Test CANNE J.PARKER 9' #11/12 e #13/14
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- Scritto da Alberto Galeazzo (Faina) e Michele Malagugini (Mala)
CANNE J.PARKER IM-10 GRAPHITE 9' #11/12 e #13/14
Test di Alberto Galeazzo (Faina) e Michele Malagugini (Mala) Alberto Galeazzo (Faina) Per le impressioni nel lancio mi sono fatto aiutare dall’esperto Michele Malagugini, alias Mala,che è, tra l’altro, un valente istruttore EFFA.
Pescando in mare molto spesso anche il singolo metro può permetterci di entrare nella zona dello strike, e il raggiungere la distanza desiderata non dipende solo dalle bontà del lanciatore, ma anche dalle qualità dell’attrezzatura. Oltre alle onde del mare, molto probabilmente, ci sarà anche il vento ad ostacolarci. Quindi, solitamente, si srotola la coda sul pagliolo della barca per essere pronti con pochi falsi lanci a posizionare la mosca all’interno della mangianza. Abbiamo provato la J. PARKER IM-10 GRAPHITE 9 FOOT 11/12 con due code: una coda 10 floating e una coda 12 intermediate.
Parto subito con i (pochi) difetti o per lo meno da quei particolari che non mi hanno entusiasmato particolarmente. L’attrezzo, volutamente sottoposto a sollecitazioni importanti, richiede una certa dimestichezza con il lancio anche se abbinato a code di tipo shooting taper. L’eccessiva rigidità del fusto, infatti, richiede molta sensibilità da parte del pescatore, il quale dovrà essere in grado di individuare/percepire l’esatto momento in cui richiamare la canna per produrre uno shooting efficace nel successivo lancio in avanti. Diciamo che, dopo averla provata a lungo, utilizzerei quest’attrezzo soprattutto per la pesca dalla barca su mangianze di una certa consistenza, condizione che solitamente permette di avvicinarsi maggiormente alle prede richiedendo lanci più corti per entrare in pesca; inoltre l’abbinerei ad una buona shooting taper, magari leggermente sovradimensionata rispetto alla potenza nominale della canna, e ciò allo scopo di percepirne meglio il caricamento. Altro “piccolo” difetto, il fatto di non essere un attrezzo leggerissimo, requisito che non nuoce mai, soprattutto quando si comincia a “salire” con la potenza; mi rendo comunque perfettamente conto che non sia semplice far andare d’accordo le due cose.
Alberto Galeazzo (Faina)
Per il test su “prato” ho utilizzato una coda di topo tipo Big Game intermediate Rio Leviathan 500gr. Vuoi forse per il fortunato abbinamento con la coda di topo, piuttosto che per il mio modo di lanciare, fatto sta che nel volteggio all’indietro dopo averci preso un po’ la mano riuscivo a percepire in maniera netta il caricamento della parte mediana, fatto che mi ha permesso di raggiungere in breve distanze davvero sorprendenti: 27 - 28 metri rigorosamente misurati con bindella (il che non è poco considerato il tipo di attrezzatura). Nessun dubbio quindi, nel promuovere questa canna per quanto riguarda il test a “secco”. Ora non mi resta che metterla alla prova in pesca, fatica che mi presterò a sostenere più che volentieri non appena le condizioni lo permetteranno.
Entrambe le canne sono dotate di fodero in stoffa con divisori per tenere ben separati i pezzi durante il trasporto; tubo plastico molto resistente, ricoperto in cordura, ottimo per tenere al riparo da rotture accidentali o danni gli anelli e la canna stessa. Questi accorgimenti, sono fondamentali in barca dove le botte date dalle onde del mare sono all’ordine del giorno.
Durante le fughe dei pesci pelagici o comunque prede di grosse dimensioni si rende necessario spostare la presa della mano che tiene la canna verso l’alto; le due canne testate sono dotate di una doppia impugnatura in sughero. Altresì molto comodo il calciolo in sughero bicolor che è sufficientemente grosso per quando si devono combattere i pesci di mare e ci si appoggia la canna alla pancia.
Sopra alla seconda impugnatura c’è un anellino in acciaio per bloccare la mosca durante gli spostamenti. Altri particolari molto interessanti sono i pallini bianchi colorati su ciascuno pezzo delle quattro sezioni della canna, e la misura della canna riportata anch’essa su ogni sezione di canna.
Malagugini Michele (Mala)
Alberto Galeazzo (Faina)
Ciao Alberto e Michele (Fainia e Mala)
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