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Canne con l'anima in carbonio

S.V.B.E.E.V.

Parliamo delle canne cave. Qualche cosa si era accennato nel forum. Adesso con più calma e con il supporto di qualche numero cominciamo ad approfondire l'argomento.
"Il B. naturale è cavo per quale ragione?"
Per una banale ragione di tipo energetico.
Per raggiungere velocemente la luce del sole bisogna che i fusti siano più alti delle specie concorrenti.
"Elementare!"
Per questa ragione devo far in modo che la crescita sia veloce e il sistema fogliare si sviluppi prevalentemente alla sommità del fusto. L'organizzazione della pianta del B. come quella di quasi tutte le graminacee è specializzata allo scopo. Tutta la pianta viva e quella nascosta sotto terra "pompano" energia ed elementi nutritivi nei giovani polloni che raggiungono velocemente la sommità del bosco e poi espandono il sistema fogliare. In 4 o 5 settimane si superano i 15 m di altezza.
"Scopo raggiunto!"
La struttura che costa meno energia, meno materiale, per la costruzione è una sezione cava.
Lo dice l'intuito e ce lo avvalla anche la teoria della scienza delle costruzioni: usare la minor quantità di materiale possibile e porre quel materiale alla massima distanza dall'asse di flessione, nello specifico caso una sezione circolare che ha anche l'importante prerogativa di avere la minima superficie esposta agli attacchi esterni. (la circonferenza è la figura geometrica che contiene la massima superficie con il minimo perimetro e ha la distribuzione delle tensioni più omogenea. Allo stesso modo la sfera è il solido che ha il massimo volume con la minima superficie e le bolle di sapone sono sfere).
Più sono sottili le pareti e meno materiale bisogna usare, il sistema però va in crisi quando la struttura è sottoposta a flessione perchè la distribuzione delle tensioni modifica la sagoma della sezione che da circolare diventa ovale, le sezioni più sollecitate si schiacciano, si avvicinano all'asse neutro di flessione e rapidamente collassano. L'esempio tipico e sottomano a tutti è quello del tubo dell'acqua che si usa per irrigare il giardino quando lo si piega.
"Allora come si risolve il problema? "
Se devo evitare la deformazione trasversale, mantenere invariata la geometria della sezione, allora invento qualche cosa che mi tenga lontane le pareti quando la struttura si piega: invento i diaframmi. Dal punto di vista energetico sono ben poca cosa, sono fatti di materiale che non è vascolarizzato, non contiene i canali che portano linfa e non è strettamente necessario tenere costantemente "nutriti" una volta creati.


Sezione di una canna di bamboo in cui si vedono i diaframmi (lunga circa 35 mm).

"Proprio una bella invenzione!"
A noi adesso! Come trasferire questi concetti alle nostre canne da pesca. Il fine da perseguire è: faccio una canna in B. cava, in cui i diaframmi di irrigidimento abbiano, proporzionalmente, la stessa spaziatura della canna naturale. (Il problema non è poi tanto sentito tra i "bamboniani" che considerano le canne cave una "chicca", ma è importantissimo per i "carbonici" che operano con spessore di parete a volte inferiore a mezzo millimetro).
Partiamo dal presupposto che la natura abbia già ottimizzato la "tecnologia" del B. Facciamo un'analisi dell'esistente, cioè del Bamboo come si trova allo stato naturale.
Vogliamo trovare la correlazione che esiste tra: il passo dei diaframmi ed il diametro della stanga. A tal fine ci si arma di un metro, si fa una "campagna" di misure sulle stanghe di Bamboo e si ottiene: interasse dei nodi variabile da15 a 50 cm (65 cm il valore massimo), diametri da 20 a 60 mm.
Con le misure in mano si fa memoria alle teorie di statistica che sappiamo possono correlare tra loro dei sistemi di variabili quasi dipendenti, nel nostro caso: calibro della stanga e interasse dei diaframmi.
Il risultato che ne se ne ottiene è una nuvoletta di puntini che si può illustrare cosi: per calibri di stanga sui 40 mm l'interasse più frequente è di 30 cm!
Adesso il problema è come ricavare una legge "universale" che leghi questi parametri e ci dia i numeri che ci interessano. Praticamente applichiamo la teoria dei modelli. Quella che permette ai costruttori di aeroplani di fare le prove sui modellini in galleria del vento senza necessariamente far volare un prototipo in grandezza naturale.
Ci risparmiamo le basi teoriche ed i tentativi di estrapolazione. Il risultato che si trova è questa legge : Interasse = 8.75 * Ø (8.75 x il diametro)
mi pare che dia una sequenza realistica pur con le limitazioni che si possono scoprire da soli.
Ha il vantaggio di essere particolarmente semplice e non è influenzata dallo spessore di parete, che, nel nostro caso, non dovrà mai essere inferiore a 1.5 mm.
La Tecnica delle costruzioni e le sue necessità di mantenimento delle sezioni indeformate sarebbe stata molto più radicale al riguardo: ammette un valore massimo degli interassi pari a 2 volte la dimensione della sezione, quindi su un fusto di canna da 6 mm avremmo un diaframma ogni 12!
Soluzione perfettamente inutile al nostro scopo.
La determinazione dello spessore da assegnare alle pareti si avvale di una teoria abbastanza complessa, lunga e tediosa da esporre, le semplificazioni sono pesanti ed opinabili.
L'analisi condotta sulle stanghe naturali non fornisce valori discriminanti da utilizzare al nostro scopo. Anzi, ottenuti dei risultati si scopre che quello che alla fine decide lo spessore di parete è la caratteristica meccanica della colla che per noi diventa il fattore critico di resistenza della sezione. Se non è la colla è la lignina che collega tra loro i fascicoli di fibre. In entrambi i casi suggerisco di non scendere sotto i valori della tabella che segue.

Spessore canna
Spessore di parete
10
3,46
9
3,11
8
2,77
7
2,42
6
2,07
5
1,73
4
1,38

Il primo valore è il calibro della sezione in mm, il secondo lo spessore di parete minimo.
Tenendo una dimensione di diaframma superiore a 10 mm di lunghezza il valore delle tensioni di taglio resta comodamente nel campo di resistenza delle colle che usiamo abitualmente.

Bene, ammettiamo di aver superato quasi indenni gli aspetti teorici e con qualche semplificazione aver ottenuto i numeri che ci servono: interasse dei diaframmi circa 8 volte lo spessore di canna, spessore di parete di circa 2 mm, lunghezza di ciascun diaframma 10 mm. Adesso si tratta di mettere in produzione una sezione cava.
"Come si fa?"
Non è difficile. Si procede come per le canne piene fino al passaggio precedente l'incollatura.
Si produce la serie degli strip con il sistema che abbiamo visto: spaccatura, sgrezzatura, tempra, piallatura finale. Alla fine si tolgono i vertici interni di ciascuno strip triangolare. Il sistema più veloce è quello che usa un coltello affilato dopo aver segnato la posizione dei diaframmi. In circa due ore di lavoro si formano le "affossature" e poi si procede normalmente con le fasi successive: incollatura, legatura...ecc
"Come ogni variante al metodo di Garrison ci costa due ore di lavoro aggiuntivo. Abbiamo tolto un po' di peso ma abbiamo ridotto, sicuramente, la rigidezza dell'attrezzo. Non mi pare un gran guadagno! Non bisognerebbe invece risparmiare sul peso e aumentare le qualità della canna"
È vero il vuotare una canna in B. ne provoca un addolcimento dell'azione, si può addirittura dover scendere di un numero di coda ed avere forti limitazioni sulla lunghezza di lancio. Ma c'è un sistema: non l'ho inventato io, ovviamente, si basa su un'intuizione: il diaframma non deve essere necessariamente chiuso e fatto con il B., può essere semplicemente un segmento molto rigido incollato all'interno della sezione cava.
Qual è la figura geometrica più adatta ed il materiale più rigido e leggero che si riesce attualmente a trovare?
"Bisogna fare un inserto con un cerchio di carbonio ! "
Una bella struttura in carbonio che va a irrigidire il Bamboo!


Sezione di una canna di bamboo con all'interno l'anima di carbonio. (Dim. 7.4 mm)

"Ma ci stiamo incasinando la vita! Se per ogni sezione in cui inserisco un diaframma devo trovare l'anello di C. che ci va giusto mi tocca fare 300 rotelle e poi provarle tutte fino a trovare quella adatta. Mi pare peggiore la soluzione che non il problema."
No. Non è questa la soluzione che applichiamo. Lasciamo intera la canna interna di carbonio! Nel patrimonio di fusti che vengono prodotti per tutti i tipi di pesca esistenti riusciamo sicuramente a trovare il pezzo di fusto che stia giusto all'interno della nostra canna e partendo dal presupposto che quel fusto di carbonio ha già risolti ed ottimizzati i propri problemi di deformazione sotto flessione il risultato che otterremo sarà che la nostra canna in B. cavo avrà al proprio interno una serie continua di diaframmi ed in più, "a gratis", otterremo un irrigidimento generale della sezione. Ovvero abbiamo ampiamente recuperato la perdita del materiale interno e la conseguente diminuzione di rigidezza,
"L'idea non mi pare male. Ma non è un imbroglio?"
Un pochino lo è. Ma se fai un bilancio della situazione e verifichi che la struttura finale ha minor peso, maggior rigidità della stessa canna piena e il potere di assorbimento delle vibrazioni tipico del B., invece che quello del C. Beh! Non vedo dove si potrebbe trovarci un discapito.
"Non sono ancora convinto. Ho una canna più rigida del B. e non è detto che la cosa mi piaccia, più pesante di una in C. con tutti i "difetti" del B. per quanto riguarda la manutenzione ed il solo vantaggio di lanciare un po' più lontano e un po' più veloce."
Ma era proprio a questo che miravo. L'aspetto fondamentale da sviluppare era quello di diminuire le masse in movimento, ci siamo quasi riusciti, abbiamo una canna che con le migliori caratteristiche del B. mi permette di aumentare la velocità di volo della lenza. Si aprono delle prospettive che sono nuove ed inesplorate agli utenti del B.
A volte la situazione dei bamboniani mi pare assimilabile a quella dei collezionisti di auto d'epoca. È sicuramente bello vedere una Balilla girare per la città. Ma tu ci andresti tutti i giorni al lavoro? E poi hai una canna che è bella come una canna in B. e ti assicuro che se non glielo dici tu nessuno si accorge che "dentro" c'è il trucco.
Bah! Mi è chiara l'utilità delle code veloci e mi garba l'idea moderna di una struttura composita.
Non sono però del tutto convinto. Ne riparliamo. Ciao.


Jo

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