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Catture

12/11/07 di Ghost


Tempo addietro, ci è pervenuta questa scheda-catture:
Da una prima analisi parrebbe che l’anonimo pescatore sia fin troppo previdente: la scheda è arrivata in aprile, le catture sono relative ad un mercoledì all'agosto seguente. Questo ha iniziato ad insospettirmi. Anche il dato relativo ai barbi è di difficile interpretazione: ben sappiamo quanto sia arduo catturarne a mosca più di 6 o 7 per uscita.
Potrebbe trattarsi di un’abile contraffazione???
Ci siamo definitivamente convinti che ci troviamo di fronte ad un antipatico mitomane, dopo aver interpellato al riguardo, direttamente sul fiume, uno dei massimi esponenti della PaM, che da svariati decenni ha avuto modo di frequentare i nostri fiumi; un famoso “esperto”.
Egli ha spergiurato che in Trebbia non cattura mai chinook in agosto, e se non lo fa lui, nessuno può riuscirci.
Per avvalorare scientificamente questa sua convinzione ha poi estratto dalla tasca interna della giacca la mappa cromosomica della specie in oggetto, ha indicato il cromosoma 3 e la relativa struttura preposta alle attività riproduttive, evidenziandone il gene che codifica per la risalita.
Ha quindi osservato che, a suo avviso, la struttura genetica esprimentesi nel fenotipo in esame non può certo consentire che la risalita si protragga oltre Giugno, e men che meno di Mercoledì.
Conscio che, in fondo, dopotutto, solo raramente, ma potrebbe capitare anche a lui di commettere un piccolo errore di valutazione, ha voluto corroborare la sua analisi con un riscontro di sicuro rispetto: ha prelevato dalla tasca posteriore sinistra dei calzoni da pesca la ponderosa opera SALMONS, TROUTS AND CAPESALDS, articolata in ben 15 tomi, del famoso studioso britannico Bifidus Activus, dove in effetti l’Autore indica il periodo di risalita del salmone nelle acque Emiliane dal 10 Aprile al 26 di Giugno (le date divengono 11 e 27 se l’anno è bisestile).
Con rammarico abbiamo quindi dovuto constatare che la scheda in oggetto è solo un misero falso, ancor più ignobile in quanto così difficile da scoprire.
Altre questioni, tra le più controverse riguardano la concentrazione e il tasso di accrescimento, assolutamente variabile in base al pescatore col quale stai parlando.
Solo 7 giorni prima egli aveva effettuato decine e decine di catture, mentre voi vagate per ore prendendo 3 vaironi?
Una diffusa consuetudine vuole che l’aritmetica applicata da alcuni pescatori sia affatto particolare, ben descritta dalla "teoria del fattore di amplificazione alieutica". Questo fattore è un numero intero o decimale, piccolo (o più spesso grande) a piacere, proprio di ogni singolo pescatore, che interviene nel computo delle catture secondo alcune modalità:

A) Modalità “delta” - il numeretto (ad esempio 5) viene sommato al numero delle catture effettive. Questo consente di evitare sempre e comunque il cappotto (nell’esempio il computo è 0 + 5 = 5). Prestate attenzione ad utilizzare solo numeri interi.

B) Modalità “lineare” - il numeretto può essere decimale (2,5 per ipotesi) e viene moltiplicato: con 2 catture ottengo 2 x 2,5 = 5, non male. Attenzione però a considerare smpre solo la parte intera del risultato.
Controindicazione importante all’utilizzo di questa modalità è il caso ‘cappotto’ dove anche scegliendo un numero grande a piacere (es. 20) ottengo: cappotto x 20 = cappotto.

C) Modalità “quadratica” - consente una entusiasmante progressione di catture. Detto Y il numero delle catture reali, il globale catturato Z si ottiene applicando Z = Y2. Un pesce rimane uno, ma 2 diventano 4, 3 diventano 9, 4 diventano 16 e così via. Con un po' di fortuna, se catturiamo 11 pesci essi divengono 121, un gran bel risultato. E’ senz’altro il metodo che da più soddisfazione.

Come dicevamo, anche relativamente alle misure delle prede ci sono aspetti controversi: se madre natura in un determinato ambiente a far passare un pesce dai 30 a 40 centimetri ci mette 2 anni, un buon pescatore quando parla con gli amici ci può mette anche solo 2 minuti.
Mentre purtroppo solo pochi si portano appresso sul fiume calibri ventesimali, o meglio ancora teodoliti laser, e quindi commettono errori di misurazione dell’ordine del micron, i più effettuano con leggerezza semplici misurazioni ‘ad occhio’.
Tralasciando volutamente il caso di dichiarazione falsa e tendenziosa, ipotizziamo che ognuno sia in buona fede: è un tipico problema di stima dimensionale.
Un errore facilmente spiegabile mediante la prima legge della fisiologia che stabilisce che “la funzione sviluppa l’organo” (come ogni adolescente ben sa).
Applicando questo principio, si desume che la precisione di stima è funzione della esperienza del singolo. Ad esempio, io posso stimare correttamente ciò che è ‘circa’ un dischetto da 3 pollici e ½ (sui 9 cm), o al massimo un tabulato da 11 pollici (sui 28 cm), poiché ho con queste misure una certa dimestichezza per questioni di lavoro, mentre ‘vado in crisi’ quando catturo temoli superiori al mezzo metro.
Similmente, chi lavora in torneria può stimare correttamente lunghezze intorno ai 6 metri, dimensione tipica di una barra metallica, mentre sarà in difficoltà a stimare una trota da 60.
Non dobbiamo stupirci, non si tratta di errori tendenziosi, è semplicemente un fatto naturale.
Viceversa preoccupatevi pure se la donna del vostro cuore, che avete convinto per una volta ad accompagnarvi a pescare, stimerà malamente pesci da 10 cm, ma con stupefacente correttezza quelli compresi tra i 18 e i 32..


Albano Barbiani


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