Le mosche dell’apertura
Di Beppe Saglia (Beppe S.)
Chi ha passato l’inverno al morsetto non avrà sicuramente bisogno di questo breve contributo tecnico, in quanto avrà le scatole ben rifornite, con tutte le imitazioni necessarie ad affrontare le varie situazioni di pesca.
Chi invece si trova ad iniziare la stagione sprovvisto di imitazioni e povero di idee, può trovare qui lo spunto per prepararsi, in un paio di sere, quel pugno di mosche necessarie e sufficienti per il primo mese di pesca. A marzo, le acque votate alla mosca a galla sono essenzialmente quelle di fondovalle e del piano, siano esse torrenti, fiumi, o canali, o risorgive. L’insetto che troveremo nel 99% dei casi, sarà la classicissima “oliva”, più scientificamente la Baetis Rodhani, che sfarfallerà nelle ore centrali in prevalenza nelle giornate caratterizzate da bassa pressione, coperte, poco ventose e con temperature miti, per protrarsi gradualmente sino a sera nelle giornate più luminose e serene. Le caratteristiche distintive, immediatamente visibili ad occhio, per non confonderla con l’Ephemerella (a volte anch’essa presente ad inizio stagione) sono, oltre la taglia leggermente più grande, la presenza di due cerci invece di tre. 1)
Questo primo dressing che vi propongo, è una mosca dal montaggio classico, usabile ovunque, ma particolarmente efficace nei tratti molto battuti dove le trote hanno imparato a riconoscere il c.d.c., ovvero l’imitazione in media più gettonata dalla stragrande maggioranza dei pescatori.
Va usata quando i pesci predano le dun (è facile constatarlo in quanto la deriva, in questa parte iniziale della stagione, è molto lunga a causa del freddo). In funzione della bassa velocità e dell’alta trasparenza dell’acqua si può ridurre l’avvolgimento delle hackles a tre soli giri (due dietro e uno davanti all’ala). In variante a quanto proposto il corpo può essere fatto in quill di pavone tinto marrone/oliva o anche in filo di montaggio. L’importante è rispettare proporzioni e conicità. 2)
Montaggio gemello del precedente. Cambiano i colori che diventano quelli dello spinner.
Aumenta la leggerezza e la trasparenza. Cambiano ovviamente i tempi. La useremo quando la schiusa non è più evidente e ciò nonostante ci sono ancora bollate, oppure quando vedremo danzare gli spinner a pelo d’acqua, o più in generale verso sera, nel momento in gli stessi cadono in acqua, non sempre o non ancora privi di vita. 3)
Questa è una classica spent, da usare immediatamente dopo all’imitazione precedente, quando le bollate si fanno delicate e sull’acqua non si vede più nulla, se non appunto, con attenta osservazione, la deriva inanimata delle effimere morte, con le classiche ali aperte ed appoggiate alla pellicola superficiale dell’acqua.
4)
A volte capita anche all’apertura, di affrontare acque decisamente più mosse ed ambienti relativamente più infrascati dove può avere un senso, per i secchisti incalliti e poco amanti dell’attesa passiva seduti su un masso, tentare qualche lancio in caccia.
Ecco quindi un’imitazione generica che pur evocando ancora nelle proporzioni e nei colori una baetide si propone essenzialmente per essere ben visibile, ben galleggiante e ottimamente lanciabile. 5)
Quando non vedessimo predare le dun, o non avessimo successo con un’imitazione di tipo classico (la prima presentata) dobbiamo immediatamente supporre che le bollate e le attenzioni dei pesci siano indirizzate ad insetti emergenti, intendendo per tali tutta una serie di stadi e di situazioni di “transizione” dal fondo del fiume alla sua superficie. In questo contesto ci limitiamo alle transizioni superficiali, ossia quelle dove la bollata del pesce è ben evidente. La prima mosca proposta è montata in stile Klinkhammer. Si consiglia l’uso come ala, di un ciuffo di c.d.c., che pur risultando meno visibile del sintetico, conferisce una maggiore imitatività a questo artificiale, che è appunto piuttosto povero di hackles di sostegno; queste, oltre al galleggiamento, hanno infatti anche la funzione di nascondere ali non imitative.
6)
Un artificiale per le situazioni difficili, caratterizzate da alta selettività. L’efficacia è legata alla predisposizione dei pesci di cibarsi di effimere dalla schiusa difficile, che si portano appresso, oltre il dovuto, la spoglia ninfale.
E’ difficile rendersi conto di quando questo avviene, quindi l’uso di questa mosca è spesso un azzardo. Può non venire considerata per niente o diventare un arma dall’efficacia micidiale. 7)
Concludo la carrellata con questa mosca semplicissima, un emerger sempre gradito, e con un altro classico che non deve mancare nella pur minimale scatola di inizio stagione e cioè la V2 (vedi foto sotto… quella in basso ), di cui ometto foto e dressing perché già presenti su Pipam.
Ultimo importante consiglio. Portarsi dietro un colino. Recuperare un insetto, e verificare il rispetto delle proporzioni e delle dimensioni con l’imitazione.
Beppe Saglia (Beppe S.)
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