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Mosche secche e ami grub

30/11/09 - Sotto la lente

30/11/09 Testo e foto di Ivano Mongatti (IvanoM)
Se pensiamo a una buona dry fly immaginiamo un artificiale che si posa sull’acqua senza rompere la tensione superficiale e che effettua la passata sospeso sul film dell’acqua, quasi totalmente asciutto e sollevato in aria grazie a materiali incredibilmente galleggianti, grazie alla leggerezza del proprio amo e alla sapiente concezione strutturale, che magari abbiamo immaginato e concepito proprio noi. Una mosca completamente asciutta e appena appoggiata sull’acqua, senza hackle o amo che rompono la pellicola superficiale, sembra essere in certe occasioni più catturante.
Fior di articoli e macrofotografie sono state scattate per farci vedere come perfettamente poggi sull’acqua e su quali equilibri si regga questa o quell’imitazione galleggiante. Spesso però questi concetti si scontrano con la realtà: le mosche fotografate sono collocate delicatamente in piccole vasche di plexiglas da mani attente ed è solo questa la ragione per cui l’amo non infrange il film acqueo ed è solo per questo che le hackle, seppur rigide (vanno di moda ma, credetemi, sono peggiori), non passano in acqua alla stregua di esili spilli.
Ma se molti tendono a improntare la loro ricerca sulla spettacolarizzazione fine a se stessa, altri indirizzano e hanno indirizzato in passato i propri sforzi percorrendo vie più semplici, seppure non scontate. È il caso di chi ha preferito imitare l’insetto nel suo stadio di evoluzione aereo facendo un passo indietro, ricordando cioè che questo insetto esce, con tutta evidenza, dall’acqua. È quindi bagnato per la maggior parte del tempo in cui è a galla, mentre, una volta completamente asciutto, vola via, allontanandosi dall’elemento liquido. Seguendo questo ragionamento, è evidente che ha poco senso ed è estremamente limitativo eseguire imitazioni di mosche completamente asciutte, proprio perché il tempo in cui queste rimangono a contatto con l’acqua è decisamente esiguo. La mosca da riprodurre, quella più efficace in un lasso di tempo più ampio, sarà quella concepita per rimanere bagnata almeno nella sua parte inferiore.
Senza andare troppo indietro nel tempo mi piace ricordare le mosche semplicissime ma allo stesso tempo incredibilmente efficaci realizzate da Ken Iwamasa, che vedevano, su un corpo dritto in poly con code divise, il montaggio di poche fibre di cervo a imitare le zampe nei pressi del torace e due grandi ali in piuma bruciate e quasi unite. Questa mosca rimaneva semisommersa, lasciando emergere le sue grandi ali e poco più, offrendo al pesce l’impressione di un’effimera che si era appena liberata dell’esuvia e che aveva appena rotto la cuticola superficiale con le ali. Una mosca immobile quindi, senza difesa alcuna, e semplice da predare senza troppi sforzi.
E se la mosca con amo dritto semisommersa in acqua è già di per sé catturante (pensiamo alle attuali no hackle in cul de canard), è possibile fare un ulteriore passo per rendere ancor più efficace il nostro artificiale piegando l’amo verso il basso.
Ogni anno, verso Ottobre o Novembre, apro il contenitore degli ami per controllare quali modelli mi manchino e normalmente trovo in esaurimento il 12, il 14 e il 16 grub. In effetti, eseguendo un controllo incrociato sulle mie scatoline, si può scoprire che una buona parte delle mie mosche è costruita su ami curvi. Molte sono appunto mosche emergenti, altre secche, alle quali la forma ricurva dell’amo offre la possibilità di un’ottimale disposizione in acqua. Sul grub costruisco effimere, midge, formiche, sedge e ancora molto altro. L’elemento vincente che questo tipo di amo offre è naturalmente la possibilità di far penetrare in acqua la parte posteriore delle mosche. Un insetto mezzo dentro e mezzo fuori è più naturale, più vivo, più confuso nella sua visione d’insieme, perché, come si sa, l’angolo di rifrazione dell’acqua è differente da quello dell’aria. Il nostro pesce, allora, potrà vedere in perfetta definizione il corpo immerso e percepire la silhouette della parte emersa, che sarà costituita da cdc o comunque da fibre molto flessibili e mobili, a significare il movimento, quasi la fatica, di un insetto che traffica con la pellicola superficiale per riuscire ad estrarre dall’acqua la parte terminale del corpo. La parte subacquea della nostra mosca sarà invece precisa, imitativa, realizzata con materiali come il quill, il polipropilene montato stretto, la plastica, o comunque elaborata in modo da apparire molto simile all’insetto reale (ad esempio il filoflok per la formica alata). Le mosche così assemblate possono essere infinite, perché con queste modalità si possono imitare tutte le effimere, tutti i tricotteri, tutti i midge e anche molti terrestrial, semplicemente variando i materiali e il colore.
Insomma, la regola in questo caso è che non ci sono regole, se non quella di collocare materiali imitativi in basso (verso la curvatura dell’amo) e materiali galleggianti in alto.
Per quanto riguarda il materiale principe di queste costruzioni, talvolta sottovalutato in maniera decisamente illogica, e cioè l’amo grub, occorre dire che le varie case produttrici ne realizzano di modelli molto differenti. La prima cosa da verificare è il filo dell’amo, che dev’essere fine o extrafine (vi sono in commercio grub appositi per mosche sommerse e ninfe). Poi occorre controllare la piegatura: in alcuni modelli il profilo arcuato è pressoché costante sino ad arrivare alla curvatura dell’amo, in altri invece si può notare una specie di pancia nei pressi della curvatura dell’amo. Ciò sta a indicare un’accentuazione della piega dell’amo in quel punto. Di solito questa forma è unita a un disassamento orizzontale della punta dell’amo, che risulterà leggermente spostato a sinistra (o a destra, a seconda di dove lo si guarda) rispetto all’occhiello. Personalmente prediligo un amo con queste caratteristiche per la stragrande maggioranza delle costruzioni. In poche parole sono più grub dei grub normali e vi si può costruire una Klinkammer senza modificare l’amo.

1 NINFA SUSPENDER
Coda hackle di gallo, corpo in dubbing beige, torace in foca olive e pallina di polistirolo racchiusa in calza.
Questa mosca rimane completamente immersa in acqua, con il solo torace in emersione. Imita, per convenzione, una ninfa di effimera e per questo motivo ha la coda. In realtà la vedo più simile a una pupa di sedge, anche e soprattutto per la posizione che assume sotto la pellicola superficiale. In pesca visualizzeremo esclusivamente la pallina bianca, che sarà comunque più nitida di una mosca normale.

2 MIDGE EMERGENTE
Corpo in herl di pavone rosa e cul de canard bianco in testa.
La posizione e la concezione dell’artificiale sono molto simili a quelle del suspender. Il corpo, grazie alla lucentezza dell’herl di pavone, imita abbastanza fedelmente quello di un chironomo (anche se quello vero ha una più marcata impressione gelatinosa imitabile con Swannundaze o edge bright); il cul de canard è stato avvolto sull’amo e poi raccolto e legato con un giro di filo appena sopra l’occhiello dell’amo. La pallina che si è formata riesce a tenere bene l’aria e rimane semisommersa durante la passata. Il pescatore visualizzerà in pesca il ciuffino rimanente, che, grazie al colore bianco, sarà comunque decisamente visibile.

3 PUPA DI SEDGE
Corpo in plastica bruciata su un lato, sottocorpo in dubbing verde, sacca alare in cervo, torace in dubbing cdc e abbozzo di ali in piuma di germanello.
Questo artificiale è uno dei miei preferiti. È un po’ complesso da realizzare ma non impossibile: su un sottocorpo in dubbing verde si monta una strisciolina di plastica (foderina libri o patente), bruciata preventivamente su un lato, avendo cura di estrarre i peli del dubbing a ogni giro di plastichina; si procede collocando il pelo di cervo alla fine del corpo nella sua parte inferiore, poi si realizza un dubbing di cul de canard e si collocano i due abbozzi alari. Arrivati in testa, si prendono le barbule di cervo e si rigirano davanti, terminando con un accenno di cul de canard montato in dubbing. La pesca con questa mosca sarà “a vista”, poiché non sempre è facile distinguerla in acqua. Sui temoli e sulle trote selettive, che bollano costantemente e rifiutano tutto è semplicemente micidiale.

4 EMERGENTE
Corpo in quill, sacca alare in cdc e ali in punta di hackle di gallo.
La classica emergente di effimera con il cul de canard che permette la galleggiabilità dell’artificiale. Il corpo di questa imitazione è volutamente allungato più del dovuto per dare una proporzione al corpo mezzo fuori - mezzo dentro. La sacca alare indietreggia sul corpo al fine di disporre lo stesso più in orizzontale sull’acqua rispetto alle pupe di sedge o ai midge. Le punte di hackle imitano le due ali appena fuoriuscite dalla sacca alare, offrendo al pesce una situazione di movimento e di vita molto accentuata. La pesca con questo artificiale sarà perfetta nei periodi in cui la schiusa ha inizio, ma pescando con un modello di generose dimensioni (amo 12) potremo affrontare le lame d’acqua di media velocità pescando in caccia.

5 MOSCA DI MAGGIO
Corpo in foam, ali in cdc e torace in pelo di foca.
Un discorso a parte va fatto per le mosche in extended body. Il grub, in questo caso, è insostituibile per molti motivi: il primo motivo è dato dalla possibilità di offrire all’extended una base curva, che gli permette di disporsi non in orizzontale ma leggermente verso l’alto. Questo assetto viene da solo se si utilizza un amo grub e, oltre a essere molto imitativo, dona una migliore posizione in acqua al nostro artificiale. Il secondo motivo è la possibilità di utilizzare ami abbastanza grandi e amplificarne l’apertura dell’amo utilizzando per il montaggio solo i due terzi anteriori. Questa disposizione consentirà all’amo di disporsi in maniera non orizzontale rispetto al piano dell’acqua, penetrando dentro all’elemento liquido in posizione rialzata, (per intendersi, con la punta dell’amo che guarda in diagonale verso il cielo). In questo caso, dopo aver realizzato un corpo in foam, lo si posiziona sui due terzi dell’amo e poi si collocano in sequenza le ali in cul de canard e un dubbing di foca a formare il torace e la testa.

6 HEPTAGENIA SULPHUREA
Corpo in dubbing , coda in hackle di gallo, torace e ali in cdc.
Ancora una mosca in extended, stavolta montata in “testa coda”. Il grub in questo caso consente di sfruttare sia la curvatura nei pressi dell’occhiello per disporre al meglio l’extended, sia di disporre in maniera economica le fibre di cul de canard anteriori. L’amo, in questo caso, risulterà rialzato e il filo partirà dal centro della mosca. È un tipo di costruzione perfetto se si pesca lanciando a risalire. Potrete notare davvero, realizzando due imitazioni uguali, di cui una normale e una in “testa coda”, come la seconda galleggi più della prima. Tutto dipende dall’amo grub, la cui curvatura dell’amo, grazie al cul de canard, risulterà sollevata.

7 FORMICA
Corpo (posteriore): tre giri di filoflok, (anteriore): pallino di poly. Ala in poly wing bianco e galleggiamento assicurato da pochi giri di cdc avvolti in testa.
Questa formichina alata è assemblata nella maniera più semplice possibile, tenendo conto dei criteri sopra descritti di imitatività e galleggiabilità. La parte posteriore è costituita da un piccolo pallino di filoflok nero. Qualche giro di filo per creare lo stacco classico della formica e poi un piccolo pallino di poly sul quale montare un esile ciuffo di poly wing a simulare l’ala. Il sostentamento è dato da qualche giro di cul de canard in testa.

8 EMERGENTE BAETIS
Code hackle di gallo, corpo in polipropilene grigio, torace grigioverde in dubbing e sacca alare in foam.
Questa emergentina è costruita sfruttando la capacità di galleggiamento del foam. Fondamentalmente può essere utilizzata in due modi distinti. Asciutta si dispone quasi orizzontalmente in acqua, facendo penetrare nella stessa soltanto la parte terminale e il ciuffetto di code. Se invece viene bagnata e penetra totalmente sott’acqua, varia disposizione, portando in alto la testa e il torace e subendo il peso della curvatura dell’amo sul posteriore. Di solito, per velocizzare questa disposizione in acqua, bagno la mosca con un po’ di saliva prima di iniziare a pescarci.

9 KLINKAMMER POLY VARIANT
Corpo in tinsel pearl colorato in marrone nella parte terminale, ala in poly bianco e parachute realizzato con un dubbing di poly colorato.
Il grande merito di Hans van Klinken è stato quello di piegare ulteriormente la parte anteriore dell’amo grub al fine di accentuare la posizione subacquea della mosca. Per far capire bene la posizione che l’artificiale deve avere, possiamo dire che la punta dell’amo deve indicare all’incirca le ore tredici, la posizione della pupa di sedge prima dell’ecclosione insomma, mentre naviga attaccata alla pellicola superficiale e raccoglie le forze per rompere sia la pelle della sua esuvia, sia il film acqueo, per sfarfallare immediatamente in aria. In questa variazione ho realizzato il parachute con del poly wing colorato e ho imitato il corpo di una piccola Baetis niger o Muticus a livello di imago. Insomma, questa mosca non imita un insetto reale, anzi è un miscuglio tra una sedge di buone dimensioni (amo 14) e il corpo di un’effimerina sul 18/20 che non c’entra nulla nemmeno come stadio evolutivo. Fatto sta che questa mosca ha funzionato molto spesso in maniera risolutiva con i temoli. Misteri della pesca, dove da un lato tutto ha giustificazione e immediatamente dopo l’irragionevole prende il sopravvento.

10 NINFA LIBERA DI RHIACOPHILA
Imitazione di “verdina”, ovvero di una delle poche larve libere di tricottero.
Si caratterizza per l’amo swimming che dona naturalità e movimento all’insieme. Probabilmente troppo pelosa rispetto all’originale, ma ha la buona caratteristica di essere pesante avendo un piombino sotto ogni ringrosso del corpo. Il pelo verde ne accentua il movimento e il pelo marrone in testa ne rappresenta la silhouette. Con questo modello ho vinto, inaspettatamente, un Trofeo Andreoli, ormai molti anni fa. Il dorso è formato da Shimazaky fly film.

11 SKATING SEDGE
Imitazione di silver sedge in fase di volo e ovodeposizione.
Si tratta di una sedge molto eterea grazie al cdc in parte girato al fine di fare volume e appoggio, in parte collocato indietro verso l’alto. Una piuma di pernice girata in testa ne accentua il movimento; l’amo grub porta il corpo verso il basso imitando l’attimo dell’ovodeposizione.

12 CHIRONOMO ADULTO
Costruita su di un grub con occhiello verso l’alto, questa mosca imita un chironomo con le ali tendenzialmente raccolte all’indietro che galleggia sull’acqua. Sia le grandi hackles anteriori sia la posizione dell’occhiello tendono a farlo appoggiare sull’acqua nella maniera più naturale possibile rispetto al reale. I chironomi infatti appoggiano, quasi immergono l’addome e tengono le ali reclinate e semisommerse. Stanno invece alti sulle zampe anteriori con le quali si danno lo slancio per compiere il balzo che li porterà in aria.

13 PIDOCCHIO DEL PLATANO
Su di un amo del 28, a meno di non voler perdere occhi e testa in questo infinitesimale oggetto, non è possibile che mettere qualche giro di filo e una piuma. Il pidocchio del platano, di cui sono ghiotti i temoli, è completamente bianco e cade in acqua galleggiando un po’ prima di morire. Il cdc disposto a raggiera imita i movimenti scomposti della bestiolina che è caduta mentre il corpo semisommerso è la consuetudine.



Ivano Mongatti


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