Acque profonde
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- Scritto da Valerio BALBOA Santagostino
Acque profonde non è propriamente un libro di pesca, né tanto meno di fotografie, che so essere tanto care all’autore; è l’eredità, il testamento spirituale di Alvaro Masseini, un uomo che ha vissuto, osservato, annotato, insegnato tanto e con lo stesso piacere della scrittura, anche pescato.
Il libro è una raccolta di avvenimenti e di esperienze dell’autore, spesso intime, personali, molte legate alla sua terra umbro-toscana: Firenze, Prato, il Trasimeno e molte altre vissute nei bei viaggi in giro per il mondo: Stati Uniti, Mongolia, America del Sud, Europa.
Si sovrappongono e si intrecciano nel testo, in maniera carsica, avvincendo il lettore e spingendolo a continuare avidamente la lettura.
La sua penna ricorda, in maniera mai banale, tanti aneddoti, e tante sono le tematiche etiche affrontate, spesso mescolate alla politica, ma l’autore ne fa una lucida riesamina, senza incrostazioni mentali.
Molti infine sono gli argomenti verso i quali Masseini punta il dito, e che dovrebbero stare a cuore a tutti, senza connotazioni di alcun genere, senza se e senza ma, a monito per le generazioni future.
L’ultimo capitolo, il quinto, “Finale di partita”, è l’addio alla pesca di Alvaro. Per la verità non è un addio definitivo, come lui stesso mi ha confidato, quanto piuttosto un disamore dovuto a molte ragioni, oggettive e soggettive. Egoisticamente parlando, spero ci ripensi.
Non avrei più l’occasione di leggere le sue avventure di pesca, cosi coinvolgenti, in giro per il pianeta.
Non voglio anticiparvi niente, “Acque profonde” non ha nulla da invidiare a un libro di Georges Perec, e ricordando Genosse, Pallina, Laica, Ivan, vi lascio con la dedica del libro -“ A Ginger, maestra affettuosa di vita non umana e a tutti gli altri animali”- che racchiude
tutto il sentimento e il pensiero di Alvaro.