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Ulcerazioni cavedani



Domanda:


Salve a tutti, sono Saverio, scrivo dalla Calabria e pesco in acque dolci solo ed unicamente pam. Faccio subito la mia domanda. Come ogni anno gia da questi periodi o ancora prima si cominciano a salpare cavedani con vistose ulcerazioni della cute spesso sanguinolente. Il problema assume percentuali maggiori man mano che si avvicina l' estate e va poco a poco scomparendo con l' approssimarsi del fresco autunno, quando si spiaggiano cavedani con ancora addosso le cicatrici delle ulcere. Nel periodo di picco della presunta malattia si arrivano a contare 8 cavedani su 10 con tale problema indipendentemente dalle quote altimetriche di osservazione. Nello stesso corso d' acqua convivono anche trote fario e iridee ma nessuna presenta segni sanguinolenti di questo tipo o simili. Desidererei spere di cosa si tratta e se possibile da cosa dipende, inoltre è un fenomeno comune anche in altre parti d' Italia o è localizzato solo in alcuni corsi d' acqua. E ancora se si tratta di una malattia ci possono essere problemi per persone o animali che ne entrano in contatto diretto con la pelle?

Grazie dell' attenzione ed a risentirci.
Saverio


Risposta:

Il fenomeno di cui si parla nella domanda del signor Saverio dovrebbe essere attribuibile alle particolari attività dei cavedani, ma anche di molte altre specie ittiche, nel periodo proprio della riproduzione.
Questo periodo nei pesci viene indicato con il nome di “frega”, proprio a causa degli sfregamenti che soprattutto i maschi attuano sul substrato ghiaioso cercando di accaparrarsi la posizione migliore sul letto di frega o cercando di fecondare la femmina per primi. Questa frenetica attività è spesso accompagnata da comportamenti aggressivi verso gli eventuali intrusi. A seguito di ciò alcuni individui possono riportare ferite ed abrasioni che spesso si infettano ricoprendosi di macchie bianche filamentose che non sono altro che le ife di una particolare muffa (gen Saprolegna).
Un fattore ulteriore è la tendenza dei cavedani a risalire la corrente per portarsi nei tratti superiori dei corsi d’acqua; i tentativi non riusciti di superare salti o cascatelle possono portare a ferite che il pesce si può procurare. Con la fine del periodo riproduttivo il comportamento dei pesci ritorna “normale” e, di norma, buona parte delle ferite guarisce. In alcuni casi, quando le ferite sono troppo profonde o intervengono altre complicazioni, il pesce può anche morire.
Questo fenomeno accade in ogni corso d’acqua nel quale il cavedano riesce a riprodursi; la frequenza con cui è più probabile trovare cavedani interessati da questi problemi è anche legata alla situazione qualitativa dell’ambiente acquatico e, ad esempio, aumenta in condizioni di elevata temperatura, alto carico organico, o ancora presenza di sostanze più o meno dannose per i pesci.
Probabilmente il pescatore che insidia questa specie nei pressi del letto di frega catturerà principalmente esemplari maschi, più colpiti da questo problema, mentre le femmine arrivano nella zona di frega solo nel momento in cui sono pronte per la deposizione e se ne allontanano poco dopo.
Le trote fario presenti nello stesso ambiente del cavedano non presentano tali problemi semplicemente perchè si riproducono in inverno e nel periodo indicato si sono ampiamente riprese. Le trote iridee, eccetto alcuni casi, non si riproducono in Italia e comunque anche il periodo riproduttivo di questa specie cade in inverno.
Di norma si ritiene che il contatto con pesci infettati da questo genere di muffe non abbia conseguenze per la salute umana.


A.I.I.A.D. Team


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