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Cezch Nymph

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Ho avuto la fortuna, durante il meeting dell’EFFA a Susice, in Repubblica Ceca, di partecipare a un workshop sulla Cezch Nymph, tenuto da Jan Siman (Campione del Mondo a squadre nel 1990) e Jiri Foreit, guardia pesca del tratto Trofeo N°6 dell’Otava.

Una piccola premessa: pochi sanno che è stato Oliver Edwards, esaminando attentamente l’attrezzatura, le ninfe, gli ami, il finale, etc…a coniare il nome di “Cezch Nymph”, termine che poi si è diffuso in Europa e nel mondo.

Nella comune accettazione del termine, per “Cezch Nymph” si intendono delle imitazioni affusolate, pesantine, costruite su ami ricurvi e fatte derivare sotto-canna senza che nessuna parte della coda fuoriesca dal cimino.

Ma cominciamo dall’inizio: nel 1984, sul fiume Dunajec, in Polonia, durante una gara di pesca tra la Polonia, l’allora Germania dell’Est (ex DDR) e la Cecoslovacchia, i padroni di casa pescavano con una tecnica “cortissima” e misteriosa.

I polacchi, in quel periodo, non avevano code di topo, quindi attaccavano al mulinello uno spezzone di nylon dello 0,50 al quale, poi, aggiungevano il finale vero e proprio.

Al tippet venivano legate due imitazioni di larve di caddis, una Hydropsyche di colore marroncino e una Rhyacophila, di colore verde, costruite su ami diritti o leggermente ricurvi, tinsellate con fibre di pavone.

Nel 1985, durante i Mondiali sul San, in Polonia, i cecoslovacchi, memori di quello che avevano visto l’anno prima, arrivano secondi in classifica generale.

Piazzamento non “pieno” ma che faceva comunque presagire il successo planetario l’anno seguente, con l’oro individuale di Slavoj Svoboda, durante i Mondiali dell’86, in Belgio.

Il neo campione del Mondo usava mosche ricavate dalla spugna utilizzate nell’industria automobilistica, efficaci ma allo stesso tempo, molto delicate…

 

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…ma la sua creatura più famosa è stata la “carota”,  un’imitazione fatta con sostituto di pelle di camaleonte beige, strisce di un impermeabile rosso e tinsel di crine di cavallo.

 

Dopo il titolo di Slavoj, la Nazionale ceca ha inanellato una serie impressionante di successi: medaglie pesanti sono arrivate dai vari Campionati, Mondiali e Europei, del 90, del 94, del 96…e del 2001.

Nel 1996, in UK, la tecnica fu finalmente spiegata, al mondo dei garisti, con una pubblicazione ufficiale.

Come sempre succede, negli anni furono impiegati materiali nuovi, inusuali, come la pelle della salsiccia, del pesce gatto o dell’anguilla (le bobesh), il “salami” skin o il filo di sutura.

Faccio notare che il termine “bobesh” non stava ad indicare il materiale con cui erano fatte le mosche, bensì la loro snellezza, in altri termini, la loro magrezza.

Un tempo invece erano piuttosto tozze e affondavano molto lentamente.

Per ottenere questa loro caratteristica “slim”, è stato di grande aiuto il filo di rame ultra sottile, perché “dimagrendone” la silhouette, ha contribuito sostanzialmente a dargli la forma attuale.

Al contempo si è cominciato a usare ami curvi, tipo gammarus Admiral (Kamasan B100).

Anche i materiali hanno subito variazioni: le pelli naturali utilizzate sul dorso hanno lasciato il posto alla gomma (all’inizio quella dei guanti chirurgici), che ha portato durata, lucentezza e facilità di montaggio.

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In un secondo momento le strisce viniliche hanno permesso una vasta gamma di colori e infine

le lamine di plastica, con stampe diverse, colori forti e glitter, hanno dato un ulteriore tocco di raffinatezza e potere adescante a queste imitazioni.

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Per il corpicino, al dubbing di lepre, tanto caro a Svoboda, si è affiancato il coniglio e la foca, in varie tonalità di colore.

Negli anni vanno ricordate senz’altro le splendide e innovative mosche di Lukas Pazdernik, mentre Pavel Machane e Tomas Starychfojtu costruivano ninfe con materiali nuovi e colori “folli”, portando a casa un numero impressionante di successi.

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Purtroppo la conoscenza della tecnica, il passaparola e le mosche mostrate nelle varie competizioni, hanno indotto i costruttori (non garisti) a inventare ninfe ceche con forme, materiali e colori assolutamente discordanti dal dressing originale.

Ma questo è sempre successo!

Basti pensare alla Royal Wulff, alla Pheasant tail o alla Red Tag…quanti surrogati sono nati dagli originali!

I veri innovatori, negli ultimi anni, sono stati sicuramente Bulicek e Dvorak.

Di pari passo con i costruttori, procedevano anche le aziende di ami, come Knapek , Skalka, Kamasan, Mustad, VMC, Tiemco, che hanno cominciato a produrre ami con la curvatura più indicata per le ninfe ceche, rigorosamente barbless, con punte chimiche e due caratteristiche fondamentali: resistenza e facilità nel costruirci sopra.

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Gli Hikara, a detta di molti, i migliori ami per le Cezch Nymphs.

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L’uscita di nylon sottilissimi e resistenti, è stata la ciliegina sulla torta.

Dallo 0,18 iniziale di tippet, che faceva affondare lentamente le ninfe, si è passati agli attuali 0,10 e talvolta, in situazioni estreme, allo 0,08!

Si evince che l’ ”entrare in pesca” con simili diametri è diventata cosa quasi immediata!

Ovviamente fili del genere hanno richiesto canne piuttosto sensibili, soprattutto in punta, della lunghezza di almeno 10 piedi.

Una canna molto indicata per questa tecnica è una 10#2, un attrezzo che permette una bella passata lunga e una continuità di percorso, ideale sui temoli, dal momento che sono pesci che non amano “scartare”.

Solitamente si pratica con due ninfe (volendo anche tre), ma si può usare anche a streamer, montando ad esempio uno sculpin in punta e un attractor di bracciolo (tipo blob) a 50/60 cm. sopra.

Lo sculpin va fatto saltellare sui massi, e spesso, il suo ticchettio sul fondo, attrae il pesce.

Ovviamente, in questo caso, il filo da impiegare deve essere almeno dello 0,22.

Con le ninfe, il classico set-up è un filo di nylon lungo otto metri (dallo 0,28 allo 0,37), un tratto di bi-color (o anche la spiralina, le apposite calzette colorate, il rosario, etc…), a 50/60 cm un bracciolo piuttosto lungo (22/23 cm) con la prima ninfa e in punta, a circa 1/1.20 m., la seconda.

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Il lancio è un lancio accompagnato, deciso ma morbido, con un’entrata in acqua delle ninfe la più delicata possibile.

Più facile da dirsi che da farsi.

A fine passata, con canna bassa, ci sarebbe una piccola manovrina aggiuntiva…ma non posso dirvi tutto, dovete scoprirlo da soli! -:)

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Il nylon per la Cezch Nymph…quello nella foto è 0,33 mm.

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Concludo con gli ultimi suggerimenti: in linea di massima, sui temoli, si fa a scendere, mentre sulle trote, a salire.

 

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Valerio "Balboa" Santagostino

 


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