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L'esperto, questo sconosciuto

L'angolo del principiante.
Italia  09/07/03 di Ghost


Lo scopo di queste note è la “crescita”, sia culturale che tecnica, di coloro che timidamente si affacciano a questo misterioso hobby e sono spesso in difficoltà nel districarsi tra i concetti e i termini poco noti della pesca a mosca (noi esperti dovremmo sempre essere disposti a fornire al neofita qualche utile suggerimento…) Il primo e fondamentale concetto che dovrete tenere ben in mente è: seguite sempre i consigli di un esperto!!
Ecco quindi la figura della quale ci occuperemo: l’esperto.
E’ molto difficoltoso individuare un vero esperto, essenzialmente perchè non siamo in tanti sulla piazza. Ad esempio, su seimila utenti registrati in Pipam, i veri esperti saranno al massimo cinquemilaottocentoottanta-cinquemilaottocentonovanta.
Per riconoscerlo, osservate attentamente come agisce sul fiume:
L’esperto non vola dentro mentre guada il Trebbia, sta provando i waders.
Non si conficca l’amo nell’indice, sta semplicemente verificandone l’affilatura.
Non aggancia le piante, ritensiona la coda nel mulinello.
Non gli cade la scatola delle mosche in acqua, ma sta testandone la galleggiabilità.
Non posa con violenza e rigurgito d’acque (uso ebrei che passano il Mar Rosso), esegue invece la ‘battuta’ per il cavedano.
Non spia il compagno di pesca per sapere che imitazione adopera, sta classificando una effimera dietro ad un cespuglio.
Non sbaglia un lancio dopo l’altro, stà effettuando pose curve.
Non si porta a casa qualsiasi pinnuto che non passa tra le maglie del suo retino, seleziona gli esemplari ormai improduttivi.
Non ‘attraversa’ velocissimo davanti a voi calpestando ignare trotelle, effettua una pesca di ricerca.
Non produce mucchietti informi di piume con dentro un amo, egli crea nuovi dressings.
Inoltre (questa è la differenza fondamentale tra voi e lui) il vero esperto non prende mai ‘cappotto’. Egli possiede una risorsa collaudata e invidiabile, a voi sconosciuta. Nei tristi pomeriggi di gennaio sul torrente sottocasa, mentre voi vi affannate a posare grosse farfalle nei rigiri d’acqua per insidiare l’ignaro avannotto che avete individuato, l’esperto ha un’arma in più: ricorre alla sua mitica, personalissima, inarrivabile ‘azione di pesca’. Voglio proporvene l’analisi, affinchè anche voi, col tempo e con l’applicazione, possiate avvicinarvi ad una pesca altamente scientifica. L’azione consiste nell’allontanarsi dietro la prima curva del fiume, attingere inosservato alla fiaschetta del cordiale segretamente celata nell’apposita tasca interna del giubbetto, fumarsi in santa pace un paio di sigari e poi ritornare da voi pronunciando la frase tipica: “Un po più sotto ho agganciato cinque o sei trote, un paio sui 35-40, pescando a ninfa. Tu ti sei divertito ?”.
Osservate inoltre come egli partecipi sempre in modo attivo alle varie discussioni, e sempre con affermazioni chiare e determinanti:
“Glielo dicevo sempre al Riccardi, tieni alta la coda dietro e non piegare il polso !!”. “Dodici anni fa sulla Traun abbiamo assistito ad una favolosa schiusa. Anche il Witold era in difficoltà, poi ha convenuto con me che si trattava di Baetis Salpenis”. “Non vado più a salmoni in Scozia dall’ 82, acque ormai troppo degradate...”.
Poi, mentre la vostra attenzione è così catturata, ne approfitta per mostrarvi le famose foto che comprovano le sue bellissime catture effettuate pressochè in ogni angolo del globo. In realtà egli custodisce amorevolmente nel congelatore l’antica spoglia di uno storione di un metro, ormai irriconoscibile per le ingiurie del tempo, acquistato spendendo un piccolo capitale da un pescatore professionista di Isola Serafini (che ancor’oggi sostiene con nostalgia che “una volta le persone erano più buone”). Periodicamente, complice un amico compiacente, provvede a farsi fotografare con la bestiaccia appesa. Variando sapientemente l’incidenza della illuminazione solare e della inquadratura, il cadavere può divenire indifferentemente: grossa fario catturata nel Livenza; temolo genovese; salmone canadese; bass californiano e così via. Se però prestate attenzione, osservando la foto che ritrae il fiume lappone che gli ha regalato un grosso timallide, vi accorgerete che in fondo c’è un cartello blu a forma di freccia con su scritto Pontenure. Trattasi evidentemente di un curioso caso di omonimia.
L’esperto è solitamente un valente entomologo: riconosce il sesso della effimera semplicemente guardandola negli occhi. Egli usa prevalentemente canne rarissime e costosissime ad azione di-punta-spanciante e parabolico-progressiva. Se è in vena di stupirvi, dopo che avrete molto insistito, vi mostrerà qualche lancio particolare, disegnando sull’acqua (con la sua particolarissima coda di tipo long-short-tipped-gnac-belly) un profilo di femmina ignuda, oppure le iniziali del vostro nome.
Beh, spero che ora sappiate riconoscere il vero esperto. Se lo conosci lo eviti.

Ghost


© PIPAM.com

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