ITA - Le trote della Befana sulla ARS fiume Tronto di Ascoli Piceno
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- Categoria principale: Fly Fishing Magazine
- Categoria: Avventure di pesca
- Scritto da Danilo Baldinelli(SGT Baldo)
Gennaio 2009
Testo e foto di Danilo (SGT Baldo) Baldinelli
Dopo giorni trascorsi pregando di ricevere un messaggio confortante da Max, pescatore e guardapesca del locale club di pescatori a mosca, finalmente il 5 Gennaio so di trovare acque pescabili nel tratto NK del Fiume Tronto proprio all’interno della città di Ascoli.
E’ un tratto classificato di tipo “C” che nelle Marche significa acque di valle prevalentemente popolate da ciprinidi. Ciò premesso la pesca è sempre consentita, previo il rilascio di un tesserino annuale, o permesso giornaliero. Il tratto si snoda tra ponti e passerelle varie, incassato dentro la bellissima città. Con l’acqua costante si pesca praticamente a risalire sempre in wading e le postazioni pescabili sono tantissime. Piane, correnti, buche profonde e raschi sono ovunque. E’ idealmente diviso a metà dalla confluenza del torrente Castellano, che porta acqua pulita e pura e questo fa sì che in condizioni favorevoli si è letteralmente sommersi da insetti di ogni tipo. Ricevuto il permessino di “libera uscita”, scritto e soprattutto timbrato, da mia moglie Stella, parto da Ancona verso le 8 e 30 del mattino del 6 Gennaio. Gli amici Francesco ed Emy alias Stops e Steelhead mi danno buca, e dopo un breve tragitto autostradale di circa un’ora sono sul posto. Come da indicazioni scelgo di pescare a monte della confluenza con il Castellano. Le abbondanti piogge e nevicate hanno raddoppiato la portata dell’acqua ma un rapido sguardo mentre scelgo il parcheggio, comodo e praticamente di fianco al fiume, mi tranquillizza sulla sua pescabilità. Mi cambio freneticamente, incurante del freddo pungente ( - 3° ), mentre già penso se le nuove ninfe che ho costruito la sera prima saranno catturanti. Sono ormai le 10 quando scendo per un ripido e corto “sentiero” che conduce a un orto sottostante il ponte da cui partono diverse postazioni di pesca. L’acqua è veramente tanta ma circa 15-20 cm più bassa di come avevo pescato prima di Natale. Provo subito una posizione. Armo la canna, traffico con la miriade di mostriciattoli in tungsteno che abitano le mie scatole, scegliendo una classica GRHE con bead oro abbastanza pesante. Entro in acqua facendo un paio di passi e lancio proprio dietro un grosso masso che crea un buon giro d’acqua. La passata finisce e proprio mentre abbasso la canna e do dei colpetti al cimino arriva immediata la “botta”. C’è una buona corrente, ma è una trotella di media pezzatura e ne ho subito ragione. Il tempo di una foto mentre nuota a pelo d’acqua ed è di nuovo libera. Il fatto di averne presa una già al primo lancio mi fa montare l’adrenalina a mille, ma è soprattutto ai piedi che ne avrei bisogno, perché in due minuti non li sento più….ma chissenefrega…..! Altro giro stavolta appena più lungo e vado troppo sul veloce. Ancora un paio di lanci strambi fino a che centro un filo di corrente che si rivela buono. Alzo la canna dritta davanti a me. Ho solo pochi centimetri di coda fuori e finale fluorescente a pelo d’acqua che sobbalza a ogni ostacolo. Appena passa davanti a me si arresta bruscamente e …. c’è! Ancora una foto di rito ed è di nuovo sotto una pietra del fiume. L’eccitazione è tanta, pochi minuti di pesca e sono già appagato. Il freddo è veramente pungente, dovrò decidermi a comprare della buona attrezzatura in neoprene. Esco dall’acqua. Mentre fumo una sigaretta e sbatto i piedi per terra nel tentativo di scaldarli, tentativo vano per altro, mi fanno compagnia una coppia di scoiattoli che saltano sui tronchi dei tanti alberi di noce che costeggiano il fiume. Per terra è pieno di gusci e sicuramente ne fanno incetta. Salgo di qualche decina di metri. Ci sono altre postazioni buone, ma con l’acqua che tira in quel modo dovrei stare a mollo fino alle cosce e proprio non mi va. Arrivo in una buca creata da un grosso masso dove giorni addietro avevo catturato alla grande con una PT con pallina arancio fluo. L’acqua è più bassa e mi permette di pescare con appena i piedi a mollo….e l’idea mi da sollievo morale e fisico! Stessa ninfa e il film si ripete con un paio di catture sempre di media pezzatura proprio sotto canna. Una è un’ iridea, ma è indiavolata rispetto alla taglia. Ha tutte le pinne in regola per diventare un bel pesce. Prima di uscire dall’acqua faccio un paio di passate lunghe e proprio all’ultimo tentativo arriva la botta. Purtroppo dopo un salto spettacolare mi lascia con un palmo di naso. Ancora pochi metri e si apre un’altra buca proprio a valle di una passerella che permette il passaggio agevole sull’ altra sponda. Lanciando a monte, faccio diverse passate ma senza risultato. Ho l’impressione che la ninfa non lavori in maniera corretta. Alla fine della corrente, l’acqua sembra precipitare in profondità. Cambio artificiale. Monto una GRHE standard con un “bulk” interno di piombo sagomato. Dopo qualche giro a vuoto la ninfa si è ben inzuppata d’acqua. Forse per questo motivo o forse una passata giusta, aggancio una bella “signorina”, che si rivelerà la più grossa della giornata. Salgo e attraverso la passerella. Molti altri posti sarebbero buoni ma o a causa della mia imperizia o dei livelli dell’acqua, non catturo più nulla. Poi arrivo a una bella briglia che rompe il fiume creando tutta una serie di validi spot. Noto che la temperatura è meno rigida ma l’acqua si è sporcata e è ancora più alta. Cerco di sondare nel miglior modo possibile il posto e alternando varie ninfe, catturo altri due o tre pesci sempre molto combattivi. Incontro poi due ragazzi del club e facciamo quattro chiacchiere sulla situazione presente e futura della riserva. Verso le 14 e 30 concludo la giornata, non prima di aver lasciato un capitale in tungsteno su una lama interessante ma probabilmente piena di vecchi ceppi….. In macchina e a casa di corsa, giusto in tempo per docciarmi ed essere pronto per la mia signora, ormai in febbre da “saldi”, ma la dimenticanza “tattica” della Visa mi salva da un bagno di sangue!
NOTE
L’ARS del fiume Tronto si raggiunge da Nord e Sud uscendo dall’autostrada A14 al casello di Ascoli-San Benedetto del Tronto. Un breve raccordo autostradale di circa 20 km permette di raggiungere la città. L’uscita più comoda è Marino del Tronto . Dirigendosi verso il centro città si supera l’incrocio con l’indicazione della Stazione FS. Subito dopo si incontra un ponte sul torrente Castellano. Proprio alla fine del ponte si apre sulla destra una piccola strada in discesa a senso unico, che con un paio di stretti tornanti, vi porta a una serie di parcheggi. Si vede subito la bacheca con le indicazioni della riserva. Li siete più o meno al centro del tratto pescabile. Per pescare occorre munirsi di un tesserino che viene rilasciato dopo un versamento in posta di Euro 25, oppure di un permesso giornaliero di Euro 10. Il tratto è ben popolato di trote fario e qualche iridea, ma anche da numerosi cavedani. In questa stagione la pesca a ninfa è praticamente d’obbligo, ma in buone condizioni la pesca a secca regala belle soddisfazioni. Per la cronaca ho pescato con una Maxia 10.6 #3 alternando ninfe con BH da 3.5 a 2.5. Per mangiare e dormire non c’è nessun problema. La città di Ascoli è molto bella da visitare e i dintorni offrono molteplici possibilità. Danilo Baldinelli
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