RUS - Lontano dal rumore degli uomini
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- Scritto da Furio Minuti (NoHackle)
Settembre 1998 Lontano dal rumore degli uomini
Testo e foto di Furio Minuti (NoHackle)
Settembre 1998 Racconto di un viaggio in Kamchatka quando ancora era sconosciuta… Quando l’elicottero atterrò tirai un sospiro di sollievo…le due ore e mezzo di viaggio da quando eravamo partiti da Esso mi erano sembrate due giorni. Il “ mezzo” non mi aveva ispirato fiducia e il viaggio confermò quell’impressione. Il campo era formato da tre tende: due arancioni e una bianca (più tardi scoprii che era adibita a cucina…) Tutt’intorno la taiga…come l’avevo conosciuta dalle riviste, colorata d’autunno e tagliata dal fiume a forma di serpente. La prima cosa che notai, in quello che sarebbe divenuto il mio soggiorno per quindici giorni, fu una specie di lavabo di un bel colore celeste che nella sua sconcertante semplicità si intonava benissimo con tutto il resto. Era praticamente iniziata la mia avventura in Kamchatka alla “ricerca” di steelhead….. lavabi Molto probabilmente avrò degli antenati “nomadi” che mi hanno trasferito questa necessità di viaggio…ho sempre avuto la fortuna e la voglia di viaggiare…per lavoro,per diletto,con la famiglia o per la pesca,alla ricerca degli “altri” ma soprattutto di me stesso…..ed è forse per questo che non mi pesa viaggiare da solo. Quando nel giugno del 1998 lessi in una rivista americana della possibilità di poter far parte di una spedizione “scientifica” in Kamchatka attraverso il Wild Salmon Center * alla ricerca di steelhead, in quei luoghi che conoscevo solamente per aver giocato qualche volta a Risiko, mi attivai subito, iniziando una ricerca di notizie attraverso fax e telefonate……e a settembre ero sull’aereo che mi portava a Seattle. *Il Wild Salmon Center è stato originariamente creato per permettere a pescatori”ricercatori” di fare appunto ricerca ai fini conservativi di specie in pericolo di estinzione. Dal 1998 il WSC espande il suo raggio d’azione coinvolgendo pescatori con la mosca (così detti” sponsor”) soprattutto per implementare programmi di conservazione e protezione nei fiumi della Russia Far East e degli USA del Pacifico Nord occidentale. Attraverso spedizioni con la formula dell’ “ecoturismo”e in comunione d’intenti e organizzativi con il governo Russo e i suoi scienziati, si iniziarono spedizioni nei remoti fiumi della Kamchatka alla ricerca e catalogazione di questo particolare ceppo di steelhead. Seattle?Ebbene sì, diciamo che ho allungato un pochino…tanto per usare un eufemismo!Era da poco crollato il “sistema sovietico” ed era il periodo di maggior caos….non c’era giorno che non cadesse qualche aereo dell’Aeroflot per mancata manutenzione e così, invece di arrivare a Petropavlovsk (capitale della Kamchatka) direttamente attraversando l’Europa, decisi di fare il giro inverso: Bologna Newark Seattle e quindi Seattle Anchorage Petropavlovsk….e chi ha respirato un po’ d’aria di aeroporti sa bene cosa significhi spostarsi portandosi appresso attrezzatura da pesca e da camping, rischiando ogni volta l’infarto per andare a prendere uno dei tanti aerei…… Dagli appunti di un ormai logoro moleskin…. 08 settembre 1998 Anchorage Mi soffermo affascinato da una scultura inuit raffigurante lo spirito della gazza(magpie spirit) aspettando di poter prendere il volo per Petropavlovsk. C’è un nuovo orso accanto a quello polare: è un enorme Brown Bear dell’isola di Kodiak-ucciso nel 1996-che mi ricorda (nel caso lo avessi dimenticato) che la Kamchatka insieme all’isola di Kodiak in Alaska, è il paese con la più alta concentrazione di grizzlies al mondo! D’improvviso mi ricordo anche che sarà l’ultima volta che potrò chiamare in Italia e parlare con i miei cari….e poi per quindici giorni più nessun contatto…..mi assale un po’ di sconforto e mia moglie per telefono lo avverte…. 09 settembre 1998 da Petropavlovsk ad Esso Oggi è il mio compleanno e ho compiuto gli anni in aereo (il volo da Anchorage a Petropavlovsk è di 7h e 30’) Selim , un giovane “pescatore volontario” americano originario del Bangladesh, mi aiuta a compilare il modulo d’ingresso per la Russia…seguono lungaggini burocratiche incredibili tanto che mi sembra di essere tornato indietro di 15 anni! Il mio bagaglio ritorna praticamente intatto ma con la copertura dello zaino completamente distrutta. Siamo in undici tra lo staff del Wild Salmon Center,quattro sponsor,(tre americani ed io),tre russi e l’autista del bus…..oddio,bus è una parola grossa ,diciamo un mezzo non meglio identificato con quattro ruote! Verrà riempito per un terzo circa dai nostri bagagli e via direzione nord ovest con destinazione Esso da dove poi prenderemo l’elicottero che ci porterà nel campo vicino al fiume Kvachina, prima meta della nostra ricerca. La strada è unica,sterrata e stretta, ma tanto non incrociamo mai nessuno. Ben presto mi rendo conto di cosa sia la Russia. La stanchezza prevale sulla consapevolezza di vivere comunque un esperienza unica in una atmosfera bellissima. Il paesaggio ricorda per certi aspetti la Toscana, ma la presenza di vulcani sparsi dovunque ti riporta subito alla realtà. I colori sono già autunnali e il tramonto tinge di rosso questo fiume, che corre parallelo alla strada, sicuramente popolato da grosse iridee. fiume Kvachina L’avvistamento di un anatra, con conseguente tentativo di cacciarla da parte dell’autista, interrompe per un po’ la corsa monotona dentro la polvere. La lattina di birra ha l’orlo arrugginito e non è neanche tanto buona. Bevo tranquillo, tanto ho fatto prima di partire l’antitetanica, l’antiepatite B ed antidifterica. La compagnia si arricchisce di altre quattro persone (due faranno il tragitto in piedi) ma non verranno con noi, sfruttano solamente un passaggio. Sono oramai quattro ore che viaggiamo e ci fermiamo per la cena. strada per Esso Il locale è incredibile , da film! Una dolcissima e biondissima cameriera in minigonna ci serve un’ ottima frugale cena: antipasto di pomodori rossi, cipolle e panna acida, purea di patate e hamburger fritto, pane nero e 2 crepes all’amarena, il tutto servito con succo di mela e vodka. ristorante servizio..... Si riparte e arriviamo all’hotel (sic!) Non pensavo che potessero esistere tali tipi di alberghi ….mi metto dentro il sacco a pelo ,per non rischiare di prendermi qualche malattia, e stanchissimo mi addormento quasi subito. camera Hotel ??!! 10 settembre 1998 Hotel Dolina-Milkova Ore sette. La camera da dove sto scrivendo non si può definire propriamente d’albergo, in confronto certe camere ad ore (Herbert Pagani ci portava sù il caffè….) sono a cinque stelle. Lo squallore è totale e il bagno è da guiness dei primati. E’ difficile trovare le parole per una descrizione fedele. Sono trascorsi già tre giorni dalla partenza e non sono ancora arrivato. IT IS AN HARDUOS TRIP! Arriviamo ad Esso e si formano le squadre: io, David e Bob pescheremo prima sulla Kvachina. Dopo due ore e mezzo di elicottero arriviamo al campo. Esso airport eli Quando l’elicottero decolla per portare il resto della truppa al secondo campo rimaniamo solo noi e la distesa che ci avvolge per 360°….sono veramente nel mezzo di niente! taiga Le tende sono le tipiche tende dei mongoli…hanno tutte una stufa all’interno,anzi si può dire che la tenda sia costruita intorno alla stufa a legna….vicino al porta canne sventolano le bandiere degli Stati Uniti d’America e della Russia come a simboleggiare che la pesca riesce a unire persone provenienti da diversi paesi e culture diverse molto più dei discorsi scontati dei politici… tende 11 settembre 1998 fiume Kvachina Finalmente a pesca! Il fiume è molto bello ma i livelli sono molto bassi, di dimensioni medie ed è guadabile quasi ovunque…non posso dire che sia freddo ma c’è un vento fastidioso sia lungo l’interminabile cammino (5 km) sia per la pesca, una volta arrivati sulle pool migliori. La mia attrezzatura è pesante: 9,6 #8 e 9,6 # 9 floating e sono l’unico che non usa la due mani…fino a quando Howard (H. Johnson uno dei fondatori del WSC insieme al direttore Pete Soverel veterano del Vietnam in pensione) non mi fa provare la sua 14’’ per la 9 …..con la quale catturo quasi subito una Kundza (una sorta di salmerino tipico della Kamchatka con grossi spot bianchi) un coho e un sockeye… La solita fortuna del principiante! Il ritorno è drammatico, camminare con i waders in neoprene e sprofondare nel permafrost per poi rialzarsi è faticosissimo, ma non posso farmi vedere in difficoltà da un settantacinquenne, per di più con un principio di morbo di Parkinson, e che sembra per nulla affaticato! Howard 12/13/14/15 settembre 1998 fiume Kvachina Quattro giorni passati camminando,pescando,camminando e pescando e sperando ma di steelhead neanche l’ombra….oramai sono stato soprannominato “the italian vacuum cleaner ” (l’aspirapolvere italiano) per il numero delle catture, ma io avrei più piacere a catturare almeno una steelhead al posto dei tanti salmoni e kundza. Ma se non piove, chi muoverà il grosso branco che è stato avvistato alla bocca del fiume? coho kundza sockeye Ogni notte è una tragedia…devo alzarmi almeno un paio di volte per urinare (prostata?di già a 46 anni?) anche se lo spettacolo del cielo stellato(mai visto niente di simile in vita mia!) ripaga abbondantemente il fastidio per la bassissima temperatura esterna(c’è una grossa escursione termica di notte) e il timore di incontri ravvicinati del terzo tipo(leggi grizzly). tramonto 16 settembre 1998 fiume Kvachina Oggi è stata una comica…dovevamo andare sino all’oceano per cercare di catturare qualche steelhead ma il nostro mezzo di trasporto, un cingolato della seconda guerra mondiale (ATV) non è partito e cosi Sergei ci ha portato due alla volta a circa 5 km a valle del campo..ma anche oggi solo coho e kundza…niente steel head. 17 settembre 1998 trasferimento Giornata di trasferimento con l’ATV (1h e 30’ su e giù), in una posizione non molto comoda, per arrivare al campo di Pete Soverel sul fiume Utkholok. trasferimenti...in cingolato Durante il tragitto attraversiamo un campo di una piccola comunità (10/12 persone) che vive di sola pesca …… salmoni per vivere salmoni 18 settembre 1998 fiume Utkholuk Questa mattina sveglia “gelata”. C’è brina dappertutto e gli scarponcini che naturalmente avevo lasciato fuori sono diventati come “baccalà”. Il fiume è bellissimo ma c’è un vento terribile, sembra di essere in Tierra del Fuego. L’azione di pesca naturalmente ne risente, mi fa male la solita spalla e mi sono tagliato un dito…e di steelhead neanche la puzza. In quattro, neanche un “tocco”! Verso l’ora di pranzo vediamo in lontananza qualcosa che si muove e sta venendo verso di noi…con il binocolo vediamo che è un uomo a cavallo…io vado subito a prendere la mia macchina fotografica ma quando lui scende a pochi metri da me si gira di scatto facendomi capire che non apprezza…Sergei ci traduce il motivo della sua visita: il figlioletto si è infortunato a una mano e la ferita è ora infetta…in pratica è venuto a chiedere delle medicine. David,da buon americano,viaggia con al seguito una farmacia e gli fa dono di una crema a base di penicillina….a quel punto gli ho potuto scattare la foto…tu dai una cosa a me e io do una cosa a te! L’uomo dai caratteri marcatamente “mongoli” aveva fatto 40 km a cavallo!! mongolo 19 settembre 1998 fiume Utkholuk Stanotte il vento più forte da quando sono in Kamchatka…praticamente non ho mai dormito e per poco la tenda volava via con tutte le sue cose, me compreso… Il vento ha perfino storto il camino della stufa. accampamento Decido di andare da solo a pesca. Dopo 45’ di camminata sotto una pioggia incessante,trovo un posto che mi piace e inizio a pescare…il fiume è meno bello a valle ma forse ho più possibilità di incocciare una steely….sono solo,completamente solo e fradicio di pioggia e con la non piacevole sensazione che ci sia qualcuno che mi stia osservando…..forse sono solo fantasie dettate dalla vista delle orme di grizzly che sono ovunque…. orme di grizzly Lavoro una bella lenta corrente uniforme e finalmente uno strattone mi piega la canna inconfondibilmente: steelhead!!…….. ha attaccato la mia egg sucking leech purple e mi prende subito 30 forse 40 metri di coda e si manifesta in tutta la sua forza e bellezza con tre salti consecutivi ben ammortizzati da me e dall’attrezzatura e dopo dieci minuti di lotta è lì davanti a me nel suo splendore, nella sua lucentezza con ancora le pulci di mare attaccate in prossimità della coda anale. Sarà intorno ai 15/16 pounds ..oramai è riversa su di un fianco e devo lasciare la canna per prendere il kit dalla tasca posteriore del giubbetto antipioggia….(la pistola per la marcatura o tagging per valutarne il tragitto, se catturata una seconda volta, le pinzette per prelevare due o tre squame per identificarne l’età ed il metro per la misurazione della lunghezza e della circonferenza per valutarne il peso). Operazione purtroppo fatale! La steel head, sebbene ancora con la mosca in bocca, in un ultimo estremo tentativo, compie un tragitto di un paio di metri sul bagnasciuga e si libera, forse favorita dall’amo senza ardiglione, lasciandomi incredulo, frustrato, fradicio e con il metro in mano… 20/21 settembre 1998 fiume Utkholuk Finalmente sono arrivate! La pioggia ha alzato i livelli e sono entrate. In due giorni però solo tre, su otto agganciate, ne vengono spiaggiate, catalogate e rilasciate….io ho avuto la mia..ma dopo pochi attimi l’ho persa…sono freschissime e potenti e non è facile tenerle steelhead 22 settembre 1998 fiume Utkholock Oggi “the last chance”…………Le ho provate tutte ma niente da fare: vento, freddo, molto freddo e nessuna steelhead. A cena il solito rito della piuma d’aquila: in pratica i commensali si passano questa piuma ed esprimono un pensiero che può essere di qualsiasi natura. Forse sarà la vodka o la voglia di porre fine a tale supplizio (il mio inglese non mi permette naturalmente costruzioni di periodi molto articolati) ma riesco a fare un discorso che riscuote un successo forse anche superiore a quello della carbonara che ho cucinato con i pochi ingredienti che avevo a disposizione. mensa e rito della piuma 23 settembre 1998 Oggi si riparte…nevica e francamente non invidio la prossima spedizione che si tratterrà sino al 7 di ottobre, anche se molto probabilmente avranno molte più possibilità di catturare steelhead. Passiamo dal campo sul Kvachina per prelevare il resto della truppa e poi di nuovo ad Esso con pernottamento nel solito schifosissimo hotel. partenza sotto la neve 24 settembre 1998 Partenza per Petroplavlosk in elicottero.Viaggio infame per neve e vento…all’aeroporto i soliti casini con i bagagli ma finalmente arrivo a Seattle. Ho cinque ore di tempo e Selim mi porta a casa sua per farmi fare una doccia: una delle sensazioni più belle della mia vita!Come è bello apprezzare le semplici cose e come tutto è relativo in questo mondo! Una visita veloce ai negozi di Seattle e poi è tempo di saluti…e volo per Amsterdam: è stato bello, forse ritorno….. paesaggio 25 settembre arrivo in Italia Per la cronaca Nei quindici giorni successivi verranno catturate,catalogate e quindi rilasciate 108 steelhead con vari esemplari sopra i 20 pounds e una di 32 pounds.... Furio Minuti (NoHackle)
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