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Al capolinea. The End of the Line (DVD)

TITOLO   Al capolinea. The End of the Line
COLLANA   ....................................
REGISTA   Rupert MURRAY
GENERE   La pesca commerciale senza limiti e senza regole
PRODUTTORE   Feltrinelli Real Cinema, Milano 2011 (contiene anche la raccolta di articoli a cura di Nicola FERRERO, Un mondo senza pesci).
SUPPORTO   DVD....................................
DURATA   ....................................
LINGUA   ....................................
DATA USCITA   ....................................
PREZZO   ....................................
NOTE   ....................................

RECENSIONE
Ormai molti pescatori a mosca pescano in mare e questo DVD è dedicato proprio al collasso delle popolazioni di pesci sotto i colpi della pesca commerciale, senza limiti e senza regole. Il film inizia con il giornalista Charles Clover che, mentre pesca (a mosca) delle spigole, racconta del bel salmone (10 chili) che aveva catturato in un fiume del Galles; peccato che è stato anche uno degli ultimi a risalire quel corso d’acqua. Di qui è iniziata la sua ricerca (“at the end of the line”, che vuol dire “alla fine della lenza”, ma anche “al capolinea”) sul pericolo che corrono i pesci nei mari (e naturalmente anche nei fiumi) del mondo.
L’immagine che emerge dal film (che il regista Ruper Murray ha tratto dal libro di Clover) è quella di una catastrofe a cui non siamo ancora abituati a pensare.
Vi riporto solo una citazione tratta dall’antologia di articoli acclusa al DVD:
“Immaginate di entrare nel vostro negozio di alimentari per trovare qualche ingrediente per la cena. Non avete in mente un menù preciso e preparerete il pasto con ciò che vi sembra più fresco e appetitoso. Deciso di iniziare con le proteine, per prima cosa andate al bancone del macellaio. Che esibisce una quantità di ricchezze; c’è anche una lombata di leone del Serengeti, ma i pezzi di lupo della foresta boreale canadese hanno un aspetto davvero speciale. Forse andrebbe bene un rapace notturno arrosto, ma sono rimasti solo grossi gufi e per due è troppo. Alla fine scegliete la comodità e ve ne andate con un paio di hamburger di orso polare”
. Questa scena un po’ surreale è proprio quello che accade, cambiando i nomi delle specie, quando andiamo al bancone dei pesci di uno dei nostri supermercati, in cui scegliamo di solito i grandi predatori ai vertici delle catene alimentari e li trasformiamo in cibo “normale”, senza nessuna considerazione per il danno enorme che provochiamo ai nostri mari.
Anche il pesce d’allevamento non sembra essere una soluzione: per nutrirlo si utilizzano gigantesche quantità di pesci meno “nobili” utilizzate per produrre i mangimi e le varietà geneticamente modificate dei pesci allevati (ad esempio i salmoni) vanno ad “inquinare” le popolazioni selvatiche.
Qualunque pescatore (anche d’acqua dolce, in quanto probabile consumatore di pesce di mare) troverà in questo film (e nel libro accluso) un sacco di notizie utili e interessanti e moltissimi motivi per meditare su come vengono trattati i nostri amici pesci.
Marco Baltieri


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