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Apertura stagione laghetto

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Ho letto un interessante articolo, apparso in una rivista di settore, sull’apertura della stagione “laghetto”.

Mi ci sono ispirato, aggiungendo qualche nota personale.

Mi raccomando, prendete questi suggerimenti con bonarietà, serenità e allegria.

Iniziamo!

Fornitevi di un porta canne, rastrelliera o supporto verticale che sia, per trasportare le canne.

Gli attrezzi appoggiati per terra hanno vita breve…fidatevi!

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Evitate il gilet, tipico capo di abbigliamento del moschista. Il gilet è d’intralcio durante i due lanci più utilizzati in laghetto, il froller e la doppia trazione.

Oltretutto, con i tasconi, le pinze, i rocchetti e quant’altro che penzola, fornisce allo shooting degli appigli ai quali attorcigliarsi, vanificando la distanza.

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Definite in anticipo, provandoli con calma, gli abbinamenti coda/canna.

Mi spiego: non tutte le canne “si sposano” bene con ogni coda.

Può succedere che una canna sia molto performante con una coda intermediate e molto poco con una floating.

Ci sono canne che rispondono benissimo se montate con code sink, e malissimo se armate con le floating, e cosi via…

Utilizzate, se ne avete in numero sufficiente, un solo modello di mulinello, possibilmente con la bobina intercambiabile.

Sarete pronti, in un batter baleno, a cambiare coda.

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In laghetto la scelta delle mosche deve essere piuttosto ampia.

Ma per non perdere troppo tempo, tenete a portata di mano una scatola ben fornita e assortita.

Una selezione di mosche, in altre parole.

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Preparate a casa dei finali già fatti, possibilmente con le mosche attaccate, e avvolgeteli in rocchette di foam…pronti all’uso.

In giornate infruttuose, quando vi passerà finalmente davanti il branchetto di pesci, non c’è cosa che provoca maggior fastidio e nervosismo che perdere tempo a cambiare finali e mosche.

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Evitate che i braccioli si ingarbuglino, fatto che succede spesso e produce quella voglia irrefrenabile di strappare tutto!

Per evitare ciò si possono usare delle pinze per capelli, delle mollette, delle strisce di velcro, etc…

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E’ assolutamente indispensabile scrivere con un pennarello indelebile o attaccando sulla bobina un pezzetto di nastro adesivo bianco, la descrizione delle code.

Ad esempio: Fast #7-8 - Ridge

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E ora alcuni suggerimenti prettamente per la pesca.

Innanzitutto, e non mi stancherò mai di ripeterlo, usate ami “barbless” !!

A maggior ragione se fate no-kill!

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Lasciate sempre la mosca in acqua, anche quando state armeggiando sulla riva.

Non è una frase scontata quella che recita - “La mosca deve stare in acqua per prendere i pesci”-

Oppure -“Più la mosca sta in acqua e più si ha la possibilità di catturare pesci”-

Cercate di fare meno falsi lanci possibili: ne guadagnerete in pesca e in salute.

Quando recuperate, tenete sempre il sistema in tensione e il vettino basso sull’acqua in direzione del lancio effettuato.

Quando siete a pochi metri da riva, piegate la canna lateralmente per ammortizzare eventuali abboccate improvvise e violente.

Con il pesce in canna, tenete la canna bassa sull’acqua lateralmente: in caso di salti, ridurrete moltissimo il rischio di rotture o che si slami il pesce.

Portatevi il guadino, possibilmente a manico lungo. Spesso l’acqua è lontana dalla vostra posizione, oppure i pesci sono king-size….ed è un peccato manipolarli o slamarli in malo modo, soprattutto se si fa no-kill.

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In alcune cave è proibito “manipolare” i pesci: in questi casi è suggerita una pinza a becco lungo.

Sembrerebbe un’azione piuttosto macchinosa…invece, acquisita una certa manualità, è uno dei metodi più veloci e incruenti per slamare un pesce.

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Dotatevi di guanti o di appositi manicotti in lycra per proteggere le dita. Il recupero prolungato delle code, soprattutto quelle sink (ricoperte di tungsteno) e sempre nella stessa giuntura delle due falangi, provoca fastidiose abrasioni…e pure lunghe da rimarginare.

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E’ buona norma portarsi dietro uno specchietto con i tempi di affondamento delle code.

Giusto nel caso uno non si ricordasse più quanto affonda una coda Sink #3.

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In certi laghetti la presenza di pesci è quasi sempre a una certa distanza e in una precisa colonna d’acqua.

In questa situazione è opportuno preparare due canne con due code identiche, cambiando magari solo gli artificiali.

Non fatevi MAI prendere dalla pigrizia: cambiate set-up, mosche, diametro del finale, etc…

Ogni tanto sperimentate anche qualcosa di nuovo!

L’iniziativa è quello che trasforma una brutta giornata di pesca in un successo!

E in ultimo, e non mi stancherò mai di ripeterlo, lanciate a seconda delle vostre possibilità: meglio un lancio più corto ma con finale steso, che un lancio forzato con un finale raggruppato.

La pesca in laghetto è una pesca di recupero, quindi avere il finale immediatamente in tensione, è fondamentale !

Valerio "Balboa" Santagostino

 


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