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Norme di sicurezza in pesca

21/02/11 - Sotto la lente


testo di Valerio "BALBOA" Santagostino
foto di Giorgio "IRONBLUE" Fattori

Ho scritto questo articolo per portare all’attenzione dei più giovani (ma anche dei meno giovani, notoriamente meno cauti, vista l’esperienza maturata) alcune precauzioni prima di andare a pesca. Cose semplici, come vedrete, miste a regole di buon senso.
Non vuole essere assolutamente un manuale di sicurezza o una mera lista di ammennicoli vari da infilare nel gilet, ma prendete di buon grado quello che vi potrà interessare e, qualora vi troverete in situazioni difficili, ricordatevi del resto.

PRIMA DI INIZIARE A PESCARE

Inizio questo articolo con due precauzioni che in una prima lettura potrebbero risultare poco originali, ma che invece, pensandoci bene, sono tutt’altro che banali.
Non andate a pescare da soli, cercate di stare in compagnia o comunque pescate a una distanza dalla quale potete essere sentiti in caso di necessità. Questa regola è importante specialmente in quei torrenti d’alta montagna dove il cellulare non prende e una storta è sempre in agguato.
Se decidete di avventurarvi da soli, comportatevi come gli alpinisti; lasciate il vostro nome ed eventualmente un numero di telefono in un bar, spiegando bene l’itinerario della giornata e specificando l’ora prevista del vostro ritorno. Se indossate i wader, mettetevi la cintura di dotazione.
E non adducete colazioni pantagrueliche come scusa per “dimenticarla” in auto, potreste pentirvene amaramente. A questo punto metto qui di seguito la dotazione che un pescatore a mosca “dovrebbe” (salvo le dovute eccezioni) portare con se:
occhiali polarizzati ( se possibile assicurati con il cordino), che oltre a ridurre il riflesso dell’acqua, proteggono da eventuali mosche “volanti” e non vi affaticano gli occhi a causa del riverbero prolungato.
Cappellino con visiera, ottimo per proteggersi la nuca e dalle insolazioni.
Una busta a chiusura stagna, dove riporre il cellulare, le chiavi della macchina e i documenti, compresa la licenza, che sfido chiunque a non averla bagnata almeno una volta nella vita!
-un temperino multiuso
-una micro torcia
-un accendino
Per completare la lista, mettetevi anche una bottiglietta d’acqua nei tasconi del gilet. Risulterà fondamentale per le giornate torride.
-un paio di compresse di paracetamolo, ottime contro i mal di testa e la stanchezza improvvisa
-uno stick contro punture di insetti
Nella pesca a mosca gli arti rivestono una notevole importanza, quindi suggerisco, prima di iniziare, di passare 5 minuti del vostro tempo a scaldarvi, a fare il cosiddetto “stretching”, soprattutto nel caso vi troviate a pescare durante una stagione fredda con un’attrezzatura pesante.
Dei muscoli caldi reagiscono meglio e non correte il rischio di strappi o stiramenti improvvisi.

TEMPORALE

Se state pescando in quelle valli chiuse e incassate dove l’acqua, in caso di nubifragio, scende a valle velocissima e subitanea, non state in mezzo al letto del torrente. Non è facile evitare l’onda di piena. Secondo avvertimento: non attraversate il fiume. Per trovare un ponte che vi riporti sulla sponda giusta, correte il rischio di fare chilometri a piedi, magari in un ambiente sconosciuto, ostile e impervio.
Nella sfortunata ipotesi veniate travolti dall’acqua, non preoccupatevi per l’attrezzatura. Molto meglio perdere una canna costosa che qualcos’altro. Non escludo che in seguito un’anima generosa possa anche ritrovarvela.
In caso di forti e improvvisi temporali con pericolo di fulmini, evitate di mettervi sotto gli alberi isolati, pali, elettrodi o funivie. Fuggite da qualsiasi cosa possa rappresentare un’antenna, perché le scariche sono attratte dalle punte. La canna da pesca è la prima cosa da smontare, abbandonare o nascondere. Meglio tornare sui propri passi, una volta finita la buriana, che fare la fine di un Galletto Amburghese.
Se vi trovate in zone esposte, la posizione più sicura è piegarsi sulle ginocchia, appoggiando le mani sulle cosce con il busto in avanti.
Non riparatevi sotto rocce spioventi ferrose oppure alpeggi aperti su due lati opposti. Il fulmine potrebbe incanalarsi da una porta e uscire dall’altra, folgorandovi.

VIAGGI

Questi piccoli suggerimenti invece vi serviranno per non rovinarvi un viaggio importante, sognato da tanto tempo.
Non portatevi degli scarponcini nuovi di pacca, mai usati prima del grande evento, per intenderci. Sarebbe un errore madornale. Mettete in valigia una calzatura ben collaudata che vi dia la massima affidabilità.
Lo stesso discorso vale per le calze, mai scelte con cuciture approssimative, sporgenti e di bassa qualità.
Controllate le vostre polizze assicurative. Uscire da un incidente poco piacevole all’estero, potrebbe risultare molto oneroso.
Se andate sui grandi fiumi del Nord Europa o dell’ America, non scordatevi di mettere in valigia un giubbotto salvagente.
In commercio ce ne sono di tutti i tipi, a marsupio, a collo, quindi non credo abbiate difficoltà a trovarne uno consono alle vostre esigenze. Secondo il mio parere personale il salvagente dovrebbe essere sempre obbligatorio dalla barca o in ciambellone. Non usatelo però come cuscino.
Sarebbe utile anche portarsi dietro un tubo di colla per riparare eventuali buchi nei wader. La UV wader repair occupa pochissimo spazio ed è quasi istantanea anche con cielo nuvoloso.
E infine permettetemi di suggerirvi un paio di trucchi che adottavo qualche giorno prima delle grandi prove “endurance”, gare che mi hanno appassionato per lunghi anni della mia vita: tagliatevi le unghie dei piedi lasciando un profilo anteriore rotondeggiante, smussando eventuali spigoli vivi.
Se la zona di pesca richiede lunghi spostamenti e quindi snervanti camminate, l’attrito prolungato potrebbe far insorgere il problema delle vesciche.
Se la vostra pelle è particolarmente sensibile a questo fastidio, cospargete della normale vaselina tra le dita dei piedi, un rimedio semplice ma di sicura efficacia.

BUIO

L’arrivo delle tenebre è un aspetto da non sottovalutare assolutamente, specialmente se vi trovate in luoghi sconosciuti. Ciò avviene soprattutto quando il coup de soir è particolarmente brillante, e si continua a pescare fino a tardi. In queste serate infatti si perde la percezione del tempo. Prendetevi dei riferimenti durante le ore di luce: alberi, rocce, tralicci, malghe, etc…
La cosa più saggia da fare è portarsi una piccola torcia. Controllate però le batterie!
A buio, se smontate la canna, non togliete la coda dai segmenti, correte il rischio di perderli.

NEL BOSCO E NELL’ERBA

Fate attenzione alle vipere, evitando pietraie assolate e controllando sempre dove mettete le mani e i piedi.
All’aria aperta si possono rischiare anche punture di insetti.
Come ho detto sopra, non sarebbe male portarsi dietro un piccolo stick.
Se dovete attraversare a tutti i costi quelle macchie intricate che mettono a dura prova i nervi del pescatore, avvolgete la coda sul grezzo della canna ed entrate impugnandola con la punta rivolta all’indietro.
Non addentratevi mai con la canna rivolta in avanti. Una piccola disattenzione, una sigaretta, una telefonata e la canna potrebbe incocciare qualcosa, rompendosi.
In alcune zone di questo paese però, e non solo da noi, le foreste sono abitate dalle zecche dei boschi. Zecche che, calandosi dagli alberi attratte dal calore del corpo, pungono il malcapitato.
La puntura di questi insetti porta malattie infettive, alcune delle quali, come la malattia di Lyme, ha delle serie conseguenze se non viene curata in tempo.
Per ridurre al minimo i rischi, cercate di camminare al centro del sentiero, evitando di strusciare contro la vegetazione o di riposare sotto le fronde di questi alberi. A sera, ispezionate il vostro corpo con cura, anche nei posti più “reconditi”.., senza tralasciare il cuoio capelluto.

ANIMALI

Nelle nostre regioni il cinghiale è forse l’unico animale selvatico pericoloso che si può incontrare con una certa frequenza. Il cinghiale è dotato di un olfatto e di un udito molto sviluppati, e proprio per queste sue caratteristiche, di solito, rifugge l’uomo.
Se vi dovesse capitare di incrociarlo, battete le mani per farlo scappare. Il cinghiale attacca l’uomo solo se ferito o in presenza di piccoli.
Attenzione alle battute di caccia in corso; ma forse è meglio schivare un cinghiale ferito che un cacciatore dal grilletto facile!
Sulle montagne, soprattutto in quelle appenniniche, un altro mammifero nel quale è facile imbattersi, è il cucciolo di capriolo.
Non toccatelo per nessun motivo! Se la madre avverte l’odore dell’uomo sul piccolo, lo abbandonerà senza ripensamenti, lasciandolo al suo destino.

GUADI

In molti casi è molto difficile calcolare bene l’intensità della corrente, specie se la giornata promette bene e si ha voglia di pescare. Ancor più difficile è calcolare l’esatta profondità dell’acqua.
Il primo consiglio che vi do è di usare il buon senso. In fiumi che non si conoscono, l’uso del bastone da wading non è assolutamente una cosa da doversi vergognare.
Prima di guadare, portate la vostra attrezzatura davanti al vostro corpo. Se la corrente iniziasse a sbilanciarvi, piegate il busto in avanti. La forza dell’acqua vi aiuterà a rimanere in equilibrio.
Camminate di traverso, per offrire alla corrente minor superficie possibile. Posate i piedi con prudenza, e a ogni passo sondate il fondo.
Negli attraversamenti azzardati, c’è sempre un punto di non ritorno . In queste brutte situazioni, dopo aver recitato “necessariamente” un Pater Noster, mettetevi di traverso e a piccoli balzi downstream, cercate di ri-guadagnare la riva.
Nei guadi invece dove c’è il pericolo di una brutta scivolata, camminate bassi, piegando le ginocchia. Più starete bassi, e meno rischierete di perdere l’equilibrio.

INVERNO

Nella stagione invernale suggerisco di indossare i wader in neoprene. Il neoprene è un materiale molto tecnico e dal prezzo ragionevole.
I wader in questo materiale sono molto confortevoli e, soprattutto, caldi. Un’altra virtù che possiede il neoprene è la maggior aderenza al corpo e la galleggiabilità, qualità da non sottovalutare in caso di un bagno fuori programma.
Se vi dovesse succedere, tornate immediatamente alla macchina a scaldarvi. Non sottovalutate la cosa! A temperature molto rigide, il corpo fa in fretta a non rispondere più a vostri comandi.
Un tuffo in Valtella a Dicembre 2008 mi ha lasciato un brutto ricordo. Portatevi sempre comunque per sicurezza un cambio di vestiti asciutti.
Se bagnate i wader, e siete fuori casa, ricordatevi che di solito in albergo, nel bagno, esiste un asciuga capelli a muro. Usatelo.


Valerio Santagostino (BALBOA)


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