VEN - El pez raton de Los Roques
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- Categoria: Avventure di pesca
- Scritto da Gian Paolo Caldari
22/05/05
di Gian Paolo Caldari
Arcipelago de Los Roques
Ultimamente su questo incomparabile arcipelago di più di 300 isolotti corallini si è scritto e detto di tutto e di più. Dopo averci pescato vorrei provare a trarre alcune conclusioni. Ma partiamo dall’inizio.
Come la maggior parte di quelli che ci sono stati prima di me ho organizzato tutto tramite internet volo Airfrance e soggiorno alla Posada Lagunita ( http://www.posadalagunita.com/ ) che ha pensato ad acquistare per me il volo interno Caracas/Gran Roque.
Il primo giorno escursione organizzata dalla posada alla Boca de Sebastopol dove alla vista della laguna interna al reef mi si allarga il cuore e quasi mi commuovo alla vista di una flat enorme: saranno 3, 4, 5 chilometri di acque basse e deserte, tutte per me.
Memore delle passate esperienze di pesca al bonefish non mi faccio cogliere da facili entusiasmi: riuscire a vedere la school in tempo utile per lanciarci non è cosa facile, riuscire a lanciare preciso senza fare il vuoto intorno è altrettanto cosa difficile, azzeccare la mosca può presentare qualche problema… ma riuscire a vedere il bonefish prima che questo veda te rimane la cosa fondamentale e per questo (dirò poi perché) ritengo che noi comuni trotaioli ne vediamo si e no il 20 per cento.
Tornando a Sebastopol mi addentro nella laguna e vedo un bone intento a grufolare in una zona di acqua chiara a 5 metri da me ,,, tardi? Forse, ma lancio lo stesso, il pez raton vede la gotcha parte a razzo, si affonda sulla verticale spinnando con la pinna caudale avverto la toccata ferro e un bolide marino parte a seimila e prima che riesca a fare qualcosa mi ritrovo la coda molle ed il 25 rotto: ottimo penso mi sa che ho esagerato e ritaro il finale con un tip dello 027 rigorosamente in fluorocarbon.
La situazione tuttavia non migliora ne ferro altri due ma la musica non cambia di molto vuoi il corallo, vuoi le pietre, vuoi che tirano come i disperati non riesco a toccarne neanche uno.
Salgo di diametro 030 ma, anche se un paio mi seguono la mosca, non la prendono e quando mi vedono scappano via e con loro il branco. Riscendo di diametro ma la situazione non cambia, seguono la mosca ma non la mangiano: il fondo è per lo più chiaro decido per una crazy bianchissima e riesco a portare a riva due macabì.
A fine giornata i pez raton salpati saranno 5 su una trentina di possibilità di cattura.
Difficoltà del primo giorno: il vento increspa l’acqua e non ti fa vedere un piffero in più ti fa sbagliare spesso il lancio: troppo corto non vedono la mosca; troppo lungo con coda sopra il pesce che fugge a gambe levate; preciso ma troppo sbattuto con conseguente fuggi fuggi generale.
Prima considerazione: il bonefish è sempre all’erta (troppi barracuda in giro) e il minimo errore lo si paga caro.
Secondo giorno: gita a Crasky posto da cartolina caraibica, qui l’acqua è più profonda e i bonefish bastardissimi, ti vedono da un chilometro e quando pensi di aver trovato il modo di individuarli scopri amaramente che loro ti hanno visto ben prima.
A fine giornata un bone catturato ed uno perso sempre per la rottura del finale.
Così al ritorno in posada ho il volto che emana sconsolazione ed Enrico, l’Art Director della Lagunita, se ne accorge, cominciamo a parlare e si arriva alla conclusione che molti pescatori sono passati per la posada e parecchi avevano la stessa mia faccia e mi invita a parlare con una guida locale, Pedro.
Il primo giorno escursione organizzata dalla posada alla Boca de Sebastopol dove alla vista della laguna interna al reef mi si allarga il cuore e quasi mi commuovo alla vista di una flat enorme: saranno 3, 4, 5 chilometri di acque basse e deserte, tutte per me.
Memore delle passate esperienze di pesca al bonefish non mi faccio cogliere da facili entusiasmi: riuscire a vedere la school in tempo utile per lanciarci non è cosa facile, riuscire a lanciare preciso senza fare il vuoto intorno è altrettanto cosa difficile, azzeccare la mosca può presentare qualche problema… ma riuscire a vedere il bonefish prima che questo veda te rimane la cosa fondamentale e per questo (dirò poi perché) ritengo che noi comuni trotaioli ne vediamo si e no il 20 per cento.
Tornando a Sebastopol mi addentro nella laguna e vedo un bone intento a grufolare in una zona di acqua chiara a 5 metri da me ,,, tardi? Forse, ma lancio lo stesso, il pez raton vede la gotcha parte a razzo, si affonda sulla verticale spinnando con la pinna caudale avverto la toccata ferro e un bolide marino parte a seimila e prima che riesca a fare qualcosa mi ritrovo la coda molle ed il 25 rotto: ottimo penso mi sa che ho esagerato e ritaro il finale con un tip dello 027 rigorosamente in fluorocarbon.
La situazione tuttavia non migliora ne ferro altri due ma la musica non cambia di molto vuoi il corallo, vuoi le pietre, vuoi che tirano come i disperati non riesco a toccarne neanche uno.
Salgo di diametro 030 ma, anche se un paio mi seguono la mosca, non la prendono e quando mi vedono scappano via e con loro il branco. Riscendo di diametro ma la situazione non cambia, seguono la mosca ma non la mangiano: il fondo è per lo più chiaro decido per una crazy bianchissima e riesco a portare a riva due macabì.
A fine giornata i pez raton salpati saranno 5 su una trentina di possibilità di cattura.
Difficoltà del primo giorno: il vento increspa l’acqua e non ti fa vedere un piffero in più ti fa sbagliare spesso il lancio: troppo corto non vedono la mosca; troppo lungo con coda sopra il pesce che fugge a gambe levate; preciso ma troppo sbattuto con conseguente fuggi fuggi generale.
Prima considerazione: il bonefish è sempre all’erta (troppi barracuda in giro) e il minimo errore lo si paga caro.
Secondo giorno: gita a Crasky posto da cartolina caraibica, qui l’acqua è più profonda e i bonefish bastardissimi, ti vedono da un chilometro e quando pensi di aver trovato il modo di individuarli scopri amaramente che loro ti hanno visto ben prima.
A fine giornata un bone catturato ed uno perso sempre per la rottura del finale.
Così al ritorno in posada ho il volto che emana sconsolazione ed Enrico, l’Art Director della Lagunita, se ne accorge, cominciamo a parlare e si arriva alla conclusione che molti pescatori sono passati per la posada e parecchi avevano la stessa mia faccia e mi invita a parlare con una guida locale, Pedro.
Seconda conclusione: la guida sono i tuoi nuovi occhi caraibici. Una brava guida vede il pesce prima che lui veda te ed il suo lavoro è assolutamente impagabile. Intanto è del posto e conosce ogni angolo dell’arcipelago , a seconda della flat sa indicare perfettamente colore e peso dell’esca , lunghezza e diametro del finale.
Ad una lettura superficiale viene da pensare che siano decisioni che chiunque può prendere eppure sono proprio dei particolari minimi e dalla velocità con la quale le decisioni vengono prese che possono significare 10 catture in più o in meno. Inoltre se vi mollano su un posto tutto il giorno lì vi tocca pescare: se siete fortunati e la zona diventa di transito del bonefish potrete tirare ad una trentina di pesci, se andate con Pedro e la barca del capitano Orghe tirerete a 100 e più macabì affrontando 4/5 flat in 8 ore di pesca.
In più c’è da dire che nelle isole più famose le flats sono battutissime e la pressione di pesca notevole. Considerate che il lodge di pesca ufficiale ha cinque barche da due pescatori l’una sempre piene… E gli americani sono disposti a pagare cifre elevate per farsi portare a pesca nei posti migliori.
Ad una lettura superficiale viene da pensare che siano decisioni che chiunque può prendere eppure sono proprio dei particolari minimi e dalla velocità con la quale le decisioni vengono prese che possono significare 10 catture in più o in meno. Inoltre se vi mollano su un posto tutto il giorno lì vi tocca pescare: se siete fortunati e la zona diventa di transito del bonefish potrete tirare ad una trentina di pesci, se andate con Pedro e la barca del capitano Orghe tirerete a 100 e più macabì affrontando 4/5 flat in 8 ore di pesca.
In più c’è da dire che nelle isole più famose le flats sono battutissime e la pressione di pesca notevole. Considerate che il lodge di pesca ufficiale ha cinque barche da due pescatori l’una sempre piene… E gli americani sono disposti a pagare cifre elevate per farsi portare a pesca nei posti migliori.
I posti sono fantastici.
I pez raton sono fantastici.
Si mangia da favola.
Il Rum è divino.
Non vedo l’ora di tornarci.
Mosche
A Los Roques puoi incontrare due situazioni di pesca:
I bonefish si alimentano sul fondo di gamberetti e piccoli crostacei, le mosche buone sono crazy charlie e gotcha dello stesso colore del fondo quindi o chiare o begioline o rosine o verdi o marroni o addirittura nere su ami del 6 o dell’8 più pesanti in acqua dai 50 cm in su e meno pesanti dai 50 cm in giù. Buone anche le sili-legs.
I bonefish si alimentano sul fondo di gamberetti e piccoli crostacei, le mosche buone sono crazy charlie e gotcha dello stesso colore del fondo quindi o chiare o begioline o rosine o verdi o marroni o addirittura nere su ami del 6 o dell’8 più pesanti in acqua dai 50 cm in su e meno pesanti dai 50 cm in giù. Buone anche le sili-legs.
Oppure vagano in mezzo ai branchi di sardine ed ogni tanto attaccano quelle ferite o che danno idea di esserlo. Questi bonefish li vedrebbe anche un miope: guardate il nero del branco delle sardine e se notate un largo spazio bianco che avanza quello è un bonefish. In questo caso vanno bene piccole imitazioni di pescetti meglio col dorso scuro, meglio ancora tutte nere e con gli occhi rossi, meglio ancora i gummys.
In realtà c’è una terza situazione di pesca. Personalmente non mi piace molto, ma credo che investire il primo giorno a prendere confidenza col lancio e con le esche dalla spiaggia di Gran Roque sia una buona idea. In pratica lì quando tutte le barche sono uscite rimangono solo i pellicani che si tuffano sui branche di sardine. Quando uno si tuffa a tiro di lancio sparate il pescetto nei pressi del “pellico”. Lasciate affondare e strippate … un lancio ogni tre vi regalerà un bonefish o un piumato che becca come un’aquila ed è difficilissimo da slamare.
Canne
Nove piedi per la 8 se non c’è vento sennò per la 9 o anche per la 10.
Mulinelli
Personalmente uso solo i PEUX 75 AR PLUS , perché hanno una frizione millimetrica, sono antireverse e non ti piallano le nocche quando devi stringere/allentare la frizione o cominciare il recupero. Contengono tranquillamente 200 metri di backing da 20 lbs + la coda. Per le code vanno bene galleggianti da mare meglio quelle per acque calde caraibiche.
Finali
Marini ,lunghi dai 430 ai 500 cm tip in fluoro-carbon dal 025 al 030.
Ringraziamenti
A Francis Nydeggher che mi ha preparato il Peux AR 75 plus in maniera impeccabile.
A Pedro Narvaez che si è dimostrato una grandissima guida.
Ad Andrea ed Enrico della Lagunita che con la loro cortesia, disponibilità, allegria e saggezza hanno reso il mio soggiorno a Los Roques indimenticabile.
A Pedro Narvaez che si è dimostrato una grandissima guida.
Ad Andrea ed Enrico della Lagunita che con la loro cortesia, disponibilità, allegria e saggezza hanno reso il mio soggiorno a Los Roques indimenticabile.
Contatti
Posada Lagunita : Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.Tel. 005804142919151
Pedro Narvaez calle la Laguna Tel. 00580141962809
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Pedro Narvaez calle la Laguna Tel. 00580141962809
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Gian Paolo Caldari
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