FRA - Pesca a Chamonix
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Agosto 2010 Resoconto di una vacanza al di là del Monte Bianco
di Daniele Casalegno (DC)
La Francia ha una superficie più che doppia rispetto all’Italia e voler parlare di pesca in Francia richiederebbe svariati libri che potrebbero vedere la luce solo dopo anni passati a pescare nelle sue acque, ma, avendo passato l’estate a pescare in una piccola regione al di là del Monte Bianco, cercherò di condividere con i lettori le informazioni e le sensazioni che sono ancora fresche nella mia memoria.
La provincia (Departement) dove ho trascorso il mese d’agosto è quella dell’Alta Savoia, ovvero quella terra che confina con l’Italia e la Svizzera, facilmente raggiungibile attraverso il Tunnel che passa sotto la vetta più alta d’Europa.
Qui si può pescare sia nei tanti torrenti che in piccoli laghi di montagna, raggiungibili con camminate che raramente superano i 90 minuti, o nei laghi del piano facilmente raggiungibili in auto. I permessi hanno un costo contenuto e si possono acquistare presso gli uffici del turismo dei comuni più grandi, ma è possibile anche ottenerli on-line sul sito della Fédération de Haute-Savoie pour la pêche et la protection des milieux aquatiques (AAPPMA), che offre anche una gran quantità di informazioni e alcuni documenti scaricabili e stampabili, che sono stati la mia guida per tutta l'estate. Il sito è disponibile solo in francese, ma per nostra fortuna la lingua d'oltralpe è facilmente comprensibile anche da chi, come me, non l'ha mai studiata. Tutta la valle di Chamonix è attraversata dall’Arve, fiume praticamente non pescabile a causa del colore dell’acqua che, nella stagione calda, è sempre compreso tra il bianco latte e il marrone chiaro, a causa delle sue origini glaciali. L’unica parte pescabile a mosca è quella subito a monte di Argentiere, ridente località sciistica con piste che arrivano ben sopra i 3000 metri. Arrivati li però io vi consiglio di percorrere ancora pochi chilometri e arrivare a Vallorcine, praticamente al confine con la Svizzera. La strada corre attraverso la riserva naturale della Aguille Rouge e vi porta sulle rive di un piccolo torrentello che merita una visita. L’Eau Noire nasce in Francia poco a monte di Vallorcine e attraversa il confine per sfociare nell’alto Reno, ma il tratto che a noi interessa è costituito dai pochi chilometri che dal paesello arrivano al confine. Le trote sono per lo più selvatiche e di taglia non esagerata, ma metteranno a dura prova le vostre capacità di avvicinamento. La trasparenza delle acque, tipica di tutti i torrenti che ho visitato, non concede errori e sono davvero tante le trote di buona taglia che ho visto scappare. Come imitazioni io ho usato prevalentemente una palmer bicolor (visibile nella foto) e una CDC&Elk sia su questo torrente che nelle altre situazioni di pesca e come misure il 16 per la bicolore e il 14 per l'altra. Pur essendo partito con tutte le scatole che posseggo e avendo provato diverse mosche, dopo poco tempo ho visto che queste due imitazioni erano sensibilmente più catturanti rispetto ad altre e credo che le prossime volte giocherò più sulla taglia che sul tipo di artificiale. Sebbene l’Arve non offra possibilità di pesca a mosca, alla periferia di Chamonix ci sono diversi laghetti che vi daranno modo di insidiare fario ed iridee che vengono immesse dalla federazione e che spesso raggiungono taglie interessanti. Se avete voglia di lavorare di fantasia per quanto riguarda i lanci, vi consiglio una capatina sul Lac des Anglais, riservato alla nostra amata tecnica. Sinceramente non riesco a capire come mai qualcuno abbia deciso di dedicare questo laghetto alla PAM. Sebbene sia piacevolissimo sotto il profilo estetico e si raggiunga a piedi in pochi minuti, gli alberi che circondano le sue rive non permettono di lanciare agevolmente e costringono a inventare continuamente nuovi lanci, nel tentativo di insidiare le trote che, invariabilmente, bollano a centro lago o sotto irraggiungibili gallerie di rami. Molto più facile il lago che si trova accanto, sebbene le maggiori dimensioni rendano quasi impossibile insidiare le trote che bollano nel mezzo. Ma sebbene i laghi del piano siano facilmente raggiungibili e offrano opportunità di catture interessanti, se volete dedicarvi alla pesca in lago vi consiglio di rivolgere la vostra attenzione sui tanti laghi di montagna, che necessitano però di tragitti più lunghi e sicuramente più impegnativi. Personalmente ho voluto provare a pescare sul Lac du Brevant, spinto anche dalle informazioni che, partendo dall’arrivo della funivia omonima, lo davano raggiungibile in 20 minuti. Sapevo già che i 20 minuti erano dovuti al fatto che i 400 metri di dislivello sono in discesa, sapevo anche che i miei sarebbero stati 40 e più e che il ritorno non sarebbe stato altrettanto facile, ma ho voluto provare ugualmente, anche per regalare a me e a mio figlio il piacere di una notte in campeggio a 2100 metri di quota. Confesso però che, all’inizio della discesa verso il lago, quando ho visto che venivano indicati non 20, ma 75 minuti, ho cominciato a preoccuparmi, non tanto per la discesa, quanto per il ritorno, visto che ogni discesa vista dal basso ha tanto l’aria di una salita. Comunque l’entusiasmo quando vediamo il lago in basso è tanto e ci fa percorrere velocemente il pur faticoso sentiero. Arrivati sul posto e preparato il bivacco, mi dedico alla pesca, ma i risultati non sono stati pari alle attese. Di trote ne ho viste parecchie anche vicino a riva e le bollate a centro lago erano davvero tante, ma la trasparenza delle acque e la distanza da coprire sono state quasi sempre al di là delle mie capacità. Alla fine però almeno una si è suicidata sulla mia CDC&Elk, complice un avvicinamento stile militare e un finale lungo più di 5 metri con tip dello 0,12, frutto di quanto avevo letto sulle pagine di PIPAM riguardo alla pesca sui laghi alpini. La mattina dopo, complice una sveglia non proprio da “pescatori”, le trote erano piuttosto apatiche e il vento forte non permetteva di arrivare sulle poche bollate che si vedevano. Ci siamo quindi messi il sacco in spalla e abbiamo cominciato la risalita verso la funivia che si avrebbe riportato a valle. Confesso che la totale assenza di allenamento e il sentiero non certo dei più agevoli, hanno messo a dura prova le mie gambe, ma alla fine siamo arrivati a destinazione. Se le arrampicate non fanno per voi o se volete concedervi una pausa tra un lago e il successivo, potete optare per i tanti torrenti che scorrono nella valle dell’Arve o in quelle attigue. Tra i tanti che ho tentato, quello che mi ha dato più soddisfazioni è stato Le Foron di Reposoir, situato a circa 45 minuti d’auto da Chamonix. Il torrente è davvero interessante, sia perché è davvero molto popolato, sia perché alterna tratti abbastanza facili ad altri dove occorre lavorare di fantasia per inventarsi il modo di far arrivare la mosca a destinazione. Le trote sono davvero in ogni buca, anche se la taglia è quella tipica del torrentello e quindi chi ama solo trote over 30 è meglio che si rassegni. Di torrenti come questo se ne trovano diversi, ma spesso la pesca è difficile a causa delle acque impetuose, normalmente a causa di acquazzoni che in montagna non mancano mai. Nel complesso ho vissuto giornate di pesca stimolanti, anche se le catture di taglia non ci sono state, un motivo più che buono per tentare in periodi diversi, anche perché le trote non mancano e le occasioni per mettere alla prova le nostre capacità sono davvero tante. Au revoir!
Daniele Casalegno © PIPAM.org |