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Era un mattino come tanti altri

Racconto
Italia  22/10/04 di Guido Fregoni
I primi tepori primaverili si fondevano nell’aria, mi avviavo stancamente verso il quotidiano quando ... poggiati al muro della portineria, dei neri sacchi rigonfi di vestiti smessi, destinati ai più bisognosi, avevano attirato la mia attenzione. Un lungo astuccio di legno faceva capolino tra di loro, ne fui magicamente attratto, quello che sembrava un mattino come tanti altri stava per cambiare radicalmente il mio futuro di pescatore.
Ancora oggi mi chiedo come sarebbe stato senza quel evento, chissà!? Forse ha cambiato non solo il mio destino di pescatore.
Con una certa circospezione e destrezza da fare invidia ad un prestigiatore feci mio l’astuccio, non amo farmi sorprendere con le mani tra i sacchi della spazzatura, schiusolo, vidi con stupore una canna da pesca in bambù, pensai subito di non aver sottratto nulla ai più bisognosi. Ero incuriosito da questa per me inconsueta canna, in tre pezzi, con una sconosciuta impugnatura in sughero, con strani passafilo, uno strano porta mulinello, ... mai visto nulla del genere prima d’oggi “cosa è sta canna” ??!!
Le mie prime curiosità non trovavano chiare risposte, e più non trovavo risposte più la cosa mi incuriosiva, pochi sapevano e pochi erano a sapere … “pescatori con la mosca” chi erano costoro? Fino ad allora sapevo poco ma sapevo … di cagnotti, vermi, camole, rotanti, galleggianti.
Su un piccolo libro regalatomi “storie di un vecchio pescatore” se ne faceva qualche accenno magnificandone la tecnica, in qualche rivista del settore iniziavo a rinvenire solitari articoli in materia, o forse distrattamente prima d’ora da me trascurati.
Chi? ... e perché? Qualcuno, che abitava il mio stesso domicilio, si era liberato di quello che per me sarebbe diventato poi l’irrinunciabile.
Non l’ho mai saputo, forse il santo protettore dei Pescatori aveva fatto si che ciò accadesse; a proposito ma esiste un Santo protettore dei Pescatori?
Come è pescare con la mosca? Non ho avuto grandi incoraggiamenti a tal proposito, “E' una disciplina per pochi capaci, e con capaci portafogli“ mi dicevano tutti, ora non siamo più pochi, ma i portafogli devono sempre essere capaci.
Il mio primo timido approccio lo feci con il classico “Dovrei fare un regalo ad un pescatore con la mosca, cosa mi consiglia?” non ho mai saputo se Dario (che non finirò mai di ringraziare per avermi incoraggiato ad iniziare) sapesse che il pescatore in questione ero io.
Il corso di lancio tecnico in palestra, i primi rudimenti sulla tecnica di pesca, le prime difficoltà, ”Non ci riuscirò mai !!” ed invece eccomi qua.
Le prime uscite solitarie sul fiume, gli sguardi curiosi “Ma che fa quello li? Frusta l’aria?!” in effetti era solo aria che pescavo perché di pesci neanche a pagarli nonostante imitazioni di mosche confezionate da sapienti mani. Lo sconforto mi dava tormento, “Non prenderò mai niente“ ma ho vinto, ed il premio è stato il più grande.
Dopo un anno trascorso a far pose e frustare l’aria a vuoto, ecco il momento magico, non ridete….!! La mia prima cattura, un’alborella, sì ! e allora ! questo è stato.
Poi primo contatto con il torrente dove vive la REGINA, la mia prima REGINA catturata, e da quel giorno in poi mi sarei dedicato solo a lei come si conviene a tal lignaggio come un antico Cavaliere .
La prima gara, non amando perdere, non amo gareggiare, non amando la confusione, le gare sono l’opposto di ciò che io amo di più, la solitudine, ma è lo scotto che devi pagare quando sei alle prime armi, allorché vuoi conoscere posti nuovi e gente esperta che ti insegni ad andar per torrenti, tanto è stato, che mi è capitato di fregiarmi del titolo di “CAMPIONE PROVINCIALE F.I.P.S MILANO” suscitando qualche invidia, mai un neofita si era decorato col titolo alla prima gara, ma cosi è andata, forse è opera del Santo soppracitato.
Prima ed ultima gara….. non amo nemmeno essere invidiato. Poi è stato ed è solitudine. Se si può dire di esser soli quando sei tutt'uno ……., con il torrente, il cielo, la pioggia il bosco i prati, il profumo dei ciclamini, il capriolo che si disseta d’innanzi a te, lo scoiattolo guizzante fra i rami, le frenetiche immersioni del un merlo acquaiolo, le mucche al pascolo, il volteggiare vigile in cielo del falco, il verde brillante dei muschi, ed in fine lei la SOVRANA. No! Credo non si possa dire!! E poi… la dolce posa, la ferrata, l’inganno si è compiuto, ed è li, al tuo cospetto, poi rispettosamente restituita al suo reame, “non tutte per la verità” qualcuna a deliziato, tra i profumi dell’orto, il palato di qualche commensale amico mio, se tutto questo è essere soli… ti amo solitudine!!
Aimè molte primavere sono ormai andate ma la passione è sempre crescente, ma non è stato ancora forgiato il chiodo a cui dovrò appendere l’attrezzo.
Il vagabondare tra scivolosi sassi lascia ormai il segno sulle stanche ossa, da pensar che basti … ma il giorno dopo nel religioso riassettar di mosche di nodi ai terminali, ecco tutto è pronto che !! …… la febbre sale e la mente è già disegna la prossima posa che vorrei gia fosse ora.
Le prime nebbie autunnali concedono il giusto riposo alla REGINA non più insidiabile, mi restano i ricordi della stagione consumata.
Immagini rubate da una video camera e nelle fredde giornate invernali alla visione l’emozione la fa da padrona, ed il pensiero è là dove la REGINA … ora sta garantendo il proseguo della propria stirpe . Anch’io come lei … vorrei poter far vivere a chi lo vorrà le mie emozione.

I primi tepori primaverili si fondevano nell’aria, mi avviavo stancamente verso il quotidiano quando ... poggiati al muro della portineria, dei neri sacchi rigonfi di vestiti smessi, destinati ai più bisognosi, avevano attirato la mia attenzione. Un lungo astuccio di legno faceva capolino tra di loro, ne fui magicamente attratto, quello che sembrava un mattino come tanti altri stava per cambiare radicalmente il mio futuro di pescatore.
Ancora oggi mi chiedo come sarebbe stato senza quel evento, chissà!? Forse ha cambiato non solo il mio destino di pescatore.
Con una certa circospezione e destrezza da fare invidia ad un prestigiatore feci mio l’astuccio, non amo farmi sorprendere con le mani tra i sacchi della spazzatura, schiusolo, vidi con stupore una canna da pesca in bambù, pensai subito di non aver sottratto nulla ai più bisognosi. Ero incuriosito da questa per me inconsueta canna, in tre pezzi, con una sconosciuta impugnatura in sughero, con strani passafilo, uno strano porta mulinello, ... mai visto nulla del genere prima d’oggi “cosa è sta canna” ??!!
Le mie prime curiosità non trovavano chiare risposte, e più non trovavo risposte più la cosa mi incuriosiva, pochi sapevano e pochi erano a sapere … “pescatori con la mosca” chi erano costoro? Fino ad allora sapevo poco ma sapevo … di cagnotti, vermi, camole, rotanti, galleggianti.
Su un piccolo libro regalatomi “storie di un vecchio pescatore” se ne faceva qualche accenno magnificandone la tecnica, in qualche rivista del settore iniziavo a rinvenire solitari articoli in materia, o forse distrattamente prima d’ora da me trascurati.
Chi? ... e perché? Qualcuno, che abitava il mio stesso domicilio, si era liberato di quello che per me sarebbe diventato poi l’irrinunciabile.
Non l’ho mai saputo, forse il santo protettore dei Pescatori aveva fatto si che ciò accadesse; a proposito ma esiste un Santo protettore dei Pescatori?
Come è pescare con la mosca? Non ho avuto grandi incoraggiamenti a tal proposito, “E' una disciplina per pochi capaci, e con capaci portafogli“ mi dicevano tutti, ora non siamo più pochi, ma i portafogli devono sempre essere capaci.
Il mio primo timido approccio lo feci con il classico “Dovrei fare un regalo ad un pescatore con la mosca, cosa mi consiglia?” non ho mai saputo se Dario (che non finirò mai di ringraziare per avermi incoraggiato ad iniziare) sapesse che il pescatore in questione ero io.
Il corso di lancio tecnico in palestra, i primi rudimenti sulla tecnica di pesca, le prime difficoltà, ”Non ci riuscirò mai !!” ed invece eccomi qua.
Le prime uscite solitarie sul fiume, gli sguardi curiosi “Ma che fa quello li? Frusta l’aria?!” in effetti era solo aria che pescavo perché di pesci neanche a pagarli nonostante imitazioni di mosche confezionate da sapienti mani. Lo sconforto mi dava tormento, “Non prenderò mai niente“ ma ho vinto, ed il premio è stato il più grande.
Dopo un anno trascorso a far pose e frustare l’aria a vuoto, ecco il momento magico, non ridete….!! La mia prima cattura, un’alborella, sì ! e allora ! questo è stato.
Poi primo contatto con il torrente dove vive la REGINA, la mia prima REGINA catturata, e da quel giorno in poi mi sarei dedicato solo a lei come si conviene a tal lignaggio come un antico Cavaliere .
La prima gara, non amando perdere, non amo gareggiare, non amando la confusione, le gare sono l’opposto di ciò che io amo di più, la solitudine, ma è lo scotto che devi pagare quando sei alle prime armi, allorché vuoi conoscere posti nuovi e gente esperta che ti insegni ad andar per torrenti, tanto è stato, che mi è capitato di fregiarmi del titolo di “CAMPIONE PROVINCIALE F.I.P.S MILANO” suscitando qualche invidia, mai un neofita si era decorato col titolo alla prima gara, ma cosi è andata, forse è opera del Santo soppracitato.
Prima ed ultima gara….. non amo nemmeno essere invidiato. Poi è stato ed è solitudine. Se si può dire di esser soli quando sei tutt'uno ……., con il torrente, il cielo, la pioggia il bosco i prati, il profumo dei ciclamini, il capriolo che si disseta d’innanzi a te, lo scoiattolo guizzante fra i rami, le frenetiche immersioni del un merlo acquaiolo, le mucche al pascolo, il volteggiare vigile in cielo del falco, il verde brillante dei muschi, ed in fine lei la SOVRANA. No! Credo non si possa dire!! E poi… la dolce posa, la ferrata, l’inganno si è compiuto, ed è li, al tuo cospetto, poi rispettosamente restituita al suo reame, “non tutte per la verità” qualcuna a deliziato, tra i profumi dell’orto, il palato di qualche commensale amico mio, se tutto questo è essere soli… ti amo solitudine!!
Aimè molte primavere sono ormai andate ma la passione è sempre crescente, ma non è stato ancora forgiato il chiodo a cui dovrò appendere l’attrezzo.
Il vagabondare tra scivolosi sassi lascia ormai il segno sulle stanche ossa, da pensar che basti … ma il giorno dopo nel religioso riassettar di mosche di nodi ai terminali, ecco tutto è pronto che !! …… la febbre sale e la mente è già disegna la prossima posa che vorrei gia fosse ora.
Le prime nebbie autunnali concedono il giusto riposo alla REGINA non più insidiabile, mi restano i ricordi della stagione consumata.
Immagini rubate da una video camera e nelle fredde giornate invernali alla visione l’emozione la fa da padrona, ed il pensiero è là dove la REGINA … ora sta garantendo il proseguo della propria stirpe . Anch’io come lei … vorrei poter far vivere a chi lo vorrà le mie emozione.

“non fu un mattino come tanti altri”

Guido Fregoni
© PIPAM.com
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