L'inquinamento
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- Scritto da Matteo Fongaro (matteof)
30/03/09 - Sotto la lente
e qualche accenno a quella del vino
30/03/09 Testo e foto di Matteo Fongaro (matteof)
Sapete che io parlo chiaro e di solito non giro molto attorno alle cose, vado direttamente al sodo e dico quello che penso. Spero di farlo sempre con modi giusti e garbati, in caso contrario siete autorizzati a mandarmi a quel paese.
Di mondo ne abbiamo uno solo, il che implica che non abbiamo altre possibilità di rifarci, viviamo in questo pianeta e con questo volenti o nolenti dobbiamo fare i conti. Ora l’uomo domina da qualche centinaia di migliaia di anni su tutto e sta trattando la terra come si fa con un fazzoletto di carta: lo prende, lo usa, lo sporca e lo getta via. Il problema è che gettato via questo fazzoletto, il pacchetto è finito.
Capisco anche chi mi dice che il prezzo del progresso e del benessere che oggi abbiamo lo paghiamo in inquinamento e in deterioramento delle risorse. Però ditemi voi: l’attuale incidenza dei tumori è benessere? Lo stress che quotidianamente ci uccide è benessere? Tutto viene perpetrato in nome del denaro come se, quando il nostro pianeta sarà finito, chi ha i soldi si potrà salvare. Non è proprio cosi. Qui c’è un treno in corsa che ci viene addosso e in qualunque posto andiamo siamo sempre sopra i binari!
Chiariamo immediatamente anche un’altra cosa. Io non sono ambientalista né tanto meno nascondo dietro l’ecologia un filone politico. Sono una persona realista che purtroppo certe cose le capisce e sa che più di tanto non si può fare. Ma esiste una cosa potente che si chiama coscienza comune, in cui ogni persona si rispecchia e che porta alla condivisione di ideali e pensieri per un obiettivo.
Con questa serie di articoli non ho la pretesa di creare una coscienza comune, ma cercare almeno di farvi riflettere su alcuni temi illustrandoli in modo diverso da quanto sbandierato dai mass media, cercando di portarvi evidenze, non solo parole.
Ovviamente per non tediarvi troppo prenderò soprattutto in considerazione l’inquinamento dell’acqua, elemento fondamentale per la pesca a mosca, cercando di darvi qualche indicazione utile per rendervi partecipi delle sostanze positive e negative che si trovano in questo prezioso elemento.
Poi si sa, il mare è formato da tante gocce… buona lettura!
L’INQUINAMENTO
Iniziamo a parlare di inquinamento in modo generico dando, come mia abitudine, la definizione di questo termine. Adesso vorrei avervi davanti per chiedervi: cos’è l’inquinamento? Ho provato a fare questo esperimento tra alcuni conoscenti e nessuno effettivamente lo sa. Le risposte sono del tipo “quando getti per terra qualcosa” – non è sempre detto.
“Quando crei delle emissioni che vanno a finire nell’aria” – giusto in parte, anche qui non è così scontato.
“Quando butto delle sostanze chimiche nell’acqua” – troppo generico, certe sostanze chimiche possono fare del bene all’acqua.
Ebbene, la definizione di inquinamento corretta è la seguente: “un cambiamento delle caratteristiche fisiche, chimiche o biologiche dell’aria, dell’acqua o del suolo causato dall’immissione nell’ambiente di materia o energia tale da provocare effetti negativi misurabili, immediati o differiti e in particolare: danni all’uomo e alle specie animali e vegetali, danni ai materiali, spreco o deterioramento delle risorse naturali, limitazione delle attività economiche, culturali, ricreative, sportive.”
Nelle risposte date in precedenza mancava un elemento fondamentale e cioè l’alterazione, il cambiamento. Ciò che altera e quindi muta il naturale aspetto o proprietà di suolo, aria o acqua è inquinamento. Fate attenzione che nella definizione di inquinamento c’è anche una parola: energia.
Immaginate una centrale idroelettrica, costruita bene che scarica solo acqua. Secondo voi può inquinare con i suoi scarichi? Sì! Se preleva acqua a 10°, fa girare le turbine che si scaldano e la immette di nuovo nel corpo idrico a una temperatura di 20°, la centrale inquina perché ha scaricato energia, in questo caso termica.
Una trota che vive nel torrente a 10°, e che d’improvviso si trova l’acqua a 20°, non riesce più a vivere. Non solo. I microrganismi che vivono nel fiume a una certa temperatura non riescono a vivere a una temperatura superiore. Stessa cosa vale per la flora e così via. La centrale con il suo processo produttivo ha portato a una mutazione di quella che è la normale vita della natura.
Se partiamo da questa definizione capite che tutto quello che bene o male facciamo è inquinamento. Costruire una casa significa inquinare, riscaldarla significa inquinare, andare in bagno significa inquinare.
Per fortuna il buon Dio sapeva del nostro difetto di alterare la natura e l’ha fatta per incassare i colpi che le infliggiamo, consentendole di “rifarsi” da sola. Ovviamente questa capacità non è illimitata e prima o poi raggiungeremo (se già non ci siamo) il punto di rottura, quando cioè la natura non sarà più in grado di rimediare alle nostre alterazioni.
L’INQUINAMENTO DELL'ACQUA
Esaminiamo ora brevemente la maggior parte degli inquinanti dell’acqua distinguendo essenzialmente delle grandi classi e cercando di capirne l’origine e gli effetti. Tenete conto che l’acqua non è semplicemente H2O ma ci sono tutta una serie di sostanze, come l’ossigeno disciolto, i sali minerali ecc… e tutte queste servono per mantenere la vita.
Sostanze organiche solubili biodegradabili
Già qualcuno me lo vedo che dice -“Ma come, una sostanza biodegradabile è inquinante? Questo che scrive beve forte!”- Non tutti sanno che questi composti organici, che vanno dal letame alle carcasse di animali, fino a certi tipi di detersivo tanto per intenderci, si decompongono. Il primo passo per la decomposizione è l’ossidazione e per farlo utilizzano l’ossigeno disciolto nell’acqua.
Provate a lasciare una fetta di prosciutto crudo per dieci minuti fuori dal frigo a contatto con l’aria. Se poi la mangiate, il primo sapore sul palato sarà di ferro ossidato perché, lasciandolo fuori dal frigo e a contatto con l’aria, ha iniziato la degradazione ossidandosi.
Se fate lo stesso esperimento con la stessa fetta ma tenuta all’interno di un sacchetto sotto vuoto, la cosa non accade perché nel sacchetto non c’è ossigeno sufficiente a fare ossidare il prosciutto. Se non ci credete presentatevi da me con un prosciutto intero e fetta dopo fetta rifaremo l’esperimento finché non lo finiremo tutto accompagnandolo con del buon pane casereccio.
La stessa cosa accade nell’acqua: certe sostanze per loro natura si appropriano dell’ossigeno presente perché ne hanno la necessità. Essendo inoltre un processo chimico, esso avviene fintanto che le sostanze da ossidare sono finite o finisce l’ossigeno.
Immaginate di gettare una fetta di prosciutto in una pozza d’acqua: la fetta si degrada, un po’ di ossigeno viene consumato e tutto torna più o meno normale nel giro di qualche giorno. Ma se nella pozza ci getto una carcassa di un maiale, la pozza andrà presto in anossia, cioè scomparirà l’ossigeno presente e ci vorrà moltissimo tempo perché l’acqua recuperi il suo livello di ossigeno perché l’unico apporto che ha è quello dell’aria.
Il principale elemento che tiene vivo un fiume è l’ossigeno disciolto. Più l’acqua è ossigenata, più è facile che si sviluppi e vi si mantenga la vita. Mentre meno ossigeno è presente, più scarse sono le probabilità che flora e fauna vivano. Quindi queste sostanze vanno a intervenire direttamente su questo elemento mutando la naturale concentrazione di ossigeno.
Per valutarne la presenza ci sono diversi parametri, primo fra tutti ovviamente la misura dell’ossigeno disciolto. Dal momento che parliamo di inquinamento, mi preme citarvi due parametri che misurano la quantità di inquinanti che “mangiano” l’ossigeno. Per misurare quanto inquinamento di questo tipo c’è nell’acqua si usano due parametri, il COD ed il BOD. Il primo è la domanda chimica di ossigeno, il secondo è la domanda biologica di ossigeno. In altre parole, il primo parametro indica quanto ossigeno è necessario per ossidare tutti i composti chimici presenti, analogamente il secondo misura la quantità di ossigeno necessaria a ossidare tutti i composti organici presenti.
La normativa italiana stabilisce i valori limite di questi parametri allo scarico, in particolare per gli scarichi in corpo idrico, ed è ovvio che chiunque scarica in acque superficiali deve rispettarli ma, sgarrare con uno di questi parametri significa purtroppo compromettere irrimediabilmente l’ambiente perché se manca l’ossigeno nell’acqua, non ci può essere vita.
Acidi e alcalini
Se getto in acqua delle sostanze acide o alcaline (basiche) ovviamente altero il PH (l’unità di misura dell’acidità dell’acqua) e di conseguenza creo un danno sia alla flora che alla fauna. Ma dove le troviamo queste sostanze? Dalle batterie, sia quelle della macchina, sia le piccole stilo, per poi passare alla candeggina che si usa per pulire e all’acido muriatico per lavare i pavimenti. Abbandonare questo tipo di rifiuti significa far correre un rischio enorme, specie se gettiamo il tutto dentro un lago o un fosso con poca corrente. In questi casi il ricambio dell’acqua potrebbe metterci anni prima di far ritornare il PH a livelli accettabili.
Nutrienti cioè i composti azotati o fosfati
Ci sono alcune sostanze chimiche che sono inquinanti in modo diciamo subdolo. Prendiamo ad esempio il fosforo. Questo elemento è un nutriente, cioè è in grado di dare un accrescimento delle cellule delle piante perché è alla base della loro struttura. In pratica, più fosforo ho, più riescono a crescere. In altre parole, è il cibo per le alghe. Più gliene date, più loro si ingozzano.
Lasciando perdere che il fosforo in certe sue forme è un veleno micidiale, sappiate che lo si trova comunemente nei detersivi proprio per la sua capacità di far diventare le molecole polari, una volta che hanno catturato lo sporco (anche qui fidatevi è un po’ complicato da spiegare ma i detersivi così detti tensioattivi funzionano così).
Se i vostri scarichi domestici finiscono in un fosso, è certo che in questo ci sarà il fenomeno dell’eutrofizzazione. E’ un fenomeno particolare in cui una spropositata crescita delle alghe, nutrite abbondantemente dai fosfati (composti con fosforo), soffoca letteralmente il corso d’acqua privandolo dell’ossigeno disciolto.
Le alghe hanno un loro normale ciclo di vita, cioè nascono, crescono e poi muoiono, il tutto in un regolare equilibrio ma, se noi alteriamo la presenza delle alghe, il fiume o il fosso non sarà più in grado di “digerire” le alghe morte e andrà in anossia. Si sarà consumato tutto l’ossigeno disciolto e quello che l’acqua si scambia continuamente con il contatto con l’aria non sarà sufficiente a garantire un’adeguata ossigenazione. Il risultato sarà la morte del nostro corso d’acqua.
Questo funziona sia per i composti fosfati che azotati. Entrambi sono presenti in molti composti di uso comune ma soprattutto nei detersivi. L’acqua che noi utilizziamo per fare la lavatrice, intrisa di questi composti, dovrebbe di norma confluire in un depuratore civile provvisto di adeguati sistemi per l’abbattimento di questi composti. Dico di norma perché provate a mettervi al di sotto dello scarico di un depuratore. Noterete di certo che tra prima e dopo lo scarico la quantità di alghe presenti è nettamente differente.
Ma perché accade se il depuratore è dotato di dispositivi per rimuoverli? Può capitare per un malfunzionamento o per una inadeguata progettazione, oppure per un fenomeno detto “supero”. Questo fenomeno accade quando piove: il depuratore è dimensionato per trattare una certa massa di acqua. Se ne arriva troppa, come ad esempio per colpa di un’abbondante pioggia, l’eccesso va direttamente in acqua senza neanche vedere il depuratore.
Si “stima” che la concentrazione dovuta alla diluizione sia sufficiente a garantire comunque una qualità di scarico accettabile. Però diventa improponibile riuscire a realizzare un depuratore che funzioni al 100% delle sue potenzialità solo una volta ogni dieci anni. E’economicamente inaccettabile.
Nel prossimo articolo riprenderemo l’argomento parlando di sostanze volatili, idrocarburi, metalli e inquinamento biologico.
Spero di non avervi annoiato e di aver stuzzicato in voi l’interesse per questo argomento delicato e importante.
Come sempre non ho scritto leggi sulla roccia quindi sono a vostra disposizione per ogni osservazione/complimento/insulto/omaggio culinario.
Matteo Fongaro
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