Déjà vu - Questione di "strutture" 3 ...
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- Scritto da Andrea Vidotto (Nino)
testo e foto di Andrea Vidotto (Nino)
Déjà vu
Oggi proseguiamo nel contesto struttura della mosca finta, per acque veloci, rappresentante le finalità nella puntata precedente. Applicando più concetti del "passato", validissimi a tutt'oggi. Ci appoggeremo a: R. Woolley, A. Devaux, G. E. M. Skues, T. J. Hanna, J. P. Pequegnot, A. Gros, il nostrano M. Vecchi...così per far un po' di nomi e mal di testa a qualcuno....
Si tratta di un imago. Spent o meno, lo facciamo decidere al pesce. Amo 16 e filo di montaggio più o meno rosso. Formiamo per prima la testa, seguita due piumette di pernice chiara, per la punta. Avvolte, a ritroso e seguite da una hackle di gallo "cristallina". Quest'ultima può portare due soluzioni: leggermente sottodimensionata o corretta, ma pareggiata nelle fibre sottostanti, per coadiuvare la stabilità. Ora si va in coda e tramite dubbing si crea una pallina minimale. Questa è necessaria per mantenere le code a raggiera, ben separate. Può anche rappresentare (per i posseduti...) la massa ovigera, di colore verde. Superiormente si montano le fibre di Pardo, appunto, code a raggiera. Con del dubbing ruggine si forma un corpicino conico, che va a spingere l' hackle, leggermente in avanti. Eliminare l'eccedenza del dubbing ed anellare a ritroso, nodo di chiusura in coda. Ravvivare con attenzione il corpicino in dubbing. Così facendo, verranno estratti parecchi "pelucchi" che trattengono al meglio i prodotti impermeabilizzanti.
Se si guarda bene nel passato, probabilmente possiamo trovare più soluzioni di quante, crediamo di immaginare. È l'applicazione delle stesse che deve essere plasmata a soddisfare le nostre intenzioni, scaturite dalle realtà alieutiche che affrontiamo....
Andrea Vidotto (Nino)
© PIPAM.it