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IRL - A lucci in Irlanda

Irlanda  Giugno 2011


Testo e foto di Goffredo “Tagor” Taddei

Premessa
Questa mia avventura è iniziata l'anno scorso, quando sul canale Caccia e Pesca di Sky viene promosso un concorso fotografico riservato agli abbonati che abbiano un figlio con la stessa passione per la pesca del babbo. Praticamente i requisiti ci sono tutti: passione per la pesca, passione per la fotografia e Jacopo che certo non si fa pregare a mollare il computer per venire a pesca con me. Qualche foto è già in archivio, altre ne scatteremo nelle uscite che faremo prima dello scadere del bando. Alla fine, ne selezioneremo tre: "Tale padre, tale figlio"; "Dal guadino al suo mondo"; "Accompagnata dallo sguardo". Sarà proprio quest'ultima a vincere il concorso fotografico.

La fotografia che vincerà il concorso: "Accompagnata dalla sguardo"

A gennaio ho i primi contatti con i Rizzini, che da anni gestiscono in Irlanda una struttura dove vengono ospitati pescatori e cacciatori perlopiù provenienti dall'Italia. Per la caccia non saprei, ma per la pesca si parla di luccio... e che lucci!
Programmiamo per il periodo che va dal 22 al 26 giugno, e pescheremo nei laghi irlandesi il 23, il 24 ed il 25 giugno. Le due giornate restanti servono per il viaggio con partenza ed arrivo a Milano Linate.
Prima della fatidica data di partenza, cerco di informarmi sulle attrezzature da portare appresso. Premetto che sono più di 15 anni che pesco esclusivamente con la mosca artificiale ed opto per delle canne di 9 piedi che portino la coda del numero 9.
Preferisco orientare Jacopo, che a 11 anni pesca a mosca meglio di tantissimi miei coetanei, verso la pesca a spinning (non tralasciando in ogni caso anche per lui la possibilità "dell'alternativa" mosca) acquistando una canna di potenza adatta a lanciare artificiali di peso dai 10 ai 40 grammi e caricando dei vecchi mulinelli Shimano con del trecciato di misura giusta a contrastare la lotta dei grossi lucci.

Casa Rizzini, Irlanda

Inizia l'avventura

Dopo i fervidi preparativi, ecco che arriva il fatidico giorno: sveglia puntata alle 4.45 per partire almeno per le 5.30 (l'aereo parte da Milano Linate alle 11.30). Siccome partiamo da San Marino, abbiamo bisogno di un discreto margine. Tempo previsto 3 ore e 21 (dice il navigatore) e per evitare sorprese meglio arrivare in aeroporto mezzoretta prima. Jacopo mi dice di non aver dormito molto, è emozionatissimo, ed inoltre non essendo mai salito su di un aereo è un po' ansioso per l'esperienza!
Arriviamo all'aeroporto in 3 ore e 15 minuti, quindi il navigatore ha avuto decisamente ragione.
Il posto vicino all'oblò ci permette di gustarci il viaggio osservando le nuvole dall'alto: è uno spettacolo di cui mio figlio ed io ci nutriamo.
Arriviamo a Dublino alle 13.30 ora locale. Non faccio in tempo ad attivare il cellulare che Carlo Rizzini mi contatta per comunicarmi che si trova immediatamente nell'area esterna dell'aeroporto.
Raccogliamo le valige ed andiamo a ritirare il bagaglio speciale, quello con all'interno le 7 canne da pesca che ci siamo portati appresso. Sono 5 canne da mosca e le 2 da spinning di Jacopo.
Purtroppo ci attende una "bella sorpresa": le canne non sono partite da Milano! Questa proprio non ci voleva!
Avviso Rizzini, che parla con l'impiegata dell'Aer Lingus su dove eventualmente fare arrivare il bagaglio nel caso fosse consegnato nei miei giorni irlandesi. Non vi dico la mia preoccupazione! Ci sono dentro quasi tutte le mie canne per la pesca "pesante", quelle che uso in mare ed anche la 9 piedi per coda 7, la mia preferita per i bass ed i lucciotti romagnoli!
Compilato il verbale di smarrimento, raggiungo Carlo Rizzini, che si dimostra subito una persona molto disponibile ed alla mano. Sono arrivati anche Stefano e suo figlio Andrea da Terni. Ci presentiamo ed andiamo a mangiare qualcosa in un ristorantino/self service poco fuori l'aeroporto attendendo Giancarlo ed il figlio Francesco di Catania, che atterreranno a Dublino nel tardo pomeriggio.
Pranziamo bagnati dall'immancabile pinta di Guinnes, poi per ammazzare il tempo, Carlo ci accompagna a visitare un castello nelle vicinanze: la natura irlandese balza subito agli occhi, il verde è il suo colore predominante. Capiamo subito perché: la pioggia è un elemento caratterizzante del paesaggio e non passerà un intero giorno senza che ci venga a fare compagnia.
Recuperati anche Giancarlo e Francesco, partiamo alla volta di Casa Rizzini dove veniamo subito accolti in modo caloroso dal resto della famiglia. Purtroppo Alberto, il figlio di Carlo, ha subito un incidente proprio nel pomeriggio, ustionandosi in modo abbastanza serio il braccio sinistro. Dovremo fare a meno della sua presenza nelle tre giornate previste per pescare nelle acque irlandesi.
Ci dispiace molto: sarebbe infatti lui la guida che di solito accompagna i pescatori che si recano presso la loro struttura, e sarà il padre Carlo che lo sostituirà accompagnandoci stabilmente nelle uscite.
Conosciamo anche Rita, moglie di Carlo, una splendida e bravissima signora che ha importato sapientemente la cucina italiana nell'Isola di Smeraldo. Sembra proprio di essere ospiti di cari amici, tanto tutti ci fanno sentire a nostro agio! A completare il quadretto Tasha, la cagnetta giocherellona che incurante delle zampe inzuppate ci salta addosso imbrattandoci i vestiti. E sarà Jacopo, che nutre una particolare simpatia nei confronti dei cani, la prima "vittima" delle "sgommate" di Tasha.

Jacopo con Tasha

Infine incontriamo Antonio che arriva da Foligno, altro ospite della struttura che farà parte anche lui della compagine nelle tre uscite in programma.
In serata prepariamo le canne, le mie come ho già detto non sono state ancora consegnate, ma siamo al corrente che sono già sbarcate all'aeroporto di Dublino e saranno consegnate il giorno seguente. Nel frattempo ci vengono prestate dai Rizzini due canne: una da spinning per Jacopo ed una da mosca per il sottoscritto.
Prima ceniamo, poi facciamo quattro chiacchiere insieme ad Alberto, mettendo a punto le canne, attrezzandole con i terminali adeguati che sapientemente lui stesso assembla... poi via a letto con la sveglia puntata alle 7 per essere pronti per l'ora di colazione che è fissata per le 8!

Il primo giorno di pesca

A colazione siamo gasati ed ignari di quello che ci riserverà la giornata di pesca. Jacopo ed io, compresi gli altri bambini, siamo completamente all'oscuro anche di come verrà improntata l'uscita e partiamo per il primo lago.

Pronti per affrontare il primo giorno di pesca

Un lago con acque non particolarmente profonde e ricco di vegetazione acquatica, tanto che le stesse risulteranno al primo sguardo scure. In realtà sono trasparentissime, brunite solo leggermente dalla ricca vegetazione scura che tappezza il fondale.
Sarò l'unico a praticare la pesca a mosca, gli altri sei ospiti (Jacopo compreso) pescheranno a spinning utilizzando esche in gomma molto pesanti per svolgere l'azione di pesca mantenendo le insidie sempre aderenti al fondo. Provo diverse code, trovando che la più idonea a quel genere di pesca (sono in barca con un vento sostenuto generalmente alle spalle) sia una shooting head e più precisamente uno spezzone di T14 in tungsteno.
Mi rendo conto molto presto della grande difficoltà di praticare una corretta azione di pesca dovuta al fatto che pescando in drift, il vento sospinge velocemente la barca verso l'artificiale appena lanciato, ed allo stesso tempo lo stesso vento crea una sostenuta corrente che va in senso opposto, rendendo difficilissimo l'atto dello strippare. La difficoltà maggiore in queste condizioni è quella di non avere quasi mai un contatto efficace con l'esca e quindi l’impossibilità di farla lavorare correttamente.
Il mio errore, alla luce dei fatti, è stato quello di perseverare, di continuare a pescare con la mosca, rivelandosi l'attrezzatura a mia disposizione troppo leggera.
Ho cambiato ripetutamente le esche, mettendone di più pesanti poi di più leggere quando le stesse le recuperavo con attaccata ad esse della vegetazione. Ho anche provato a variare i tempi di affondamento, ma più aspettavo e più era difficile trovare un contatto con l'esca in quanto si andava a trovare troppo vicina alla barca. Se invece cominciavo a recuperare subito, il "contatto" c'era ma la mosca lavorava troppo vicina alla superficie.
Essendo molto fedele alla mia tecnica prediletta, non avevo nessuna intenzione di "ripiegare" sullo spinning. In fondo, il mio desiderio non era quello di catturare lucci, ma di prenderli pescando con la tecnica della pesca a mosca!

Il rientro dopo il primo giorno, sconsolato... ma il peggio doveva ancora venire!!!

Infine ho constatato che anche gli altri quel primo giorno non avevano ottenuto chissà quali successi, ed allora a testa bassa, cercando di mantenere l'equilibrio sulla barca e ho continuato a lanciare variando recuperi ed esche arrivando a sera al mio primo cappotto irlandese.
Su sette, solo uno di noi concluderà la giornata in positivo, Francesco, il più giovane della compagnia, salperà due bei lucci catturati con il pesciolotto in gomma. Per il resto della comitiva, saranno 6 i cappotti!

Francesco ed il babbo Giancarlo in fase di combattimento

Malgrado sia il più piccino, Francesco, si dimostrerà con una passione strepitosa...

... sarà lui il mattatore! So che ha già acquistato l'attrezzatura per la pesca a mosca e presto...

... lo troveremo su PIPAM! Giancarlo, Francesco ed Alberto con uno splendido luccio

In quello stesso giorno, come già assicuratomi il giorno precedente, a fine mattinata il corriere dell'Aer Lingus ha consegnato a Carlo, direttamente sul lago, il "Bazooka" con dentro le mie 7 canne scelte per l'occasione. Un bel servizio a disposizione dei viaggiatori che si affidano alla compagnia di bandiera irlandese!

Il secondo giorno di pesca

Il secondo giorno affrontiamo il lago vicino alla tenuta dei Rizzino: acqua chiarissima e fondale sassoso. L'acqua risulta essere trasparentissima ed io spero di portare a casa la mia prima cattura.
La giornata si prospetta più brutta dal punto di vista meteorologico rispetto al giorno precedente e la pioggia non ci lascia quasi un attimo di tregua. Nel pomeriggio peggiorerà sensibilmente. Sempre fedele alla mia tecnica, comincio a lanciare e a strippare, ma saranno lanci e strippate fatte completamente a vuoto, la fotocopia esatta del giorno precedente, per quanto mi riguarda. Ma nel pomeriggio, per via delle condizioni meteo molto avverse, mi vedo costretto a pescare da seduto: il vento si è alzato e le onde sono altissime considerando si tratti di un lago. Lanciare con la mosca è praticamente impossibile, devo scegliere se starmene buono a guardare gli altri o imitarli impugnando a mia volta una canna da spinning e lanciare sperando che il mio artificiale passi davanti al "becco" di un luccio. Però non demordo, lancio e col mulinello macino meccanicamente... inesorabile arriva l'ora di rientrare e... dichiaro il secondo cappotto irlandese.
Rimpiango a quel punto di non aver portato con me l'attrezzatura leggera per poter cercare di insidiare almeno le trote, utilizzando magari un trenino di mosche sommerse... una delle pesche che mi viene confermato sia la più praticata dagli irlandesi, ed una delle pesche che più di ogni altra mi affascina!

Carlo ci guida per il secondo giorno di pesca

Per gli altri 6 è invece un successone! Anche Jacopo, malgrado la pioggia ed il vento, si diverte catturando 2 lucci, uno dei quali risulta essere il trofeo della giornata, ben 105 centimetri di "becco d'anatra"! Cattura anche Antonio, poi Andrea (che insieme a Jacopo farà una doppietta in simultanea). Francesco colpisce ancora, con somma soddisfazione del babbo Giancarlo. Vedo molto soddisfatto anche il padre di Andrea, Stefano, che sotto la pioggia battente è quello che immortala le catture con una telecamera.

Navigando verso le postazioni migliori

Una doppietta, protagonisti Jacopo ed Andrea

Il primo luccio di Jacopo

Le condizioni meteorologiche peggiorano sensibilmente... ma Jacopo cattura ancora

La giornata mette a dura prova tutti gli equipaggi, ma Jacopo esulta per la bellissima cattura

Il pesce più grande catturato da Jacopo, 105 cm di potenza!

Carlo, sulla mia barca, è quello che controlla sul monitor dell'ecoscandaglio per vedere se ci troviamo sopra le zone buone e con dei gesti incita gli altri equipaggi a dirigersi nelle "zone calde" dei laghi.

Antonio alle prese con un bel luccio. Le condizioni peggiorano sensibilmente e presto rientreremo

Carlo ed Antonio, mentre Stefano immortala con la telecamera questa bella cattura

Sulle barche, per tutti e tre i giorni, siamo così distribuiti: Carlo, Jacopo ed io; Giancarlo e suo figlio Francesco; ed infine Antonio, Stefano e suo figlio Andrea.

Il terzo giorno di pesca

Mestamente, ma con una gran voglia di pescare (penso che questa non mi mancherà mai!), mi avvio verso il terzo lago, il nome affibbiatogli non promette niente di buono: "lago dei cappotti"! Malgrado il nome, mi dicono sia popolato da pesci veramente interessanti, comprese le trote.
Arriviamo e trovo sia bellissimo! Il "porticciolo" è imballato di barche da pesca ed essendo sabato, troviamo all'imbarcadero tanti pescatori intenti a montare le canne preparandosi ad uscire. Perlopiù si tratta di pescatori a mosca e sono felice di trovarmi in quella situazione. Ho racimolato qualche mosca da lago facendomela prestare da Carlo ed ho con me anche la 9 piedi per coda 7: ho intenzione di provare ad insidiare qualche trota, malgrado i consigli dei miei compagni siano quelli di impugnare a mia volta la canna da spinning. Ma sono troppo accecato dalla passione che mi lega alla pesca a mosca e... non c'è niente da fare, non c'è cattura che tenga... la passione ha il sopravvento!

Andrea, oggi è la sua giornata!

Antonio, Carlo ed Andrea con un luccio irlandese

Andrea, Antonio e Carlo, la nostra guida

Sfodero il mio migliore inglese e vado a scambiare due parole con tre irlandesi che si stanno preparando: dico loro che sono un pescatore a mosca italiano e che amo la pesca nel lago. Sarei curioso di vedere le loro wet flies… vengo accontentato e me ne regalano addirittura 7 consigliandomi sul loro utilizzo. Chiedo agli irlandesi se posso restituire la cortesia, offrendo a mia volta qualche mosca da luccio, ma declinano l'offerta! Non è una pesca molto praticata quella del luccio dai pescatori locali.

Barche sul terzo lago

Ci imbarchiamo... si parte!!! Il "gas", è al minimo... i due cappotti hanno minato seriamente la mia autostima piscatoria, ma sul primo spot scelto da Carlo, lancio e strippo in continuazione, e nel caso non sentissi nulla, mi riprometto di cambiare la mosca dopo ancora qualche lancio. Cinque lanci ancora, mi dico, sento bene l'azione della mosca, sento che si muove adeguatamente e rasente al fondo e finalmente al terzo dei cinque lanci ecco l'attacco! Il primo palese attacco! Finalmente ho scappottato! Ho preso anche io il mio primo lucciotto irlandese. Non è nulla di speciale, niente a che vedere con il metro e 5 di mio figlio del giorno prima, sarà infatti appena una quarantina di centimetri, ma almeno ho scappottato.
Ora ci credo di più, lancio ancora ed arriva il secondo attacco che purtroppo non si concretizzerà con la cattura: il pesce dopo qualche violenta testata si slamerà! L'amo è singolo, non è come nei pesciotti gommosi utilizzati dagli altri che, armati di una voluminosa ancorina sul ventre e un amone sulla schiena, fanno presa sensibilmente nella bocca dei "paperoni" pinnuti.
Quando ci spostiamo in acque più profonde, sento che non ottengo più l'azione di prima, lo spostamento della barca per via del vento, sommato alla corrente contraria e la profondità sostenuta dell'acqua, non mi permettono di avere un controllo sulla linea, ed allora cambio approccio, smetto di strippare forsennatamente e lascio derivare le due moschette sperando che passino vicino a qualche trota.
Mi è stato riferito che il lago è popolato da bellissime trote e che le stesse, in determinati momenti della giornata, si ritrovino a bollare vicino ai pescatori di lucci e alle loro barchette. Ma oggi nessuna bollata all’orizzonte, tranne qualche sporadico movimento che spezza l'uniformità della superficie dell'acqua, niente attività a galla da parte delle trote, o perlomeno il vento che ha iniziato ad increspare la superficie le nasconde.
A chiusura di giornata, quando oramai si avvicinava inesorabilmente l'ora di rientrare, ho "capitolato" e lasciandomi convincere dagli altri che la tecnica giusta era quella dello spinning, ho lanciato (poco convinto) qualche pesciolotto in gomma anch'io, sperando almeno di prendere qualcosa di interessante, ma oramai, per quanto mi riguarda, era andata!
L'avventura irlandese richiedeva un approccio diverso, o con la tecnica o con l'attrezzatura, utilizzandone una più pesante. Ho rimpianto di non essermi portato appresso la 9 piedi per coda 11, forse avrei potuto avere qualche chance in più.
Anche la terza giornata, per gli altri è andata indiscutibilmente meglio! Jacopo ne ha presi altri due decisamente più belli del mio, poi Antonio ancora alle prese con bellissimi pesci, ma il massimo lo daranno i pesci di Andrea dei quali uno di 110 centimetri (e pensare che alla pausa pranzo aveva dichiarato di voler smettere di pescare!), ed ancora 2 pesci bellissimi catturati dal mattatore della situazione: Francesco, che coadiuvato da Giancarlo porta a segno un paio di catture veramente interessanti, e poi anche lui salperà un luccio di un metro e 10 centimetri!

Giancarlo, Francesco, Carlo e Jacopo

In conclusione, spinning batte mosca inesorabilmente!!!
E' una disfatta vera e propria, per quanto mi riguarda! Ma è un'esperienza unica, e questi tre giorni segneranno comunque in modo indelebile il mio trascorso di pescatore a mosca!
Posso solo dire che sono tornato a casa agguerrito più che mai, e mentre in autostrada Jacopo dormiva al mio fianco, mi sono ripromesso che la prossima volta avrei fatto diversamente: code più pesanti ancora ed esche con teste più pesanti a loro volta.
Mi è passato persino per la testa che sarei partito a mia volta inforcando una canna da spinning e come insidia quei bei pesciolotti armati di ami fino ai denti... ma dentro di me, anche ora che sto scrivendo queste righe, una vocina mi dice: "... sei sicuro Goffri?". No, non sono affatto sicuro, ma solo il tempo mi dirà cosa sceglierò di fare.
Sono arrivato alla mosca passando attraverso tutte le tecniche possibili, compreso lo spinning e sinceramente preferisco un pesce con la coda di topo piuttosto che tanti macinando un mulinello da recupero.
Certo che arrivare sino in Irlanda per collezionare cappotti non è proprio il massimo, non siete d'accordo?

Conclusione

Jacopo ed io, come già detto, siamo arrivati a Casa Rizzini grazie ad un concorso fotografico vinto; Andrea e Stefano sono arrivati a conoscenza della struttura per via della passione di Stefano per la caccia e Carlo è uno dei più famosi conduttori di programmi riguardanti la caccia del canale Caccia e Pesca di Sky, nonché guida per chi volesse trascorrere dei giorni memorabili imbracciando un fucile in Irlanda; Francesco ha invece accompagnato papà Giancarlo per la prima volta in terra irlandese, ma già il babbo era stato diverse volte ospite di Casa Rizzini negli anni.
Antonio è rimasto in Irlanda per una settimana intera, allungando poi di un giorno ancora viste le condizioni a lui favorevoli, e programmava già le sue prossime volte! A quanto pare l'Isola di Smeraldo cattura...ed a catturare sono persino i pescatori che si affidano all'esperienza delle guide italiane, a patto che le tecniche utilizzate siano quelle più adatte alle svariate situazioni. Infatti, salutandoci come vecchi amici, Alberto mi dice che la prossima volta mi organizza una vacanza con tutti pescatori a mosca e nei periodi migliori per la mia tecnica che risultano essere esattamente un mese prima del periodo scelto da noi.
La cucina italiana, il buon vino ed i dolci, curati dalla simpaticissima Rita hanno allietato il tutto. La cordialità è di casa a Casa Rizzini.

Bivacco nel bosco su di un'isola selvaggia

Non sono mancati i brindisi a suon di Guinnes, che ho trovato strepitosa.
Poi, degni di nota, sono i bivacchi nel bosco, il terzo giorno ne abbiamo fatto persino uno su di un'isola, quando per pranzare accendevamo il fuoco per poi scaldare il pane rendendo più gustosi i panini che voracemente addentavamo. Un'esperienza davvero fantastica per noi grandi, figuriamoci per i nostri piccoli.

Guinnes...

... e brindisi a suon di Guinnes!!!

Un'esperienza unica, della quale fare tesoro. Un consiglio che posso dare ad altri appassionati è quello di provare questa esperienza, cercando la cattura della vita, il trofeo da immortalare ma soprattutto da portare dentro il cuore, perché malgrado io non abbia catturato, mi sto portando dentro questa avventura nel cuore in attesa magari di poterla rivivere nei prossimi anni.

In piedi: Alberto, Francesco, Andrea e Jacopo; seduti: Giancarlo, Stefano e Goffredo


Il rientro

Sveglia puntata alle 4 per partire alla volta di Dublino dove alle 7.10 è previsto il volo per Milano Linate. Carlo, in partenza per l'Italia a sua volta, ci accompagna all'aeroporto.
E' ancora buio e Dublino risulta già essere pulsante di vita e lo stesso vale per l'aeroporto. Ci salutiamo calorosamente, sbrighiamo le ultime pratiche prima dell'imbarco, poi via verso casa.
La cosa che più di ogni altra mi ha toccato al rientro, è stata una parola di mio figlio nel momento dell'accelerazione dell'aereo poco prima del decollo: "Manina!", bellissimo sentire mio figlio che si affida alla stretta della mia mano!!!
Bella esperienza davvero quella di genitori e figli che condividono la stessa passione, se poi è la passione della pesca, che sia mosca o spinning o qualsiasi altra tecnica, cosa c'è di più bello che trovarsi immersi in una natura da favola?


Goffredo Taddei
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