ITA - Una giornata di pesca in mare, anzi due!
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- Scritto da Alberto Galeazzo (faina)
7- 8 /10/2006
di Alberto Galeazzo (faina) - Foto di Alberto Galeazzo (faina), Boscolo Luca (rastafly)
Massimo Stumia (Massimo) - Alberto Bosoni (Popper) Fabiola Sciutto (BilloFly) - Beppe Saglia (Beppe S.) Federico Scaramazza (Pyoshin) Quest’anno ho già fatto alcune uscite nel golfo del Tigullio, ma mai come in questi due giorni sono riuscito a divertimi. ...... Ho visto cose a cui voi umani non potete neanche credere...... Ma partiamo dall’inizio. All’inizio di settembre di quest’anno leggo su Pipam che Dc vorrebbe organizzare per il 07/10/06 un’uscita di pesca in mare in Tigullio. Per me è ancora troppo presto per poter decidere se partecipare o no e allora sto a guardare. Poi intorno al 20/09 settembre vengo a sapere che sarei stato libero per quella data e la mia frenesia per la pesca in blue water comincia a salire. Anche perché nel frattempo ho già fatto un po’ di uscite, e ho visto che di pesce ce n’è veramente tanto quest’anno. 07 Ottobre 2006
Arriva la fatidica data, io con Luca (rasta fly) decidiamo di partire il venerdì con il mio camper alla volta di Rapallo. Abbiamo appuntamento con Alberto (Popper) e Alessandro (Freccia) alle 6.15 del sabato fuori dall’uscita di Rapallo. Saranno loro a portarci a Santa Margherita Ligure dove abbiamo appuntamento con gli altri alle ore 7.00 del sabato. Io come al solito, quando devo uscire in mare, non riesco a dormire sonni tranquilli, e per tutta la notte non è altro che domandare a Rastafly e lui a me, che ore sono e quanto manca. Poi ci svegliamo ovviamente prima della sveglia, e cominciano i preparativi. Puntuali come due orologi svizzeri arrivano Popper e Freccia (anche loro credo non abbiano dormito benissimo la notte). Al ritrovo al “bar al Porto” mancano all’appello solo Massimo e Antonio che mi telefonano dicendomi di prendere Freccia con me per poi fargli cambiare barca in mare. Le barche partono con questi equipaggi: 1° Alberto (faina), Luca(rastafly) e Alessandro(freccia) 2° Alberto (Popper) e Fabiola (Billofly) 3° Daniele (dc) con Federico (pyoshin) che nel primo pomeriggio caricheranno Beppe (Beppe S.) 4° In ritardo di mezz’ora partono Massimo (massimo) Antonio e Sandruz. Fuori dal porto ho appuntamento con Gianni e Simone che mi aspettano con una “carretta del mare” affittata a Rapallo, quindi decido di partire subito. Appena usciamo dal porto mi accorgo che la tranquilla giornata di mare si sarebbe trasformata in una giornata di mare non tranquillo… Ci soffermiamo per due lanci alle boe di fronte al faro di Portofino per vedere se qualche lampuga ha voglia di abboccare ma dopo neanche 10 minuti capiamo che non è il caso di pescare l’acqua e ci dirigiamo subito verso il largo. E da lì a poco comincio a vedere gabbiani volare li seguo e cominciano le danze. Luca è il primo e più lesto ad aprire le catture della giornata. Eccolo incannato e con il primo tombarello della giornata. E’ contentissimo fin’ora in mare nostrum aveva catturato a mosca solo una piccola palamita, e si rende conto di cosa vuol dire avere in canna un bonito. Da lì a poco ne catturerà subito un altro e poco dopo io e lui in doppietta catturiamo altri due tombarelli. Arriva un’altra barca con un pescatore a mosca a bordo e si mette a pescare vicino a noi. La mangianza questa volta dura abbastanza da far scappottare anche Freccia, che fino a quel momento era stato un po’ sfortunato (con dei pesci slamati o che gli avevano rotto la lenza). Arrivano anche Popper e Billofly la quale si “svergina” in mare. Infatti cattura il suo primo tombarello eccola impegnata nel recupero e con il suo primo pesce salato. Ce n’è per tutti anche popper da buon conoscitore del posto fa incetta di Tombarelli. Io Rasta e Freccia per un attimo siamo tutti e tre incannati, con tre pesci. Improvvisamente i pesci diventano quattro, sì avete letto bene quattro pesci, in quanto Freccia mentre recupera il grosso pesce, sente improvvisamente un ulteriore strattone e poco dopo si trova con un tombarello piccolo in barca (1,5kg circa) e quello grosso invece se né andato con la sua esca in bocca. La mangianza svanisce quando una barca passa in mezzo alle nostre imbarcazioni per fare incetta delle povere acciughe impaurite. Nel frattempo mi arrivano notizie che agli altri equipaggi non sta andando benissimo; hanno visto i delfini e questo solitamente non è un bel segnale in pesca in quanto questi bellissimi mammiferi quando cacciano spaventano tutti gli altri predatori e le acciughe. Nel frattempo arriva Massimo, il mare peggiora..... tromba d'aria al largo....... e vengo a sapere che il mio amico Simone ha dato di stomaco come del resto Sandruz che però è riuscito a scappottare con un bel bonito A questo punto prendo una decisione, Freccia salirà come da accordi con Massimo, e vado a vedere come sta Simone in porto a Rapallo. La situazione non è delle migliori, il ragazzo è giallo come il purè di patate che faceva mia nonna! Insisto perché mangi tanti grissini e crackers finchè non gli passi la nausea. Lo imbottisco di Travelgum e Xamamina. Dopo un ‘ora lo convinciamo a risalire in barca per fargli prendere almeno un pesce. Così ripartiamo in barca io Luca Gianni e Simone Io sono appagato dopo le catture della mattina (7-8 tombarelli e una lampuga) decido quindi di guidare (senza più pescare) la barca fino a quando anche i due (Gianni e Simone) non riescono a prendere dei pesci Nonostante il tempo e il mare molto agitato, tutti siamo riusciti a prendere un pesce o ad averne almeno la possibilità. Beppe S. ha avuto il suo attacco ma non è riuscito a ferrare il tonno più grosso (notare la lenza non in tensione). A parte gli scherzi, quello della foto, non è un bonito, è Federico che sta staccando dall’elica del motore la sua coda, rimasta miracolosamente illesa. La giornata volge al termine, e devo dire che è stata molto stancante, per il mare mosso e per la grande fatica fatta per avvistare le mangianze. Ci dirigiamo verso il porto di S.Margherita Ligure ammirando il faro che si erge nel colle di Portofino, fonte luminosa di salvezza per i marinai. Il ritrovo per la cena è fissato alle ore 19.30 - 20.00. All’appello serale mancheranno Sandruz, Gianni, Simone e Popper. La cena è stata squisita, a base di Cozze (qui li chiamano i “muscoli”), branzino con patate e porcini innaffiato con un buonissimo bianco (Pigato delle cinque terre). La compagnia è stata eccezionale!!! Si è parlato di pesca, mare, caraibi, pesci nostrani e pesci da sogno. Si è parlato anche di mona, che non guasta mai!!! Tra i vari discorsi me ne ricordo uno, e cioè che è da un po’ che non faccio un sonoro cappotto in Tigullio. Questo forse sta ad indicare che il posto è imballato di pesce (soprattutto quest’anno). Mi addormento sognando tranquillamente le catture della giornata appena trascorsa, sapendo che l’indomani sarò ancora lì per pescare. 08 Ottobre 2006 Ho appuntamento alle 6.30 davanti al mio camper con Gianni e Simone. Ma questa volta la stanchezza mi tradisce e il sonno prende il sopravvento su me e Luca. Non sentiamo la sveglia!!! Veniamo svegliati però da Gianni che è incazzato nero. Da qui comincia un’altra storia che non centra con il raduno, però ve la racconto ugualmente. Infatti la domenica ho trascorso delle ore indimenticabili di VERA pesca. Il mare appena usciamo è perfetto per la pesca e l’alba si mostra stupenda. Il sole non è coperto da neanche una nuvola. Io Luca ci guardiamo sorridiamo sperando in una grande giornata. Ma dopo un’ora e mezza di girovagare in cerca di mangianze ci accorgiamo di essere ancora in cappotto. Le mangianze sono velocissime e i pesci non si lasciano avvicinare con il motore acceso, pena la loro scomparsa. Mi vengono in mente le ultime parole della sera prima, “è da un po’ che non faccio un sonoro cappotto in Tigullio”, e penso che non dovrei averle pronunciate. A quel punto decido di cambiare strategia di pesca, e appena vedo una di queste fugaci mangiaze, decido di provare ad avvicinarla, e di provare a lanciare, se il tutto scompariva come le precedenti volte, di fare un po’ di trainetta. Con questi risultati: tre passate, due pesci e una forte cannonata in canna con un nulla di fatto. Guardo Luca, rido e lui, che non aveva voluto provare a trainetta mi bestemmia contro, e si mette a pescare a trainetta. Non tarda anche la sua prima cattura domenicale. Da lì a poco con un crescendo meraviglioso, riusciamo a catturare una decina di pesci (tonnetti rossi, prontamente liberati, e tombarelli) a testa e quasi tutti in mangianza. Avvistiamo nelle ns. scorribande un bel pesce luna vicino ad una mangianza, lo avviciniamo per fotografarlo. Che pesce strano!!! Siamo di fronte a Chiavari a circa 1 miglio e mezzo da riva, decidiamo di spostarci verso Portofino e poi verso Punta Chiappa, ma senza grosse catture. Telefono a Fabrizio (che avevo incontrato su una precedente mangianza) chiedendogli come gli sta andando e dove si trova. Mi dice che la situazione non è cambiata e che sta catturando a go go. Decidiamo quindi di tornare sui nostri passi, e nel mentre, scorgo molti gabbiani seduti, intenti a saltellare di pochi centimetri alla volta, segno inequivocabile che si stanno cibando di acciughe impallate. Infatti al nostro arrivo, spaventati, i gabbiani spiccano il volo, e da lì a poco succederà il finimondo. L’acqua comincia a ribollire come se sotto ci fosse un vulcano in eruzione. Io e Luca non esitiamo a lanciare, e subito ci troviamo con un pesce in canna. Fortunatamente per noi la palla di acciughe decide di trasferirsi nei pressi della barca restandoci per quasi 45 minuti. (foto 26)(foto 27) .Ora la nostra frenesia in pesca è identica a quella dei tonnetti in caccia! Quando agganciamo un pesce, non vediamo l’ora di slamarlo per allamarne un altro. Le nostre esche non fanno a tempo a toccare l’acqua (la schiuma), non facciamo a tempo a dare neanche una strippata che la coda ci viene strappate dalle mani da un pesce LIBIDINE ALLO STATO PURO!!!!
Le povere acciughe, sbagliando difesa, si avvicinano al motore. Io sono di poppa con un pesce in canna, vorrei fare una salariata di acciughe. Do la mia canna a Luca (anche lui incannato), prendo il guadino, e questo è il risultato: 8kg di acciughe prendendo una piccolissima parte della palla sottostante il motore. Questo spettacolo della natura, in cui il pesce grande mangia il pesce piccolo, va avanti ancora un po’ consentendoci di prendere almeno una decina di pesci a testa. Nel frattempo arrivano Gianni e Simone i quali hanno preso qualche pesce. Mangiamo in mezzo al mare. Racconto loro dell’accaduto, e quasi increduli pendono dalle mie labbra. Nel mentre guardo un po’ in giro, vedo uccelli volare, accendo il motore, loro fanno altrettanto e di lì a poco mi ringrazieranno perché entrambe avranno i loro pesci. La giornata è stata eccezionale, non credo me ne capiteranno altre simili per quest’anno, la cosa certa comunque è che sono in frenesia, sono già in astinenza del mare Ligure, e a breve sarò lì in Tigullio con le mie canne da mosca in mano a cercare nuove mangianze. L’attrezzatura che ho utilizzato in questi due giorni è stata la seguente: Canna 9’ per coda 12 con coda punta affondante 9’ per coda 9 con coda galleggiante 9’ per coda 8 con coda intermedia. Le canne coda 8 e 9 si sono rivelate molto a rischio con un pesce, soprattutto quando tentavo di forzare il combattimento, e in caso di doppietta. I mulinelli a bobina larga, molto capienti, che possano contenre almeno 150mt di backing (non si sa mai…) solitamente 80-90mt sono appena sufficienti. Le esche che mi ha regalato più soddsfazioni è stato il gummy minnow, ma anche surfcandy sullo stile della acciuga di Beppe Saglia. Entrambe di colorazione verde, montati su ami dal 1 al 6. Non ho avuto la possibilità di pescare con il popper sulle lampughe. Solitamente impiego due esche al terminale, per capire quale sia la preferita dai pesci, per poi usare la stessa variando solamente le dimensioni.
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