Il montaggio degli anelli
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- Categoria: Rod Making
Testo e foto di Albano Barbiani (Ghost)
Se avete un grezzo, ci sono vari metodi per montarci sopra gli anelli, Ad esempio potete contattate un negoziante del settore e farglieli montare da lui Questo non vi darà molta soddisfazione personale, ma risolve brillantemente il problema.
In alternativa, il negoziante in base alle dimensioni e potenza della canna che gli mostrerete, vi può fornire un "kit" con anelli di varie dimensioni, un rocchetto di filo, una vernice da legature che tipicamente è una colla epossidica bicomponente, il fermamosca, e l'apicale, spesso con suo stick di "colla gialla" (o trasparente, cambia poco) Ecco cosa altro vi servirà: - nastro adesivo per fissare gli anelli (oppure, se volete fare i fenomeni, vendono degli appositi elasticini) - forbicine - un'attrezzino di plastica per uniformare le legature, che si trova su golden wich , o qualsiasi cosa simile, liscia, che premuta sul filo di montaggio non rischi di danneggiarlo - un'asola di nylon da pesca di apertura sui 2 cm (il nastro rosso attaccato farà da "segnalatore" quando l'asola cade e non si trova, la seconda asola vi servirà se avete un gatto) Se Il negoziante non vi ha fornito i tipici pennelli usa-e-getta, potrete facilmente procurarvi un pennelo tondo tipo belle arti , pelo morbido e lungo sul centimetro, largo diciamo sui 2 millimetri, che in base alla marca è numerato N.1 , altre volte N.2 – Meglio due pennelli, perchè è parecchio difficoltoso pulirli ….se poi non avete la vista che dicono abbia l'aquila, è molto indicato un paio di lenti aggiuntive… Se anziché di un grezzo si tratta di rimettere in sesto una vecchia canna, basta tagliare con un cutter le legature sul piedino dell'anello, ed esse si srotolano facilmente Sono tanti i metodi di legatura, ad esempio uno tra i più bravi rod-makers d'Italia passa il filato tra due legnetti ricoperti in cuoio ed uniti da una vite, e rigira la canna tra le mani; uno spettacolo a vedersi, abilità ed esperienza. Noi invece per facilitare le operazioni useremo un libro e una scatola da scarpe, nella quale ricaveremo due intagli sui due lati corti, ricoperti con nastro da carrozziere Il filo di montaggio passa dentro al libro, e quindi subisce una tensione, finemente regolabile in base a quante pagine lascerete sopra al filo o appoggiando qualcosa sulla copertina. Il filo deve venire su verso la canna in verticale, e davanti a voi rispetto alla canna stessa Il nastro appeso di lato serve per "bilanciare", ma quando si tratterà di legare l'apicale o qualche serpentine troppo lontana dal centro del grezzo, potrete tirare fuori il libro dalla scatola e appoggiarlo di lato. Ci occuperemo dei classici anelli a serpentina, decisamente più belli (beh, sono opinioni…) Se invece preferirete i mono-piede, ci sarà da lavorare la metà e per fissarli dovrete usare gli elasticini che dicevamo sopra, o prepararvi sottili striscette di nastro adesivo, e c'è anche qualcuno che li fissa con una minuscola goccia di attak Ma prima bisogna controllarli, siccome alcuni tipi presentano imperfezioni e macchie dovute alla fase di schiacciamento del filo metallico per creare il piede Con una lima, o carta vetrata, vanno eliminate, e i piedi andranno ritoccati anche sul retro per evitare che mentre si posiziona l'anello una sbavatura scalfisca la canna Inoltre se i piedi dell'anello di partenza sono troppo spessi vanno assottigliati sotto con una mola (facendo attenzione, è un metallo resistente e si sviluppa molto calore) Prima di iniziare a disporre gli anelli, bisogna determinare la spina della canna, che è una differenza di resistenza alla flessione dovuta al foglio di carbonio arrotolato e incollato a se stesso. Anche per il bamboo un minimo di spina puo’ sicuramente esserci: pur se i listelli fossero perfettamente uguali, c'è sempre la variabilità di madre natura, siccome sono prelevati da lati differenti del fusto, o da fusti diversi in caso di produzioni in serie. La spina si individua flettendo le singole sezioni della canna, come ben spiegato in Rodmaking / L'assemblaggio di una canna da mosca. In casi dubbi si può usare un supporto ed un piombo, quello in foto è un vettino con 150 gr; girando gradatamente il fusto si misurano le altezze del peso dal tavolo Scelto il lato, vi fisseremo gli anelli con il nastro, distanziandoli seguendo le indicazioni del negoziante, oppure cercando la "ricetta" sul sito del produttore in caso di grezzi marcati, o copiando da una canna simile, o utilizzando il foglio excel in Rodmaking / Risoluzione matematica delle serpentine vinciane. Dovrete poi stabilire la distanza tra l'inizio delle legature e l'inizio dei piedi del passanti, come da freccetta. Per avere legature lunghe tutte uguali, si può ricorrere al calibro. Altrimenti, ed è il metodo più usato, la legatura sarà proporzionale alle differenti misure delle serpentine, in pratica terremo fissi i giri "a vuoto" di filo eseguiti sul fusto prima di avvolgere sull'anello. Possiamo farne 2, 3, 4 o come si preferisce. Sulla maggiore newsletter americana di rodmaking un amico ha dichiarato di fare ben 14 giri prima del piedino ….fate voi, l'estetica è un fattore personale….. Al momento di legare. I modi sono due: iniziare la legatura all'insù cioè facendo prima qualche giro di filo sulla canna e poi "salendo" sul piede del passante, o viceversa all'ingiù iniziando la legatura sul piede dell'anello. Qua utilizziamo il modo a salire, come si vede nella foto sopra. Per prima cosa ci occupiamo dell'apicale: scaldando lo stick con un accendino depositiamo un po’ di colla molto calda sul vettino, inseriamo il tip-top e lo leghiamo. Alcuni scaldano moderatamente l'apicale per favorire la presa della colla, è importante comunque controllarne la tenuta Subito dopo legheremo l'ultima serpentina del vettino, quella per intenderci dal lato opposto all'apicale, facendo attenzione che sia ben allineata al tip-top. A seguire si lega la serpentina appena sopra a quella legata prima, e via così,continuando verso la punta, e controllando ogni volta, come si vede (male) qua sotto. In pratica la prima serpentina la considereremo di riferimento per allinare tutte le altre, e lo faremo anche sul tallone della canna. Per finire, servirà una legatura dove inizia il manico, una o due per l'eventuale ferma-mosca, ed un'altra, lunga tra 1 e 2 centimetri, andrà sull'imbocco dell'innesto femmina, mentre sulle canne di legno saranno da legare anche le zone dove sono intestate le ferrule. La fase di legatura che segue è descritta per i destrimani, i mancini dovranno leggere allo specchio Le legature le eseguiremo sempre da sinistra verso destra, basterà rigirare la canna quando serve, e che il fusto sia esagonale non cambia. Il filo dovrà essere teso e và regolato abbastanza "duro" per semplificare la vita, ma non troppo sennò sarà difficile, dopo, compattare bene i giri Il capo del filo che arriva dal libro-tensionatore è sempre davanti rispetto alla canna ed è a circa 90 gradi con essa, ottenuti posizionando la canna, e anche nei passi successivi sposteremo lateramente solo la canna, mai il libro Le mani devono essere ben pulite, perchè residui di materiali untuosi come il silicone provocheranno gravi problemi con le colle o vernici di finitura Fase di legatura
1) si fa un giro di filo intorno alla canna in senso orario e da sinistra a destra, e si mantiene il capo con la sinistra, avvicinando poi il giro di filo al piede alla distanza voluta 2) da ora in avanti è necessario che il filo sia sempre in tensione. Si sposta il filo che viene dal rocchetto verso destra, accavallando così la spira precedentemente avvolta, in modo che sul lato del piede dell'anello si formi una X stretta, e si tiene fermo il tutto con il polpastrello dell'indice sinistro 3) sempre schiacciando saldamente il filo sulla canna con l'indice sinistro, con la destra si posiziona il capo libero verso destra, a lato dell'anello, e si inizia lentamente a girare in senso orario la canna con la mano destra, facendo attenzione che l'indice sinistro continui a fare pressione assialmente verso di voi e che esso accompagni la canna mentre ruota (cioè abbassandolo). Come si vede si formano altre spira e si continua a girare lentamente fino a quando…..finisce l'indice. La legatura ora è quasi stabile, l'indice sinistro si stacca, se serve si può dare una tiratina al capo libero, poi si fanno ancora 3 o 4 giri o più (dipende dal filato) sempre evitando di perdere tensione per non disfare magicamente il tutto in un millisecondo. Il nodo è intestato 4) si taglia l'eccedenza facendo attenzione che il filo che rimane non superi la lunghezza del piede dell'anello. Ripetiamo che và sempre impedito alla canna di ruotare fino alla fase 10; quando non sono le dita ad impedirlo, è il palmo di una mano che si appoggia sulla canna e preme verso il basso - La pressione esercitata dall'indice in foto 2 e 3 deve essere parecchia, difatti il dito si sbianca un po’ - Se ci si accorge di avere iniziato la legatura troppo lontani o vicini all'anello, si può correggere la posizione del filo, ma non di molto - Se il capo libero dopo il taglio finisce troppo vicino al piede, potrebbe scivolare allentando la legatura, e bisognerà ricominciare - Se siete al club o con un amico, e riuscite a tener nascosto l'uso verso il basso del dito indice, chi guarda avrà i suoi bei problemi a capire perché le vostre legature si intestano al primo colpo e le sue una su dieci 5) facciamo passare l'asola in nylon sotto l'ultimo mezzo giro del filo e iniziamo a girare la canna accumulando spire 6) se ogni tanto qualche giro è troppo lasco, lo compattiamo con l'unghia - Se l'asola è stata inserita troppo vicina al piede il nodo finirà con il disfarsi - Se durante gli avvolgimenti ci accorgiamo di aver "accavallato" un giro sugli altri, mentre si gira la canna in senso antiorario per recuperare occorre tenere in tensione il filo che viene dal libro con l'indice della destra, e questo non è per niente facile da fare, meglio accorgersene subito in modo da dover recuperare poco filo 7) giriamo per tutta la lunghezza del piede poi continuiamo ad avvolgere risalendo appena sopra l'inizio dell'anello, come sempre facendo attenzione a non accavallare le spire, poi coll'indice sinistro manteniamo ben fermo il filo 8) e lo recidiamo a qualche centimetro 9) infiliamo il filo nell'asola e lo tendiamo verso il basso 10) Tiriamo lentamente l'asola verso sinistra, finchè essa si trascina sotto le spire per circa 1 o 2 millimetri il filo libero, poi ritensioniamo sia il filo che l'asola; come si vede a questo punto la legatura è quasi finita e si può mollare il tutto 11) recidiamo il capo in prossimità da dove spunta da sotto le spire, un paio di millimetri o tre bastano, tiriamo l'asola verso sinistra lentamente e la legatura è terminata - Se in 11 abbiamo reciso il filo lasciando lo spezzone troppo corto la legatura si disferà; se è troppo lungo spunterà oscenamente in corrispondenza di dove entrava l'asola in nylon, occorrerà tagliarlo, magari con una lametta, ma non sempre con buoni risultati Fase di finitura
Con l'attrezzo bianco andiamo a premere la legatura su e giù, muovendolo per "il lungo" della canna, al fine di distribuire in modo più uniforme le spire. - Se la legatura è troppo stretta tutto rimarrà com'è, se è troppo larga la legatura si disferà, se la tensione è ragionevole si noterà una maggiore uniformità. Molti considerano questo passaggio opzionale, ma costa poco, e l'unico rischio è che si disfi tutto quanto Per l'applicazione della bicomponente, come per tutti gli altri passaggi, esistono vari metodi: chi la scada, chi la allunga con l'alcool o l'acetone, chi varia le proporzioni legante/indurente….. e chi la usa così com'è, un metodo veramente consigliabile – Meglio lavorare in un ambiente ben arieggiato, i vapori che vernici o colle liberano sono da considerarsi dannosi, e dovrete osservare le precauzioni indicate sulla confezione I contenitori conta-euro che si trovano in banca sono molto adatti per mischiarci dentro la bicomponente con le proporzioni indicate, ovviamente le tipiche confezioni con due siringhe eliminano ogni dubbio. Vi converrà fare prima delle prove, per capire quanto la vernice "scorre" e quanto ci mette ad asciugare, anche in funzione della la temperatura dell'ambiente La bicomponente andrà miscelata a lungo, tipo un minuto o più. In base alla velocità di essiccamento e al grado di "imbranataggine" dell'operatore, potrebbe essere necessario prepararne poca per volta e fare solo qualche anello, dato che col passare del tempo la mistura diventa sempre più vischiosa sino ad essere ben presto inutilizzabile per i nostri scopi. Alcuni proteggono la canna vicino alle legature con un giro di nastro adesivo, potete provare se questo vi aiuta o vi intralcia Per inciso, l'alcool è un ottimo solvente per pulire l'epossidica, ma non indossate mai il pullover che la moglie vi ha regalato per ultimo Ci sono diversi modi per verniciare, questo è semplice: Si gira in modo costante la canna e si sposta lateralmente il pennello da sinistra a destra. Mentre la canna gira, si accosta il pennello dal lato del fusto, si vernicia tutta la legatura e si allontana il pennello dalla legatura quando è in corrispondenza del piede della serpentina Pennello imbibito sopra la canna per fornire alla legatura la vernice, pennello sotto se si nota un eventuale piccolo eccesso da distribuire Se la quantità ci è proprio scappata la mano, puliremo un po’ il pennello con della carta prima di accostarlo sotto la canna e togliere l'eccesso È bene controllare a fine passata che vi sia abbastanza vernice nella zona dove il piede della serpentina inizia a toccare la canna, ed eventualmente mettercene una micro-goccia con un ago, altrimenti in pesca l'acqua o la pioggia potrebbero entrare sotto il filo e fare danni; se avrete fatto quel giro in più arrampicato sopra il passante come in foto 7, non si noterà troppo, comunque molto meglio una goccia "grassa" piuttosto del filo bagnato La canna deve girare anche dopo l'applicazione, finchè la vernice si asciuga bene e non cola più Tutto qua. Basta. Trovatevi una scatola da scarpe, è più difficile dirlo che farlo, potete provarci ! Se poi per caso avete tempo da spendere, aggiungiamo qualche osservazione più o meno giusta, totalmente inutile o banale a seconda dei gusti (beninteso, non abbiamo nessun interesse commerciale in nessuno dei prodotti che eventualmente verranno chiamati per nome) In una 7 piedi e mezzo, le legature quante sono ? vediamo un pò: anelli 9x2 , 1 apicale, 1 winding check , 1 innesto femmina , 1 o 2 per il fermamosca, e siamo ad un bel totale sui 22. Nel caso si effettuino anche le piccole legature alle estremità di ogni anello, i cosiddetti "trim wraps", diventano una quarantina Forse vale la pena di attrezzarsi un po’ più comodamente, anche perché quando presenterete orgogliosi "la mia prima canna" agli amici, salteranno fuori situazioni imbarazzanti: - Bravo. È venuta bene, perché non rifacciamo la mia vecchia dams ? - Mica male, e si risparmia….sabato vedo se trovo un grezzo 6 piedi coda 2 che da tempo vorrei comprarmi ma sai, la crisi…. - Uè, ho da qualche parte la valsesiana di mio nonno, proviamo a farci qualcosa ? magari salta fuori una bella due mani coda 8 - È tanto che voglio una sage o una loomis da spender poco, chissà se trovo un grezzo in internet, poi me la monti tu ? Volete dir di no agli amici ??? Siete spacciati Tanto vale, dicevamo, rendersi la vita comoda da subito, intendo anche prima di montarsi la prima canna, tanto è probabilmente solo l'inizio di una lunga strada….. La scatola da scarpe: onestamente non è il massimo della comodità, basta una piccola dose di imbranataggine e ogni singola legatura dura svariati minuti Per legare le canne esistono tornietti professonali, alcuni motorizzati e col carrello del filo che esegue automaticamente l'annodatura, e altri manuali da hobbista. Sono reperibili sul web ad esempio da mudhole Per i nostri fini amatoriali, possiamo ripiegare su qualcosa di manuale, fatto in casa, ma abbastanza funzionale Nei fai-da-te troverete una "rotaia" in alluminio sul metro e venti o più, con due riscontri che ci scorrono dentro, dovrebbe servire per qualche tipo di lavorazione su grosse tavole di legno Basta togliere la manetta di fissaggio e recuperare gli scorrevoli, lasciando possibilmente in sede il lungo perno che ci servirà come zavorra. Agli scorrevoli fisseremo due appositi supporti da rod-making dal costo abbordabilissimo, o li realizzeremo usando due assicelle con avvitate 4 rondelle, ricavate con una punta a tazza da un "tagliere" di plastica bianca sottratto alla moglie (si accorgerà subito che manca, ma non capirà mai dove è finito e perché, e son soddisfazioni anche queste) Sono utili anche un paio di striscie di velcro per evitare che la canna sfugga malamente In mezzo piazziamo il distributore di filo, fatto con dei profilati d'alluminio, non è necessario che sia montato su cuscinetti a rulli autolubrificanti basta che si infili e possa scorrere Il filato passa dal rocchetto in un occhiello, entra in un tensionatore (anch'esso fattibile artigianalmente), in un altro occhiello, e passa in un apicale fissato ad un filo armonico Rispetto alla scatola da scarpe, oltre alla scorrevolezza della rotazione, c'è il vantaggio che il filo armonico indica e mantiene la tensione, e che in caso di accavallamento per recuperare il filo e tornare indietro basta riavvolgere il rocchetto con la mano destra Con un po’ di pratica, e se non si fanno accavallamenti, terminare una legatura una volta che è intestata è una operazione molto più veloce che usando "lo scatolame": Anelli a serpentina: le misure vanno dal 2/0, veramente piccoli ed adatti in punta a canne molto leggere, sino al 6 per il tallone di canne potenti Se ne trovano costruiti con filo più o meno grosso, questi qua sotto sono della stessa misura (cioè di uguale diametro interno dell'anello) ma quelli a sinistra, tipo xsnlg, sono visibilmente più sottili, adatti per canne da torrente o sul bamboo C'è anche chi, con un po’ di manualità ed usando comuni pinze, da una serpentina ottiene un bel monopiede L'anello lato manico è la stripping guide o stripper. Ve ne sono in commercio di varie foggie, materiali e dimensioni con riporto in sintetico, tutti in metallo, o con inserto in agata, a costi parecchio diversi. Apicali: sono di vario disegno, e diametri interni differenti per essere adatti ad ogni canna Attenzione alle misure, come diceva cicciolina, mi è capitato di riparare una canna cinese di bamboo, rotta proprio in corrispondenza dell'apicale, perchè gli erano rimasti sottomano solo quelli troppo sottili, e per montarlo avevano limato la punta del vettino – l'operazione è totalmente sconsigliabile anche per il carbonio Una differenza importante è tra i normali e i large-loop Quelli larghi sono brutti e da evitare (….e sono sempre opinioni…), a meno che non si tratti di canna molto potente o magari cablata per "gare di lancio" Il numero dei passanti può anche essere scelto copiando da qualche canna simile, o con le regolette "piedi+1" oppure "piedi+2", così una 9 piedi avrà 10 o 11 anelli Una combinazione per una canna da torrente 7'6 #4 può essere a 9 anelli (se li posizionate su un pezzo di nastro adesivo sarà più facile evitare di perderli in giro o –peggio- di alternare malamente le misure) C'è una stripper del 12 e 8 anelli xsnlg, 1 del 4 , 3 del 3, 3 del 2, 1 dell'1. Usando una stripper del 10 e scalando le misure di una unità in meno si risparmia qualcosina in peso (tanto nessun umano se ne accorgerà) però il risultato estetico per molti sarà più piacevole Spina: le serpentine posizionate su un lato "morbido" della canna servono ad evitare che il vettino tenda a ruotare aiutando il pescatore a mantenere il piano di lancio. Di più, alcune canne di bamboo "quad" sono appositamente sovra-dimensionate con spessori laterali più larghi, per amplificare questo effetto direzionale e diminuire così gli svergolamenti anche se usate dai pam meno abili (anziché di sezione quadrata sono rettangolari, con gli anelli sul lato largo) Dall'altra parte, tanti grandi lanciatori "alla vecchia maniera" sostengono invece che le serpentine vanno assoutamente montate sul lato più duro. Che dire, fate pure come vi pare, tanto troverete sempre qualcuno che non gli và bene Posizionamento: se non si vogliono usare le formule già pronte, c'è da dire che la variazione di distanze, misure e quantità degli anelli, entro limiti ragionevoli, non modifica l'azione della canna, cioè la curvatura che essa esibisce "sotto carico". Una canna "di pancia" rimarrà tale indipendentemente da dove montate gli anelli. Le eventuali differenze saranno invece presenti nell'uso: ad esempio i grandi lanciatori danno molta importanza alle dimensioni e al posizionamente della stripper, e dell'anello subito seguente, quindi facciamo le necessarie prove quando gli anelli sono nastrati, verificando come l'attrezzo risponde in termini di allungo coda e shooting. Un modo ragionevole per distribuire le serpentine intermedie è partire da una qualche ricetta o perfino "a occhio", poi con pazienza cercare una buona distribuzione con la canna sotto carico. Questo significa adattare le distanze tra gli anelli alla particolare azione di quella canna. Per fare le prove comodamente, la canna và fissata per il manico, dandole un angolo acuto col pavimento, che sia simile a quello di recupero del pesce Poi vene caricata con un peso che la faccia flettere in modo avvertibile in rapporto alla sua potenza; ci si può ispirare al metodo Common Cents secondo la tabella che segue, che indica i grammi che la fanno flettere per circa 1/3 dellla sua lunghezza:
L' obiettivo è che in corrispondenza degli immaginari punti a metà tra gli anelli, la coda sia grossomodo equidistante dalla canna, lungo tutto il fusto: nella foto i primi anelli in zona apicale appaiono esageratamente lontani tra loro, e quelli in alto troppo vicini, occorre lavorarci sopra. Quando sembra che il risultato sia equilibrato, controlliamo che il nastro sia fissato bene per evitare che durante le successive prove di lancio qualche anello si stacchi Manico: in corrispondenza dell'impugnatura si può fare una legatura conica e nient'altro, altrimenti utilizzeremo appositi anelli per il manico (winding check) Quelli di gomma si trovano anche in confezioni miste con misure che coprono tutte le esigenze oppure, spendendo qualche euro in più, se ne prende uno decisamente più bello, in alluminio o meglio ancora in nickel-silver Essi sono identificati dal loro diametro interno e non serve dire che occorrerà sceglierne uno appena più grande della canna misurata in corrispondenza di dove finisce il manico…. e per i neo-bambooisti, non serve dire che la misura và fatta da apice ad apice….. Ferma-mosca: ce ne sono varie misure e tipi; da sagomare, ad U, e i più tecnologici ripiegabili a scatto (folding). Comunque pare che Mr.Garrison, un indiscusso vate del rodmaking, smise di montare gli anellini fermamosca sulle sue canne dopo che ad una sua cliente scivolò inavvertitamente la canna e si ritrovò piantata nella mano una grossa mosca da salmone ….e all'epoca non c'erano i barbless…… Legature: esistono tanti tipi di sete e nylon per legature, e tanti colori identificati da numeri e/o nomi spesso esotici Come diametri, di solito per canne potenti si utilizza il tipo D, grosso e robusto, mentre per canne da torrente si scende ai filati più sottili, tipo A e #50, o anche più fini
In genere, più il filato è sottile, più è difficile da usare Molti esaltano l'uso di filati sottili, perchè a canna finita le legature sono meno voluminose e quindi si raccordano visivamente meglio al fusto. È comunque un dato di fatto che tanti grandi rod-makers usano l'A, quindi è questo che consigliamo Di colori ce ne sono in abbondanza, l'unica cosa da tenere presente è che alla fine il colore della legatura NON sarà quello del filo…..purtroppo le vernici scuriscono i colori, e anche parecchio. Questo, non è in realtà un grosso problema (se non in caso di riparazioni parziali, o canne d'epoca che si vogliono identiche all'originale) basta scegliere alcuni filati un pò più chiari di quello che si vorrebbe, e fare qualche prova. Per limitare il fatto imbarazzante che scegli un colore e te ne salta fuori un altro, sono disponibili dei filati cerati detti No-CP o NCP che risultano più spessi e meno flessibili, e mantengono abbastanza il loro colore. Sono poco usati, direi per l'aspetto non esaltante, quasi privo dei riflessi dei singoli fili Per capirci, una cannetta di bamboo italico montata con un filato grigio NCP, legata in modo uniforme, e legature verniciate troppo bene…..beh, uno mi ha chiesto perché avevo usato il nastro isolante grigio Una alternativa ai filati No-CP è l'uso appunto del CP, il "colour preserver" (che no, non è un prodotto colorato venduto in farmacia) Questo liquido, spesso a base vinilica, serve per mantenere il colore originale del filato, riflessi compresi Si apre un mondo di aspettative, e sovente di delusioni, poiché tali misture non sempre fanno esattamente quello per il quale sono vendute. Così ci si ritrova ad averne in giro di varie marche e tipi, aspettando di trovare quello miracoloso Il brutto è che ci si accorge di eventuali "sbavature" solo quando si dà la verniciata, prima pare tutto bello e facile. Su un forum USA dopo l'applicazione e l'asciugatura del CP consigliano di bagnare le legature con acqua, così se le magagne saltano fuori si aspetta che tutto si asciughi, si cerca di rimediare e si ripete I primi 6 sono prodotti commercializzati appositamente, segue un boccetino di gomma lacca sciolta in alcool, uno di semplice vinavil da diluire 50/50 in acqua, e per ultimo incombe un boccione di impregnante uretanico all'acqua, da usare puro I risultati, dicevamo, sono altalenanti, un certo preserver funziona meglio con certi colori e filati, un altro con certi altri, alcuni danno risultati non molto accettabili o peggio non riproducibili, tipo ogni tre legature belle ce ne è una "leopardata" La variabilità del risultato dipende da molti fattori: oltre ovviamente al prodotto, influiscono il modo di stenderlo, la temperatura, una asciugatura incompleta, il numero di mani, se recentemente avete mangiato cipolle, eccetera Soprattutto in questo campo la regola base del rod making, che recita "quello che funziona per me può non funzionare per te" è una brillante verità Con colori "difficili", come il gudebrod 340, non è dato ottenere che rimangano vivi e lucenti come sono, ma ci si può avvicinare trovando il preserver che "funziona per voi" Per molti di questi prodotti il rimescolamento è basilare, a questo serve il bacchettino di bamboo con le fascette che vedete vicino al flaconcino di Al's (puzzolente ma uno tra i migliori). Quindi se sulla confezione c'è l'indicazione che il prodotto và mescolato a lungo, fatelo. Lentamente per non provocare molte bolle, ma mescolate tanto È anche meglio aspettare, tra una mano e l'altra, per molto più del tempo consigliato, e se parlano di 2 mani, beh, datene 3 o 4 Il modo migliore per avere buoni risultati uniformi, è usare colori scuri (e grazie……) oppure non usare affatto color preserver (ri-grazie……) Trim wraps, detti anche tips: sono le sottili ulteriori legature, nere o comunque in una tonalità differente dalla legatura principale, che hanno una funzione di abbellimento e basta (questa foto fà anche più schifo delle altre, serve un po’ di immaginazione) Ok, non sono obbligatori, ma oggettivamente non sono male, e danno un aspetto più curato. Essi vanno aggiunti dopo aver terminato la legatura principale. Per eseguirli, oltre a qualche trucco più o meno lecito, come colorare di nero gli ultimi centimetri del filato (un po’ da bastardi, non dite che l'avete letto su pipam) si può lavorare in modo simile alle normali legature con l'accortezza di regolare il tensionatore molto sul duro La differenza rispetto alle legature di fissaggio viste sopra, è che si comincia posizionando subito l'asola in nylon sulla canna, più vicino possibile alla legatura, poi si continua come nelle foto 1 2 e 3, si ottengono i giri che si preferisce, poi si passa drettamente alla foto 9 ma senza tagliare mai nessuno dei due capi fino alla fine. Tirando fuori l'asola avremo quindi un capo sulla sinistra e uno sulla destra. Li accorciamo a 3 centimetri e li forziamo entrambi un po’, posizioniamo il nodo ben vicino alla legatura con il pollice, poi se non si è già disfatto tutto si può tentare di reciderli subito a zero con una lametta, ma è molto meglio dargli il preserver o, se si usa la vernice, dargli una mano sottile e aspettare che asciughino pima di tagliarli Verniciatura: per appicare la vernice, per il preserver, e per le relative fasi di essicazione, potrete trovare in commercio dei piccoli motori dotati di mandrino autocentrante. Un macina-pepe a batterie e un sottile tubo di gomma ricavato da una biro faranno la stessa funzione, anche se in modo meno elegante. Questo fa un giro ogni 3 o 4 secondi, che per verniciare e asciugare van bene. Se gli avete saldato 2 fili in corrispondenza degli attacchi delle pile, potere usare un alimentatore regolabile, e scegliere la velocità che va meglio per voi La differenza tra una vernice (o colla) epossidica e una vernice d'altro tipo dipende dalla diversa viscosità e dal fatto che la vernice non epossidica una volta applicata di solito diminuisce di spessore asciugandosi. I due diversi prodotti creano tipicamente una finitura spessa oppure sottile, differenza abbastanza evidente confrontando le due foto appena sotto Su una bamboo o per canne leggere, si può usare una vernice poliuretanica o un flatting, e il minimo spessore viene da molti considerato un pregio. Magari serviranno varie mani per ottenere una certa uniformità, anche in base alla diluizione. Su una canna in carbonio di regola si usa la epossidica: le bombature sono evidenti, come si nota anche nelle canne dei produttori tradizionalmente più blasonati. Di solito basta una mano. Le epossidiche non sono tutte uguali, e nemmeno tutte adatte La prima si chiama clear ma è grigia e totalmente opaca, la seconda è la uhu, poco trasparente e a seccare impiega svariate ore, la terza e la quarta seccano in 5 minuti, decisamente troppo poco. Le altre, quelle che vanno bene, sono vendute appositamente per il rod-making e lasciano abbastanza tempo per lavorare. La più diffusa è la flex-coat: piuttosto liquida, facilita l'uniformità mentre viene stesa, di contro la formulazione "lite" in base alla mano di chi applica può richiedere due passate Ripetiamo che, epossidica o meno, durante l'asciugatura la canna deve continuare a girare per il tempo necessario, meglio mezz'ora in più che 10 minuti in meno. Se verniciare è una fase che vi dà grattacapi, consolatevi: un grande rodmaker americano, che vende canne da migliaia di dollari a botta, ammette candidamente che le verniciature le fà fare a sua moglie Albano Barbiani
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