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- Scritto da Renato Tiotto (Renato8)
di Renato “Renato8” Tiotto
Tempo di lettura: 5 minuti
Tempo di lettura: 5 minuti
Nell'ambito della pesca mosca i numerosi argomenti correlati trovano
cultori dedicati principalmente ad uno specifico interesse.
Come costruire mosche e finali, come eseguire i lanci o altro.
Io vorrei portare la vostra attenzione su alcuni grandi temi di carattere generale, sulle grandi domande che ancora, nonostante tutti gli studi, non hanno trovato risposta, domande che a volte si cerca di dimenticare per non rimanerne turbati.
Da anni mi dedico a ciò, poichè, essendo pescatore mediocre, mi avanza tempo dalle attività più usuali : allamare il pesce, portarlo a riva e liberarlo.
Vi è, per esempio una questione inquietante sulla quale sto lavorando dal '78 col metodo scientifico sperimentale. Ecco il problema.
Dopo aver mangiato gli asparagi a che distanza dall'acqua si può fare la pipi’ senza provocare una moria di avannotti?
Tutto cominciò quella sera di primavera in cui, inopinatamente, colto da bisogno, espletai nel fiume.
Una grande macchia fosforescente si sparse nell'acqua e fu lentamente trasportata dalla corrente.
Apparve subito chiara la vastità del disastro.
I pesci più fortunati morirono subito. Altri, più lontano, tenevano la testa fuori dell'acqua e si facevano aria con le pinne ventrali per poi ricadere stremati.
Ma oltre agli effetti immediati, per mesi furono osservati strani comportamenti.
Grosse trote che verso il tramonto si riunivano per fare la gara di rutti, riempiendo la valle di rumori terrificanti o semplicemente giravano in tondo ridacchiando senza motivo.
Fu un'estate spaventosa.
Immaginate il mio rimorso, che fu però la scintilla che mi fece intraprendere la ricerca perchè ciò non accadesse mai più.
Cominciai l'anno successivo , partendo da 22 metri e 50 cm.
Si capisce che un tale esperimento richiede molto tempo. Vuoi perchè non si può mangiare sempre asparagi, vuoi perchè bisogna studiare bene eventuali reazioni prima del getto successivo.
Attualmente sono arrivato a 7 m e 40 cm, e da qui in avanti la sfida si farà appassionante. Più ci si avvicina, maggiore è l'attenzione e la cautela.
Qualcuno potrebbe pensare che tale ricerca non ha fini pratici e quindi è inutile. Sbagliato. Pensateci bene.
Il pescatore asparagiofilo, colto da impellenza, deve sapere esattamente quanta strada deve fare prima di procedere alla funzione, non può certamente essere approssimativo o facilone, vista la posta in palio.
E il tempo a disposizione diminuisce con l'età . Coi waders poi la situazione è ancora più complicata.
Vi sarebbe un'altra possibilità, ma solo dei grandi ecologisti potrebbero pensare di usarli come contenitore della produzione giornaliera, da riportare completamente a casa la sera senza versare una goccia.
Lo spregiudicato ambientalismo però non è da tutti, e quindi credo siano pochi i cultori di tale disciplina.
Penso che alla fine della ricerca , che prevedo nel 2021, la rivista " Nature " mi dedicherà la copertina, che sarà un omaggio a tutti i pam italiani.
Un'altra elaborazione dottrinale che sto portando avanti cerca di chiarire il grande problema della coordinazione e dei flussi di energia che stanno alla base di un lancio perfetto.
Ovvero :il colore dell'intimo, inteso come calze, mutanda e canottiera, deve essere coordinato col colore della canna? e della mosca?
Grande tema di difficilissima trattazione.
L'energia che proviene dalla madre terra sale prepotente dal profondo e trova gli scarponi, necessari e ininfluenti, poi i calzini colorati, dove si sintonizza, sale, fluisce e trova le mutande. E se il colore è discordante perde la modulazione. Qualora anche la canottiera fosse stonata sarebbe il disastro. Le onde da armoniche si trasformerebbero in un caos globale.
Pensate poi se anche la canna fosse di una tinta discordante. Una vera tempesta energetica : sarebbero solo tremori e contrazioni convulse del braccio e la canna potrebbe esplodere in preda a tensioni strutturali insopportabili.
Noi non vogliamo certo che tutto ciò accada anche solo in forma più lieve per piccoli errori di tonalità, magari con manifestazioni negative semplici come loop svirgolati e sghembi.
La regola è molto semplice: evitare gli eccessi.
Non indossare calze a larghe bande trasversali fluorescenti è il primo passo. Per le mutande sono da proscrivere disegni tipo funghetti, trapani e cose del genere, mentre il tessuto damascato orientaleggiante si è dimostrato efficace. La canottiera può anche avere delle sottili linee verticali , per favore però nessuna scritta con una dotta citazione etica intelligentissima e alquanto incomprensibile.
I più pigri possono quindi optare su tinte unite che nulla danno e nulla tolgono al lancio.
Al contrario, i più arditi devono cimentarsi nella ricerca di toni su toni che possano incrementare la potenza e la fluidità del gesto. Raggiungeranno risultati strabilianti ed inaspettati.
Credo che vada prestata una attenzione massima a questi argomenti che noi, pam evoluti, che non portiamo la mazza da baseball al fiume, dobbiamo ben conoscere.
E la mosca ?
No, la mosca è la speranza di un sogno e non può essere rinchiusa in una trattazione dottrinale
La mosca è il vento che si trasforma in materia, i colori della mosca sono i colori dell'arcobaleno e non si può coordinare l'arcobaleno
La mosca fatela di tutti i colori, sarà il gioiello fantasioso e la goccia di eleganza che si farà ammirare poggiandosi lieve sull'acqua.
© PIPAM.org
Come costruire mosche e finali, come eseguire i lanci o altro.
Io vorrei portare la vostra attenzione su alcuni grandi temi di carattere generale, sulle grandi domande che ancora, nonostante tutti gli studi, non hanno trovato risposta, domande che a volte si cerca di dimenticare per non rimanerne turbati.
Da anni mi dedico a ciò, poichè, essendo pescatore mediocre, mi avanza tempo dalle attività più usuali : allamare il pesce, portarlo a riva e liberarlo.
Vi è, per esempio una questione inquietante sulla quale sto lavorando dal '78 col metodo scientifico sperimentale. Ecco il problema.
Dopo aver mangiato gli asparagi a che distanza dall'acqua si può fare la pipi’ senza provocare una moria di avannotti?
Tutto cominciò quella sera di primavera in cui, inopinatamente, colto da bisogno, espletai nel fiume.
Una grande macchia fosforescente si sparse nell'acqua e fu lentamente trasportata dalla corrente.
Apparve subito chiara la vastità del disastro.
I pesci più fortunati morirono subito. Altri, più lontano, tenevano la testa fuori dell'acqua e si facevano aria con le pinne ventrali per poi ricadere stremati.
Ma oltre agli effetti immediati, per mesi furono osservati strani comportamenti.
Grosse trote che verso il tramonto si riunivano per fare la gara di rutti, riempiendo la valle di rumori terrificanti o semplicemente giravano in tondo ridacchiando senza motivo.
Fu un'estate spaventosa.
Immaginate il mio rimorso, che fu però la scintilla che mi fece intraprendere la ricerca perchè ciò non accadesse mai più.
Cominciai l'anno successivo , partendo da 22 metri e 50 cm.
Si capisce che un tale esperimento richiede molto tempo. Vuoi perchè non si può mangiare sempre asparagi, vuoi perchè bisogna studiare bene eventuali reazioni prima del getto successivo.
Attualmente sono arrivato a 7 m e 40 cm, e da qui in avanti la sfida si farà appassionante. Più ci si avvicina, maggiore è l'attenzione e la cautela.
Qualcuno potrebbe pensare che tale ricerca non ha fini pratici e quindi è inutile. Sbagliato. Pensateci bene.
Il pescatore asparagiofilo, colto da impellenza, deve sapere esattamente quanta strada deve fare prima di procedere alla funzione, non può certamente essere approssimativo o facilone, vista la posta in palio.
E il tempo a disposizione diminuisce con l'età . Coi waders poi la situazione è ancora più complicata.
Vi sarebbe un'altra possibilità, ma solo dei grandi ecologisti potrebbero pensare di usarli come contenitore della produzione giornaliera, da riportare completamente a casa la sera senza versare una goccia.
Lo spregiudicato ambientalismo però non è da tutti, e quindi credo siano pochi i cultori di tale disciplina.
Penso che alla fine della ricerca , che prevedo nel 2021, la rivista " Nature " mi dedicherà la copertina, che sarà un omaggio a tutti i pam italiani.
Un'altra elaborazione dottrinale che sto portando avanti cerca di chiarire il grande problema della coordinazione e dei flussi di energia che stanno alla base di un lancio perfetto.
Ovvero :il colore dell'intimo, inteso come calze, mutanda e canottiera, deve essere coordinato col colore della canna? e della mosca?
Grande tema di difficilissima trattazione.
L'energia che proviene dalla madre terra sale prepotente dal profondo e trova gli scarponi, necessari e ininfluenti, poi i calzini colorati, dove si sintonizza, sale, fluisce e trova le mutande. E se il colore è discordante perde la modulazione. Qualora anche la canottiera fosse stonata sarebbe il disastro. Le onde da armoniche si trasformerebbero in un caos globale.
Pensate poi se anche la canna fosse di una tinta discordante. Una vera tempesta energetica : sarebbero solo tremori e contrazioni convulse del braccio e la canna potrebbe esplodere in preda a tensioni strutturali insopportabili.
Noi non vogliamo certo che tutto ciò accada anche solo in forma più lieve per piccoli errori di tonalità, magari con manifestazioni negative semplici come loop svirgolati e sghembi.
La regola è molto semplice: evitare gli eccessi.
Non indossare calze a larghe bande trasversali fluorescenti è il primo passo. Per le mutande sono da proscrivere disegni tipo funghetti, trapani e cose del genere, mentre il tessuto damascato orientaleggiante si è dimostrato efficace. La canottiera può anche avere delle sottili linee verticali , per favore però nessuna scritta con una dotta citazione etica intelligentissima e alquanto incomprensibile.
I più pigri possono quindi optare su tinte unite che nulla danno e nulla tolgono al lancio.
Al contrario, i più arditi devono cimentarsi nella ricerca di toni su toni che possano incrementare la potenza e la fluidità del gesto. Raggiungeranno risultati strabilianti ed inaspettati.
Credo che vada prestata una attenzione massima a questi argomenti che noi, pam evoluti, che non portiamo la mazza da baseball al fiume, dobbiamo ben conoscere.
E la mosca ?
No, la mosca è la speranza di un sogno e non può essere rinchiusa in una trattazione dottrinale
La mosca è il vento che si trasforma in materia, i colori della mosca sono i colori dell'arcobaleno e non si può coordinare l'arcobaleno
La mosca fatela di tutti i colori, sarà il gioiello fantasioso e la goccia di eleganza che si farà ammirare poggiandosi lieve sull'acqua.
Renato Tiotto (Renato8)
© PIPAM.org