Cinque "buoni" consigli per l'apertura
- Dettagli
- Categoria principale: Fly Fishing Magazine
- Categoria: Sotto la lente
- Scritto da Angelo Piller (Angelo)
Un altro articolo sull'apertura della pesca? Un déjà vu che si ripete ogni anno su molte riviste specializzate, ripetitivo più o meno come l’uscita dell’immancabile calendario Pirelli la cui “formula” però, difficilmente rischia di stancare i lettori.
Quindi, per i classici consigli sulla prima uscita di pesca dell'anno è sufficiente recuperare una rivista di fly fishing qualsiasi e andare a vedere il numero di gennaio/febbraio: inevitabilmente nell'indice comparirà un articolo con il titolo simile a quello che state leggendo. A dire la verità non sono proprio i consigli che volevo darvi io, ma per non deludere coloro che da poco hanno iniziato a pescare a mosca e non hanno "aperture" alle spalle, li riassumo velocemente: 1. Il momento giusto: Le schiuse nei mesi di fine febbraio e marzo avvengono solitamente durante le ore più calde della giornata. La massima attività dei pesci si riscontrerà più o meno dalle dodici del mattino fino alle tre del pomeriggio. Prima della schiusa le trote saranno comunque già attive e pescabili a ninfa. Spesso la presenza delle effimere viene anticipata da quella dei chironomi, per cui è meglio essere ben preparati con le imitazioni giuste. Arpo Olive Killer Phesant tail - Zonker - Wooly bugger 2. Mosche consigliate: Oliva su tutte (Baetis Rhodani), cul de canard tipo Arpo, Olive Killer, Parachute Adams, imitazioni di chironomi e plecotterini tipo Leuctra Fusca. Attenzione a non sottovalutare le imitazioni delle emergenti! Spesso in termini di numero di catture possono fare la differenza, soprattutto se i pesci iniziano a cibarsi pochi millimetri sotto la superficie dell’acqua. Per le ninfe non potrete fare a meno delle Pheasant Tail e delle varie versioni di gold bead in tungsteno. Se amate lo streamer non ci sono particolari esigenze: Zonker, Wolly Bugger e imitazioni di pesciolini vanno sicuramente bene. 3. Abbigliamento: Siate preparati a coprirvi perché è un periodo dell’anno in cui può ancora fare parecchio freddo. L'abbigliamento tecnico sicuramente aiuta. Mantiene la giusta temperatura senza farvi sudare e soprattutto senza appesantirvi come un “omino Michelin”. Personalmente in questa stagione prediligo i waders in neoprene. Inoltre, in presenza di neve e ghiaccio, un wading staff o bastone da guado è una sicurezza in più. 4. Tecnica: I pesci dopo la lunga pausa invernale saranno meno diffidenti, quindi una buona presentazione con uno degli artificiali appena consigliati sarà quasi sempre più che sufficiente. La ninfa renderà bene ovunque, mentre per la secca occorre considerare l'eventuale presenza di schiusa e quindi di bollate. Se pescate a streamer tenete presente che le trote, uscite da poco dalla frega invernale, non saranno ancora in piena forma. Questo aspetto, abbinato ad una temperatura dell'acqua sotto la media, fa si che lo streamer, nella maggioranza dei casi, non debba essere recuperato troppo velocemente. 5. Attrezzatura: Proprio per la minore diffidenza dei pinnuti, potrete permettervi di usare un finale di diametro maggiore. Per quanto riguarda canna, coda e lunghezza del finale, nel mio caso rimangono gli stessi che utilizzo anche nei mesi più caldi. Adesso che abbiamo esaminato i punti classici dell'argomento in questione possiamo dedicarci ad altre considerazioni non meno importanti. Mi rendo conto che l'apertura ha tanti significati diversi per ciascuno di noi: un rito per qualcuno, una scampagnata con gli amici per altri, un momento catartico per qualcun altro ancora. Quest’ultimo non è che la voglia di pescare accumulatasi durante il periodo di chiusura che si libera nella prima giornata di pesca dell'anno. E' un momento agognato per mesi e forse, come spesso accade, il vero piacere in fondo non è altro che quello dell'attesa e della preparazione all'evento. Quindi, dopo i consigli prettamente tecnici, sarebbe utile spingerci un po' oltre e andare a vedere alcuni aspetti che troppo facilmente passano in secondo piano, o che addirittura vengono completamente trascurati. Passiamo dunque finalmente ai cinque "buoni" consigli: 1. La “vostra” apertura. L'apertura è la prima giornata di pesca dell'anno, ma non per questo deve essere interpretata come un rito collettivo. Se vi trovate sul fiume con una fila di pescatori alla vostra sinistra e un'altra fila sulla destra, più che un'apertura è una fiera bella e buona. Avete aspettato quasi cinque mesi per poi ritrovarvi a pescare quasi spalla a spalla con tanti altri sconosciuti? Siete sicuri che una simile giornata rispecchi la vostra concezione sulla pesca? In realtà la "vostra" vera apertura è quella che decidete di fare quando vi presentate sul fiume indipendentemente da qualsiasi data. Se però proprio non volete o non potete rinunciare alla prima domenica di pesca, cercate di spostarvi in acque meno affollate, magari più remote e forse più povere di pesce, ma che comunque possono sempre regalare qualche sorpresa. 2. Pescate come più vi piace. Non c'è niente di male a sedersi su un sasso e aspettare l'inizio della schiusa e quindi la prima bollata, così come non c'è niente di male ad iniziare subito a ninfa, sondando il fondo del fiume alla ricerca della prima trota dell'anno. Se vi piace la caccia grossa, montate un voluminoso streamer e tentate la cattura di taglia! Sono interpretazioni diverse che però storicamente appartengono alla stessa tecnica di pesca, la pesca a mosca, e nessuna di queste è da ritenersi superiore all'altra. 3. Rispettate gli altri pescatori. Cercate sempre di mantenere una certa distanza da chi sta praticando il vostro stesso hobby. La pesca è anche un modo per rilassarsi: evitate di gridare e urlare e provate ad entrare in armonia con il fiume e lo scroscio delle sue mille correnti. Se il fiume è piccolo sarebbe meglio mettersi d'accordo su quale tratto pescare piuttosto che pestarsi i piedi a vicenda. Tenete presente che spesso le amicizie nate da un incontro casuale sul fiume sono quelle che si ricordano più volentieri. 4. Rispettate i pesci. Questo è un aspetto molto importante. Se vi trovate ancora nella "fase del cestino a tutti i costi", abbiate l'accortezza di frequentare zone che sono state ripopolate per l'apertura con pesce di vasca. Non sacrificate quei pochi pesci "veri" che ancora vivono nelle nostre acque oramai tanto bistrattate. Dopo i cormorani, gli svasi, le asciutte, le piene rovinose dovute a scellerate opere di ristrutturazione dell'alveo, i bracconieri, gli aironi, gli scarichi abusivi e quelli non abusivi e infine il proliferare di centraline elettriche che stravolgono i letti di fiumi e torrenti..., avete veramente ancora il coraggio di portare a casa una marmorata, una fario autoctona o un temolo? Senza contare che poi, culinariamente parlando, sono prede che valgono poco o niente, anzi probabilmente hanno anche una certa “tossicità” dovuta all'inquinamento che regna sovrano nella gran parte delle nostre acque! Questi pesci “veri” sono la nostra unica speranza di poter continuare anche in futuro a fare una pesca di qualità. Per arrivare a tanto, l’adozione di ami senza ardiglione è sicuramente un passo importante. E’ risaputo che gli ami con ardiglione hanno una ridotta capacità di penetrazione. Quelli senza invece, ipotizzando un recupero del pesce effettuato correttamente, difficilmente causano la perdita della nostra preda. L'ardiglione complica inoltre il rilascio del pesce, aumentando notevolmente il tasso di mortalità. Peraltro la difficoltà dell’operazione di slamatura può provocare profonde lacerazioni nella bocca di trote e temoli che spesso vengono rilasciati privi di labbro o con la mandibola sfigurata per sempre. Infine, non dimenticate il guadino, meglio se bello ampio e di quelli con la maglia fitta o siliconica in modo che non vada a rovinare le pinne dei nostri amici. Con questo accessorio sarete più veloci nel recuperare i pesci e nel caso di una bella cattura avrete la possibilità di lasciarla riposare nella rete mentre vi preparerete a scattare la foto ricordo. 5. Non sporcate, rispettate l'ambiente! Non lasciate sulle rive bustine porta finali, bicchieri di plastica, bottiglie o altri rifiuti! Evitate assolutamente di buttare in acqua o sulla sponda i mozziconi di sigaretta! Oltre ad essere altamente inquinante e poco biodegradabile, il filtro rischia di venire inghiottito da trote e temoli! Anche lunghi spezzoni di filo possono creare seri danni. In commercio esistono diversi accessori sia per la raccolta del filo, sia per quella dei mozziconi. Probabilmente, come il sottoscritto, molti di voi avranno criticato aspramente i maleducati che abbandonano i rifiuti lungo le sponde del fiume o del torrente. Ricordate però che passare davanti a una lattina o a una bottiglia abbandonata per terra, e lasciarla lì, vi fa diventare un po' “complici” di coloro che l'hanno gettata! Perché non fermarsi a raccoglierla? Il guadino può servire anche a questo scopo, ovvero come porta rifiuti. Consideratela una “cattura”, che poi getterete nel più vicino bidone della spazzatura. Un piccolo gesto di gratitudine nei confronti della natura e di quel fiume che ci regala sempre tante emozioni. Angelo Piller (Angelo)
© PIPAM.org |