Switch Cast (seconda parte)
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- Scritto da Valerio Santagostino (BALBOA)
di Valerio Santagostino (BALBOA)
In questa variante dello Switch-cast classico la coda di topo si srotola stando molto vicina all’acqua. Potrete apprezzare questa dinamica probabilmente solo a secca e soprattutto nelle giornate ventose, in quanto vicino alla superficie il vento è più debole. Inoltre, con il loop più stretto generato da questo lancio potrete entrare meglio sotto la vegetazione. I movimenti sono del tutto uguali al canonico, ma ricordatevi di usare maggiormente la parte bassa della canna. In definitiva sentirete il lancio più con l’impugnatura che con il vettino. Per fare ciò adottate una postura particolare: tenete le ginocchia leggermente piegate.
Nelle foto che seguono, Giorgio Fattori, alias Ironblue, è accucciato sotto dei rami nel Trebbia a Gorreto, perfetta location di tutto il reportage. Ha saputo cogliere l’attimo fuggente del finale che va a incunearsi sotto la vegetazione. Bravo Iron! Altra angolazione di uno Switch-cast piatto: SWITCH CAST IN DOPPIA TRAZIONE
Può succedere che la porzione di coda fuori dal vettino sia piuttosto importante. Richiamare una quantità simile di lenza ( magari dal belly di 20-22 metri ) è assai difficoltoso. Un trazione data nel richiamo per formare la “D” loop e una data nel lancio in avanti ( appunto una doppia trazione) vi risolverà questo problema. Lancio comunque molto difficile, per la lunghezza della linea,per la velocità di esecuzione e il timing. Da notare la forma della “D” loop. A cuneo. Prima di affrontare gli errori dello Switch-cast, permettetemi di mostrarvi un piccolo trucchetto che ho visto fare da un grande lanciatore per rendere ancora più efficace il suo lancio. Nella fase di richiamo e di ancoraggio, ruotate leggermente il polso verso l’esterno. Sentirete maggior caricamento e darete uno stop ancor più incisivo. (Fine 2° parte) Valerio Santagostino
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