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Lineamenti di ecologia fluviale

Stefano Fenoglio e Tiziano Bo

Lineamenti di ecologia fluviale

Città Studi/De Agostini, Novara 2009 (19 Euro)




A cura di Marco Baltieri

Ecco finalmente il primo manuale di ecologia fluviale “prodotto” da autori italiani e con riferimenti soprattutto ai nostri corsi d’acqua. Se volete sapere in modo approfondito “come funziona” un fiume, questo libro risponderà a tutte la vostre domande e ai vostri dubbi.
Pensate che è scritto da un autore (Stefano Fenoglio) che è anche un pescatore a mosca, oltre ad essere un entomologo di alto livello, specializzato negli insetti (soprattutto i Plecotteri) che abitano gli ambienti acquatici.
Fenoglio, con il coautore, Tiziano Bo, “guardano” dunque a questi ambienti in un modo che ritroverete famigliare, anche se utilizzano il linguaggio e i metodi della scienza con grande rigore e capacità di analisi. Ma non dovete spaventarvi: proprio per questa comunanza di “sguardo” vi sarà facile tradurre i concetti scientifici e la terminologia tecnica, riferendoli alle osservazioni che tante volte avete fatto risalendo un torrente o camminando lungo il ghiareto di un fiume del piano.
Il testo è strutturato in dieci capitoli che trattano delle caratteristiche morfologiche ed ambientali dei corsi d’acqua, delle diverse forme di vita che vi possiamo trovare (con particolare attenzione per insetti e pesci), per passare poi all’analisi del “funzionamento” degli ambienti acquatici. In questa parte si possono fare delle interessanti scoperte (o, per alcuni, avere delle conferme alle proprie osservazioni); ad esempio, l’importanza della vegetazione che sta intorno e “dentro” i fiumi, sia per mantenere condizioni adatte alla vita (ad esempio dal punto di vista della temperatura: le zone in ombra che tutti ben conosciamo), sia come fonte degli input energetici più importanti per “mettere in moto” tutto il ciclo degli esseri viventi (dopo aver letto questo libro, non potremo più guardare con indifferenza gli accumuli di foglie che spesso si osservano d’autunno nelle “morte” di un torrente).
Mi sono davvero appassionato a leggere i due capitoli sugli adattamenti e sulle interazioni (vi siete mai chiesti dove vanno i pesci quando muoiono?).
Illuminante, per un pescatore a mosca, il capitolo su Movimento, colonizzazione e ricolonizzazione negli ambienti fluviali (vi ricodate tutte le volte che abbiamo visto risalire in volo, upstream, gli sciami di qualche genere di Efemerotteri?).
Il testo si conclude con l’analisi (preoccupante!) sullo stato di salute dei nostri corsi d’acqua e sui sistemi con cui lo si può “diagnosticare”. Riporto soltanto una delle indicazioni principali che vengono da questo libro: è assolutamente necessario incrementare, nel nostro Paese, la carente “cultura fluviale”; come notano Fenoglio e Bo, in Italia l’approccio alla conoscenza e alla gestione dei fiumi è stato sempre generalmente più ingegneristico che naturalistico ed ecologico; è necessario, invece, che si modifichi profondamente l’immagine dei sistemi fluviali: da sistemi isolati (dei semplici “tubi” che convogliano l’acqua) a elementi integrati nel territorio (dei veri ecosistemi pieni di vita).

Marco Baltieri

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