Recensione libri - The Fly.La genesi -- The Fly. Sacro e profano
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- Scritto da Marco Baltieri
Mauro RASPINI
The Fly.La genesi -- The Fly. Sacro e profano Fly Line Ecosistemi fluviali, Bologna 2011. A cura di Marco Baltieri
Da un’editore che ci propone ogni anno alcune delle cose migliori pubblicate in Italia sulla pesca a mosca, quest’anno ci è arrivata un vera sorpresa. Perché “sorpresa”? Beh, prima di tutto perché, di questi tempi, ci vuole molto coraggio ad impegnarsi a far uscire due volumi di questa dimensione e di questo livello. Ma, soprattutto, la sorpresa è data dai contenuti e dall’impostazione che l’autore, Mauro Raspini (che non ha certo bisogno di presentazioni), ha saputo dare al suo lavoro.
Quando ho preso in mano per la prima volta il primo volume di The Fly, La genesi, mi sarei aspettato un impianto tradizionale, come si trova in alcune opere di provenienza anglosassone: una rassegna dei principali modelli di mosche in ordine cronologico, da Dama Juliana fino a Hans Van Klinken o giù di lì. Mauro Raspini ha fatto invece un lavoro ben diverso, più profondo e, a dire il vero, molto più interessante. Prima di tutto, con apprezzabile rigore, fa una precisa introduzione sui criteri metodologici utilizzati, con una messa a punto su caratteri distintivi, colori, consistenza, assetto, forme archetipiche, ecc., dichiarando quali, nella storia della pesca a mosca, sono i suoi punti di riferimento (in particolare Skues). Inizia poi il “corpo” dell’opera, con una trattazione (è qui la novità) suddivisa per ordini, famiglie o categorie più generali di insetti (come i terrestrial), ognuno analizzato in relazione alle caratteristiche più significative per imitarli in modo efficace e con una completa e approfondita rassegna degli autori, delle opere, delle tipologie di artificiali che hanno segnato la storia della nostra arte. La bibliografia che l’autore utilizza è a dir poco gigantesca (date un’occhiata all’elenco a fine volume…) e non è solo citata per stupire il lettore, ma piuttosto per ricostruire in modo preciso la storia delle diverse soluzioni che, nella storia della pesca a mosca, sono state date ai problemi che si ponevano alle diverse generazioni di pescatori. Ci sono dei capitoli che, da questo punto di vista sono davvero impressionanti (almeno per un costruttore mediocre come il sottoscritto); ricordo in particolare quello sulle Baetidae e quello in cui si discute di “mosca di fantasia” e di “mosca d’insieme”. Ci si potrebbe perdere in questo oceano di citazioni ma, invece, il volume risulta piuttosto facile da consultare (anche con l’aiuto di un comodo indice dei dressing) e aspira a diventare la più autorevole opera di riferimento italiana per la prossima generazione di costruttori. Il secondo volume (intitolato con un po’ di ironia Sacro e profano) va nella direzione, appunto, di affermare che la nostra storia non è finita, ma che nuovi stili, nuovi materiali, inesauribile creatività individuale stanno producendo nuove risposte a problemi antichi. Ed ecco allora un paio di centinaia di proposte costruttive, anche qui, come nel primo volume, suddivise per categorie di insetti; il testo è arricchito da un inserto di “schede entomologiche”, strutturate per tipologia di ninfa, tipologia e periodo di sfarfallamento, gamma delle tonalità di colore, dimensioni tipiche in rapporto alla misura dell’amo. Vorrei concludere questa breve recensione con qualche considerazione più generale. Opere di questo genere (e di questo valore) non sono casuali e neppure derivano semplicemente da un business editoriale; sono, piuttosto, il frutto della sensibilità di artisti (come sono Raspini e Messori) che hanno capito come la piccola arte del morsetto, con tutta l’intuizione e la creatività che comporta, sia profondamente imparentata con quello che hanno capito i grandi pittori (che non a caso Raspini cita in modo puntuale). Questo tipo di sensibilità, che sempre traspare in mezzo alla ricchezza e alla precisione dei riferimenti alle opere storiche, questa capacità di “catalizzare la gioia” (come dice Messori) è una delle cose che mi sono piaciute di più in questi libri. Marco Baltieri
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