Déjà vu - Solid Tip.... Ieri, oggi e domani...?
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- Scritto da Andrea Vidotto (Nino)
testo e foto di Andrea Vidotto (Nino)
Déjà vu
Può apparir strano che in una rubrica Déjà Vu, appaia una "striscia" su questo argomento. Ma con la fretta che ha questo mondo... Tutto quello che è o si presume nuovo, dopo poco tempo, diventa un déjà vu!
Ma procediamo storicamente: il cimino riportato nasce nel mondo della canna fissa, intorno agli anni '60, dalla necessità di lanciare lenze leggere per la pesca dei piccoli ciprinidi, nonché per un più sicuro salpaggio degli stessi. Lo sviluppo e diffusione arrivò al quotidiano anche per altre tecniche. Per il nostro "settore" giunse già montato con i grezzi in fiberglass, agli inizi dei ' 70 delle telescopiche della ditta Palú. Quel genio di S. Kuckiewicz, nella metà dello stesso periodo, fece suo il concetto di una PAM ultraleggera. Realizzò code inferiori alla 1 e canne con vettino riportato idonee a spingere tali lenze, tramite il suo lanciare. Nel frattempo anche la Valsesiana si aggiornò... Con la diffusione della fibra di carbonio, Palú cambiò i grezzi in favore di questo materiale e creò, nella fine dei '70, la Mini Mosca. Vero cavallo di battaglia tra tutte le sue canne. Mantenendo il solid tip e adeguando il portacimino, mise a punto azioni differenziate.
Dopo un decennio circa di "assuefazione", F. Vivarelli presentò una 9' piedi "Golden tip", adeguata a lanciare le sue code ultraleggere. Francamente, non la ho mai vista dal vivo e posso solo presumere la presenza del solid tip... All'inizio dei '90, A. Caligani disegnò una serie di canne per il lancio "Italian Style", tra le quali un modello 7'6" coda 1, con annesso cimino riportato...
I decenni (!) passarono e il silenzio cadde sul Solid, rotto solo dall' arrivo della Tenkara... Arrivati ai giorni nostri, un lustro fa, il "nostro" Gigi55 sente la necessità di una canna che permetta di lanciare efficacemente le moderne code da ninfa ultraleggere. Esprimendo questa sua esigenza all' amico Andrea "River", quest'ultimo reinventa il solid tip e tramite Enrico Rod Garage, realizzano la loro interpretazione. Ed ecco che questa soluzione riprende nuova vita e diffusione, piuttosto consistente.
Cosa è cambiato allora nel tempo?
L' interpretazione. Cioè il reale utilizzo di questo strumento. La canna con il solid tip serve per lanciare lenze leggerissime e artificiali che possano essere proiettati da esse. Non è una canna "sensibile" per sentire le abboccate o il fondo. Non è una canna per "pucciare". Non teme i pesci grossi. Che si stancano tramite il "manico" della canna e del pescatore. Il solid è il pezzo più robusto del set. Neanche a calpestarlo si rompe. Tramite le moderne canne da "ninfa" (perché solo ninfa? Ci si pesca benissimo anche a secca e sommersa), si può creare un'azione veramente funzionale: cimino flessibile, parte centrale progressiva e manico di "sostegno". Chiaro che ognuno può usare la canna come vuole... Ma il tocco è un'altra tecnica, da rispettare, ma non è pesca a mosca.
Non solo ninfa dunque, ma tutti gli artificiali che si riescono a lanciare dignitosamente. A tale scopo si realizzano questi ultimi con il concetto di togliere piuttosto che aggiungere.
La pesca ultraleggera efficiente è tecnica e piacevole, aiuta a stabilire il contatto positivo, che viene offuscato dal "peso" in eccesso, spesso presente.
Nel tempo, migliorano le capacità del pescatore, nella "capacità di percezione".
È altrettanto chiaro che la soluzione Solid Tip non è universale, ma adeguando il "settaggio" si possono affrontare la quasi maggior parte delle situazioni "normali" della PAM.
Dopo questo atipico malloppo, vi lascio paradossalmente con una mosca non da code ultraleggere: una fantastica May Fly full hackle del ~80 dell' inimitable F. Palú.
Andrea Vidotto (Nino)
© PIPAM.it