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Il Black Bass - Strategie e artificiali (Paolo Pacchiarini)

di Paolo Pacchiarini
ed. GEA - 2004
f.to 23 x 22 cm
120 pagine
€ 34,00 (2004)


a cura di Angelo Piller (Angelo)

Quando nel panorama della pesca a mosca italiana fa la comparsa un nuovo libro, prima di passare all’acquisto mi informo sul suo autore. Questo perché non vorrei incappare in un testo scritto, diciamo pure, a tavolino. Ciò che conta è solo ed esclusivamente l’esperienza in pesca e chi intraprende la difficile strada di scrivere un libro sulla pesca a mosca, dovrebbe innanzi tutto avere “vissuto” un numero spropositato di uscite.
Con Paolo Pacchiarini indagare su questo fondamentale aspetto diventa per me del tutto superfluo, nel senso che chi lo conosce come il sottoscritto, sa perfettamente di avere a che fare con un’autentica “macchina da pesca”. Ricordo ancora benissimo quando, una dozzina di anni fa, lanciammo i nostri belly boat giù da una specie di dirupo, unico modo per scendere a pescare i black in una cava abbandonata. Lo ricordo perfettamente perché catturammo bene, ma anche perché in quell’occasione il mio ciambellone si bucò ed io me ne accorsi solo dopo, in mezzo al lago.
Già allora il black era un chiodo fisso di Paolo e le catture non gli sono mai mancate, anche quelle oversize.
Sapevo che sarebbe dovuto uscire con un testo specifico sul boccalone e adesso che ho letto il libro, posso solo affermare che le mie attese non sono state deluse.
Il libro ha un formato quadrato ed è composto da centoventi pagine. I capitoli sono dodici, intervallati da tre sezioni di dressing (circa cinquanta artificiali): esche di superficie, esche sommerse e esche di profondità.
Il primo capitolo dà al lettore un identikit particolareggiato del bass. Nel secondo capitolo l’autore si addentra subito in quello che, per molti, è l’aspetto più divertente di questa pesca ossia la ricerca del boccalone con le esche galleggianti. Subito dopo troviamo il capitolo che esamina l’uso degli artificiali sommersi.
Il quarto capitolo è dedicato alla costruzione degli artificiali (molto interessante il montaggio dell’antialga), mentre il quinto prende in esame le stagioni per la pesca del black. A mio avviso quest’ultimo è sicuramente uno dei capitoli più importanti di tutto il libro. Nel sesto capitolo, Paolo considera alcune tecniche particolari per la pesca del centrarchide, mentre nel settimo vengono illustrate le strutture in cui è possibile incontrare la nostra preda: canneti, boe, pontili…ecc.
I successivi tre capitoli trattano invece le tre distinte situazioni di pesca: dalla barca, dal belly boat e da riva. L’undicesimo capitolo si concentra sull’attrezzatura e gli accessori, mentre il dodicesimo e ultimo è dedicato alla pratica del catch and release, fondamentale per avere sempre la possibilità di catturare pesci di taglia.
Sicuramente si tratta di un libro che mancava nel panorama della pesca a mosca italiano, adatto a tutti coloro che intendono iniziare a pescare il black, ma anche ricco di consigli per chi esercita da tempo questa pesca. Il merito dell’autore non è solo quello di avere contribuito a rendere ancora più completa la letteratura della pam italiana, ma anche il fatto di averci proposto un libro esauriente nei contenuti. Se a questo aggiungiamo un’ottima qualità di stampa e soprattutto l’elevato numero di splendide foto, direi che ci troviamo di fronte ad un testo fondamentale per la pesca a mosca del black bass.


Angelo Piller

© PIPAM.com
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