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- Categoria: Avventure di pesca
- Scritto da Claudio Tagini
Orsi
01/10/01 di Claudio Tagini
Nella maggior parte dei laghetti attorno a Mammoth Lakes, sui pendii Est della Sierra Nevada Californiana, la principale attrazione turistica è la pesca. Per attirare quanta più gente possibile, vengono effettuate semine di trote da vari allevamenti, alcune di buona qualità, come le Alpers Ranch trout, ed altre… lasciamo perdere.
Naturalmente, sono permessi quasi tutti i tipi di pesca, escluse le reti e la dinamite, e prevale quella con l’esca, ma ho già notato un inizio di miglioramento: parecchi pescatori sono passati dall’esca naturale a quella artificiale, alcuni sostituendo l’ancoretta con un amo unico… ed anche il desiderio di rilasciare il catturato sta` prendendo piede.
Ma c’è ancora parecchia strada da fare: non molti giorni fa` sono stato da quelle parti, in una gita per cercare di distrarmi dalle orribili vicende successe, e mentre cercavo un posticino tranquillo mi sono reso conto che, per trovarlo, bastava andare dalla parte opposta di dove i camions immettevano le trote.
Passando in un punto dove era appena stata fatta una semina, ho notato due tizi che cercavano di arpionare a strappo delle trote, tra cui alcune di bella taglia, nel tratto di creek che s’infilava in un laghetto, dove erano finite per sbaglio. Bella scena!
Proseguendo lungo le sponde sono quindi andato dalla parte opposta, trovando un posticino idilliaco e tranquillo, senza nessuno attorno. Mia moglie stava ancora sistemando la sedia pieghevole sulla riva, per leggersi un libro, ed io osservavo l’acqua, per cercare di individuare trote ed insetti da imitare, quando un rumore attira la nostra attenzione: a circa 10 metri davanti a noi, dall’altra parte della piccola insenatura, un orso sbuca improvvisamente dallerba alta. Siamo a bocca aperta, e non facciamo nemmeno in tempo a reagire che un altro orso lo raggiunge… e poi un altro ancora… e poi, la mamma orsa! Mia moglie era sempre stata gelosa del fatto che sia io che i miei amici e clienti avessimo visto orsi, mentre lei, nativa Californiana, non ne aveva mai avuto l’occasione. Ora era accontentata: 4 orsi in un colpo solo!
Il punto era che si stavano dirigendo verso di noi. Affascinata, ma anche impietrita e con gli occhi che schizzavano fuori dalla testa, Naomi riesce a chiedermi con un filo di voce: “che facciamo?” – Le rispondo a voce alta, per farmi sentire dagli orsi (ed infatti la mamma ci fissa dritto negli occhi, a turno, per stabilire se siamo pericolosi…), dicendole di levare le tende, in fretta, ma senza correre. E cosi che ci allontaniamo velocemente, indietreggiando verso la macchina, osservando poi la scena da una distanza di relativa sicurezza.
Mamma orsa cammina calma, annusando e scrutando ovunque, mentre i cuccioli (per modo di dire: erano ormai già grossini, come dei cani San Bernardo!) giravano attorno, saltellando per raggiungerla quando si erano soffermati più di una decina di metri indietro. Il gruppetto continuava la passeggiata lungolago.. e mi vengono in mente i due rampinatori che avevo visto poc’anzi...
Non faccio in tempo a decidere se andarli ad avvisare o, diabolicamente, lasciare che gli eventi scorressero da soli, senza interferire (in fondo, gli orsi non cercano gli umani, però sarebbe stata una cattiveria immane correre il rischio), che sento cacciare delle urla: “mira, miraaaaa!!!” Troppo tardi per avvisarli, evidentemente, ma dal rumore delle pietre che cadono, e dalle urla che si allontanano, capisco che sono riusciti ad arrampicarsi sulla pietraia che li separa dal ponticello di salvezza. E mi viene da ridere.
Scopro poi che mamma orsa e cuccioli sono ormai visitatori abituali del posto, e che sovente si fanno la passeggiata lungo lago, spaventando i pescatori che trattengono i pesci, legandoli ancora vivi, e per le branchie, ad una catenella di moschettoni, per andarseli a mangiare!
Forse che sia questo a motivare il nuovo interesse al catch & release ???
Naturalmente, sono permessi quasi tutti i tipi di pesca, escluse le reti e la dinamite, e prevale quella con l’esca, ma ho già notato un inizio di miglioramento: parecchi pescatori sono passati dall’esca naturale a quella artificiale, alcuni sostituendo l’ancoretta con un amo unico… ed anche il desiderio di rilasciare il catturato sta` prendendo piede.
Ma c’è ancora parecchia strada da fare: non molti giorni fa` sono stato da quelle parti, in una gita per cercare di distrarmi dalle orribili vicende successe, e mentre cercavo un posticino tranquillo mi sono reso conto che, per trovarlo, bastava andare dalla parte opposta di dove i camions immettevano le trote.
Passando in un punto dove era appena stata fatta una semina, ho notato due tizi che cercavano di arpionare a strappo delle trote, tra cui alcune di bella taglia, nel tratto di creek che s’infilava in un laghetto, dove erano finite per sbaglio. Bella scena!
Proseguendo lungo le sponde sono quindi andato dalla parte opposta, trovando un posticino idilliaco e tranquillo, senza nessuno attorno. Mia moglie stava ancora sistemando la sedia pieghevole sulla riva, per leggersi un libro, ed io osservavo l’acqua, per cercare di individuare trote ed insetti da imitare, quando un rumore attira la nostra attenzione: a circa 10 metri davanti a noi, dall’altra parte della piccola insenatura, un orso sbuca improvvisamente dallerba alta. Siamo a bocca aperta, e non facciamo nemmeno in tempo a reagire che un altro orso lo raggiunge… e poi un altro ancora… e poi, la mamma orsa! Mia moglie era sempre stata gelosa del fatto che sia io che i miei amici e clienti avessimo visto orsi, mentre lei, nativa Californiana, non ne aveva mai avuto l’occasione. Ora era accontentata: 4 orsi in un colpo solo!
Il punto era che si stavano dirigendo verso di noi. Affascinata, ma anche impietrita e con gli occhi che schizzavano fuori dalla testa, Naomi riesce a chiedermi con un filo di voce: “che facciamo?” – Le rispondo a voce alta, per farmi sentire dagli orsi (ed infatti la mamma ci fissa dritto negli occhi, a turno, per stabilire se siamo pericolosi…), dicendole di levare le tende, in fretta, ma senza correre. E cosi che ci allontaniamo velocemente, indietreggiando verso la macchina, osservando poi la scena da una distanza di relativa sicurezza.
Mamma orsa cammina calma, annusando e scrutando ovunque, mentre i cuccioli (per modo di dire: erano ormai già grossini, come dei cani San Bernardo!) giravano attorno, saltellando per raggiungerla quando si erano soffermati più di una decina di metri indietro. Il gruppetto continuava la passeggiata lungolago.. e mi vengono in mente i due rampinatori che avevo visto poc’anzi...
Non faccio in tempo a decidere se andarli ad avvisare o, diabolicamente, lasciare che gli eventi scorressero da soli, senza interferire (in fondo, gli orsi non cercano gli umani, però sarebbe stata una cattiveria immane correre il rischio), che sento cacciare delle urla: “mira, miraaaaa!!!” Troppo tardi per avvisarli, evidentemente, ma dal rumore delle pietre che cadono, e dalle urla che si allontanano, capisco che sono riusciti ad arrampicarsi sulla pietraia che li separa dal ponticello di salvezza. E mi viene da ridere.
Scopro poi che mamma orsa e cuccioli sono ormai visitatori abituali del posto, e che sovente si fanno la passeggiata lungo lago, spaventando i pescatori che trattengono i pesci, legandoli ancora vivi, e per le branchie, ad una catenella di moschettoni, per andarseli a mangiare!
Forse che sia questo a motivare il nuovo interesse al catch & release ???
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Claudio Tagini (ClaudioUSA)
© PIPAM.com