SCO - Il salmone a una mano
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- Scritto da Paolo Mezzanotte
Giugno 2012
Word and photo di Paolo Mezzanotte
Tempo di lettura 10 minuti
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Puristi della pesca al salmone scozzese,tremate!
C’è chi ha provato a sfidare la consuetudine (e i vantaggi) della pesca a due mani, e vi dirò com’è andata.
Banchory lodge
Il fiume Dee a Banchory
Innanzitutto il DEE, uno dei 4 mitici, si presta per circa 800 metri divisi in 4 pools sui due lati del fiume. In quel tratto il Dee, con ridotta larghezza in giornate di normale scorrimento, accoglie l’affluente Feugh causando un visibile ingorgo di salmoni che decidono se proseguire sul Dee o affrontare le cascate del Feugh poco più a monte con spettacolari tentativi di risalita
Il Feugh affluente del Dee con lo sfondo del lodge
Le cascate del Feugh alla confluenza con il Dee sede di spettacolari tentativi di rimonta dei salmoni
E’ la sarabanda dei grilse, salmoni “giovani” appena risaliti, grintosi, dalla lucida livrea argentea.
Ovviamente non si disdegna qualche salmone da più tempo nel fiume, di livrea piuttosto scura, considerato, chissà perché, meno nobile, ma molto spesso di taglia superiore.
E tutte le volte eccoci a disquisire nelle prede “era grilse”, “era salmone”, insomma questioni di lana caprina, per lo meno per chi come me affronta per la prima volta il Dee e i salmoni, ho detto “salmoni”, non rompetemi i… cabasisi (come direbbe il commissario Montalbano).
Le pools di Banchory si dividono per 4 pescatori. Per me neofita ho la fortuna di avere due amici, Alberto “Lupo”
Alberto “Lupo” con una sua preda
e Paolo C., consiglieri premurosi e disinteressati, oltre a flemmatico gallese.
A dir la verità, nella tre giorni del mio periodo, soltanto una pool e mezza sono di buona, indiscussa qualità per le prede “a una mano”...voglio dire con lanci sui 20 metri rispetto ai 30/35 dei compagni a “due mani”.
Ci riuscirò?... era la costante domanda sottolineata dallo sprone degli amici.
Coda 7 o 9 per una nove piedi e ami usuali
Le nostre “armi”
con terminale dello 0,33/35, con coraggio pari all’incoscienza della mia sfida dovuta al fatto che, due anni prima sul mitico e ristretto Midfjardara islandese, i salmoni mi avevano gratificato di belle prede a una mano. Ma qui è tutta un’altra storia.
A Banchory, dove a ogni piede che metti, invisibile, nell’acqua di torba su sassi scivolosi rischi il bagno se non t’aiuti con il bastone, c’è una corrente centrale alla quale fa seguito una morta di pari larghezza dai due lati: ed è a quella confluenza delle due velocità del fiume, abbordabile anche ad una mano al limite delle mie possibilità, che mi affido per “essere in pesca”, per sfidare i salmoni proprio nei punti dove la corrente si smorza e i salti meravigliosi mi indicano la presenza anche se non la speranza di ferrarne qualcuno.
E’ sott’acqua infatti che si gioca la partita finale, “un lancio, un passo” come recita il mantra dell’amico Paolo C., di fronte a me nel gioco alterno della sorte, con il ricambio dei siti che dà a ognuno la possibilità “mano destra o mancina” di misurarsi con abilità e maggiori o minori probabilità.
Il salmone, mi insegnano, quando attacca fa prima un timido tiro..zac.. e poi zaac più convinto fino a tirare in continuità con la mosca in bocca per tornare al suo posto controcorrente. Basta mettere il ditino sulla coda con un leggero ritiro della canna e di seguito morbidamente alzare la canna per l’inizio della battaglia. Così mi hanno detto, e così ..proviamoci!
Al primo sorteggio mi tocca il tratto migliore di fronte alla confluenza dei due fiumi: sento la pressione degli altri che mi incitano (tento un pallido “non datemi ansia..”) ma come si fa a non averne! Credo che ognuno di voi “esperti” si ricorderà la sua prima battaglia, con l’aspettativa tra l’ironia e la condiscendenza dei veterani, in un tratto dove “non puoi sbagliare, è il migliore”, forse nella prima recente sfida di un pescatore “a una mano”, con il materiale preparato da chi ti ha messo nelle migliori condizioni,dunque?
Dunque un corno! E difatti pago lo scotto di uno zac..zaac..e poi zaaaac.. tirato con canna già curvata...ma senza una ferrata degna di quel nome. Mi dispero il giusto, comunicando a Paolo di fronte a me la prima frustrazione,(ma anche dicendomi “ero in pesca”,con il mio lancio più corto, in ammirazione dei nitidi, lunghi loop della canna a due mani). Fatto un rapido check dell’errore finale, al pomeriggio mi tocca l’attraversamento del Feugh con attenzione e passi molto “bastonati”. Cosa faccio? Contrariamente ai consigli, mi porto in fondo alla pool dove il Dee fa un restringimento e un enorme nucleo tumultuoso con una morta contenuta.
Come se fossi in caccia “trotesca” butto una mosca nel bianco, con la coda che scorre verso la morta, uno, due, tre lanci, terminale dello 0,35 (14 libbre), nodo sull’amo fatto da chi se ne intende (l’umiltà delle mie conoscenze cede il passo a chi ha fatto migliaia di nodi per il salmone) e poi, e poi inaspettatamente..zaaaac..subito senza fine! Passano 5 secondi? sono tanti cinque secondi, forse ne passano meno, io non so che fare, i canoni, come al mattino, dicono di mettere il dito sulla coda che in pratica ferma il pesce, ma qui non ho tempo di pensare, la coda va e va forte, allora decido: metto il dito, sì e così facendo mi torna indietro il terminale come una fiondata,..e l’amo non c’è più! Il nodo! penso, fatto per 14 libbre, il filo che era, così io lo ricordo, senza piccoli nodi intermedi, e comunque, con il senno di poi mi dicono “impossibile che il nodo si sia disfatto”.
Sarà!...resta il risultato di un attacco così anomalo con la mia decisione di non aver sbagliato come al mattino nella ferrata “salmonesca” .
La domanda che continuo a farmi è, a parte il nodo:-“voi come avreste fatto?”-
...lasciato scorrere senza fine, ma poi se si ferma di botto e non è più in tiro, con la coda mischiata nella corrente? Domanda senza risposta?
Mi consolo nuovamente pensando che ci avevo azzeccato nel posto sconsigliato (io neofita alle prime armi) e sognando che avevo perso il “mostro del Dee” capace di spezzare il nodo fatto da un professionista. Rimane il ricordo e la notte insonne che non può passare alla storia per la magnifica preda.
Il bilancio degli altri al secondo giorno parla di un salmone! Pensare che sarei stato in testa..pazzesco. Ma è l’ultima volta che faccio un ragionamento del genere, in fondo dipende da quante ore hai passato nei posti migliori e la mia prima giornata si è svolta sopratutto nei posti migliori.
Un po’ di delusione, per tutti, il secondo giorno, con l’acqua che si alza per un forte temporale e il Dee turbolento, fine dei giochi.
Mi dedico alla passeggiata nel parco, con l’albergo di vecchia, venerabile fattura con la verde spianata fino alla riva del fiume, tra querce e pini plurisecolari, salmone affumicato mangiato in quantità industriale, mentre i salmoni veri riducono i loro volteggi aerei.
Ma non finisce qui. River Dee riprendi la tua calma discesa, regalaci un’altezza costante, dammi l’opportunità di tornare al mattino sulla tua riva migliore, quella che mi tocca in sorte dalle 8 alle 10!
E così con il tempo nuvoloso e ottimale e un Dee a livelli quasi del primo giorno, entro in acqua cattivo per ferrare il mio primo grilse (non salmone mi precisano, ma li mando al diavolo!) che porto a terra con i suoi rispettabili 60 centimetri circa!
Fatta la foto, ceduto il posto migliore, tutto il resto è già la mia leggenda personale -“Across the river and into the trees” – come direbbe Hemingway se fosse qui.
L’intervallo di mezzogiorno regala agli amici la mia soddisfatta bottiglia di “prosecco di Valdobbiadene” che magicamente soppianta il whisky di solo malto.
Che grande albergo! Eccellente spumante! Sorridente brindisi, missione compiuta...ero “in acqua”, a una mano, scrivetelo nel vostro pedante librone scozzese di resoconto: 1 grilse, 60 cm, “one hand”, P.M.
Salmone “grilse” 60 cm con l’autore
Bye bye Banchory, quest’anno abbiamo scherzato, ma adesso che ho imparato l’ABC torno e prendo il mostro che ha spezzato il mio filo 35 da 14 libbre….
© PIPAM.org
C’è chi ha provato a sfidare la consuetudine (e i vantaggi) della pesca a due mani, e vi dirò com’è andata.
Banchory lodge
Il fiume Dee a Banchory
Innanzitutto il DEE, uno dei 4 mitici, si presta per circa 800 metri divisi in 4 pools sui due lati del fiume. In quel tratto il Dee, con ridotta larghezza in giornate di normale scorrimento, accoglie l’affluente Feugh causando un visibile ingorgo di salmoni che decidono se proseguire sul Dee o affrontare le cascate del Feugh poco più a monte con spettacolari tentativi di risalita
Il Feugh affluente del Dee con lo sfondo del lodge
Le cascate del Feugh alla confluenza con il Dee sede di spettacolari tentativi di rimonta dei salmoni
E’ la sarabanda dei grilse, salmoni “giovani” appena risaliti, grintosi, dalla lucida livrea argentea.
Ovviamente non si disdegna qualche salmone da più tempo nel fiume, di livrea piuttosto scura, considerato, chissà perché, meno nobile, ma molto spesso di taglia superiore.
E tutte le volte eccoci a disquisire nelle prede “era grilse”, “era salmone”, insomma questioni di lana caprina, per lo meno per chi come me affronta per la prima volta il Dee e i salmoni, ho detto “salmoni”, non rompetemi i… cabasisi (come direbbe il commissario Montalbano).
Le pools di Banchory si dividono per 4 pescatori. Per me neofita ho la fortuna di avere due amici, Alberto “Lupo”
Alberto “Lupo” con una sua preda
e Paolo C., consiglieri premurosi e disinteressati, oltre a flemmatico gallese.
A dir la verità, nella tre giorni del mio periodo, soltanto una pool e mezza sono di buona, indiscussa qualità per le prede “a una mano”...voglio dire con lanci sui 20 metri rispetto ai 30/35 dei compagni a “due mani”.
Ci riuscirò?... era la costante domanda sottolineata dallo sprone degli amici.
Coda 7 o 9 per una nove piedi e ami usuali
Le nostre “armi”
con terminale dello 0,33/35, con coraggio pari all’incoscienza della mia sfida dovuta al fatto che, due anni prima sul mitico e ristretto Midfjardara islandese, i salmoni mi avevano gratificato di belle prede a una mano. Ma qui è tutta un’altra storia.
A Banchory, dove a ogni piede che metti, invisibile, nell’acqua di torba su sassi scivolosi rischi il bagno se non t’aiuti con il bastone, c’è una corrente centrale alla quale fa seguito una morta di pari larghezza dai due lati: ed è a quella confluenza delle due velocità del fiume, abbordabile anche ad una mano al limite delle mie possibilità, che mi affido per “essere in pesca”, per sfidare i salmoni proprio nei punti dove la corrente si smorza e i salti meravigliosi mi indicano la presenza anche se non la speranza di ferrarne qualcuno.
E’ sott’acqua infatti che si gioca la partita finale, “un lancio, un passo” come recita il mantra dell’amico Paolo C., di fronte a me nel gioco alterno della sorte, con il ricambio dei siti che dà a ognuno la possibilità “mano destra o mancina” di misurarsi con abilità e maggiori o minori probabilità.
Il salmone, mi insegnano, quando attacca fa prima un timido tiro..zac.. e poi zaac più convinto fino a tirare in continuità con la mosca in bocca per tornare al suo posto controcorrente. Basta mettere il ditino sulla coda con un leggero ritiro della canna e di seguito morbidamente alzare la canna per l’inizio della battaglia. Così mi hanno detto, e così ..proviamoci!
Al primo sorteggio mi tocca il tratto migliore di fronte alla confluenza dei due fiumi: sento la pressione degli altri che mi incitano (tento un pallido “non datemi ansia..”) ma come si fa a non averne! Credo che ognuno di voi “esperti” si ricorderà la sua prima battaglia, con l’aspettativa tra l’ironia e la condiscendenza dei veterani, in un tratto dove “non puoi sbagliare, è il migliore”, forse nella prima recente sfida di un pescatore “a una mano”, con il materiale preparato da chi ti ha messo nelle migliori condizioni,dunque?
Dunque un corno! E difatti pago lo scotto di uno zac..zaac..e poi zaaaac.. tirato con canna già curvata...ma senza una ferrata degna di quel nome. Mi dispero il giusto, comunicando a Paolo di fronte a me la prima frustrazione,(ma anche dicendomi “ero in pesca”,con il mio lancio più corto, in ammirazione dei nitidi, lunghi loop della canna a due mani). Fatto un rapido check dell’errore finale, al pomeriggio mi tocca l’attraversamento del Feugh con attenzione e passi molto “bastonati”. Cosa faccio? Contrariamente ai consigli, mi porto in fondo alla pool dove il Dee fa un restringimento e un enorme nucleo tumultuoso con una morta contenuta.
Come se fossi in caccia “trotesca” butto una mosca nel bianco, con la coda che scorre verso la morta, uno, due, tre lanci, terminale dello 0,35 (14 libbre), nodo sull’amo fatto da chi se ne intende (l’umiltà delle mie conoscenze cede il passo a chi ha fatto migliaia di nodi per il salmone) e poi, e poi inaspettatamente..zaaaac..subito senza fine! Passano 5 secondi? sono tanti cinque secondi, forse ne passano meno, io non so che fare, i canoni, come al mattino, dicono di mettere il dito sulla coda che in pratica ferma il pesce, ma qui non ho tempo di pensare, la coda va e va forte, allora decido: metto il dito, sì e così facendo mi torna indietro il terminale come una fiondata,..e l’amo non c’è più! Il nodo! penso, fatto per 14 libbre, il filo che era, così io lo ricordo, senza piccoli nodi intermedi, e comunque, con il senno di poi mi dicono “impossibile che il nodo si sia disfatto”.
Sarà!...resta il risultato di un attacco così anomalo con la mia decisione di non aver sbagliato come al mattino nella ferrata “salmonesca” .
La domanda che continuo a farmi è, a parte il nodo:-“voi come avreste fatto?”-
...lasciato scorrere senza fine, ma poi se si ferma di botto e non è più in tiro, con la coda mischiata nella corrente? Domanda senza risposta?
Mi consolo nuovamente pensando che ci avevo azzeccato nel posto sconsigliato (io neofita alle prime armi) e sognando che avevo perso il “mostro del Dee” capace di spezzare il nodo fatto da un professionista. Rimane il ricordo e la notte insonne che non può passare alla storia per la magnifica preda.
Il bilancio degli altri al secondo giorno parla di un salmone! Pensare che sarei stato in testa..pazzesco. Ma è l’ultima volta che faccio un ragionamento del genere, in fondo dipende da quante ore hai passato nei posti migliori e la mia prima giornata si è svolta sopratutto nei posti migliori.
Un po’ di delusione, per tutti, il secondo giorno, con l’acqua che si alza per un forte temporale e il Dee turbolento, fine dei giochi.
Mi dedico alla passeggiata nel parco, con l’albergo di vecchia, venerabile fattura con la verde spianata fino alla riva del fiume, tra querce e pini plurisecolari, salmone affumicato mangiato in quantità industriale, mentre i salmoni veri riducono i loro volteggi aerei.
Ma non finisce qui. River Dee riprendi la tua calma discesa, regalaci un’altezza costante, dammi l’opportunità di tornare al mattino sulla tua riva migliore, quella che mi tocca in sorte dalle 8 alle 10!
E così con il tempo nuvoloso e ottimale e un Dee a livelli quasi del primo giorno, entro in acqua cattivo per ferrare il mio primo grilse (non salmone mi precisano, ma li mando al diavolo!) che porto a terra con i suoi rispettabili 60 centimetri circa!
Fatta la foto, ceduto il posto migliore, tutto il resto è già la mia leggenda personale -“Across the river and into the trees” – come direbbe Hemingway se fosse qui.
L’intervallo di mezzogiorno regala agli amici la mia soddisfatta bottiglia di “prosecco di Valdobbiadene” che magicamente soppianta il whisky di solo malto.
Che grande albergo! Eccellente spumante! Sorridente brindisi, missione compiuta...ero “in acqua”, a una mano, scrivetelo nel vostro pedante librone scozzese di resoconto: 1 grilse, 60 cm, “one hand”, P.M.
Salmone “grilse” 60 cm con l’autore
Bye bye Banchory, quest’anno abbiamo scherzato, ma adesso che ho imparato l’ABC torno e prendo il mostro che ha spezzato il mio filo 35 da 14 libbre….
Paolo Mezzanotte
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