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A B C - 2) Il rilascio del pescato

Nei fiumi e torrenti si incontrano spesso aree degradate, e anche in tante zone ancora valide la popolazione ittica è in costante diminuzione. Molte associazioni, riviste e forum di pesca si adoperano per salvaguardare quanto è rimasto
Nelle condizioni attuali delle nostre acque, il prelievo dei pesci da parte dei pescatori per diletto e’ diventato un lusso che in molti casi non possiamo piu’ permetterci. Può anche essere tollerabile trattenere ogni tanto un capo "trofeo", ma portarsi a casa sempre tutto quanto (magari da dare al gatto o buttare nel bidone) e’ divenuto un gesto scriteriato
Il cosiddetto "Catch&Release", che letteralmente significa "cattura e rilascia", da sempre una delle bandiere ideali di tanti pescatori a mosca, è ormai pratica abituale anche di molti pescatori che usano tecniche più tradizionali
È la stessa natura tecnica della PaM che consente al singolo pescatore un importante contributo in prima persona al mantenimento del patrimonio ittico, facilitando la pratica del C&R: difatti l’allamatura del pinnuto avviene di norma sul labbro (che tra l'altro e’ una zona povera di terminazioni nervose) e la slamatura e’ quindi semplice e rapida, solitamente senza neanche toccare il pesce con le mani
Il pesce rilasciato non subisce un grosso stress, e puo’ tornarsene subito nel suo elemento dopo averci regalato la gioia della cattura
Anche chi non tollera di uccidere animali, o di infliggere loro sofferenze inutili, può trovare nella PaM un modo per praticare una pesca divertente ed "ecologica", rispettosa del fiume e dei suoi abitatori .
Il miglior modo per iniziare una bella battuta di pesca è quindi……lasciare a casa il cestino! In alternativa ad esso, le moderne macchine fotografiche digitali o i telefonini permettono facilmente di 'portarsi a casa' il ricordo di una bella cattura, da tenere per se o mostrare agli amici increduli, ma senza per questo impoverire i corsi d'acqua.
In ogni caso, sarà buona norma evitare di 'spiaggiare' il pesce sulla sabbia, per non intaccarne il prezioso muco che lo mantiene al riparo da infezioni varie, e per la stessa ragione bagnarsi le mani prima se proprio occorresse toccarlo. Altra regola pratica è: siccome una prolungata fase di recupero stressa l'animale inutilmente, meglio utilizzare un terminale abbastanza robusto, così che non sia necessario sottoporre il pesce a lunghe operazioni di 'tira e molla', inevitabili se invece si adopera un terminale molto sottile.
La possibilità di rilasciare facilmente e senza produrre danni permanenti al pesce, la si ottiene schiacciando prima l’ardiglione dell’amo. O meglio ancora, per chi si auto-costruisce le mosche, utilizzando certi tipi di amo, detti BL (barb-less) che vengono fabbricati gia’ privi della contropunta.


 
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