CDN - Wild Yukon
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- Categoria: Avventure di pesca
- Scritto da Matteo Bessi
Tempo di lettura: 15 MINUTI
Il titolo parla da solo: posti ancestrali, selvaggi, magici, che ti tolgono il fiato e ti fan capire quanto sei piccolo di fronte alla natura.
Ma partiamo dall’inizio.
Nel “lontano” inverno 2019….già…dico lontano perché anche se sono passati solo 3 anni il tempo si è fermato con l’esplosione del Covid, fui folgorato da questa stupenda meta durante una serata al Mosca Club Piacenza con il mio amico Paolo Fortunati.
Ad essere sinceri, Paolo ci ha presentato un viaggio più bello dell’altro, ma la mia testa andò in tilt quando vidi la destinazione dello Yukon: grossi lucci a vista in un lago incantato con acqua cristallina, coregoni oversize a secca e temoli artici in un fiume stratosferico.
Il tutto mostrato con uno stupendo video dell’amico Alberto Galeazzo (Faina).
Con quelle scene “mi si chiuse la vena” e sentivo già la mia mano sinistra che ferrava di coda…già…una malattia proprio!
Così, in pochissimo tempo e dopo qualche chiamata, trovai subito i miei compagni di pesca.
Amici affiatati, (che per fare un viaggio è importantissimo), con tanta voglia di esplorare e di mettersi in gioco.
I passi principali per iniziare questa avventura cominciavano a prendere forma: passaporto, biglietto e varie documentazioni per entrare in Canada e, mentre preparavamo il tutto, eravamo già ansiosi di lanciare i nostri streamer in quel luogo magico.
Purtroppo tutto si è complicato quando è scoppiato il primo caso di Covid 19 in Italia….(gennaio 2020).
Inutile stare qui a scrivere i cambiamenti delle restrizioni giorno per giorno.
Tutti sappiamo benissimo cosa è successo, cosa abbiamo dovuto affrontare e quali sacrifici abbiamo fatto.
Ecco … come una macchina del tempo saltiamo due anni proiettandoci nel 2022.
Mi ritrovo qui a scrivere, a scrivere di un viaggio assurdo (in senso buono) in cui la ricetta principale è la natura selvaggia, il sapersi adattare al suo ritmo e rispettarla profondamente.
Biglietti ok, passaporto ok, Visto ok, certificazioni ok…non siamo mai stati cosi vicini alla meta…e quindi pronti a partireeeeee!
Metà Giugno 2022, Linate: si vola fino a Francoforte, da lì via fino a Vancouver…10 ore di volo non passano più, ma poi dal finestrino, a metà viaggio, una view stupenda.
Atterrati a Vancouver ci prepariamo per l’ultimo volo interno e arriviamo a Whitehorse, (capitale dello Yukon), e siamo subito accolti dalla responsabile del transfer che ci accompagnerà al lodge.
Ci arriviamo in un’ora e le ragazze che lo gestiscono ci danno il benvenuto illustrandoci il Camp: camere, luci, servizi, mensa, ecc.. ecc.. e soprattutto le barche.
Il nostro lodge.
OK, sono le 23:00 di sabato…c’è ancora luce a quelle latitudini, perché il sole non tramonta mai.
Siamo super carichi…anzi…io dicevo sempre che ero tranquillo…in realtà era la calma prima della tempesta.
Ci conviene dormire bene e resettare il jet lag per affrontare al meglio le giornate successive.
Viene mattina, colazione, vestizione e, come dei Patriot terra aria, siamo in barca.
Ps: zanzare ovunque che ti divorano appena esci dal lodge.
Porticciolo partenza barche.
Scaldiamo i motori e con lo spirito giusto per una grande avventura, in un panorama stupendo, partiamo verso le baie limitrofe che danno i primi frutti.
Ci sono un po’ di onde fastidiose a centro lago che ci impediscono l’attraversamento e di conseguenza peschiamo gli hot spot vicini a riva.
Ogni lancio è sempre ben calibrato e ogni strippata ti fa trattenere il fiato, fino ad avere il primo attacco e gridare piiiiiiikeeeeeeeeeeee!
L’emozione è esaltante, due anni di attesa per immergerci in questo paradiso.
Il primo luccio viene a bordo per il sottoscritto
Lucciotto piccolo, ma va beh, bisognava pur rompere il ghiaccio!
Le catture si susseguono principalmente sui nostri streamer bianco rosa e bianco verde, che saranno una garanzia durante tutta la permanenza.
Quando si pesca…si sa…il tempo vola…e, in un attimo, rientriamo al lodge e, in un lampo, viene la mattina successiva .
Le condizioni del lago non sono ottimali, troppe onde alte perfino sottoriva, quindi decidiamo di passare alla fase B: pesca di temoli in torrente.
Il torrente dista circa mezz’ora dal campo e quando arriviamo si presenta come un luogo incantato.
Da sin: Michele, Luca , il sottoscritto e Simone.
Folgorati dalla bellezza di questo paradiso, iniziamo a vedere i primi pesci in acqua ninfare. Io non resisto e al primo lancio inganno un temolo.
Sono pesci bellissimi, con una forza assurda.
Primo temolo a ninfa per il sottoscritto.
Già…a ninfa in Yukon…ahahah…ahah…non si può sentire e sono stato subito preso in giro (bullizzato per i più giovani) dai miei soci che pescavano a secca, peraltro con ottimi risultati.
Dopo un po’ di pesci a ninfa anche io monto la dry fly. Mi concentro su secche generose, amo 12, ed era impressionante constatare con quanta voracità salivano sulle mie imitazioni.
Una schiusa incredibile li faceva sempre tenere in attività, ed era mostruosa anche la quantità di pesce presente in quel torrente. I temoli non solo salivano a bollare le nostre imitazioni, ma molte volte uscivano a prenderle facendo veri e propri salti fuori dall’acqua.
Simone con un temolo artico catturato a secca.
Michele con un temolo artico con una vela incredibile.
Mai andare nella tundra senza lo spray per orsi.
Luogo fiabesco ma come tutte le cose belle, è finita.
Una giornata stupenda in un posto dove la natura detta legge e tu devi solo rispettarla.
Scorcio magico del fiume.
“Alla fine tutte le cose si fondono in una sola, e un fiume l'attraversa. Il fiume fu scavato dal grande fluire del mondo, e scorre tra le rocce dall'inizio dei tempi. Sopra le rocce sostano gocce di pioggia senza tempo. Sotto le rocce sostano le parole, e alcune delle parole sono le loro. Sono tormentato dal fiume.”
Da : “In mezzo scorre il fiume”
Dopo quella fantastica giornata in fiume è stato un susseguirsi di grandi pescate in lago a lucci e a coregoni.
Specchio perfetto del lago piatto.
Luca e Michele in pesca su lucci a vista in mezzo agli erbai.
I lucci principalmente sostavano in grosse e piccole/medie baie formate da canneti ed erbai.
I più belli invece erano lontani dai canneti e sostavano in solitaria, fermi immobili, pronti a sferrare l’agguato a qualche sprovveduto coregone.
La tecnica principale era entrare in baia molto lentamente, con il motore a scoppio al minimo, (sulle barche non ci sono motori elettrici), in modo da non spaventarli, oppure, se c'era un minimo di vento, scarrocciare verso di loro e, una volta giunti in prossimità del canneto, lanciare addirittura all’interno dei buchi d’acqua.
Era bellissimo infilare il nostro streamer nei piccoli spazi dei canneti e vedere la scia del luccio che arrivava oppure vedere esplodere completamente l’acqua.
Ma i ricordi indelebili sono stati quando, con il cambio di luce verso le 20.00, con il lago piatto, lanciavamo il nostro streamer.
Non si faceva a tempo a strippare che vedevamo la fleschata del luccio, poi il nostro streamer sparire e poi sentivamo la botta in canna.
Emozioni impagabili che mi fanno ancora venire la pelle d’oca, ogni volta che ci penso.
Una delle pescate più belle è stata verso le 22.30, con il lago piatto, il cambio di luce ed un silenzio surreale.
Quella quiete magica veniva interrotta solamente dagli attacchi dei lucci e l’unico spettatore di quella meraviglia era il controluce del sole, sempre sulla linea del tramonto.
Tutto davvero magnifico!
In mezzo al canneto ore 22.30.
Nei momenti in cui il lago era piatto si poteva alternare la pesca al luccio con la pesca del coregone a secca.
C’erano schiuse veramente importanti, che ricoprivano il lago e i coregoni danzavano in superficie, bollando ovunque. Erano pesci di grossa taglia e grandi combattenti.
Un giorno…non ricordo se fossi più in frenesia io a pescarli o loro nel bollare…il lago era coperto di effimere e i cerchi si susseguivano a un ritmo incessante.
La pesca del coregone a secca è abbastanza statica. Si lancia la mosca nelle zone dove bollano oppure si cerca di intercettare il loro cruising.
Una volta posata l’imitazione si rimane fermi e si aspetta il gorgo.
Che dire…semplicemente fantastico!
Luca con un bellissimo coregone preso a secca.
Il sottoscritto sempre a secca.
In Yukon il tempo cambia spesso. Si passa dalla giornata ventosa o coperta e nuvolosa, con addirittura qualche pioggia, al sole pieno, senza una nuvola, che ti ustiona nonostante fossero appena 20°.
Le giornate volavano, la natura selvaggia era padrona e noi la assorbivamo tutta, rispettandone il ritmo.
In questo bellissimo scatto di Michele una delle tante Bald eagle che giravano lì vicino.
Scorcio del fiume: Michele e Simone in azione.
Panorama del lago al mattino.
Bel luccio di Simone catturato a vista.
Michele vs pike.
Il sottoscritto con un bel luccio.
Michele e Luca , lago piatto e lucci a vista.
Il sottoscritto con un bel luccio. Il vento faceva abbassare le temperature quindi vestitevi a cipolla.
sempre Luca con i suoi pike.
Simone con il suo primo coregone a secca.
Lago piatto e canneto: potevi decidere se fare coregoni a secca o lucci a vista.
Bellissimo luccio per Simone: le flash fly bianco rosa erano un must.
Sole e lago piatto e Michele colpisce.
Un bel rilascio per il sottoscritto.
Lago mosso per Simone e gli strike arrivano subito.
Indispensabile l'affiatamento in pesca, soprattutto in barca.nBel coregone per Michele catturato a secca.
Non ho resistito a farmi fare uno scatto cosi: un must!
Foto di rito del ritorno: pulmino anni 70/80 niente male, scattata da Michele.
Che dire…vacanza stupenda in un posto meraviglioso. Ogni viaggio ti lascia un segno e porti a casa un’esperienza di vita che ti rimarrà sempre.
Ogni viaggio per me è adattamento ad ogni cosa e situazione, grande formazione, seguire i ritmi di quel posto, assaporare ogni cosa e trovare le “strike key” anche nei momenti più difficili.
Anche se molti lo sanno, ma lo ripeto, fare un viaggio all’estero non vuol dire: “un lancio, un pesce”!
La natura fa il suo corso e i nostri amati pinnuti si comportano di conseguenza.
Non mancano ovviamente momenti bellissimi, dove fai la pescata della settimana in condizioni al top .
Concludendo, vorrei ringraziare di cuore l’amico Paolo Fortunati (alias Pablo) di “the Wandering Angler Original”.
per il suo grande servizio e impegno nel gestire tutta la parte burocratica fino a dare ottimi consigli sulla pesca.
Un immenso ringraziamento va all’amico Alberto Galeazzo (alias Faina) che mi ha fornito tanti consigli sul lago, soprattutto come affrontarlo.
E in ultimo ringrazio tanto l’amico Federico, che mi ha preceduto di una settimana e che, al suo ritorno, mi ha dato dei suggerimenti importanti.
Consigli per l’uso:
Portatevi un potente antizanzare, perché fuori dal lodge, fino ad arrivare alle barche, le zanzare vi assalgono.
Personalmente, nei miei viaggi tra Svezia, Norvegia e Finlandia, mi sono trovato molto bene con uno stick, il Jaico Sensitive.
Borsa da viaggio stiva: ho trovato perfetta il borsone della Guideline.
Ci stanno 5/6 canne da 9 piedi in 4 pezzi e ancora tanto spazio in più.
Ma la cosa più importante: è conforme con le misure richieste per viaggiare.
Procuratevi un ottimo guadino che stia nella stiva.
Nel mio caso ho scelto quelli della Savage Gear, molto comodi perché si può staccare il manico e piegare il cerchio della rete, ottenendo quindi un ingombro modesto.
Portatevi una 9 piedi coda 5/6 per pescare a secca nel lago o nel fiume.
Coda 5/6 perché in caso di vento farete meno fatica a lanciare.
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