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ITA - IL PIACERE DI RICOMINCIARE...dal piccolo!

Italia  18/08/2005 di Flyman


Ricominciare, sembra quasi la canzone di Pappalardo, ma dopo più di 70 giorni di riposo forzato da qualche parte bisognava pur cominciare, gia, ma dove?
Quando l`omino con il camice bianco mi disse la famosa frase: BASTA, NIENTE PIU` BACCO TABACCO E VENERE, E SOPRATTUTTO RIPOSO E NIENTE STRAPAZZI pensavo mi stesse prendendo in giro. Ma come...a 35 anni mi devo ridurre a mangiare insalata, pasta scondita, niente grassi, basta salumi...ma quindi tutto questo significa niente più merende in giro, formaggi mielosi, e specialità varie senza dimenticare pescare, arrampicare, etc.
Voi che cosa avreste fatto al mio posto? io ho obbedito...sono stato bravo, mi sono controllato, mi hanno tagliato, cucito, sondato e analizzato, di notte sognavo arrosti di vitella, costine alla brace e Barbera tagliato col Bonarda, cosi tanto per dare gusto, tanto era un sogno.
Sono stato bravo, ho rinunciato agli strapazzi, niente pesca, niente chilometri per valli e fiumi vari, soprattutto il Fly Trekking di Pipam, ma almeno niente lavoro, ho dovuto sopportare di leggere i tread di pescate memorabili e di compagnie fantastiche, di baraccate, di merende e di bevute, ho solo letto, invidiato, e pianto.

Ma ora tutto funziona bene, il motore gira ancora a mezzo regime, ma finalmente posso partire con il rodaggio, si ma dove?
Ho deciso di riscoprire un torrentello vicino casa, poca strada da fare, stradina molto comoda che costeggia l`acqua, permettendomi di arrivare direttamente alle buche più interessanti, unico inconveniente il fatto che il sopracitato torrente sia frequentato da varie e losche figure autoctone armate dei più svariati sistemi di pesca, ma non importa, ho solo voglia di lanciare due piume, di sentire il suono dell`acqua che bacia la vecchia pietra, e possibilmente di stare da solo.
Allora amici, perchè vi ritengo tali, eccovi un piccolo e modesto report con qualche foto, scusate se non sono perfette, di questa giornata di pesca, una giornata semplice, una giornata umile, come non mi era capitato da anni.Appena arrivo mi prende la solita frenesia della pesca, vedo e sento l`acqua come non ricordavo, questo torrente di solito è quasi asciutto, certo la vegetazione rigogliosa dell`estate potrebbe darmi dei problemi, ma sinceramente mi importa poco, finalmente sono a pescare.


Il posto è a dir poco splendido, quasi magico, sono assolutamente da solo, isolato, non sento più rumori, misuro i miei passi, cammino con il ritmo del mio cuore, brevemente, mi fermo spesso, e ascolto...riesco a sentire il silenzio, riesco a sentire il ritmo della natura, forse anche a voi sarà capitato, provate a ricordare...quella musica dolce e lenta dell`armonia, il solo spostare un sasso con lo stivale crea una distorsione in tutta questa armonia, allora si preferisce restare fermi e riempirsi gli occhi di tanto bello.

Come compagnia mi trovo un simpatico scoiattolo intento a fare spese per l`inverno, corre veloce con la sua spesa tra le guance, saltando da un ramo all`altro, senza prima scordarsi di darmi un`occhiata veloce, una sorta di saluto una specie di bentornato.

Anche i pesci sembrano ricordarsi del loro vecchio amico, e mi vengono a trovare, in modo inaspettato, quasi in silenzio, con discrezione, forse anche loro sanno che le emozioni mi agitano, quindi si regalano alla mia vista e alle mie piume con la discrezione di un`alito di vento caldo.


Mi sento parte tutto, e di niente, sono contento, avevo dimenticato quali emozione la pesca a mosca sapesse regalare, forse troppo impegnato dall`essere, dal raggiungere, dal diventare.
Resto seduto per parecchi minuti, a pensare cosa sinceramente non lo so, resto fermo, seduto, a guardare apparentemente il vuoto o forse il tutto.

Decido di alzarmi e di risalire il corso d`acqua, ma come tutti voi sapete l`inconveniente è dietro l`angolo, infatti nel mio maldestro tentativo di guadare scivolo, e sento l`ormai famoso e temuto rumore, crack, i primi dieci centimetri del cimino sono andati, ma stranamente resto calmo e rilassato, guardo il moncone che mi trovo in mano e sorrido, questa canna è nata male, mi dico, è la seconda volta, peccato era l`ultima della serie 7``.

Tornando alla macchina per la comoda stradina penso a molte cose, alla splendida trota, ai futuri giorni di pesca, agli amici, importanti gli amici, ma anche una mercanzia molto rara, da tutelare e conservare con cura.
Cambio canna, e ovviamente coda, per fortuna ho portato quella di scorta.

Mi metto a camminare sul sentiero verso monte, con calma, assaporando ogni passo, noto con stupore i resti di un villaggio rurale nella boscaglia, non li avevo mai notati, mi chiedo come si potesse vivere in un posto del genere senza niente, ma forse quello che io definisco niente per altri è superfluo, in più.


Arrivo in una conca di roccia compatta e solida, l`acqua è viva e fresca, e soprattutto abitata, la bollata ha qualcosa di innaturale, è una bollata frenetica, ansiosa, nervosa, per un`attimo ho avuto l`impressione che la trota fosse impaziente, che in qualche modo fosse stanca di aspettare, che in qualche modo mi volesse avvisare della sua presenza e della sua frenesia, e chi sono io per non assecondare l`esigenza della mia amica?

Lancio piuttosto male, la canna è troppo lunga e morbida e la coda pesante, ma in qualche modo il finale si stende in modo perfetto, la mosca accarezza le foglie per poi posarsi appena dietro un sasso sotto i rami, il cdc brilla per effetto di un debole, o forse forte, raggio di luce, l`orgia di piume sembra sotto i riflettori, una sorta di occhio di bue teatrale, continua a danzare prendendo il lato giusto della piccola e flebile corrente, con una lentezza degna della migliore moviola, per un attimo resto in apnea, il tutto si ferma, vengo raggiunto da sensazioni fortissime, gli alberi intorno a me intonano una canzone solo per le mie orecchie, suonati da un vento dolce e malinconico, guardo il mio braccio e non mi sembra più lo stesso, non vedo dove finisce, non vedo la mia mano, cerco con lo sguardo lungo tutta la lunghezza del mio arto, ma questo non finisce mai, si allunga e si distende, e poi alla fine sotto le foglie e dietro il sasso vedo la mia mano, con il palmo in alto, leggermente immersa nella fresca acqua, al centro di essa una splendida effimera di generose dimensioni, che pigramente sbatte le ali per asciugarle al sole e poi vedo Lei, affamata, astuta, la vedo adagiarsi sulla mia mano, e con lentezza risucchiare l`incolpevole insetto, ho come l`impressione che voglia ringraziarmi nel momento in cui si tuffa nel suo mondo, il torpore svanisce...e la ferrata è fulminea, quasi automatica, come se tutto accadesse a pochi centimetri dai miei occhi.
Poi la lotta, intensa, emozionante, triste forse.


Saluto la mia amica, e la ringrazio, oggi mi ha regalato delle emozioni bellissime, ringrazio gli alberi, per avermi riparato dal sole con le loro foglie, ringrazio l`acqua e bacio il vento che ha rinfrescato il mio sudore in modo discreto e dolce, saluto lo scoiattolo per avermi tenuto compagnia, e mentre lentamente cammino verso l`auto mi accorgo di notare cose che prima forse non vedevo, o forse ero abituato a vedere sempre e a cui non davo peso.

Questo è solo un piccolo resoconto di una semplice giornata di pesca, poche foto, altre sono venute male, pochi fronzoli, solo sensazioni, le mie, per quelli che mi conoscono, per quelli che avranno voglia di farlo, e per quelli che mi hanno frainteso in passato.


Flyman



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