Per comprendere l'importanza della pesca a ninfa, partiamo da un concetto di base ormai accertato: le ninfe (laddove questo termine si utilizzi in modo assolutamente generico, intendendo tutte le forme e gli stadi subacquei degli insetti) rappresentano il 90% dell'intera alimentazione delle trote. La conseguenza più diretta di questo fatto è che la pesca a ninfa rappresenta il metodo di cattura di trote più produttivo ed efficace. ("Pescare a ninfa tecniche e artificiali" di Giuseppe Re Pagina11) Nel 86 misi per la prima volta piede in un club di pescatori a mosca. Ripensandoci adesso non posso che sorridere: bollavo su qualsiasi informazione, la mia fame era insaziabile, la voglia di pescare una vera fobia ed il club era il luogo migliore per imparare tutto e per mettere in pratica ciò che avevo appreso con i miei nuovi amici. Nomi illustri, moschisti esperti e spesso generosi mi accompagnavano lungo il fiume. Imparai molto dagli amici del club, ma come mi accorsi poco più tardi, qualcosa mancava del tutto: la "cultura" della pesca con la ninfa. Quando si parlava di "pesca a ninfa" (cosa assai rara perché pregiudizievole), si pensava il più delle volte ad un trenino di ninfe lanciato in acqua più o meno a casaccio, lasciato derivare verso valle come se si stesse pescando a sommersa. Non si trattava certo di una pesca entusiasmante e molti se ne allontanarono subito storcendo il naso. Per mia fortuna, in seguito, conobbi dei veri e propri “ninfomani” e poco a poco entrai nel misterioso mondo della ninfa. Scrivo "misterioso" perché per quanti libri e testi italiani di pesca a mosca io avessi consultato, la pesca a ninfa veniva sempre trattata in maniera superficiale e mai in modo completo, tradendo così un semplice snobismo (o più probabilmente l'ignoranza di base) da parte di coloro che si impegnavano a descrivere il fantastico mondo di noi fliers. Al giorno d'oggi la "pesca a ninfa", nonostante sia ancora bistrattata da molti, è diventata una realtà. Questo anche grazie alla divulgazione di certe riviste americane e tedesche, senza dimenticare il "passa parola" che è la forma di comunicazione più efficace. Così finalmente, dopo anni d’attesa, mi sono trovato tra le mani un testo italiano specifico ed esauriente per la pesca a ninfa: "Pescare a ninfa" di Giuseppe Re. Uno dei pregi del libro è sicuramente la scorrevolezza: le varie tecniche sono spiegate con semplicità ed accompagnate inoltre da foto che contribuiscono a dare un’idea di come far lavorare la ninfa in “quella” ben determinata situazione. Gli stessi dressing sono di facile approccio, e a mio avviso più che catturanti. Dopo una breve introduzione con la quale l'autore spiega l'importanza della pesca a ninfa, nel primo capitolo ci viene proposto un breve excursus sugli insetti acquatici ed in seguito (Capitolo 2) sulle trote e sul loro habitat. Una particolare attenzione viene rivolta alla “lettura dell’acqua”: Bisogna osservare le correnti, le increspature della superficie, le differenze di colore, i cambiamenti del fondale: sono tutti indizi che rivelano le postazioni delle trote.” (Pagina 26) Nel terzo capitolo l’autore prende in esame l’attrezzatura necessaria per pescare a ninfa. Fondamentale è la lunghezza della canna che non dovrebbe scendere sotto i nove piedi. Finalmente ecco comparire poi sulla scena, senza troppi giri di parole, il famigerato e tanto bistrattato “indicatore” o “segnalatore/strike” che assume in questa sede un ruolo fondamentale e Re ne dà una descrizione più che esaustiva. Dal quinto capitolo in avanti l’autore ci illustra le varie tecniche di pesca con la ninfa. Partendo dalla pesca a vista con la ninfa piombata (Capitolo 5) e proseguendo con: il metodo Sawyer (Capitolo 6), il metodo Skues (Capitolo 7), il metodo high-stick nymphing (Capitolo 8), il metodo di Brooks (Capitolo 8), le tecniche di pesca con la mosca sommersa (Capitolo 9), la pesca del temolo con la ninfa (Capitolo 10), le tecniche di pesca in lago (Capitolo 11), ed infine la ninfa nei piccoli torrenti (Capitolo 12). Ciascun capitolo si chiude con la presentazione degli artificiali adatti alla “tecnica” descritta. Come ho già accennato, in Italia è possibile trovare una marea di libri ed articoli sulla pesca a mosca, ma quasi tutti peccano di faciloneria o si rivolgono esclusivamente a coloro che intendono iniziare, con le solite informazioni trite e ritrite. Il libro di Re si differenzia da questo mediocre panorama: oltre ad essere un’ottima guida per i principianti, va ad interessare anche quei Pam che già da tempo praticano questo stupendo hobby/sport. La pesca con la ninfa è una tecnica complessa e ricchissima di variabili e solo con l’esperienza e con una solida base è possibile riuscire ad ottenere risultati non casuali. Vorrei infine evidenziare forse l’unico difetto del testo qui recensito: sarebbe dovuto uscire almeno una decina di anni fa!
Angelo Piller
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