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LA CANNE A MOUCHE - Traité pratique de Construction et d'Habillage des Cannes à Mouche (de Lespinay)

di J. de Lespinay
Editions la Simarre, France
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a cura di Osvaldo Velo

J. de Lespinay non fa nulla per nascondere la passione che nutre per il bambù refendu, passione che ha travasato in un’opera che viene da molti "esperti" considerata di pregevole contenuto. Più che un trattato può essere considerata una raccolta di consigli e suggerimenti - tutti molto utili ed in certi casi inusuali - per chi vuole provare a trascorrere una buona parte del proprio tempo libero fra trucioli e segatura, immerso in calcoli e numeri, sognando magari la cattura record.
Le varie fasi della realizzazione della canna sono passate tutte al setaccio: partendo dalla scelta del legno grezzo fino alla sua preparazione, dalla tempra all’impugnatura, all’applicazione delle ghiere e dei passanti, alle rifiniture ecc.
E’ prodigo di consigli, l’Autore, anche su come rimediare ad eventuali rotture, nella spiegazione delle varie azioni riscontrabili nelle canne, nell’elencare una serie di indirizzi presso i quali è possibile trovare materiale di vario genere per portare a termine il proprio lavoro (fili, filati, anelli, colla...)
Un’opera realizzata da un amante del bello e del ricercato, oltre che della pesca. Le fotografie, sfortunatamente, sono in bianco e nero, e tolgono all’opera molto del suo valore. Il testo è scorrevole e, soprattutto, non è scritto da un tecnico per dei tecnici e si lascia leggere in maniera molto leggera, lasciando libera la mente di recepire le nozioni senza affaticarsi.
Anche se non a colori, però, le immagini (accompagnate da numerose tabelle, schemi, disegni) non sono poche e, quel che più conta, sono sufficientemente chiare così che il lettore ha la possibilità di capire perfettamente quello che l’Autore vuole trasmettergli.
Alla semplicità di spiegazione fa seguito altrettanta facilità di esecuzione: tutte le fasi descritte dall’Autore, infatti, possono essere realizzate senza dover necessariamente essere dei professionisti e senza dover far uso di macchine a livello industriale. A riprova di ciò il fatto che le attrezzature descritte nel libro sono stati realizzate quasi tutte nella propria abitazione dall’Autore stesso o con l’aiuto del suo compagno "di lavoro".
In definitiva, un’opera che troverà certamente un suo seguito fra gli - ancora- pochi appassionati di questo particolare settore della pesca a mosca. Un’opera che ai più esperti potrà forse ed in alcuni casi sembrare lacunosa ma che nulla ha da invidiare a testi più corposi.
In Italia la cultura della pesca a mosca intesa come approfondimento delle varie tematiche ad essa connesse deve percorrere ancora molta strada ma già si vedono all’orizzonte dei segni che indicano volontà di cambiamento.
Ben vengano quindi quanti, come De Lespinay, hanno il coraggio di esprimere le proprie idee e di renderle pubbliche.

Osvaldo Velo


© PIPAM.com
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