OFS - Lodge della Piquette - Loue - Francia
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- Scritto da Andrea Cuccaro (WM)
Lodge della Piquette - Loue - Francia.
Giugno 2022
Cinque chilometri di acque che cercano di aprirsi una strada tra le pareti rocciose di un canyon inaccessibile, alberi aggrappati alla montagna che tentano di scalarla, un lodge di pesca con una cucina che cancella ogni timido tentativo di dieta, temoli e trote, e si…anche cavedani d’oltralpe, che competono ad armi pari con il pescatore in quanto ad astuzia…questa è la Piquette, sulla Loue, nella regione della Bourgogne-Franche-Comté, dai nostri cugini francesi.
La home-pool
Erano due decenni che desideravo andarci e, finalmente con un gruppo di sette amici, tra i quali Riccardo Carrara organizzatore e veterano della Piquette, abbiamo prenotato le sue acque per quasi tre giorni.
La Piquette, nel 1987, con una manciata di vacche e 4.000 trote all’anno vendute al mercato, era il sostentamento della prima famiglia che abitava nel casale originario. Nel 2008 viene comprata dall’attuale proprietario che l’ha trasformata in una riserva a numero chiuso con poche regole chiare e precise.
Il tratto è diviso in 25 accessi al fiume (1-25), alcuni sponda singola, da affrontare rigorosamente a secca, tranne in alcuni settori (13-18), dove è ammessa la ninfa a vista.
Una risorgiva del genere e il fatto che devi pescare prevalentemente “sopra”, ti obbliga a non prenderti vacanze mentali, anzi ti devi adattare immediatamente se vuoi avere la meglio sui suoi abitanti che, difficilmente, offrono il perdono a un lancio maldestro o a una posa goffa e rumorosa.
Il sottoscritto in azione
La giornata iniziava con una robusta colazione, poi ci si divideva nelle zone e si pescava fino alle 12,30.
Pranzo…di nuovo in acqua fino alle 18…cena…in acqua di nuovo per il coup e al ritorno, a buio, torta, delizie del forno Lazzaroni portate da Luca, e resoconti della giornata tutti insieme nella “salle a manger” del lodge.
Inutile dirvi che il miglior enzima per la riuscita di queste spedizioni sono le risate che ci siamo fatte!
Da sin, in piedi: Mik, Luca Lazzaroni, Balboa, Gherardo Zambelli, Riccardo Carrara.
Seduti: Mirco Magnani, Gigi Rizzo e Marco Cavagnero.
Dopo un timido tentativo da parte del sottoscritto, (…e in cuor mio già abortito prima ancora di esternarlo), di corrompere la cuoca per convincerla a darci meno da mangiare, non abbiamo avuto nessuna difficoltà ad adattarci immediatamente ai ritmi culinari della brava signora!…in primis ai sontuosi cabaret di formaggi!
Gli abitanti sono temoli, trote (le famose zébrée) e nelle bit basse, cavedani europei dalla taglia molto interessante.
Bonefish in tailing?…no, cavedani europei in frega.
Si pescava prevalentemente con finali lunghi e sottili, con imitazioni di sedge, terrestrial, quill, spinner, formiche e con la famosa imitazione della mosca di Ornans.
I livelli erano bassini e la temperatura dell’acqua era di 16°/17°, mentre di fuori si passava dagli 8°/10° della mattina ai 20°/22° durante giornata.
Si percorrevano le rive erbose cercando di fare poco rumore, ma soprattutto rimanendo celati dalla vegetazione per scrutare ogni “impurità” della superficie, anche la più insignificante.
A quel punto ci si calava in acqua, molto silenziosi, e si cercava di essere dei cecchini.
Si capisce perché si chiamano “zébrée”…
In assenza di attività si andava in caccia nei ravini, sotto la vegetazione o tra un sasso e l’altro, muovendosi sempre molto lentamente e senza far rumore.
Riccardo a secca, nelle correntine.
Luca nel sottoriva
Al coup du soir si vivevano gli ultimi delicati momenti. Se avevi scelto la lama “giusta” il numero di bollate era molto soddisfacente, altrimenti si lanciava su quelle individuate.
In conclusione, posto di gran fascino, che ti impone di saper lanciare e pescare bene a secca.
Dovendo usare terminali sottili, aggiungo di non sottovalutare la ferrata: decisa ma al contempo morbida.
Mi piacerebbe ritornarci in un altro periodo, ad esempio all’apertura, a inizio Maggio, (prima rimane chiusa, perché le regole nazionali francesi impongono il piede asciutto), per testarla con dei livelli di acqua diversi.
E per concludere, la formula di averla tutta per noi, con un gruppo affiatato di amici, è risultata sicuramente vincente.
Valerio "BALBOA" Santagostino