NOR - IL SALMONE ATLANTICO,UNA BELLA MALATTIA
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- Scritto da Valerio Santagostino (BALBOA)
Settembre 2006
Norvegia - località Brufoss sul fiume Lagen.
di Valerio Santagostino (BALBOA), foto di Valerio Santagostino e Roberto Zucca “Ed ecco un altro malato”, urlava lo Zio Max quando il sottoscritto toccava il suo primo salmone atlantico.
E aveva ragione. Il momento preciso del tailing ti dà un’emozione incredibile, il braccio ti trema per la tensione e l’adrenalina accumulata. tailing dello Zio Max...... Che momenti indimenticabili!! Si entra nel “club”dei pescatori del Salmo Salar, ovvero il tanto desiderato e cercato salmone atlantico. Questa bella occasione mi è stata offerta grazie a un corso di canna a due mani della scuola per la quale insegno. Norvegia, località Brufoss sul fiume Lagen. La cosa che mi lascia sempre piacevolmente sorpreso è la capacità nei nostri tempi di andare a migliaia di km di distanza in poco tempo. Alle nove ero a Bergamo e alle 15 di pomeriggio ero in pesca nelle correntine del Lagen.
Ryanair ovviamente è la salvezza per chi non vuole spendere molto e combinazione l’aeroportino nel quale siamo atterrati era a un’oretta da Brufoss. Ricordatevi solamente di prenotare moooolto in tempo i biglietti, si rischia in caso contrario aumenti quasi simili a normali tariffe. Dopo aver noleggiato le macchine siamo partiti per il camping. Il paesaggio è quello tipico norvegese, o meglio quello esattamente che mi aspettavo: foreste, acqua, casette colorate, sobrie ma eleganti, tutto di una pulizia e di un ordine quasi fastidioso. Immaginatevi un milanese, abituato a vivere nel caos e nella frenesia giornaliera, di fronte a tanta armonia. Una bella boccata d’ossigeno e di pace; si comincia subito a stare bene con sé stessi, ecco tutto. All’arrivo al camping ci riceve il simpatico Arne, titolare e direttore di tutta la riserva. Non si sposta foglia che lui non voglia e che soprattutto lui non sappia. L’alloggio è uno spartano ma accogliente chalet in legno da cinque persone comode. gli chalet di Brufoss Con la scusa, neanche poi falsa, che di notte russo come una segheria industriale mi impossesso del piano rialzato mentre gli altri miei compagni si spalmano negli altri ambienti. Un piccolo suggerimento ve lo devo dare quando prendete una casa con amici, non dividetela mai con single o compagni che stanno ancora dalla mamma perché sono impossibilitati a fare qualsiasi mestiere......Non sono capaci a fare niente e soprattutto non lo hanno mai fatto perché viziatissimi!! Per fortuna avevo lo Zio Max e Raf con me i quali in cucina e di corvè erano estremamente attivi. Catturare un salmone atlantico non è facilissimo in posti dove il permesso di pesca non è proibitivo come l’Islanda, la penisola di Kola o alcune prestigiose pool della Scozia , della Norvegia o della Svezia. Politiche di pesca dissennate, reti poste all’estuario, dighe, canali e sbarramenti lungo i fiumi di risalita hanno decimato la popolazione del Salmo Salar in questi ultimi trenta anni. E pensare che il Salar risale dalle coste settentrionali del Portogallo fino su in cima al Mare di Kara nella Russia nord-orientale! Passa dalla Francia, dall’Irlanda, dalla Scozia, dall’Islanda, dalla Danimarca, dalla Svezia , dalla Norvegia per proseguire verso la Groenlandia e la Russia dove nei famosi fiumi della Penisola di Kola ( Rynda, , Ponoi, Yokanga, etc..) ha la sua massima densità. Ho letto un libro sul salmone atlantico e vi riporto qui di seguito qualche notizia secondo me estremamente interessante: “ - Nel mare, il salmone “europeo” si ferma per 2-3 anni dove esemplari nati in fiumi diversi vivono tutti insieme in acque pelagiche e profonde. Una volta raggiunta la maturità sessuale per delle ragioni ancora misteriose si separano e percorrono anche migliaia di chilometri per raggiungere il luogo nativo dove si accoppieranno. Dal momento in cui entrano in acqua dolce i salmoni smettono quasi del tutto di alimentarsi; se lo possono permettere visto le grandi riserve di grasso immagazzinate durante la loro permanenza in acqua marina. Durante la risalita compiendo i famosi salti per superare rapide e cascate e nuotando controcorrente anche per 700/800 chilometri il salmone completa il processo di maturazione sessuale. I luoghi preferiti sono piccoli torrenti ricchi di ossigeno dalle acque fredde e dal fondale sassoso. Il numero delle uova deposte si aggira sulle 5000-10000 unità. E’ stato calcolato che nasceranno circa 100 avannotti ( rimangono in acqua dolce per due anni) e che di questi solo la metà raggiungerà il mare. Ma solo il 10% di quelli iniziali riusciranno a raggiungere il luogo natale e riprodursi. La femmina si accoppia anche con più maschi per aumentare le probabilità di perpetuazione della specie. Dopo l’accoppiamento solo il 3-4 % dei salmoni riesce, lasciandosi portare dalla corrente, a raggiungere di nuovo il mare, altrimenti le ferite, la fatica della risalita, la mancanza di cibo, lo portano inesorabilmente alla morte. I corpi decomposti serviranno ad arricchire il plancton, l’alimento dei futuri avannotti. La permanenza degli avannotti del salmone europeo nei corsi d’acqua dolce si protrae per un paio d’anni mentre quella dei salmoni del Pacifico dura un solo anno. Nel salmone del pacifico non si verifica mai che una femmina, che tra l’altro si lascia fecondare da un solo maschio, si riproduca una seconda volta. Muoiono tutti dopo l’accoppiamento. Se i salmoni del Pacifico tornano nelle acque native dopo 4-5 anni, il salmone dell’Atlantico può risalire anche dopo un anno solo passato in mare. Nel Salmo Salar è addirittura possibile sapere la sua età dalle scaglie che ne ricoprono il corpo, dal momento che da esse possiamo conoscere il numero delle migrazioni riproduttive. Durante la risalita l’animale non si nutre più; si arresta quindi la sua crescita e i bordi delle scaglie diventano irregolari. Se riuscisse a tornare al mare la scaglia torna a crescere sui precedenti contorni e si noterebbe subito la zona di interruzione tra i due “soggiorni” nell’oceano. Per quanto riguarda il meccanismo biologico per cui i giovani salmoni lasciano l’acqua dolce gli scienziati danno come spiegazione una serie di fattori legati ai mutamenti ambientali, alle piene, all’aumento della temperatura e alla luce. Questi cambiamenti sono captati dall’animale il quale stimola la tiroide che produce una quantità superiore di iodio che verrà compensata solamente una volta arrivato in mare con l’assunzione di sodio. Dicono addirittura che schiarendo la livrea, il salmone viene esposto maggiormente ai raggi del sole e quindi è portato a cercare acque sempre più profonde. Una volta in mare il salmone riesce a ingrassare anche un chilo al mese!! Sembra che proprio questo accumulo di sostanze nutritive piuttosto veloce sia alla base del ritorno ai luoghi dove è nato insieme a una irrefrenabile ricerca di acque ossigenate e fredde. Esperimenti su salmoni marcati hanno dimostrato che anche l’olfatto gioca un ruolo essenziale sull’individuare il torrente nel quale sono nati ma ancora non si capisce come in mezzo a miliardi di metri cubi d’acqua riescano a trovare la foce del fiume giusto. Un’altra spiegazione sembra sia il sole e la capacità del salmone di orientarsi con esso.”- In ogni caso sono solo supposizioni e forse questo incredibile mistero della natura rende il salmone una cattura estremamente appagante. Ma torniamo a Brufoss: la riserva di snoda su 12 kilometri ed è divisa in tre zone: la blu con un permesso giornaliero e un numero illimitato di canne, la zona gialla con massimo 8 canne e un permesso di mezza giornata e la zona rossa con 12 canne massimo e sempre un permesso di mezza giornata però riservata solo alla mosca. Nella blu e nella gialla è consentito il rotante e il piombo. bello scorcio del Lagen rapide sotto il camping La frenesia è tanta e decidiamo subito di assaggiare il fiume non prima però di essere stati disinfettati (waders, code, mulinelli e canne) in una soluzione chimica dal Gyrodactilus, un terribile batterio presente in alcuni fiumi della Norvegia meridionale e che prendendo le branchie dei giovani salmoni li porta a morte sicura. vasche di disinfestazione Le condizioni dell’acqua non sono estremamente favorevoli. vista dal ponte di Brufoss Ha piovuto poco, c’è un sole splendente e i livelli sono bassi. Tutti fattori che non aiutano la risalita dei salmoni. In situazioni del genere la pesca è consigliata all’imbrunire fino a mezzanotte e all’alba, dalle 4/5 di mattina alle nove. Silvestro, Bepin, Raf, Zio Max, R. Zucca alla mattina presto sul fiume Anche perché nelle altre ore tenevamo il corso, infatti per una pesca del genere è consigliabile almeno una buona infarinatura di canna a due mani: ci si stanca di meno e si lancia più lontano. Decidiamo subito su consiglio dello Zio Max, un vero esperto del salmone atlantico, di usare una coda intermedia o floating con punta affondante. l'artiglieria Ricordo che a ogni lancio si aveva l’impressione che fosse quello giusto e quindi la tensione era tanta. Non vi demoralizzate se dopo decine di lanci non avete ancora sentito niente, anzi è il momento di concentrarvi ancora di più variando il recupero e la profondità dell’acqua. Abbiamo pescato con piccole imitazioni di gamberetto su ancoretta e alla sera invece usavamo mosche nere con riflessi argento. imitazione di gamberetto Un altro suggerimento è quello di non andare a salmoni con la mentalità del trotaiolo e quindi lanciare nei punti nei quali pensate ci possano essere le trote. Il salmone segue precise linee di risalita e solamente quelle !! Ad esempio se vedete un bel masso affiorante, non lanciate la mosca appena dietro ( come nella pesca alla trota) ma davanti, esattamente dove la corrente si divide e creando una zona di calma gli permette di riprendere fiato. il masso che serviva per vedere i livelli Comunque seguire qualcuno che ti insegna come riconoscere questi canali di risalita è indispensabile, si rischia altrimenti di pescare l’acqua per ore e ore. Una sera abbiamo assoldato il simpatico Tom, un giovanottone norvegese grande conoscitore del fiume e guida professionista...Non sapevamo cosa ci aspettava!! Tom Tveitan Tom ci ha portato in una pool molto affascinante ma percorribile solamente in mezzo seguendo una pista segnata da ciuffi di erbe galleggianti o riferimenti ben precisi sulla riva altrimenti il bagno era assicurato. Si lanciava con l’acqua alla cinta e se si usciva dal percorso i waders si trasformavano in un acquario. La definizione più giusta è stata quella di Raf : “Sembriamo dei marines alla foce del Mekong!!!” I Marines Ovviamente un po’ per nonnismo e un po’ per il fatto che era il più alto, il povero Roberto Zucca veniva mandato sempre in avanscoperta....Se faceva il bagno nelle acque del sacro Gange, si cambiava rotta. Con l’oscurità della notte norvegese vi assicuro che non era facile. Veniva però compensato dal fatto che come unico single del gruppo poteva lustrarsi gli occhi con le belle figliole norvegesi. Effettivamente le donne di quel paese sono all’altezza della loro fama. E la prova era una bella signorina che avevamo “scoperto” in un locale in paese. E ovviamente per tutto il soggiorno abbiamo mangiato da lei hamburgers e patatine negli intervalli di pranzo!! Chissà,… se ci fosse stato l’impenitente single Angelo Piller, forse si sarebbe innamorato e “finalmente” avrebbe pensato al matrimonio......Era proprio il suo tipo, alta, bionda, sportiva, un bel farino e moooolto giovane!! Di questo viaggio ,oltre al mio primo salmone bravo! hai combattuto bene ricordo quelle albe brumose, dense, il sole che poco a poco usciva e scioglieva le nebbie, il rumore dell’acqua e della natura che si svegliava, la solitudine e l’immensità di quei boschi. alba sul Lagen Quasi da aver paura come l’ultimo giorno, che pescando da solo ho sentito un rumore animalesco piuttosto inquietante alle mie spalle.....Si rivelò poi un alce femmina che attraversava pacifica il Lagen. Bella Norvegia ,davvero bella!! A rivederti, a rivederti presto....... Notizie utili le potete trovare sul sito: www.brufoss.no - webcam sul fiume h 24 la webcam
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