio a sondare dietro ad ogni masso.
Manzo che scruta il fiume
Ad un certo punto, dopo aver montato un ninfone di punta parecchio pesante ed una ninfa phaesant tail bead head più leggera di bracciolo, dietro ad uno di quei grossi massi il finale fa uno stop ed io ferro: c’è! Inizialmente il pesce non si muove, facendomi pensare che si tratti del fondo, ma due potenti scossoni mi fanno capire che si tratta di un grosso pesce, probabilmente una poderosa trucha Marrón.
Le mie urla attirano l’attenzione di Gerardo che mi raggiunge in un battibaleno: “Marrón grande!” esclama, e si avvicina brandendo il guadino.
Il grosso pesce, dopo una lotta sempre nei pressi del fondo ed in uno spazio parecchio circoscritto, decide però di non farsi mai vedere e dopo circa una decina di minuti di tira e molla purtroppo si slama...
L’amo senza ardiglione della ninfa di bracciolo si rivelerà con la curvatura leggermente aperta, pesce troppo potente!
Il luogo del misfatto, qui ci dovrò tornare presto!
La giornata continuerà per Manzo e per me con moltissime catture effettuate sia a secca che a ninfa, tra cui una bellissima Arcoiris da me ingannata a ninfa nei pressi della confluenza di un piccolo riale, in una spanna d’acqua. Cattura abbastanza difficoltosa in quanto la trota, molto in salute e sopra i 50 cm, continuava a saltare tra i vari massi disseminati in tutto il meraviglioso spot.
Dopo la cattura mi fermo un attimo per celebrare il momento con un buon sigaro Avana, ma scopro che l’aria molto secca di queste zone me li ha asciugati parecchio. Stessa sorte le mani, quindi consiglio vivamente di portarsi da casa una buona crema per viso e mani (e tenete i sigari sempre in un humidor ben sigillato!)
La splendida Arcoiris ingannata a ninfa, sotto una cascatella della confluenza di un riale
Festeggio la cattura con un buon sigaro (un po secchino )
Il giorno successivo, dopo una generosa colazione nell’area dedicata del nostro grazioso “Lodge statale”, ci trasferiamo nell’area Alto Neuquén nella parte superiore del rio omonimo, importante fiume lungo oltre 400 km che da il nome alla provincia e che unendosi al rio Limay forma il rio Negro.
La parte bassa del rio Neuquén ha un alveo molto ampio, mentre nella parte alta da noi pescata ha una conformazione che va dal fiume di montagna al piccolo rio di quota.
Non dimentichiamo che in tutta questa zona siamo ad una altitudine tra i 1000 ed i 1600 metri!
Trascorriamo la giornata pescando vari tratti del fiume, Manzo apre le danze con una cattura inaspettata: una trucha Criolla o Perca. Pesce molto potente mi dice, preso a ninfa in una corrente profonda dove poco prima aveva catturato anche qualche trota.
Le aree colazione/cena/living della nostra Hosteria
Il rio Neuquén in un tratto dove si restringe un po’.
La trucha Criolla (Perca) catturata a ninfa dal Manzo
Proseguendo il fiume si allarga e mentre Manzo si ferma a pescare a secca sotto le piante della sponda opposta, io raggiungo una grande piana. Qui pescando sottoriva a risalire, alternando ninfa con un piccolo strike indicator alla mosca secca, riesco a catturare una quantità imbarazzante di trote anche di bella taglia, voltandomi ogni tanto sia per osservare Manzo (anche lui alle prese con belle catture ), che per ammirare il meraviglioso paesaggio circostante, con rari uccelli patagonici che curano il nido a terra ed enormi rapaci che giocano con il vento in quota.
Manzo in pesca sotto la sponda opposta
Pablo nella piana delle tante catture
Pablo scruta il fiume in cerca di bollate
Uno dei tanti uccelli patagonici che nidificano a terra
Verso sera ci spostiamo in una zona ricca di correntine lambite da grandi rocce nel sottoriva opposto, dove ci posizioniamo ad un centinaio di metri l’uno dall’altro dividendoci i tratti di fiume da risalire a ninfa.
Credetemi, oggi ho avuto l’ennesima conferma che queste trote patagoniche hanno una forza incredibile, non sono mai dome e tirano come treni, ricordandomi un po’ i combattimenti in mare con tombarelli e tonnetti vari!
La zona di rio Neuquén dove abbiamo catturato parecchio a fine giornata
Una delle catture effettuate a ninfa da Pablo nel sottoriva opposto
Alcune delle imitazioni utilizzate nel rio Neuquén
Sulla strada del ritorno verso la nostra Hosteria ci fermiamo in un’altra struttura dello stesso tipo per berci una birretta osservando l’incredibile paesaggio naturale sotto i nostri occhi: la confluenza di un affluente nel Neuquén superior in un canyon con le luci del tramonto!
Birretta al tramonto dopo una giornata intensa
Trascorriamo la nostra ultima giornata completa di pesca sul rio Lileo, in una zona molto remota a poca distanza dal confine con il Cile. Qui il paesaggio è incredibile: un’ampia vallata con al centro una striscia tortuosa riflettente il colore blu cobalto del cielo ci trasmette un senso di libertà assoluta a contatto con questa natura primordiale.
Anche oggi effettueremo diverse catture, sia a secca in caccia che a ninfa, con qualche handicap in più creato dal vento che oggi soffia con maggior vigore, forse agevolato da questa ampia vallata che incanala l’aria proveniente dal vicino Cile e dall’oceano distante poco meno di 200 chilometri.
Oggi tocca al Manzo effettuare la cattura più rilevante, con una splendida Arcoiris di oltre 50 cm, in una profonda buca riparata dal vento.
La vallata del rio Lileo, oltre le montagne a fronte c’è il Cile
Gran cattura di Manzo, una Arcoiris sopra i 50 cm.
Cattura per Pablo costretto ad indossare il Jacket per ripararsi dal vento
Pescare in questi luoghi lontani battuti dal vento trote selvatiche nate e cresciute in fiume (seppur immesse poco più di cento anni fa) ti fa riscoprire la tranquillità interiore mista alla gioia di essere in un posto dove difficilmente altri pescatori lanceranno le loro imitazioni.
Pausa pranzo per Pablo, Gerardo, Manzo e Flaco...al riparo dal vento dietro il pick up!
L’ultimo giorno in Patagonia, dopo aver preparato i bagagli, caricato il pick up e fatto una abbondante colazione, lasciamo la nostra Hosteria per raggiungere il rio Nahueve, dove pescheremo solo mezza giornata.
Quasi pronti per la partenza
Gerardo ci porta in un tratto di fiume dove solitamente avvengono diverse schiuse durante la giornata ed infatti, non appena il sole inizia a scaldare l’aria, iniziamo ad intravedere le prime effimere svolazzare sulla superficie dell’acqua.
Oggi peschiamo entrambi a secca e ci divertiamo come matti su pesci di dimensioni leggermente inferiori alla media degli ultimi giorni. Moltissime Arcoiris e qualche Marrón di dimensioni medio piccole vengono ingannate dalle nostre imitazioni a galla, ma poco prima di smettere di pescare intravedo una impercettibile bollata sotto un ramo spiovente....
Quello sembra un bel pesce, e per la posizione particolarmente riparata potrebbe essere una bella Marrón...Dopo diversi tentativi per cercare di posizionare la mia imitazione di effimera molto vicina ai rami, finalmente la trota bolla in punta di becco; io ferro immediatamente ma purtroppo il pesce, dopo uno sguazzo in superficie dai riflessi giallo marroni che tradiscono sia la specie di appartenenza che l’ottima taglia, riesce a slamarsi lasciandomi con un palmo di naso!
Peccato, in questo viaggio non sono riuscito a catturare un bella trucha Marrón, ma sarà solo uno stimolo per ritornare e riprovarci.
Meraviglioso tratto del rio Nahueve
Piana del Nahueve dove una copiosa schiusa ha messo in attività le trote
Una delle tante Arcoiris
Pablo che lancia sulla Marrón che sta bollando nel sottoriva opposto
La nostra vacanza di pesca nel nord della Patagonia è giunto al termine e nel pomeriggio, dopo la sempre piacevole pausa pranzo a base di leccornie patagoniche allestita sul fiume da Gerardo, ci mettiamo in viaggio per raggiungere la cittadina di Chos Malal.
Qui, dopo esserci rinfrescati nell’abitazione di Gerardo e dopo aver preparato i bagagli per la partenza, verso le diciannove prendiamo un comodissimo autobus turistico con poltrone da business class, che ci porterà fino all’aeroporto di Neuquén dopo un tragitto notturno di diverse ore.
Il mattino seguente un volo interno di un paio d’ore ci farà giungere a Buenos Aires, da dove il Manzo rientrerà in Italia, mentre io proseguirò per un’altra avventura in Patagonia.
Sulla via del ritorno
Esistono altri programmi di pesca che si possono fare in questa area, dal programma “Aventura” (più economico) con soggiorno in Hosteria e “Campamento” sul fiume, al programma “Full Lodge” (più costoso) con soggiorno esclusivo nel Lodge, fino al programma “Full Pesca” (dal costo più accessibile) che è quello fatto da noi con soggiorno misto sia in Lodge che in Hosteria.
Un grazie di cuore al Manzo per avere condiviso questa meravigliosa esperienza.
Alla prossima avventura!!
Tutto ciò grazie alla mia nuova attività di organizzatore di viaggi di pesca nel mondo, intrapresa dopo aver deciso di voler dare una svolta alla mia vita, essendomi stancato dei tradizionali ritmi lavorativi ai quali mi ero ormai assuefatto da troppi anni!
La zona prescelta è stata l’area settentrionale della provincia del Neuquén (Norte Neuquino), situata nell’estremo nord della Patagonia, regione di oltre 1.000.000 di km2 occupante l’estremo sud dell’America Latina e comprendente una cospicua porzione meridionale di Argentina e Cile.
Quest’area è abbastanza lontana dai normali percorsi turistici in quanto difficile da raggiungere rispetto alle più blasonate mete di pesca Patagoniche, ma vi assicuro che è ben ricca di fiumi molto pescosi, immersi in una natura incontaminata e decisamente poco battuti.
A sinistra individuazione della Patagonia, a destra la provincia del Neuquén, al suo estremo nord ovest.
Giunti in mattinata dopo un lungo volo transoceanico notturno all’aeroporto internazionale “Ezeiza” di Buenos Aires, distante una quarantina di chilometri dalla città, il primo istinto è stato quello di fare uno spuntino in uno dei tanti ristorantini dell’aeroporto, dove un abbondante piatto di spiedini di squisita carne argentina accompagnato da una generosa dose di patate fritte ed una birretta fresca ci ha fatto ringalluzzire dalle fatiche del viaggio! Sazi e soddisfatti, ci trasferiamo verso l’aeroporto nazionale “Aeroparque”, situato in città sulla costa del Rio de la Plata, come viene chiamato l’enorme rientranza dalla forma ad imbuto (lunga ben 290 chilometri e larga da 48 a 220) che contraddistingue l’estuario formato dal Rio Uruguay e dal Rio Paranà.
L’estuario del rio de la Plata fotografato dallo spazio (fonte NASA)
Quì prendiamo un volo interno della durata di circa due ore verso l’aeroporto di Neuquén, dove ad aspettarci troviamo Gerardo, guida professionista abilitata e mio referente esclusivo per la pesca in tutta la provincia.
Caricata l’attrezzatura sul pick up, ci aspetta un tragitto di ben oltre quattro ore, buona parte delle quali su strada sterrata, come di consueto in queste zone.
La rete stradale è composta quasi tutta da sterrati.
Si fa sera, mentre ci avviciniamo alla nostra meta.
Giungiamo in tarda serata nel primo Lodge del nostro programma di viaggio quasi a buio. Qui infatti siamo nell’emisfero Australe dove le stagioni sono invertite rispetto alle nostre ed il periodo corrisponde quindi alla fine dell’estate, con giornate ancora piuttosto lunghe.
Giusto il tempo di scaricare i bagagli e di sistemarci in camera che Lorena, la deliziosa padrona di casa, ci invita a gustare una favolosa cena preparata da Alejandro, il talentuoso chef del Lodge, a base di cordero patagonico innaffiato da un ottimo Malbec rosso!
Foto del dopo cena nel Lodge, al centro Alejandro, lo Chef.
Dopo cena Gerardo e le altre guide ci informano sulle tecniche di pesca da adottare che saranno principalmente la pesca a mosca secca, sia in caccia (visti i livelli bassi di questo periodo) che in presenza di schiuse, e la pesca a ninfa in tutte le sue espressioni a seconda degli spot; inoltre ci svelano qualche dritta sulle prede che andremo ad insidiare nei giorni a venire nei numerosi fiumi di queste zone remote, e cioè la trucha Arcoiris (trota Iridea) e le trucha Marrón (trota Fario).
Questi salmonidi sono stati introdotti a partire dai primi anni del secolo scorso su proposta del famoso esploratore argentino Francisco Moreno (1852-1919) meglio conosciuto come Perito Moreno, grazie soprattutto alla sua competenza (di tecnico esperto) nell’arbitrato sul confine tra Argentina e Cile, e dal quale prese anche il nome l’altrettanto famoso ghiacciaio!
Nonostante le prime uova introdotte (nel 1902) furono di trote Fario di provenienza inglese, le trote Iridee hanno mediamente una popolazione doppia rispetto a queste ultime ed hanno maggiormente colonizzato le acque della Patagonia.
Questa colonizzazione da parte dei salmonidi, subito adattatisi alla perfezione in queste fresche ed ossigenate acque, ha fatto si che altre specie autoctone venissero relegate a ruolo di pesci minori come ad esempio la trucha Criolla o Perca, un potente percide un tempo unico predatore incontrastato di queste acque, abbastanza somigliante all’europeo Lucioperca.
I tre predatori di queste acque
Il mattino seguente, dopo una rinfrancante dormita, io e Manzo siamo pronti per la nostra prima giornata di pesca nel nord della Patagonia.
Dopo aver fatto un’abbondante ed ottima colazione, ci mettiamo sotto il portico all’aria pungente del mattino (di notte la temperatura inizia a scendere parecchio a fine estate) per infilarci waders e scarponcini in modo da essere subito pronti all’azione una volta giunti sul fiume.
Il tragitto dal Lodge alla strada principale che costeggia il primo fiume che pescheremo è abbastanza lungo e tortuoso (essendo percorso tutto in fuoristrada) e dopo una ventina di minuti giungiamo nei pressi di un grosso cancello chiuso a chiave che delimita la proprietà del Lodge.
Esterno del Lodge con il portico dove ci si può cambiare comodamente.
La notte la temperatura scende di parecchio da queste parti.
In Patagonia per raggiungere i vari spot di pesca sui fiumi, bisogna potersi spostare anche all’interno dei terreni di proprietà delle molte Estancias (negli USA vengono chiamati Ranch) che in questi spazi enormi vi allevano bestiame; di conseguenza le guide di pesca, oltre a dover essere in possesso della necessaria abilitazione governativa e non essere “improvvisate”, devono anche avere le autorizzazioni al transito dai vari proprietari e le relative chiavi dei numerosi cancelli delimitanti le proprietà.
Uno dei tanti cancelli all’interno dell’ Estancia
Chi si dimentica le chiavi rischia di attendere anche per ore.
Il primo fiume dove Gerardo ci porta a pescare è il rio Reñi Leuvú, un fiumetto di medie dimensioni con qualche bella buca anche molto profonda che ci darà numerosissime soddisfazioni nei giorni a venire.
Ci sistemiamo uno per sponda e, dal momento che non c’è ancora attività di superficie, armiamo le nostre canne da ninfa, con la possibilità di passare subito alla secca qualora la situazione dovesse cambiare.
Risalendo il corso d’acqua quasi appaiati, iniziamo ad effettuare le prime catture di Arcoiris (trote Iridee) che risultano essere molto più combattive e forti rispetto alla loro taglia. Ad un certo punto giungiamo nei pressi di una bella buca più agevolmente pescabile dalla sponda di Manzo il quale, una volta battuta la prima parte dello spot, mentre risalendo si avvicina alla “zona calda”, lo vedo ferrare energicamente: “c’è, ed è anche bella”, urla!...
... La trota prende subito la corrente e Manzo è costretto quasi a rincorrerla scendendo lungo la sponda, ma per fortuna incontra una zona di acqua abbastanza profonda ma più calma, e lentamente riesce a portare a guadino il grosso pesce che si rivelerà una Arcoiris decisamente sopra i 50 cm. Niente male come inizio, bravo Manzo!
Scorcio del Reñi Leuvú
Cattura di una Arcoiris di Pablo a ninfa.
Fase critica del combattimento di Manzo con una grossa Arcoiris.
L’Arcoiris catturata dal Manzo
Verso l’una e mezza Gerardo dice che è ora di rientrare, svelandoci che al Lodge hanno preparato un asado di benvenuto tutto per noi, con tanto di musicos locali, una grande fiesta alla quale non possiamo mancare! Ad attenderci all’ingresso del Lodge ci sono la proprietaria Lorena ed il padre Horacio che ci offrono due calici di Malbec.
Tutti sono indaffarati ed ognuno ha il suo compito: chi deve curare il fuoco per l’asado, chi sistema la tavolata, chi prepara i contorni, le guarnizioni e le salse, i musicos accennano qualche pezzo...insomma si respira quell’aria di convivialità argentina di cui ho sempre solo sentito parlare.
La carne è squisita, il vino scorre, la musica ci rallegra e la compagnia è ottima, infatti io e Manzo non ci facciamo pregare e ci diamo dentro abbastanza!
Fiesta con asado, musicos (gruppo dei Nietos del Viento) e tanta allegria.
Verso le cinque Gerardo ci trascina via per trascorrere un paio di orette sul vicino fiume, dove avremo modo di riprenderci dalle fatiche dell’asado. Dopo aver fatto qualche cattura decidiamo di rientrare per consumare solo una frugale e leggera cenetta e poi finalmente a nanna!
I due giorni seguenti avremo modo di pescare altri tratti dello stesso fiume, dedicando anche una mezza giornata di pesca nell’Arroyo Ñireco, un torrentino ricchissimo di trote all’interno della proprietà del Lodge.
Per arrivarci dobbiamo percorrere una strada sterrata e poco agevole attraversando gli spazi infiniti dei pascoli dell’Estancia, dove in lontananza scorgiamo diverse mandrie di animali.
In questo piccolo corso d’acqua ci divertiamo veramente, man mano che lo si risale cambia continuamente conformazione: da pozze con grossi massi da pescare a ninfa a piccole piane di veloce acqua poco profonda da pescare a secca in caccia. Le trote sono tantissime, quasi tutte Arcoiris ma di dimensioni più piccole.
Ad un certo punto parte anche una copiosa schiusa che ci fa divertire un sacco per un paio d’ore, catturando anche qualche trota più corpulenta!
Pascoli immensi all’interno della proprietà dell’Estancia
Scorcio del Arroyo Ñireco
L’ultimo giorno nelle acque di competenza del Lodge peschiamo ancora mezza giornata sull’ormai “nostro” Reñi Leuvú, che si dimostra il fiume migliore e più produttivo della zona. Qui in un bellissimo tratto non ancora pescato, il Manzo sfodera tutta la sua abilità riuscendo a catturare uno splendido esemplare di Arcoiris dietro ad una grande pietra, che farà tribolare non poco la nostra guida Gerardo per poterla guadinare, pesce di poco sopra i 50 cm.
Poco dopo questa cattura, “Giacomo il Magnifico” tira fuori dal cilindro una trucha Marrón più piccola della cattura precedente ma dai colori meravigliosi!
Il Manzo con una bella trota in canna
Manzo e Gerardo con la bella Arcoiris
La trucha Marrón catturata poco dopo da Manzo
La pausa pranzo viene allestita per noi in riva al fiume da Ariel (Flaco per gli amici) e Juan (altra guida del Lodge dalla forza mostruosa). Qui, oltre ad assaggiare deliziose leccornie annaffiate da ottimo Malbec di Mendoza, avremo modo di scambiare quattro chiacchiere con Gerardo ed i ragazzi, bevendo il tradizionale infuso di yerba Mate nel suo caratteristico contenitore sferico tramite la tradizionale bombilla.
Questa situazione ci fa sentire parte di questa terra meravigliosa e dei suoi eccezionalmente ospitali abitanti, abbastanza lontani dal mondo civilizzato in un territorio aspro ma incantevole!
A bordo fiume “tomando Mate” e parlando di pesca.
Bambini felici
Dopo un arrivederci ai ragazzi, ci avviamo verso il pick up e sulla strada sterrata incontriamo una coppia di gauchos a cavallo con due fedeli cagnolini al seguito.
Prima di avviare il motore attendiamo il loro passaggio approfittando anche per salutarli e loro con un sorriso ricambiano il saluto proseguendo per la loro strada.
I due gauchos con la scorta
ci trasferiamo verso il rio Trocoman, fiume abbastanza grande dalle caratteristiche molto differenti dai precedenti, con corrente lenta ed alveo più ampio.
Qui arriviamo subito in uno spot molto bello, dove intravediamo già qualche timida bollata: bene, armo la mia nove piedi coda 5 da secca! Mentre con Manzo scendiamo lungo il fiume dopo averlo attraversato, ci avviciniamo ad una zona dove il fiume rallenta parecchio il suo corso e le sponde sono lambite da una vegetazione sia acquatica che riparia.
Il vento (una costante in tutta la Patagonia), che nei giorni scorsi aveva soffiato abbastanza ma senza darci troppo fastidio in pesca, si è placato di colpo.... le ombre della sera iniziano a farsi avanti e nel sottoriva opposto mi pare di scorgere una timida bollata.
Mi fermo ad osservare e...si, è proprio una bella bollata! Mentre qualche grossa effimera scende sull’acqua, allungo il lancio e dopo un paio di tentativi riesco a far fare la passata corretta alla mia imitazione in cdc: la superficie dell’acqua si gonfia lentamente fino a rompersi facendo spazio alla bollata, ferro e c’è! ...una bella iridea di circa 45 cm entra nel guadino dopo un breve ma intenso combattimento.
Ma ci sono altre bollate...Chiamo Manzo, ma anche lui è alle prese con delle belle catture. Andrà avanti così per un paio d’ore, finché lentamente la schiusa si esaurisce ed il fiume torna ad essere una superficie liscia, specchio per la vanitosa vegetazione circostante.
Gerardo ci aveva detto che il rio Trocoman è sempre abbastanza generoso in termini di schiuse e bollate, ci torneremo sicuramente il prossimo viaggio!
Manzo in azione sul rio Trocoman.
Una cattura di Pablo fatta a secca sul rio Trocoman.
Il programma da noi scelto “Full pesca NORTE NEUQUINO” prevede di trascorrere solo 3 notti nel Lodge dell’area Pichachen, pescando tutte le sue acque riservate, per poi trasferirci in un Hotel Provincial de Turismo, che qui viene chiamato anche Hosteria, una sorta di Lodge “statale” molto confortevole.
Qui faremo base per pescare agevolmente le acque di altre due zone: l’Area Nahueve ed Alto Neuquén.
Giunti dopo un viaggio di circa due ore alla nostra Hosteria designata, dopo una buona cena sempre a base di carne argentina grigliata alla perfezione, ci corichiamo per goderci il meritato riposo.
La nostra Hosteria, Hotel provincial de Turismo!
Il mattino successivo di buon’ora partiamo alla volta di un affluente del rio Nahueve nell’area omonima dove, a detta di Gerardo, potrebbe saltar fuori qualche grossa Marrón.
Parcheggiamo il pick up nei pressi della confluenza di questo affluente, ed una volta attraversato ci incamminiamo per oltre un’ora e mezza verso lo spot più lontano per poi iniziare la discesa verso valle.
Ci incamminiamo verso il lontano spot
La prima buca, punto di arrivo dopo la lunga camminata
Giungiamo in uno spot meraviglioso culminante con una grande e profonda buca, dove Manzo inizia a pescare guidato da Gerardo, mentre io risalgo un pochino in cerca di uno spot “fatale”.
Il fiume è bellissimo e, come in ogni altro fiume pescato, non c’è nessuno! Inizio a pescare risalendo a secca in caccia e catturando qualche trota, finché non arrivo in un tratto dove la lenta corrente viene rotta da grossi massi semi sommersi, è ora di mettersi a pescare a ninfa: sostituisco la bobina del mulinello con coda galleggiante con quella con coda e terminale da ninfa ed inizio a sondare dietro ad ogni masso.
Manzo che scruta il fiume
Ad un certo punto, dopo aver montato un ninfone di punta parecchio pesante ed una ninfa phaesant tail bead head più leggera di bracciolo, dietro ad uno di quei grossi massi il finale fa uno stop ed io ferro: c’è! Inizialmente il pesce non si muove, facendomi pensare che si tratti del fondo, ma due potenti scossoni mi fanno capire che si tratta di un grosso pesce, probabilmente una poderosa trucha Marrón.
Le mie urla attirano l’attenzione di Gerardo che mi raggiunge in un battibaleno: “Marrón grande!” esclama, e si avvicina brandendo il guadino.
Il grosso pesce, dopo una lotta sempre nei pressi del fondo ed in uno spazio parecchio circoscritto, decide però di non farsi mai vedere e dopo circa una decina di minuti di tira e molla purtroppo si slama...
L’amo senza ardiglione della ninfa di bracciolo si rivelerà con la curvatura leggermente aperta, pesce troppo potente!
Il luogo del misfatto, qui ci dovrò tornare presto!
La giornata continuerà per Manzo e per me con moltissime catture effettuate sia a secca che a ninfa, tra cui una bellissima Arcoiris da me ingannata a ninfa nei pressi della confluenza di un piccolo riale, in una spanna d’acqua. Cattura abbastanza difficoltosa in quanto la trota, molto in salute e sopra i 50 cm, continuava a saltare tra i vari massi disseminati in tutto il meraviglioso spot.
Dopo la cattura mi fermo un attimo per celebrare il momento con un buon sigaro Avana, ma scopro che l’aria molto secca di queste zone me li ha asciugati parecchio. Stessa sorte le mani, quindi consiglio vivamente di portarsi da casa una buona crema per viso e mani (e tenete i sigari sempre in un humidor ben sigillato!)
La splendida Arcoiris ingannata a ninfa, sotto una cascatella della confluenza di un riale
Festeggio la cattura con un buon sigaro (un po secchino )
Il giorno successivo, dopo una generosa colazione nell’area dedicata del nostro grazioso “Lodge statale”, ci trasferiamo nell’area Alto Neuquén nella parte superiore del rio omonimo, importante fiume lungo oltre 400 km che da il nome alla provincia e che unendosi al rio Limay forma il rio Negro.
La parte bassa del rio Neuquén ha un alveo molto ampio, mentre nella parte alta da noi pescata ha una conformazione che va dal fiume di montagna al piccolo rio di quota.
Non dimentichiamo che in tutta questa zona siamo ad una altitudine tra i 1000 ed i 1600 metri!
Trascorriamo la giornata pescando vari tratti del fiume, Manzo apre le danze con una cattura inaspettata: una trucha Criolla o Perca. Pesce molto potente mi dice, preso a ninfa in una corrente profonda dove poco prima aveva catturato anche qualche trota.
Le aree colazione/cena/living della nostra Hosteria
Il rio Neuquén in un tratto dove si restringe un po’.
La trucha Criolla (Perca) catturata a ninfa dal Manzo
Proseguendo il fiume si allarga e mentre Manzo si ferma a pescare a secca sotto le piante della sponda opposta, io raggiungo una grande piana. Qui pescando sottoriva a risalire, alternando ninfa con un piccolo strike indicator alla mosca secca, riesco a catturare una quantità imbarazzante di trote anche di bella taglia, voltandomi ogni tanto sia per osservare Manzo (anche lui alle prese con belle catture ), che per ammirare il meraviglioso paesaggio circostante, con rari uccelli patagonici che curano il nido a terra ed enormi rapaci che giocano con il vento in quota.
Manzo in pesca sotto la sponda opposta
Pablo nella piana delle tante catture
Pablo scruta il fiume in cerca di bollate
Uno dei tanti uccelli patagonici che nidificano a terra
Verso sera ci spostiamo in una zona ricca di correntine lambite da grandi rocce nel sottoriva opposto, dove ci posizioniamo ad un centinaio di metri l’uno dall’altro dividendoci i tratti di fiume da risalire a ninfa.
Credetemi, oggi ho avuto l’ennesima conferma che queste trote patagoniche hanno una forza incredibile, non sono mai dome e tirano come treni, ricordandomi un po’ i combattimenti in mare con tombarelli e tonnetti vari!
La zona di rio Neuquén dove abbiamo catturato parecchio a fine giornata
Una delle catture effettuate a ninfa da Pablo nel sottoriva opposto
Alcune delle imitazioni utilizzate nel rio Neuquén
Sulla strada del ritorno verso la nostra Hosteria ci fermiamo in un’altra struttura dello stesso tipo per berci una birretta osservando l’incredibile paesaggio naturale sotto i nostri occhi: la confluenza di un affluente nel Neuquén superior in un canyon con le luci del tramonto!
Birretta al tramonto dopo una giornata intensa
Trascorriamo la nostra ultima giornata completa di pesca sul rio Lileo, in una zona molto remota a poca distanza dal confine con il Cile. Qui il paesaggio è incredibile: un’ampia vallata con al centro una striscia tortuosa riflettente il colore blu cobalto del cielo ci trasmette un senso di libertà assoluta a contatto con questa natura primordiale.
Anche oggi effettueremo diverse catture, sia a secca in caccia che a ninfa, con qualche handicap in più creato dal vento che oggi soffia con maggior vigore, forse agevolato da questa ampia vallata che incanala l’aria proveniente dal vicino Cile e dall’oceano distante poco meno di 200 chilometri.
Oggi tocca al Manzo effettuare la cattura più rilevante, con una splendida Arcoiris di oltre 50 cm, in una profonda buca riparata dal vento.
La vallata del rio Lileo, oltre le montagne a fronte c’è il Cile
Gran cattura di Manzo, una Arcoiris sopra i 50 cm.
Cattura per Pablo costretto ad indossare il Jacket per ripararsi dal vento
Pescare in questi luoghi lontani battuti dal vento trote selvatiche nate e cresciute in fiume (seppur immesse poco più di cento anni fa) ti fa riscoprire la tranquillità interiore mista alla gioia di essere in un posto dove difficilmente altri pescatori lanceranno le loro imitazioni.
Pausa pranzo per Pablo, Gerardo, Manzo e Flaco...al riparo dal vento dietro il pick up!
L’ultimo giorno in Patagonia, dopo aver preparato i bagagli, caricato il pick up e fatto una abbondante colazione, lasciamo la nostra Hosteria per raggiungere il rio Nahueve, dove pescheremo solo mezza giornata.
Quasi pronti per la partenza
Gerardo ci porta in un tratto di fiume dove solitamente avvengono diverse schiuse durante la giornata ed infatti, non appena il sole inizia a scaldare l’aria, iniziamo ad intravedere le prime effimere svolazzare sulla superficie dell’acqua.
Oggi peschiamo entrambi a secca e ci divertiamo come matti su pesci di dimensioni leggermente inferiori alla media degli ultimi giorni. Moltissime Arcoiris e qualche Marrón di dimensioni medio piccole vengono ingannate dalle nostre imitazioni a galla, ma poco prima di smettere di pescare intravedo una impercettibile bollata sotto un ramo spiovente....
Quello sembra un bel pesce, e per la posizione particolarmente riparata potrebbe essere una bella Marrón...Dopo diversi tentativi per cercare di posizionare la mia imitazione di effimera molto vicina ai rami, finalmente la trota bolla in punta di becco; io ferro immediatamente ma purtroppo il pesce, dopo uno sguazzo in superficie dai riflessi giallo marroni che tradiscono sia la specie di appartenenza che l’ottima taglia, riesce a slamarsi lasciandomi con un palmo di naso!
Peccato, in questo viaggio non sono riuscito a catturare un bella trucha Marrón, ma sarà solo uno stimolo per ritornare e riprovarci.
Meraviglioso tratto del rio Nahueve
Piana del Nahueve dove una copiosa schiusa ha messo in attività le trote
Una delle tante Arcoiris
Pablo che lancia sulla Marrón che sta bollando nel sottoriva opposto
La nostra vacanza di pesca nel nord della Patagonia è giunto al termine e nel pomeriggio, dopo la sempre piacevole pausa pranzo a base di leccornie patagoniche allestita sul fiume da Gerardo, ci mettiamo in viaggio per raggiungere la cittadina di Chos Malal.
Qui, dopo esserci rinfrescati nell’abitazione di Gerardo e dopo aver preparato i bagagli per la partenza, verso le diciannove prendiamo un comodissimo autobus turistico con poltrone da business class, che ci porterà fino all’aeroporto di Neuquén dopo un tragitto notturno di diverse ore.
Il mattino seguente un volo interno di un paio d’ore ci farà giungere a Buenos Aires, da dove il Manzo rientrerà in Italia, mentre io proseguirò per un’altra avventura in Patagonia.
Sulla via del ritorno
Esistono altri programmi di pesca che si possono fare in questa area, dal programma “Aventura” (più economico) con soggiorno in Hosteria e “Campamento” sul fiume, al programma “Full Lodge” (più costoso) con soggiorno esclusivo nel Lodge, fino al programma “Full Pesca” (dal costo più accessibile) che è quello fatto da noi con soggiorno misto sia in Lodge che in Hosteria.
Un grazie di cuore al Manzo per avere condiviso questa meravigliosa esperienza.
Alla prossima avventura!!
Paolo Fortunati (Pablo)
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